INDICE ARTICOLO
Che cos’è
L’ubichinolo (o ubiquinolo) è la forma ridotta del coenzima Q10.
Il coenzima Q10 è un antiossidante liposolubile presente in tutte le cellule umane. Si concentra soprattutto a livello dei mitocondri, dove agisce come potente antiossidante e partecipa alla produzione di energia.
Nel corpo umano esistono due forme di coenzima Q10:
- ubichinone (forma ossidata);
- ubichinolo (forma ridotta).
Tra le due, l’ubichinolo rappresenta la forma biologicamente attiva e rappresenta tra il 90% e il 98% del CoQ10 presente nel sangue.
L’ubiquinone è la versione ossidata del coenzima Q10, che viene riciclata (ridotta) in ubichinolo nell’organismo. L’ubiquinolo è quindi il principale responsabile dei benefici antiossidanti del Coenzima Q10 1, 2.
Come detto, l’organismo è in grado di riciclare la forma ossidata (ubichinone) del coenzima Q10, riportandola nella forma ridotta e biologicamente attiva (ubichinolo).
Questa capacità sembra tuttavia ridursi con l’invecchiamento.
I ridotti livelli di coenzima Q10 nell’anziano sono stati associati all’insorgenza di condizioni legate all’età, come malattie cardiache e declino cognitivo 3.
Il rapporto tra ubichinolo e ubichinone diminuisce con l’avanzare dell’età a causa della ridotta conversione tra le due forme e dell’aumentato stress ossidativo 4, 5, 6, 7, 8.
Sulla base di questi presupposti, alcuni Autori sostengono che l’ubichinolo sia una forma di integrazione migliore rispetto all’ubichinone, in quanto maggiormente biodisponibile 9, 10.
Tale affermazione è tuttavia controversa. Infatti, alcuni studi mostrano che la biodisponibilità è determinata soprattutto dallo stato di dispersione del cristallo (vedi oltre)
A Cosa Serve
L’integrazione di coenzima Q10, sottoforma di ubiquinone o ubiquinolo, viene generalmente effettuata per 11:
- migliorare la salute del cuore,
- aumentare i livelli di energia,
- migliorare le prestazioni atletiche,
- aumentare la longevità.
Questo articolo non si concentra sui benefici dell’integrazione di coenzima Q10, che abbiamo già ampiamente trattato in questo articolo. Cercheremo invece di capire quale delle due forme, tra ubichinone e ubichinolo, sia migliore per l’integrazione.
Indicazioni
L’integrazione di coenzima Q10 può essere prescritta dal medico a pazienti:
- cardiopatici (ad es. con insufficienza cardiaca, angina o post-infartuati) per migliorare il flusso sanguigno al cuore 12, 13, 14, 15.
- Con colesterolo alto o a elevato rischio cardiovascolare: il coenzima Q10 riduce l’ossidazione del colesterolo cattivo LDL e potenzialmente il rischio di aterosclerosi 16, 17, 18, 19; inoltre, l’ubiquinolo ha dimostrato di poter migliorare la funzione endoteliale e ridurre l’ossidazione delle lipoproteine LDL 19a;
- In terapia con statine: l’assunzione di statine o di monacoline da riso rosso fermentato può ridurre i livelli di coenzima Q10. La ricerca ha dimostrato che l’integrazione con Coenzima Q10 può ridurre il dolore muscolare in coloro che assumono statine 20.
- Diabetici: l’azione antiossidante del coenzima Q10 può prevenire o rallentare le complicanze del diabete. Potrebbe inoltre avere un effetto positivo sul controllo glicemico 21, 22.
- Infertili (difficoltà di ottenere un concepimento con la propria compagna): il coenzima Q10, grazie all’azione antiossidante, può migliorare la conta spermatica, la motilità e la morfologia degli spermatozoi 23, 24, 25, 26, 27, 28
- Con fibromialgia: studi preliminari suggeriscono che la somministrazione di coenzima Q10 risulta piuttosto efficace nel ridurre i sintomi associati alla fibromialgia 29, 30, 31, 19, 32.
- Con malattie neurodegenerative, come il morbo di Parkinson, anche se l’utilità del coenzima Q10 in queste situazioni non è dimostrata da solide evidenze scientifiche 33, 34, 35.
- Che soffrono di emicrania: studi preliminari indicano che il coenzima Q10 potrebbe rappresentare un’opzione di trattamento e di prevenzione dell’emicrania 36, 37, 38, 39.
Ubiquinone o Ubiquinolo?
Secondo una recente analisi di 28 studi clinici 39a:
- sono stati osservati benefici cardiovascolari per il coenzima Q10 e proprietà antiossidanti e antinfiammatorie per l’ubichinolo;
- l’integrazione di coenzima Q10 ha ridotto la morte cardiovascolare nei pazienti con insufficienza cardiaca, mentre questo effetto non è stato riportato per l’ubichinolo;
- effetti positivi a lungo termine nella riduzione della mortalità cardiovascolare sono stati osservati solo negli studi sul coenzima Q10;
- il numero di studi che ha indagato gli effetti sul piano cardiovascolare risulta molto inferiore per l’ubichinolo rispetto al coenzima Q10.
Pertanto, gli Autori raccomandano il Coenzima Q10 anziché l’ubichinolo per trattare e prevenire le malattie cardiovascolari nei pazienti con insufficienza cardiaca.
Biodisponibilità del Coenzima Q10
Uno dei problemi più importanti dell’integrazione con coenzima Q10 è legato alla scarsa biodisponibilità orale, che dipende dalla ridotta solubilità in acqua e dal peso molecolare relativamente elevato.
In effetti, la maggior parte della dose assunta viene eliminata attraverso le feci e solo una frazione minoritaria viene assorbita e trasportata attraverso il sangue a organi e tessuti.
L’ubiquinolo è stato proposto come una forma maggiormente biodisponibile rispetto all’ubichinone. Lo sarebbe in particolare per gli anziani e per coloro che hanno difficoltà ad assorbire l’ubiquinone e a convertirlo in ubichinolo.
Alcuni studi preliminari hanno avvalorato questa ipotesi, ottenendo risultati migliori in termini di biodisponibilità. In particolare, secondo queste ricerche, l’ubiquinolo sarebbe fino al 70% più efficace nell’aumentare i livelli di coenzima Q10 nel sangue rispetto all’ubiquinone 11, 40, 10, 41.
Tuttavia, ulteriori studi e recenti approfondimenti hanno almeno parzialmente smentito questa ipotesi.
A livello generale, è importante ricordare che il coenzima Q10 è una molecola liposolubile e che la sua biodisponibilità varia in base a:
- differenze individuali;
- forma di integrazione (ubiquinolo o ubiquinone);
- forma e dimensioni dei cristalli (compreso l’uso di nanoparticelle);
- eccipienti, come l’uso di sospensioni oleose.
Differenze individuali
Uno studio su 11 partecipanti (6 maschi e 5 femmine) è stato effettuato per comparare la biodisponibilità di 3 diverse formulazioni di coenzima Q10, assunte per un periodo di 6 settimane:
- ubichinone (150 mg),
- ubichinolo (150 mg),
- formulazione liposomiale di ubichinone (40 mg/ml a 2 azionamenti della pompa).
Innanzitutto, gli Autori hanno osservato una variazione significativa nei livelli plasmatici di coenzima Q10 iniziali (prima del trattamento) tra i vari individui. Tali differenze, che aumentavano all’aumentare dell’età, persistevano anche dopo la somministrazione delle formulazioni in esame.
Inoltre, è stato notato che la biodisponibilità del Coenzima Q10 variava in modo significativo tra gli individui, indipendentemente dalla forma (ubichinone / ubichinolo) somministrata 42.
La somministrazione di coenzima Q10 come liposoma ha mostrato la risposta più scarsa in termini di biodisponibilità. L’ubiquinolo ha aumentato maggiormente le concentrazioni plasmatiche di coenzima Q10 rispetto all’ubichinone, ma la variazione tra i soggetti era tale da rendere la differenza non significativa.
Forma di integrazione
In uno studio del 2002, a nove adulti sani sono state somministrate dosi singole da 180 mg di ubichinone (LiQ-10 TM) o ubichinolo (Q-Nol TM), con un periodo di wash-out di 2 settimane; i risultati non hanno mostrato differenze significative tra i due tipi di integratori nell’aumento dei livelli plasmatici di Coenzima Q10 (determinato come Cmax e AUC) 43.
In contrasto con quanto sopra, altri studi hanno riportato una biodisponibilità significativamente migliore per l’ubichinolo rispetto all’ubichinone, soprattutto nei soggetti più anziani.
Uno di questi studi ha indagato gli effetti delle due forme al dosaggio di 200 mg/die, somministrate per 2 settimane con un periodo di wash-out di 2 settimane, a 10 uomini di età superiore a 55 anni. L’ubichinolo ha aumentato significativamente i livelli di CoQ10 plasmatico rispetto all’ubichinone, ma non ha aumentato significativamente i livelli di ubichinolo rispetto all’ubichinone 11.
In un altro studio, l’integrazione con ubichinone o ubichinolo (200 mg die per 4 settimane on un periodo di wash-out di 4 settimane) in 12 adulti sani ha dimostrato che i livelli plasmatici di Coenzima Q10 erano significativamente più alti con l’ubiquinolo 10.
Un altro studio ha valutato la biodisponibilità di 100 mg di ubichinone o ubichinolo come dose singola (con un periodo di wash-out di 2 settimane) in 10 adulti sani di età superiore a 60 anni. Ancora una volta, la biodisponibilità (determinata come Cmax e AUC) era significativamente più alta per il supplemento di ubichinolo 44.
Va notato che in tutti questi studi la biodisponibilità apparentemente superiore dell’ubichinolo è stata determinata rispetto a campioni di ubichinone che non erano stati soggetti a dispersione termica (vedi capitolo successivo).
Forma e dimensioni dei cristalli
La biodisponibilità del coenzima Q10 supplementare sembra essere determinata soprattutto dallo stato di dispersione dei cristalli.
Poiché il coenzima Q10 viene prodotto in forma cristallina, per un maggiore assorbimento intestinale è necessario che questi cristalli vengano in qualche modo ridotti alle dimensioni più piccole possibili e che se ne aumenti la superficie specifica, ad esempio attraverso una struttura "a riccio" o "a fiocco di neve".
Secondo uno studio, la biodisponibilità del coenzima Q10 in forma di ubichinolo era circa il doppio di quella dell’ubiquinone non sottoposto a dispersione termica dei cristalli, mentre era solo il 52% di quella dell’ubiquinone sottoposto a dispersione termica dei cristalli 45.
Si noti che non è possibile sottoporre l’ubiquinolo allo stesso processo di dispersione cristallina descritto per l’ubichinone, a causa della stabilità differenziale delle due forme.
Eccipienti
Sono stati condotti numerosi studi con l’obiettivo di migliorare la biodisponibilità del Coenzima Q10, sfruttando una varietà di agenti adiuvanti.
Esempi includono l’incorporazione in micelle di glicole etilenico succinato 46, tocoferoli fosforilati 47, polivinilpirrolidone e poliossamero 48 e proteine idrolizzate 49.
Dosi
La maggior parte degli studi ha utilizzato dosi tra 50 e 200 mg di ubiquinolo al giorno, suddivise in due assunzioni. Apporti fino a 600 mg/die per un massimo di 8 settimane sono probabilmente sicuri 50, 51.
Come l’ubiquinone, l’ubiquinolo è liposolubile, il che significa che è meglio assorbito se assunto con un pasto che contiene oli o grassi.
Leggi il nostro approfondimento per scoprire quali sono gli alimenti più ricchi di coenzima Q10.
Effetti Collaterali
L’ubiquinolo è generalmente sicuro e ben tollerato. I potenziali effetti collaterali sono lievi e includono 52:
- Mal di stomaco
- Diarrea
- Nausea
- Perdita di appetito
- Mal di testa
- Eruzione cutanea.
L’ubichinolo viene elaborato dal fegato ed eliminato attraverso la bile. Ciò significa che le persone con scarsa funzionalità epatica o con dotti biliari ostruiti possono accumulare alti livelli di coenzima Q10 nel corpo, aumentando il rischio di effetti collaterali 52.
In merito alle interazioni farmacologiche, quella più nota e pericolosa è con il warfarin (coumadin), di cui l’ubichinolo sembra ridurre l’efficacia richiedendo un adeguamento del dosaggio 53, 54, 55.
Gli integratori di coenzima Q10 possono interagire anche con altri farmaci comuni, inclusi antidepressivi, farmaci per abbassare la pressione arteriosa, farmaci ipoglicemizzanti e farmaci chemioterapici. Pertanto, è opportuno consultare il proprio medico prima di assumere Coenzima Q10 supplementare 56, 57.