INDICE ARTICOLO
Che Cos’è
La sindrome metabolica (o sindrome x) consiste nell’accumulo di diversi fattori di rischio, che predispongono l’individuo a malattie come diabete e patologie cardiovascolari.
Nello specifico, un soggetto soffre di sindrome metabolica quando è interessato da tre o più delle seguenti condizioni 1:
- obesità addominale: identificata da valori di circonferenza vita superiori a 102 cm nell’uomo e 88 cm nella donna;
- ipertensione: pressione sanguigna superiore a 130/85 mmHg;
- ipertrigliceridemia: livello di trigliceridi superiore a 150 mg/dl;
- dislipidemia: livelli di lipoproteine ad alta densità (HDL) – il colesterolo “buono” – inferiori a 50 mg/dl per le donne e 40 mg/dl per gli uomini;
- iperglicemia: livelli di glicemia a digiuno superiori a 100 mg/dl.
La sindrome metabolica ha gravi implicazioni sulla salute dell’individuo. Ad esempio, aumenta il rischio di diabete di tipo 2, patologie cardiache e ictus.
Numeri alla mano, la sindrome metabolica è associata a aumento del 50% del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e almeno a un rischio doppio di sviluppare diabete di tipo 2.
Le cause della sindrome metabolica includono sovrappeso, obesità, mancanza di attività fisica e predisposizione genetica.
Di conseguenza, la modifica dello stile di vita rappresenta l’intervento fondamentale nel trattamento della sindrome metabolica.
In particolare, si consiglia una sana dieta ipocalorica a basso contenuto di zuccheri e grassi saturi, affiancata da un’attività fisica moderata di almeno 150 minuti a settimana 1.
Quanto è Diffusa
I dati mostrano che negli Stati Uniti la prevalenza della sindrome metabolica è aumentata del 35% dagli anni ’80 al 2012.
Negli anni ’80, l’incidenza era del 25,3% ed è aumentata al 34,2% nel 2012.
Tuttavia, i dati più recenti mostrano che negli USA la prevalenza della sindrome metabolica è in calo, interessando il 24% degli uomini e il 22% delle donne 2, 3.
In Italia, uno studio del 2005 ha stimato che la sindrome metabolica interessava il 18% delle donne e il 15% degli uomini 4.
Secondo un altro studio, il 33% degli italiani che nell’arco di 20 settimane si era sottoposto per qualsiasi motivo a una visita ambulatoriale presso il medico di base, soffriva di sindrome metabolica 5.
Cause
La sindrome metabolica è la tipica espressione delle moderne malattie del benessere.
Sedentarietà, cattiva alimentazione ed eccessi alimentari sono il filo conduttore di queste malattie.
Un’analisi ha concluso che le persone che consumano grandi quantità di bevande zuccherate hanno un rischio maggiore del 20% di sviluppare la sindrome metabolica 6.
L’origine fisiopatologica della sindrome metabolica è da ricercarsi in diversi fattori, come:
- resistenza all’insulina: una condizione in cui le cellule e i tessuti diventano scarsamente sensibili all’azione dell’insulina; favorita dall’obesità, l’insulinoresistenza sembra essere al centro della sindrome metabolica;
- obesità centrale o viscerale: grasso in eccesso intorno alla parte centrale e superiore del corpo;
- alti livelli di acidi grassi liberi nel sangue;
- alterazioni delle adipochine (es. adiponectina, leptina, resistina ecc.): sostanze ormono-simili prodotte dal tessuto adiposo che regolano il metabolismo e l’appetito;
- alterazioni delle citochine infiammatorie (come TNF-α), che sostengono un’infiammazione cronica di basso grado.
Altri fattori che possono aumentare il rischio di sindrome metabolica includono:
- età avanzata;
- storia familiare di sindrome metabolica;
- stile di vita sedentario;
- sindrome dell’ovaio policistico.
Sintomi
Spesso, la sindrome metabolica non causa sintomi tipici ed evidenti.
Ad esempio, i livelli di glicemia, colesterolo e pressione possono rimanere elevati per anni, senza causare particolari problemi.
Se la sindrome metabolica si associa a una glicemia particolarmente elevata, possono comparire sintomi come:
- Aumento della sete;
- Minzione frequente (fare più pipì);
- Fame aumentata;
- Visione offuscata;
- Mal di testa;
- Infezioni vaginali e cutanee;
- Lenta guarigione di piaghe e tagli.
Se invece la sindrome metabolica si associa a una pressione molto alta, possono comparire sintomi come:
- Visione offuscata;
- Sangue dal naso;
- Fiato corto;
- Dolore al petto;
- Vertigini;
- Mal di testa.
Inoltre, il rischio di sindrome metabolica è maggiore nei pazienti che presentano segni di:
- obesità, specialmente addominale (elevata circonferenza della vita);
- iperlipidemia e segni associati (xantelasma o xantomi);
- PCOS (irregolarità mestruali, irsutismo, acne e alopecia);
- acanthosis nigricans (pelle scura sotto l’ascella o dietro e ai lati del collo e alle regioni inguinali);
- malattia microvascolare sintomatica (retinopatia, neuropatia o nefropatia).
Rischi per la Salute
Le complicanze associate alla sindrome metabolica (MetS) sono spesso gravi e di lunga durata (croniche).
Nello specifico, si assiste a un aumentato rischio di 1:
- indurimento e occlusione delle arterie (aterosclerosi e sue complicanze);
- diabete;
- infarto;
- nefropatia;
- ictus;
- steatosi epatica non alcolica (fegato grasso);
- steatoepatite non alcolica;
- malattia arteriosa periferica;
- sindrome dell’ovaio policistico;
- apnea ostruttiva del sonno;
- alcuni tipi di cancro.
Il diabete, a sua volta, porta inesorabilmente a ulteriori complicazioni, tra cui:
- danni agli occhi (retinopatia);
- danni ai nervi (neuropatia);
- ulcerazioni e cancrene;
- danni ai reni (nefropatia).
E’ stato calcolato che le persone con insulino-resistenza o sindrome metabolica hanno un rischio fino al 93% più alto di sviluppare malattie cardiache 8.
Una meta-analisi di 37 studi (13.830 partecipanti) ha segnalato una chiara associazione tra la sindrome metabolica e varie complicanze cutanee. Secondo lo studio, i pazienti con psoriasi, idrosadenite suppurativa, vitiligine, alopecia androgenetica e lichen planus hanno una maggiore probabilità di avere la sindrome metabolica rispetto alla popolazione generale 8a.
Esami
Diverse analisi del sangue sono utili per supportare la diagnosi di sindrome metabolica e valutare la salute del paziente.
Tra queste ricordiamo:
- glicemia a digiuno;
- emoglobina glicata;
- pannello lipidico (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi);
- proteina C reattiva;
- acido urico;
- transaminasi;
- ormoni tiroidei.
Ulteriori esami, come quelli di imaging, possono essere eseguiti quando il medico lo ritiene opportuno.
Ad esempio, se si sospetta una malattia coronarica aterosclerotica si possono eseguire esami come elettrocardiogramma, test da stress elettrocardiografico, ecocardiografia da stress, SPECT da stress o imaging di perfusione miocardica.
Trattamento
Il trattamento della sindrome metabolica ha l’obiettivo di invertire la condizione, in modo da ridurre il rischio di sviluppare complicanze pericolose per la salute.
Attraverso cambiamenti nello stile di vita e farmaci, la sindrome metabolica può essere invertita, riducendo il rischio di sviluppare una condizione di salute più grave.
La modifica dello stile di vita rappresenta l’intervento fondamentale nel trattamento della sindrome metabolica.
Il medico, dunque, consiglierà di adottare diversi cambiamenti nello stile di vita, raccomandando ad esempio:
- la perdita di peso corporeo,
- l’esercizio fisico regolare,
- l’evitamento o la severa moderazione degli alcolici,
- l’astensione dal fumo di sigaretta.
Per quei pazienti in cui l’intervento sullo stile di vita non è sufficiente, è possibile ricorrere a farmaci specifici in base alle condizioni individuali.
Ad esempio, il medico potrebbe prescrivere farmaci per dimagrire, farmaci ipoglicemizzanti, farmaci ipotensivi e farmaci ipolipidemizzanti come le statine. Il medico potrebbe anche prescrivere aspirina a basso dosaggio per ridurre il rischio di ictus e infarto.
Dieta
La dieta classicamente raccomandata per la sindrome metabolica dovrebbe includere 9:
- meno di 200 mg al giorno di colesterolo,
- meno del 7% di grassi saturi,
- un contenuto totale di grassi pari al 25-35% delle calorie totali,
- un basso apporto di zuccheri semplici,
- un aumento di frutta, verdura e cereali integrali.
Ridurre Zuccheri e Carboidrati Raffinati
Le diete ad alto contenuto di carboidrati sono associate a un maggiore rischio di diabete di tipo 2 e sindrome metabolica, aumentando sensibilmente il rischio di malattie cardiache 10, 11.
Al contrario, una dieta a basso contenuto di carboidrati può aiutare a perdere peso e migliorare il controllo della glicemia 12. Può anche aiutare a prevenire il diabete di tipo 2 e le malattie cardiache 13.
La limitazione dei carboidrati dovrebbe riguardare soprattutto gli alimenti ricchi di zuccheri e/o carboidrati raffinati (ad alto indice e carico glicemico) 14, 15, 16, 17, 18, come:
- dolci (caramelle, pasticcini, barrette di cioccolato ecc.);
- pane bianco;
- riso bianco;
- farina bianca;
- prodotti da forno (torte, biscotti, ciambelle);
- patatine;
- cracker e grissini;
- succhi di frutta industriali;
- bevande zuccherate.
Gli zuccheri aggiunti sono i carboidrati peggiori in assoluto, in quanto il loro consumo eccessivo è collegato a tutti i tipi di malattie croniche, come obesità, patologie cardiache e aumento del rischio di cancro 19, 20, 15, 21.
Come regola generale è importante:
- dare la preferenza agli alimenti non lavorati, così come si trovano spontaneamente in natura, come semi, verdure a foglia, legumi, frutti, pesce, carne, uova e acqua;
- per i cereali, orientarsi preferibilmente verso quelli integrali, senza esagerare nelle quantità;
- scegliere alimenti confezionati privi di zuccheri aggiunti.
Controllare il Sale
Negli individui predisposti (detti "sodio-sensibili"), l’eccessiva assunzione di sale favorisce l’insorgenza di ipertensione arteriosa.
A sua volta, la pressione alta causa patologie dell’apparato cardio e cerebrovascolare, non solo negli adulti, ma anche nei bambini e negli adolescenti.
Come confermato da numerosi studi, la riduzione del sale aggiunto nel cibo può aiutare ad abbassare la pressione sanguigna 22.
Per ridurre l’apporto di sodio e sale si può partire da obiettivi minimi (da realizzare con poco sforzo) per raggiungere col tempo traguardi che richiedono un impegno via via maggiore.
CON POCO SFORZO
- Preferisci i cibi freschi a quelli in scatola e ai "piatti pronti" surgelati;
- Diminuisci il consumo di salumi;
- Limita gli snack salati;
- Evita il dado da brodo;
- Leggi l’etichetta dei cibi per controllare la quantità di sodio e preferisci quelli in cui la quantità di sodio non supera i 400 mg per porzione.
CON UN PO’ PIÙ DI IMPEGNO
- Diminuisci l’aggiunta di sale in cucina, anche utilizzando le spezie; cannella, aglio, zenzero e curcuma sono esempi di spezie che possono arricchire la sapidità degli alimenti senza aggiungere il sale, oltre ad avere di per sé dei risvolti benefici per la salute;
- Preferisci pane poco salato.
Diete Utili
Diete Low Carb
Le diete a basso contenuto di carboidrati possono combattere la sindrome metabolica e il diabete di tipo 2, in parte favorendo una ridotta resistenza all’insulina 23, 24, 25, 26, 27.
Una meta-analisi di 18 studi su 69.554 pazienti con sindrome metabolica, ha concluso che il rischio di sviluppare la sindrome aumenta del 2,5% per ogni 5% di aumento dell’assunzione di energia attraverso i carboidrati 28.
Dieta Mediterranea
È stato dimostrato che la dieta mediterranea ha un ruolo protettivo su ogni componente della sindrome metabolica 29.
Le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie dei diversi componenti di questa dieta, inclusi olio d’oliva, pesce, cereali, verdure e frutta, costituiscono probabilmente la spiegazione più probabile di questi benefici.
Secondo una metanalisi di 50 studi prospettici e RCT, maggiore è l’aderenza alla dieta mediterranea, maggiore è la reversione della sindrome metabolica e dei suoi componenti 30.
In uno studio, i ricercatori hanno analizzato i dati di 1.224 individui che avevano seguito una dieta mediterranea integrata con frutta secca (30g/die) od olio di oliva (1 litro a settimana) per 1 anno.
La prevalenza della sindrome metabolica è diminuita del 6,7% nel gruppo Dieta Mediterranea + Olio d’Oliva e del 13,7% nel gruppo Dieta Mediterranea + Frutta secca 31.
Dieta Paleo
Una revisione del 2015 sottolinea come la paleodieta abbia portato a maggiori miglioramenti a breve termine nei componenti della sindrome metabolica rispetto alle diete di controllo basate sulle linee guida 32.
Tuttavia, questa revisione è stata additata di magnificare i risultati, sopravvalutando le evidenze scientifiche che nel complesso non avrebbero mostrato alcun beneficio di spessore 33.
Dieta DASH
La dieta DASH è stata appositamente sviluppata per combattere la pressione alta e ridurre il rischio di malattie cardiache.
Questa dieta enfatizza il consumo di frutta e verdura. Contiene alcune fonti di proteine magre come pollo, pesce e legumi, mentre è povera di carne rossa, sale, zuccheri aggiunti e grassi.
DASH incoraggia il consumo di alimenti freschi e minimamente trasformati e sostiene la riduzione del sodio nella dieta a circa 1500 mg/die 34.
Uno studio trasversale su 1.493 adulti ha mostrato che una maggiore aderenza alla dieta DASH era associata a un rischio di sindrome metabolica inferiore del 48%.
Inoltre, l’IMC, la circonferenza della vita, i marcatori pro-infiammatori e le misure di adiposità erano significativamente inferiori rispetto agli individui con una minore aderenza a questa dieta 35.
Un altro studio ha osservato che una maggiore aderenza alla dieta DASH era associata a un rischio inferiore del 64% di MetS in 425 bambini e adolescenti sani di età compresa tra 6 e 18 anni 36.
Alimenti Utili
Frutta e Antiossidanti
In uno studio controllato su 44 persone con sindrome metabolica, i pazienti che consumavano quotidianamente un frullato di mirtilli hanno mostrato miglioramenti significativi della funzione endoteliale, rispetto al gruppo di controllo 37.
In uno studio di 8 settimane, gli adulti con sindrome metabolica che hanno consumato quotidianamente una bevanda a base di fragole liofilizzate hanno sperimentato un calo dell’11% del colesterolo LDL (cattivo) 38.
Una revisione della letteratura scientifica ha confermato la capacità dell’avocado di ridurre i diversi fattori di rischio cardiovascolare che caratterizzano la sindrome metabolica 39.
In uno studio su pazienti con sindrome metabolica, la supplementazione di succo di melograno (500ml al giorno per una settimana) ha abbassato i valori di pressione sistolica e diastolica, e di proteina C reattiva ad alta sensibilità (hs-CRP). Tuttavia, ha anche aumentato i livelli di trigliceridi e delle lipoproteine VLDL 40.
In uno studio condotto su pazienti con sindrome metabolica istruiti a seguire una dieta sana, l’assunzione di 14 grammi di bacche di goji per 45 giorni ha permesso di ottenere una significativa riduzione dei valori di transaminasi e un miglioramento del profilo lipidemico rispetto al placebo 41.
Allo stesso modo, è stata osservata una riduzione significativa della circonferenza vita e un aumento dei livelli di glutatione e catalasi associati a una riduzione della perossidazione lipidica.
Cioccolato extra-fondente
L’assunzione di cioccolato ad alto contenuto di flavanoli può essere un’efficace strategia complementare per alleviare o prevenire la sindrome metabolica, in particolare l’intolleranza al glucosio 42.
Frutta Secca
Gli studi suggeriscono che mangiare frutta secca può ridurre lo stress ossidativo, la pressione sanguigna e altri indicatori di salute nelle persone con diabete e sindrome metabolica 43, 44, 45, 46, 47.
Uno studio ha indagato gli effetti di una combinazione di 30 grammi di frutta secca mista – 15 grammi di noci, 7,5 grammi di mandorle e 7,5 grammi di nocciole – somministrata a 50 persone con sindrome metabolica 48.
Dopo 12 settimane, i risultati hanno mostrato una significativa riduzione dei livelli di insulina a digiuno.
In uno studio controllato di 12 settimane, le persone con sindrome metabolica che hanno mangiato 25 grammi di pistacchi due volte al giorno come spuntino hanno sperimentato una riduzione media del 9% della glicemia a digiuno 47.
Inoltre, rispetto al gruppo di controllo, il gruppo che aveva consumato pistacchi ha avuto una maggiore riduzione della pressione sanguigna e della proteina C-reattiva (un marker di infiammazione legato alle malattie cardiache).
Spezie
Uno studio ha riportato che i partecipanti arruolati (con prediabete e sindrome metabolica) hanno perso lo 0,7% della massa grassa e guadagnato l’1,1% della massa muscolare dopo aver assunto l’equivalente di 5 cucchiaini da tè (10 grammi) di polvere di cannella al giorno per 12 settimane 49.
In uno studio su 100 pazienti con sindrome metabolica, l’assunzione di 5ml di estratto di basilico 2 volte al giorno per 3 mesi (rispetto al placebo) ha 50:
- ridotto la glicemia a digiuno da 209,26 ± 40,15 a 155,28 ± 20,70 mg/dl;
- diminuito l’emoglobina glicata da 8,82 ± 1,25 a 7,34 ± 0,89;
- ridotto colesterolo totale da 244,04 ± 26,30 a 209,28 ± 29,03 mg/dl;
- abbassato trigliceridi da 176,48 ± 16,75 a 138,32 ± 15,17 mg/dl;
- aumentato il colesterolo HDL (buono) da 33,58 ± 3,47 a 39,36 ± 4,25 mg/dl;
- abbassato il colesterolo LDL (cattivo) da 174,9 ± 26,82 a 142,11 ± 27,50 mg/dl.
Una revisione del 2019 sugli effetti della curcumina sulla perdita di peso tra i pazienti con sindrome metabolica ha analizzato i risultati di 21 studi, per un totale di 1.604 individui arruolati 51.
L’assunzione di curcumina ha ridotto significativamente l’indice di massa corporea (BMI), la circonferenza della vita e i livelli di leptina (un ormone della sazietà), mentre ha aumentato i livelli di adiponectina (un’adipochina che protegge dall’obesità e dalle malattie cardiovascolari).
Integratori
Riso Rosso Fermentato
Il riso rosso fermentato è una statina naturale utile per la gestione della sindrome metabolica e dell’obesità 52, 53.
Oltre a ridurre efficacemente i livelli di colesterolo totale e LDL, questa statina naturale potrebbe essere utile per abbassare la glicemia, i livelli di insulina e la pressione sanguigna sistolica nelle persone con sindrome metabolica 54.
Gymnema
In 24 adulti in sovrappeso con sindrome metabolica, 600 mg/die di gymnema hanno ridotto leggermente il BMI dopo 12 settimane e hanno abbassato i valori di VDL, senza cambiamenti nella secrezione di insulina e nella sensibilità all’insulina 55.
Probiotici
L’assunzione, per 45 giorni, di latte fermentato contenente Bifidobacterium animalis ssp. lactis ha ridotto significativamente il BMI, il colesterolo totale, le lipoproteine a bassa densità e i marcatori infiammatori in uno studio su 51 pazienti con sindrome metabolica 56.
Lactobacillus plantarum ha ridotto i livelli glicemici in 24 donne in postmenopausa con sindrome metabolica 57.
Esperidina
In uno studio, l’assunzione di 500 mg di esperidina al giorno per 3 settimane da parte di persone con sindrome metabolica ha migliorato in modo molto lieve la sensibilità all’insulina, mentre non sono stati registrati miglioramenti significativi nel glucosio ematico, nelle concentrazioni di insulina a digiuno e nei livelli di emoglobina glicata 58.
Acido Lipoico
Studi negli adulti con diabete o sindrome metabolica hanno dimostrato che l’acido lipoico può ridurre la resistenza all’insulina e abbassare i livelli di glucosio nel sangue a digiuno e i livelli di HbA1c (emoglobina glicata) 59.
Berberina
Uno studio di 3 mesi è stato condotto su 37 uomini e donne con sindrome metabolica, trattati con 300 mg di berberina 3 volte al giorno.
L’indice di massa corporea (BMI) è sceso in media da 31,5 a 27,4; inoltre il grasso della pancia si è ridotto, mentre sono migliorati molti altri indicatori di salute 60.
Inositolo
Studi clinici suggeriscono che gli integratori di inositolo possono essere utili per chi soffre di sindrome metabolica 61 ,62.
In uno studio clinico della durata di un anno su 80 donne con sindrome metabolica, 2 grammi di inositolo assunti 2 volte al giorno hanno ridotto i livelli di trigliceridi nel sangue in media del 34% e il colesterolo totale del 22%. Sono stati osservati anche miglioramenti della pressione sanguigna e della glicemia 63.
Vitamina D
Bassi livelli di vitamina D sono associati a un maggiore rischio di sindrome metabolica, alti livelli di trigliceridi e bassi livelli di colesterolo "buono" 64.
Una revisione e meta-analisi di 18 studi prospettici di coorte su oltre 210.000 partecipanti seguiti in media per 10 anni, ha osservato che gli individui con i più alti livelli circolanti o di assunzione di vitamina D (terzo superiore), avevano un rischio inferiore del 19% di diabete di tipo 2 e del 14% di sindrome metabolica (rispetto ai soggetti con livelli circolanti o di assunzione nel terzo inferiore) 65.
Cannella
La cannella può rivelarsi particolarmente utile per i pazienti che soffrono di sindrome metabolica.
Esercita infatti effetti antitrombotici, antiossidanti e antinfiammatori, aumenta la sensibilità all’insulina, e migliora il controllo della glicemia e della pressione sanguigna 66.
Altri Integratori Utili
Diversi altri integratori hanno dimostrato di agire positivamente su uno o più componenti della sindrome metabolica, ad esempio aiutando a ridurre la pressione sanguigna, il colesterolo, i trigliceridi, la glicemia e l’infiammazione 67, 68:
- resveratrolo;
- quercetina;
- estratto di pino marittimo francese (picnogenolo);
- magnesio;
- antociani del mirtillo;
- luteina e licopene;
- tè verde;
- vitamina C;
- vitamina E;
- soia;
- acidi grassi omega-3;
- gelso bianco;
- aglio;
- coenzima Q10;
- succo o estratto di bergamotto;
- zenzero;
- carciofo;
- acido butirrico o elevato apporto di fibre prebiotiche.
Esercizio Fisico
L’esercizio fisico ha un effetto benefico su diversi componenti della sindrome metabolica.
In particolare, aiuta a ridurre la circonferenza della vita, aumenta il colesterolo HDL e riduce la pressione sanguigna 69.
Secondo una meta-analisi di 16 studi clinici randomizzati controllati su persone con sindrome metabolica 69a:
- l’esercizio aerobico da solo migliora significativamente BMI (-0,29), circonferenza vita (-1,4 cm), trigliceridi (-18 mg/dl) e pressione sanguigna (-2,5 mmHg sistolica e -2,3 mmHg diastolica) rispetto alla sedentarietà.
Inoltre riduce significativamente il peso corporeo, la massa grassa, la glicemia a digiuno e il colesterolo LDL. - L’esercizio combinato aerobico e contro resistenza ha migliorato significativamente la circonferenza della vita (-3,8 cm), la pressione sanguigna sistolica (-3,8 mmHg) e l’HDL-C (+5 mg/dl).
L’associazione dell’esercizio fisico a interventi nutrizionali mirati apporta naturalmente maggiori benefici rispetto all’attività fisica isolata.
Ad esempio, secondo una meta-analisi, la perdita di peso mediana negli interventi combinati è stata di -3,7 kg rispetto a -1,8 kg negli studi sul solo esercizio fisico; inoltre, il 61% dei partecipanti ha avuto una risoluzione della sindrome metabolica contro il 38% osservato nel gruppo "solo esercizio" 70.
In generale, si raccomanda di raggiungere almeno 150 minuti cumulativi di attività fisica a settimana 71.