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Introduzione
L’alitosi è generalmente riconducibile (oltre l’80% dei casi) a disturbi ricorrenti del cavo orale, mentre solo una minima parte dei casi, circa il 13%, è legata a disturbi extra-orali o sistemici. L’identificazione del fattore che scatena e alimenta l’alitosi è fondamentale nell’arginare tempestivamente questa condizione, limitando così le gravi ripercussioni sullo stato psicologico e socio-relazionale del paziente interessato.
Patogenesi
La patogenesi dell’alitosi non è ancora del tutto chiara, nonostante il fattore attualmente più quotato sia riconducibile alla presenza di microrganismi inadeguati nel cavo orale. Più precisamente, lo sgradevole odore risulterebbe alimentato da:
- Composti volatili sulfurei, come il mercaptano, l’idrogeno solfuro o il dimetil-solfuro;
- Diamine come la putrescina, la cadaverina, l’indolo e lo scatolo;
- Acidi grassi a catena corta, come l’acido butirrico, l’acido isovalerico e l’acido propionico.
Questi metaboliti maleodoranti sono il prodotto di un’intensa putrefazione – a carico di: proteine presenti negli alimenti, saliva, cellule di desquamazione della mucosa orale o della gengiva – adoperata da una serie di batteri disbiotici. Il tutto può essere complicato da una serie di condizioni patologiche, anche di natura sistemica, sovrapponibili alle alterazioni del cavo orale appena descritte.
Cause di alitosi | disturbi del cavo-orale
Come accennato, circa l’80-85% dei casi di alitosi sono riconducibili a disturbi del cavo orale. Tra le condizioni più frequentemente associabili all’alitosi è possibile annoverare:
- Gengiviti, parodontiti, ascessi e pericoronite: condizioni promuoventi l’alitosi per la possibilità di intrappolare alimenti e varie sostanze nelle tasche presenti tra i denti e le gengive, substrati ideali per i numerosi batteri del cavo orale. Contestualmente, la perdita di sangue presente in entrambe le condizioni, oltre a contribuire alla presenza di un alito metallico, faciliterà la decomposizione delle proteine ematiche, con la produzione dei suddetti composti maleodoranti;
- Scarsa igiene della lingua, con la formazione sulla parte dorsale posteriore di un rivestimento costituito da cellule desquamate, leucociti, saliva e microrganismi. Tale rivestimento facilita la creazione di un ambiente anaerobio ideale per i processi di putrefazione;
- Xerostomia e alterazioni dell’attività delle ghiandole salivari, con conseguenti anomalie nella produzione, sia quantitativa che qualitativa, della saliva;
- Respirazione con la bocca, responsabile di una continua secchezza della mucosa del cavo orale, con conseguente evaporazione della saliva ed alterazione del normale microambiente;
- Uso di sostanze voluttuarie come l’alcol ed il tabacco, responsabili di un profondo cambiamento del microambiente del cavo orale in termini di pH, umidità e presenza di sostanze putrefattive;
- Assunzione di certi alimenti come l’aglio, la cipolla o alcune spezie ricche di sostanze volatili. E’ evidente in questo caso che l’alitosi sarà transiente;
- Eccessivo consumo di zuccheri o proteine, substrati ideali per la crescita microbica e la successiva produzione di composti maleodoranti.
Cause di alitosi | Disturbi sistemici
Nonostante i disturbi del cavo orale costituiscano le cause più importanti di alitosi, esiste una serie di condizioni sistemiche potenzialmente riconducibili a questo disturbo. Talvolta l’alitosi è proprio uno dei sintomi precoci di queste patologie, che spinge il medico verso ulteriori approfondimenti, quindi verso una diagnosi tempestiva e brillante. Tra le patologie sistemiche responsabili di alitosi è doveroso ricordare:
- Le patologie respiratorie come tonsilliti, sinusiti, polipi nasali o patologie maligne;
- Le patologie gastroenteriche, in particolare l’infezione da Helicobacter Pylori, la malattia da reflusso gastroesofageo, la stenosi pilorica o l’ostruzione duodenale;
- Le patologie infettive del tratto respiratorio, come bronchiti o polmoniti;
- Le patologie infettive del tratto gastro-enterico, sia di natura virale che batterica o parassitaria;
- L’insufficienza epatica, caratterizzata da un alito dolciastro aromatico noto come foetor hepaticus;
- L’insufficienza renale grave nella quale l’alito assume un odore ammoniacale;
- Il diabete, in particolare la chetoacidosi diabetica, nella quale l’alito assume un caratteristico odore di frutta marcia;
- Alcuni disordini gravi del sistema immunitario o alcuni rari deficit enzimatici.
Ma l’alitosi è talvolta riconducibile anche a terapie farmacologiche come quelle a base di:
- Farmaci chemioterapici;
- Amfetamine;
- Sali arsenicali;
- Alcuni farmaci antidepressivi;
- Nitriti e nitrati;
- Antistaminici;
- Diuretici.