INDICE ARTICOLO
Introduzione
Nonostante gli enormi sforzi profusi da Stati ed Organizzazioni, il fumo di sigaretta continua ad essere un concreto problema di salute pubblica, aggravato dall’elevata prevalenza tra le classi socio-economiche più deboli. Per questo motivo, i massimi esperti del settore sono al lavoro per identificare metodi assistenziali, preventivi e terapeutici efficaci su larga scala e soprattutto caratterizzati da un limitato impatto economico. Le terapie farmacologiche e la psicoterapia cognitivo-comportamentale costituiscono oggi le strategie più efficaci e meglio caratterizzate nella disassuefazione da fumo, ma purtroppo risultano ancora poco accessibili alla grande utenza. Di conseguenza, la necessità di individuare supporti economicamente più accessibili e la volontà di limitare ai minimi termini l’utilizzo di terapie farmacologiche, spostandosi invece su rimedi naturali, ha spalancato le porte alla fitoterapia. Piante ed estratti vegetali sono diventati, negli ultimi anni, i principali protagonisti della ricerca in questo particolare ambito di applicazione. Tra i vari rimedi proposti, l’erba di San Giovanni, detta anche Iperico, sembrerebbe presentare interessanti prospettive di utilizzo.
L’erba di San Giovanni o Iperico
L’erba di San Giovanni o Iperico è una pianta, esteticamente molto apprezzabile, alta circa 30-40 cm, costituita da foglie oblunghe e da bellissimi fiori gialli a 5 petali ricurvi e con stami vistosi. Dalle sommità fiorite di questa pianta è possibile estrarre una serie di principi attivi – come l’ipericina, la rutina, la quercetina e l’iperoside – noti, otre che per le spiccate attività antiossidanti, anche per le potenzialità antidepressive e sedative. In diversi studi clinici, infatti, l’Iperico, utilizzato a dosi di 500-1000 mg giornalieri, ha dimostrato un’attività antidepressiva paragonabile a quella di antidepressivi sintetici come la Fluoxetina o l’Amitriptilina. Dal punto di vista molecolare, questa attività è stata ricondotta alla capacità dell’Iperico, in particolare dell’Ipericina, di inibire la ricaptazione delle monamine come la Noradrenalina, la Dopamina e la Serotonina e contestualmente alla capacità di legare, con differente affinità, i recettori del GABA e del Glutammato. Nonostante non siano ancora del tutto noti i dettagliati meccanismi d’azione, probabilmente le suddette attività neuronali potrebbero giustificare il ruolo dell’Iperico nella disassuefazione da fumo. E’ noto, infatti, come la Nicotina possa intervenire sul sistema limbico, e in particolare sull’amigdala, alterando la normale attività dei recettori nicotinici per l’Acetilcolina, con conseguenze inevitabili sul sistema dopaminergico. L’alterata attività di quest’ultimo potrebbe rafforzare i meccanismi coinvolti nella sensazione di gratificazione e nella dipendenza indotte dal fumo di sigaretta.
Iperico e fumo: studi
I dati, attualmente presenti in letteratura, non consentono di definire con certezza l’utilità dell’Iperico nella disassuefazione da fumo. Sicuramente i meccanismi molecolari descritti per l’Iperico e la parziale efficacia degli antidepressivi nel trattamento della dipendenza da tabacco, potrebbero avvalorare l’uso di questa pianta nella pratica clinica. Attualmente, dai pochi studi presenti in letteratura, l’uso dell’Iperico, da solo non efficace, potrebbe invece coadiuvare la terapia convenzionale, come ad esempio quella con sostituti della Nicotina, nel controllare gli effetti collaterali da astinenza. Efficacia che si sarebbe osservata anche a dosaggi limitati come i 300 mg giornalieri di estratto secco. In conclusione, nonostante sarebbero necessari ulteriori studi, utili a caratterizzare al meglio l’efficacia dell’Iperico, l’uso di questa pianta potrebbe coadiuvare interventi differenti come quello farmacologico e psicoterapeutico nella disassuefazione da fumo.
Sicurezza d’impiego
L’uso di Iperico, ai dosaggi raccomandati, si è generalmente rivelato sicuro e ben tollerato. Tra le reazioni clinicamente più rilevanti vi sarebbe la fotosensibilità, tuttavia significativa a dosaggi particolarmente elevati, mentre tra gli effetti indesiderati più frequenti vi sarebbero reazioni gastroenteriche quali nausea, pirosi e dolore epigastrico. Da valutare, inoltre, il rischio di possibili interazioni farmacologiche, ad esempio con anticoagulanti orali. In questi casi sarebbe sempre opportuno consultare il medico. Per l’assenza di studi a riguardo, l’uso dell’Iperico risulterebbe controindicato durante la gravidanza e l’allattamento al seno.
Bibliografia
- The neurocognitive effects of Hypericum perforatum Special Extract (Ze 117) during smoking cessation. Camfield DA, Scholey AB, Pipingas A, Silberstein RB, Kure C, Zangara A, Kras M, Stough C. Phytother Res. 2013 Nov;27(11):1605-1
- A randomized clinical trial of St. John’s wort for smoking cessation. Sood A, Ebbert JO, Prasad K, Croghan IT, Bauer B, Schroeder DR. J Altern Complement Med. 2010 Jul;16(7):761-7
- Hypericum perforatum L. (St John’s wort) extract Ze 117 inhibits dopamine re-uptake in rat striatal brain slices. An implication for use insmoking cessation treatment? Ruedeberg C, Wiesmann UN, Brattstroem A, Honegger UE. Phytother Res. 2010 Feb;24(2):249-5
- A proof of concept randomised placebo controlled factorial trial to examine the efficacy of St John’s wort for smoking cessation and chromium to prevent weight gain on smoking cessation. Parsons A, Ingram J, Inglis J, Aveyard P, Johnstone E, Brown K, Franklin M, Bermudez I. Drug Alcohol Depend. 2009 Jun 1;102(1-3):116-22
- A Phase II study of St. John’s Wort for smoking cessation. Lawvere S, Mahoney MC, Cummings KM, Kepner JL, Hyland A, Lawrence DD, Murphy JM. Complement Ther Med. 2006 Sep;14(3):175-8
- A pilot randomised, open, uncontrolled, clinical study of two dosages ofSt John’s wort (Hypericum perforatum) herb extract (LI-160) as an aid to motivational/behavioural support in smoking cessation. Barnes J, Barber N, Wheatley D, Williamson EM. Planta Med. 2006 Mar;72(4):378-8
- Hypericum perforatum attenuates nicotine withdrawal signs in mice. Catania MA, Firenzuoli F, Crupi A, Mannucci C, Caputi AP, Calapai G. Psychopharmacology (Berl). 2003 Sep;169(2):186-