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Magazine X115 X115 Trapianto Fecale | Cos’è | Quando si Usa | Benefici, Efficacia, Rischi

Trapianto Fecale | Cos’è | Quando si Usa | Benefici, Efficacia, Rischi

  • 8 minuti

Che Cos’è

Il trapianto fecale è una procedura medica in cui le feci di un donatore sano vengono trasferite nel tratto intestinale di un paziente ricevente.

Si ipotizza che questo intervento possa aumentare la conta dei batteri sani a discapito di quelli patogeni.

Il conseguente miglioramento della microflora intestinale può favorire la risoluzione di varie patologie, principalmente ma non esclusivamente intestinali.

Ad esempio, le linee guida raccomandano il trapianto fecale per la prevenzione delle infezioni ricorrenti multiple da Clostridioides difficile, dopo due recidive. La procedura garantisce tassi di guarigione che si avvicinano al 90% 1.

Anche la colite ulcerosa viene sempre più spesso identificata come un potenziale bersaglio terapeutico per il trapianto fecale 2.

A Cosa Serve

Le prime ricerche hanno dimostrato che i trapianti fecali possono aiutare i pazienti che soffrono di particolari disturbi intestinali, come:

  • infezione da Clostridioides difficile resistente all’antibiotico-terapia;
  • malattie infiammatorie intestinali, in particolare colite ulcerosa;
  • sindrome dell’intestino irritabile.

Sempre in ambito sperimentale, il trapianto fecale ha mostrato potenziali benefici anche nel trattamento di condizioni 3.

  • neurologiche, come sclerosi multipla, autismo e morbo di Parkinson;
  • metaboliche, come diabete, obesità, sindrome metabolica;
  • autoimmuni, come il diabete di tipo 1 autoimmune;
  • cardiovascolari;
  • oncologiche.

Efficacia e Benefici

Clostridium difficile

La principale indicazione al trapianto di microbiota fecale è la presenza di infezioni da Clostridioides difficile resistenti alla terapia antibiotica o recidivanti dopo antibiotico-terapia.

Gli studi hanno infatti appurato che la maggior parte delle persone (80-95%) affette da questa condizione guarisce grazie al trapianto fecale 4, 5, 6. Inoltre, la procedura permettere di limitare lo sviluppo di batteri antibiotico-resistenti.

Colite ulcerosa

In alcuni studi clinici preliminari, i trapianti fecali hanno aiutato le persone con colite ulcerosa ad avere meno sintomi o addirittura a raggiungere la remissione in 4-8 settimane 8.

Ad esempio, in uno studio non controllato su 31 persone affette da colite ulcerosa, due trapianti di microbiota fecale (60 grammi di feci sospese in circa 300 ml di soluzione salina) hanno prodotto benefici significativi 9.

Dopo il primo trapianto, i tassi di remissione clinica e di risposta erano rispettivamente del 23% e del 68% circa. Dopo il secondo, i tassi di remissione clinica e di risposta sono aumentati rispettivamente al 60% e all’80%.

L’analisi dei sottogruppi ha permesso di osservare tassi di remissione clinica e di risposta pari al:

  • 33% nei pazienti con colite ulcerosa lieve;
  • 58% e 100% nei pazienti con colite ulcerosa moderata;
  • 25% e 75% nei pazienti con colite ulcerosa grave.

Benefici sono stati osservati anche nella diversità batterica e nella composizione dei microbiomi intestinali, e nella riduzione del BMI, del sangue nelle feci e dei marker infiammatori (proteina C reattiva).

Recenti meta-analisi hanno concluso che il trapianto fecale risulta relativamente sicuro e significativamente più efficace del placebo nel trattamento della colite ulcerosa 10, 11, 12.

Ad esempio, secondo un’analisi di 13 studi randomizzati controllati su un totale di 580 pazienti, la remissione clinica ed endoscopica nel gruppo sottoposto a trapianto fecale erano rispettivamente del 73% e 74% superiori rispetto al placebo. Inoltre, non sono state riscontrate differenze significative nell’incidenza delle reazioni avverse tra i due gruppi 2.

Tuttavia, sottolineano gli Autori, il raggiungimento della remissione endoscopica e il mantenimento della remissione a lungo termine continuano a presentare sfide.

Sindrome dell’Intestino irritabile (IBS)

Prove emergenti hanno messo in evidenza l’alterata composizione del microbiota intestinale nei pazienti con IBS. Pertanto, il microbiota intestinale può svolgere un ruolo significativo nell’eziologia di questa sindrome 13, 14.

Per questo motivo, la rimodulazione del microbiota intestinale è stata proposta come metodo terapeutico per l’IBS 15.

Una revisione ha riportato che il trapianto fecale ha migliorato significativamente i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile rispetto al placebo 16, mentre altre due revisioni non hanno indicato alcuna differenza statistica tra i due trattamenti 17, 18.

Tre revisioni hanno riportato che la procedura ha migliorato significativamente la qualità della vita rispetto al placebo 17, 16, 19, mentre un’altra revisione non ha indicato alcuna differenza statistica tra i due trattamenti 18.

Secondo una recente revisione, non ci sono prove sufficienti per determinare se il trapianto fecale abbia o meno un effetto benefico sui pazienti con IBS rispetto al placebo 20.

Diabete

Studi sperimentali e sull’uomo hanno mostrato effetti positivi di vari prebiotici e ceppi probiotici sul controllo metabolico di pazienti con diabete mellito di tipo 2 21.

Questi composti sembrano invertire la disbiosi e ripristinare l’integrità funzionale dell’intestino; pertanto, si presume che anche il trapianto fecale possa avere benefici in tal senso.

In effetti, studi preliminari suggeriscono che il trapianto fecale potrebbe aumentare la diversità del microbiota intestinale e migliorare la sensibilità all’insulina 22, 23.

In uno studio, 31 pazienti con diabete mellito di tipo 2 di nuova diagnosi sono stati suddivisi in 3 gruppi, rispettivamente trattati con metformina, trapianto fecale e metformina + trapianto fecale.

Gli Autori hanno osservato che il trapianto fecale (con o senza metformina) ha migliorato significativamente la resistenza all’insulina, l’indice di massa corporea e le comunità microbiche intestinali 24.

Inoltre, uno studio ha riportato come il trapianto fecale sia riuscito a stabilizzare la funzione residua delle cellule beta nei soggetti con diabete mellito di tipo 1 di nuova insorgenza 25.

Obesità

Il microbioma può avere un impatto sull’aumento del grasso corporeo e sul rischio di obesità attraverso vari potenziali meccanismi, tra cui l’estrazione di calorie dal cibo, la segnalazione infiammatoria e le vie di ossidazione dei lipidi 26.

Diversi studi clinici hanno quindi cercato di capire se il trapianto di microbiota fecale possa avere un impatto sul peso corporeo.

Nella maggior parte dei casi, questi studi hanno rilevato che il trapianto fecale non favorisce la perdita di peso o apporta solo benefici minimi nella riduzione del grasso addominale e nel miglioramento della sindrome metabolica 27, 22, 28, 29.

Anche i probiotici orali hanno dimostrato di produrre una perdita di peso solamente marginale, che una meta-analisi di 15 studi randomizzati e controllati ha stimato in 0,6 kg 30.

Sindrome metabolica

Secondo una revisione di 9 studi su un totale di 303 partecipanti con sindrome metabolica, il trapianto fecale ha prodotto benefici nel miglioramento dei valori di emoglobina glicata, della sensibilità all’insulina e del colesterolo HDL.

Tuttavia, non è stata riscontrata alcuna differenza significativa tra il gruppo trattato e il gruppo placebo in termini di riduzione del peso 31.

Questi effetti benefici sono stati osservati a breve termine (<6 settimane dalla procedura).

Anche in questo caso, considerato il numero limitato di studi rilevanti e la bassa qualità delle prove, sono necessarie ricerche di alta qualità per stabilire l’efficacia del trapianto fecale nel miglioramento dei profili di rischio dei pazienti con sindrome metabolica.

Malattie neurologiche

La disbiosi intestinale è associata all’aumento della permeabilità intestinale a molecole alimentari esogene, citochine infiammatorie e prodotti batterici come il lipopolisaccaride (LPS), composti noti per essere neurotossici.

Pertanto, la disbiosi può collegare il microbiota intestinale e i relativi metaboliti a quello che viene chiamato “asse intestino-cervello” 32.

In uno studio, 18 pazienti pediatrici con disturbi dello spettro autistico sono stati sottoposti a 14 giorni di trattamento orale con vancomicina (antibiotico per "pulire l’intestino), seguito da una pulizia intestinale e dal trapianto fecale 33.

Il numero di bambini con sintomi gravi è diminuito del 50% dopo otto settimane e di circa l’80% dopo due anni. Sia i sintomi gastrointestinali (es. diarrea, stipsi, dolore addominale) che quelli dello spettro autistico relativi alla parola, alla comunicazione e alle abilità sociali, sono stati risolti.

Procedura

Il trapianto fecale prevede l’inserimento delle feci di un donatore nel tratto gastrointestinale del ricevente.

A tale scopo, le feci del donatore (30-100 grammi) vengono prelevate, analizzate (per escludere la presenza di eventuali patogeni), liquefatte e filtrate.

Dopo essere state opportunamente preparate, le feci vengono quindi trasferite nell’intestino del ricevente. Tale operazione può avvenire mediante colonscopia, clistere, sondino nasogastrico o nasoduodenale, per via orale tramite ingestione di capsule gastroresistenti, o ancora tramite una combinazione di più tecniche.

È interessante notare che il trapianto fecale eseguito con le capsule orali si è rivelato simile per efficacia a quello eseguito con la colonscopia 34. Se confermata, questa modalità permetterebbe di trattare più agevolmente e a costi inferiori i pazienti, rendendo la procedura più accettabile e facilmente ripetibile a intervalli prestabiliti.

Nuovi studi clinici dovranno aiutare a stabilire protocolli standardizzati per le varie applicazioni del trapianto fecale, in particolare per quanto concerne 35, 36:

  • preparazione del paziente (eventuale profilassi antibiotica, dietoterapie, lavaggi intestinali);
  • consistenza del campione fecale: intero, fresco, congelato, filtrato e liofilizzato;
  • modalità di somministrazione: clistere, capsule, colonscopia o nasogastrico;
  • numero di interventi di trapianto: singoli o multipli;
  • aggiunta o meno di antibiotici;
  • aggiunta o meno di altri farmaci.

Effetti Collaterali

In generale, il trapianto fecale è considerato una procedura sicura e ben tollerata, anche nei pazienti ad alto rischio 37.

Gli effetti collaterali più comuni della terapia includono:

  • diarrea;
  • dolori addominali o crampi;
  • gonfiore;
  • gas;
  • stipsi.

Esiste un rischio di effetti gravi (sepsi, sindrome da risposta infiammatoria intestinale), nel caso il campione fecale trapiantato risulti contaminato da batteri resistenti ai farmaci. L’adeguata selezione dei donatori e l’analisi delle feci prelevate rendono questi rischi estremamente limitati.

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