INDICE ARTICOLO
Introduzione
Nonostante il fumo di sigaretta determini circa 5 milioni di morti premature ogni anno in tutto il mondo, ancora bassissima è la percentuale di fumatori che riesce a portare a termine un protocollo di disassuefazione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità – visto l’enorme impatto sanitario ed economico del tabagismo e delle sue conseguenze cliniche – ha cercato negli anni di promuovere, a diversi livelli, strategie per la cessazione del fumo. Le campagne di informazione di massa, l’incremento delle tasse sul tabacco, la diffusione di protocolli psicoterapeutici facilmente accessibili e le terapie farmacologiche, sono stati i cavalli di battaglia proposti in questi decenni. Tra le varie metodiche, la farmacoterapia è risultata sicuramente la più efficace, ma anche la più costosa, rimanendo pertanto accessibile esclusivamente ad un’utenza selezionata. La bassa accessibilità della farmacoterapia e la crescente incidenza del tabagismo nelle fasce socio-economicamente più svantaggiate ha quindi spinto i vari esperti del settore ad individuare strategie terapeutiche alternative. In questo contesto si è quindi inserito l’uso di estratti naturali come la Citisina
Citisina e tabagismo: i meccanismi d’azione
La Citisina è un alcaloide vegetale estratto dai semi di una pianta appartenente alla famiglia delle Leguminose, nota come Cytisus laburnum. Classicamente utilizzata nell’Europa dell’Est come sostituto naturale della Nicotina (i soldati russi usavano masticare le foglie di questa pianta), data l’assenza di interessanti trial clinici, per anni la sua efficacia nella disaussefazione da fumo è stata sottovalutata. Solo recentemente – grazie ad un articolo apparso su una delle riviste più prestigiose presenti sul panorama scientifico – l’impiego della Citisina, come rimedio antifumo, è stato rivalutato. Anche in questo caso, l’attività disassuefativa sarebbe da ricondurre alla capacità di questo alcaloide di intervenire nei meccanismi neuroendocrini sostenuti dalla Nicotina. Più precisamente, la Citisina agirebbe come agonista parziale ad alta affinità per i recettori Alfa 4 Beta 2 nicotinici. Questo sottotipo recettoriale, particolarmente espresso al livello dell’amigdala e delle altre strutture limbiche, opportunamente attivato dalla Nicotina attraverso la modulazione del sistema dopaminergico, risulterebbe direttamente coinvolto nella sensazione di gratificazione da fumo e nel conseguente sviluppo della dipendenza da Tabacco. La capacità della Citisina di attraversare adeguatamente la barriera emato-encefalica e di interagire con i suddetti recettori, potrebbe quindi ridurre gli effetti neuroendocrini della Nicotina, contribuendo al superamento delle fasi più critiche del percorso di disassuefazione.
Citisina e disassuefazione: efficacia
Nonostante l’introduzione della Citisina nei protocolli di disassuefazione da fumo sia avvenuta ormai da diversi anni, solo recentemente la letteratura scientifica ha fornito informazioni dettagliate sull’efficacia di questi protocolli. In un recentissimo studio apparso su una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, la Citisina si sarebbe rivelata efficace nel coadiuvare la cessazione da fumo. Più precisamente, dei 370 pazienti arruolati e trattati con Citisina circa il 10% avrebbe raggiunto l’intento, ossia la completa astinenza da tabacco, entro i 6 mesi, ed il 13,2 % entro l’anno. Percentuali decisamente superiori rispetto quelle osservate con placebo, quantificabili rispettivamente nel 3,5 e 7,3%. Questi dati sono paragonabili, in termini di efficacia, a quelli realizzabili con terapie farmacologiche, come quella a base di Vareniclina, decisamente più costosa.
Citisina: vantaggi
Tra i vantaggi più importanti relativi all’uso della Citisina nella disassuefazione da fumo, oltre a quelli di natura clinica, vi sarebbero le ripercussioni socio-economiche. Più precisamente, il basso costo della supplementazione permetterebbe una più ampia accessibilità al trattamento, soprattutto tra le categorie più a rischio, quindi un’azione di “prevenzione” delle complicanze del fumo decisamente più efficace. Tuttavia. al fine di migliorare ulteriormente il tasso di successo, tutti i vari autori sembrerebbero concordare sull’utilità di una terapia psicologica di supporto, in grado di modificare permanentemente l’approccio al fumo di sigaretta.
Citisina: effetti collaterali
Riferendoci sempre ai trial clinici attualmente pubblicati, e ai relativi protocolli impiegati, l’uso della citisina si sarebbe rivelato generalmente ben tollerato. Tra gli effetti collaterali più frequenti, e fortunatamente clinicamente poco rilevanti, si sarebbero osservati:
- Dolore addominale crampiforme;
- Nausea;
- Dispepsia;
- Secchezza delle fauci;
- Sonnolenza:
- Stanchezza;
- Emicrania.
Decisamente più rara è stata l’incidenza di effetti collaterali dermatologici, probabilmente legati ad ipersensibilità verso il principio attivo. Nota: nonostante l’origine naturale del principio attivo, la Citisina in Italia può essere dispensata dal farmacista come preparato galenico magistrale, solo dietro attenta prescrizione medica. Cytisus laburnum rientra infatti nella lista di piante NON utilizzabili per la produzione di integratori alimentari, realizzata dal ministero della salute italiano.
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