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Magazine X115 X115 Idraste | Cos’è, A Cosa Serve | Proprietà, Benefici, Rischi

Idraste | Cos’è, A Cosa Serve | Proprietà, Benefici, Rischi

  • 5 minuti

Cos’è

L’Hydrastis canadensis, più comunemente nota come idraste, è una pianta medicinale originaria del Nord America.

La pianta cresce da rizomi orizzontali, di colore giallo brillante, che hanno un aspetto contorto e nodoso.

Proprio le radici rappresentano la parte di maggior interesse medicinale, grazie all’elevato contenuto di alcaloidi come la berberina.

Questi alcaloidi sono collegati a proprietà antibatteriche e antinfiammatorie, e si ritiene che siano responsabili dei presunti benefici per la salute dell’idraste 1.

A cosa serve

L’idraste (Hydrastis canadensis L.) è una pianta medicinale ampiamente utilizzata in vari sistemi di medicina tradizionale.

Veniva sfruttata già dai nativi americani per l’attività antinfiammatoria diretta nei confronti delle mucose respiratorie, gastro-enteriche e urogenitali.

Veniva infatti impiegata come repellente per insetti, diuretico, stimolante e lavante per gli occhi doloranti o infiammati, nonché per produrre un colorante giallo. L’uso tradizionale includeva anche l’applicazione topica, sia come rimedio antinfiammatorio che come antisettico e antiemorragico per curare ferite da freccia e ulcere.

Nel corso degli anni, l’idraste è diventata un integratore alimentare popolare negli Stati Uniti e in altre regioni, sfruttato per il trattamento dei disturbi digestivi ed emorragici, nonché per il trattamento delle infezioni delle vie respiratorie superiori, naso chiuso e raffreddore da fieno, gastrite, diarrea ed emorroidi 1.

Principi attivi

Dal rizoma e dalle radici esiccate dell’idraste è possibile estrarre differenti principi attivi, per lo più alcaloidi, come:

  • Idrastina (4%);
  • Berberina (fino al 6%);
  • Berberastina;
  • Canadina.

Ai suddetti si aggiungerebbero anche l’acido clorogenico e resine di varia natura.

Studi preliminari hanno dimostrato come l’estratto di idraste contenente berberina possieda numerosi potenziali effetti terapeutici come antimicrobico, antinfiammatorio, ipolipemizzante, ipoglicemizzante, antiossidante, neuroprotettivo (anti-morbo di Alzheimer), cardioprotettivo e protettivo gastrointestinale 1.

Tuttavia, in assenza di conferme cliniche, gli studi in vitro e sugli animali devono essere interpretati con attenzione 2.

Effetti biologici

Attività antimicrobiche

L’idraste sembra esercitare attività antibiotiche ad ampio spettro, dirette sia nei confronti di batteri Gram negativi che Gram positivi.

Tale attività sembra estendersi anche a differenti funghi e parassiti, come Candida, Giardia lamblia, Treponema Pallidum e Leishmania donovani.

In studi più vecchi, gli alcaloidi dell’idraste hanno mostrato una modesta attività antimicrobica in vitro contro le specie Staphylococcus aureus, Klebsiella, Candida e Mycobacterium tuberculosis 3, 4, 5. Studi più recenti si sono concentrati sull’attività contro Helicobacter pylori 6, Staphylococcus aureus 7 e virus dell’influenza A 8.

Studi clinici limitati hanno valutato la berberina nel trattamento della diarrea dovuta a Escherichia coli e colera 9, 10 e per l’uso contro microbi come Giardia e Trichomonas 11.

Ad esempio, in studio clinico su 165 persone, la berberina ha fermato la diarrea dovuta a Escherichia coli nel 42% dei casi dopo solo 1 giorno di utilizzo 9.

Colesterolo e Salute Cardiovascolare

Diversi studi clinici condotti su pazienti con disturbi metabolici, tra cui ipercolesterolemia familiare, obesità e diabete, hanno segnalato come la berberina sia in grado di migliorare il profilo lipidico del sangue 14, 15, 16, 17.

Più precisamente, questo principio attivo sembrerebbe efficace nell’indurre l’espressione di recettori per le LDL, così da ridurre le concentrazioni ematiche di queste particelle, e le relative conseguenze sul sistema cardiovascolare.

Alcuni piccoli studi RCT su adulti con ipertensione primaria hanno riferito come 300-500 mg di berberina 3 volte al giorno per 2-3 mesi abbiano prodotto riduzioni significative della pressione arteriosa 20.

In uno studio clinico su 130 pazienti con sindrome coronarica acuta in seguito a intervento coronarico percutaneo, la somministrazione di berberina come terapia aggiuntiva ha prodotto miglioramenti negli indici infiammatori 19.

Diabete

La berberina ha dimostrato di esercitare un’azione ipoglicemizzante in un piccolo studio su pazienti con diabete di tipo 2 14.

Anche in uno studio su donne con sindrome dell’ovaio policistico, la berberina somministrata per 3 mesi ha ridotto i livelli glicemici a digiuno 21.

Salute della pelle

Come ricordato, i nativi Americani erano soliti applicare topicamente l’idraste su ferite e lesioni cutanee.

L’azione antisettica, l’azione antiemorragica e soprattutto la capacità di proteggere le cellule dall’azione lesiva delle specie ossidanti giustificherebbe l’attività protettiva dell’Idraste nei confronti della cute e l’azione promuovente il processo di guarigione delle ferite.

Tornando ai giorni nostri, la a berberina come gel è stata utilizzata per via orale per trattare la stomatite aftosa ricorrente minore 23.

Vecchi studi in provetta suggeriscono che la berberina può aiutare a combattere Propionibacterium acnes, il batterio responsabile dell’acne 32.

Inoltre, la ricerca sugli animali suggerisce che gli effetti antinfiammatori della berberina possono aiutare a trattare le condizioni infiammatorie della pelle come la psoriasi 33.

Dosi

Le dosi di idraste variano in base alla tipologia di estratto 11:

  • rizomi essiccati: da 0,5 a 1 grammo 3 volte al giorno;
  • estratto liquido 1:1 in etanolo al 60%: da 0,3 a 1 ml 3 volte al giorno;
  • estratti titolati (ad es. in berberina): le dosi variano in base alla titolazione e ai consigli del produttore; indicativamente possono variare da 250 mg a 1 grammo 3 volte al giorno 24.

Negli studi clinici, la berberina in forma isolata è stata generalmente somministrata a dosi da 300 a 500 mg 3 volte al giorno 19, 16.

Sicurezza d’impiego

Ai dosaggi normalmente utilizzati, l’idraste e la berberina in essa contenuta risultano generalmente sicure e ben tollerate.

Sarebbe tuttavia importante evitarne l’assunzione in caso di ipersensibilità alla pianta o durante la gravidanza e l’allattamento, vista l’assenza di studi a riguardo e la possibile azione come stimolante uterino.

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