INDICE ARTICOLO
Introduzione
Il fumo di tabacco costituisce una delle principali cause di invalidità e di morte per malattie ad andamento cronico facilmente prevenibili. Ogni anno si stima che quasi 5 milioni di uomini muoiano in tutto il mondo per le gravi conseguenze indotte dal tabagismo, con un trend in ascesa che dovrebbe portare il numero di decessi annui legati al fumo di sigaretta a 8 milioni nel 2020. Questi dati, decisamente scioccanti, hanno spinto i vari Stati e le varie agenzie internazionali a stanziare una serie di misure contro il fumo. L’incremento dei prezzi, il controllo totale della pubblicità e della sponsorizzazione, i regolamenti pubblici e le campagne di informazione di massa sono solo alcune delle principali strategie su larga scala attualmente proposte. Alle proposte preventive, tuttavia, si sono dovute necessariamente aggiungere anche misure terapeutiche destinate alla disassuefazione da fumo; numerosi studi, infatti, sembrerebbero concordare sull’immediata utilità della cessazione, preziosa nel migliorare rapidamente il quadro di salute complessivo del fumatore. In quest’ottica, si sono individuati trattamenti farmacoterapici di prima scelta come la terapia sostitutiva della Nicotina, il Bupropione e la Vareniclina, e terapie farmacologiche di seconda linea, contraddistinte per lo più dall’utilizzo di antidepressivi come la Nortriptilina.
Nortriptilina – meccanismo d’azione
La Nortriptilina è un vecchio farmaco antidepressivo appartenente alla categoria degli inibitori non selettivi della ricaptazione delle monoamine, più comunemente definiti antidepressivi triciclici. Da sempre utilizzata nel trattamento degli episodi di depressione maggiore, singoli e ricorrenti, o nel disturbo depressivo maggiore, da qualche anno a questa parte si è dimostrata la sua efficacia nella disassuefazione da fumo, soprattutto quando assunta in combinazione con farmaci di prima linea. Il principale meccanismo d’azione della Nortriptilina è quello di inibire il re-uptake della Noradrenalina, ma anche di altre monoamine, come la Serotonina e la Dopamina, e di espletare un’azione anticolinergica particolarmente evidente al livello del sistema nervoso centrale. In linea con le più recenti evidenze scientifiche che attribuirebbero alla Nicotina, inspirata con il fumo di sigaretta, un’azione attivante sui recettori centrali nicotinici per l’Acetilcolina e la conseguente attivazione del sistema dopaminergico, l’assunzione di Nortriptilina potrebbe modulare questo fine meccanismo. L’attivazione del sistema dopaminergico, indotto dalla Nicotina, a livello dell’amigdala e del sistema limbico, infatti, potrebbe contribuire a rafforzare la dipendenza da fumo di sigaretta. Di conseguenza, seppur ancora con differenti lati oscuri nella precisa comprensione del meccanismo d’azione, la Nortriptilina potrebbe contribuire sensibilmente alla modulazione dei meccanismi centrali coinvolti nella dipendenza da fumo.
Nortriptilina – Efficacia
L’efficacia della Nortriptilina nella disassuefazione da fumo è stata sufficientemente descritta in differenti lavori internazionali. In uno di questi trials clinici, l’assunzione di Nortriptilina, sempre in combinazione con un trattamento di prima linea, in questo caso Nicotina transdermica, si sarebbe dimostrata efficace nell’aumentare, in seguito a terapia prolungata nel tempo, le percentuali di pazienti in astinenza completa dal 18 al 50%. L’efficacia risulterebbe ulteriormente aumentata dal contestuale supporto psicoterapico, fondamentale soprattutto nel ridurre i tassi di recidiva. Interessanti, seppur non ancora del tutto caratterizzati, potrebbero essere i potenziali benefici derivanti dall’uso della Nortriptilina in pazienti-fumatori affetti da patologie psichiatriche come la depressione maggiore.
Nortriptilina – Tollerabilità
Nonostante gli effetti collaterali legati all’utilizzo clinico di antidepressivi triciclici siano abbastanza rilevanti, l’impiego a dosaggi limitati, necessario nei protocolli di disassuefazione da fumo, ne ridurrebbe sensibilmente l’entità e la frequenza. Classicamente a questo principio attivo vengono associati effetti avversi quali: tremori, stordimento, cefalea, disturbi dell’accomodazione, stati confusionali, parestesie, tachicardia, palpitazioni, secchezza delle fauci, stipsi, nausea e, nei casi più gravi ma fortunatamente rari, disturbi della funzionalità cardiaca, ittero e variazioni ematochimiche. A fronte dei suddetti effetti collaterali, negli studi contro la dipendenza da fumo, solamente il 20% dei pazienti trattati con Nortriptilina avrebbe denunciato la comparsa di reazioni avverse al farmaco, quali disturbi della sfera sessuale e stipsi. Reazioni avverse tra l’altro limitate esclusivamente al primo periodo di trattamento. L’uso di Nortriptilina rimane tuttavia controindicato durante la gravidanza e l’allattamento, nei pazienti con patologie cardiovascolari gravi, in caso di contestuale terapia farmacologica e nei pazienti con alterata funzionalità epatica e renale. L’intero trattamento dovrebbe sempre essere supervisionato da un medico esperto.