Diidromiricetina | Proprietà | Benefici per Sbornia e Salute

Che Cos’è

La diidromiricetina è una sostanza naturale ad azione antiossidante.

Nota anche come ampelosina, appartiene alla famiglia dei flavonoidi.

Si può trovare in numerose piante, soprattutto in ¹:

• Ampelopsis grossedentata (vite del tè),
• Hovenia dulcis (albero di uva passa giapponese),
• alcune specie di Pinus e Cedrus.

Le fonti alimentari di diidromiricetina includono verdure, erbe aromatiche e frutta come bacche, uva e bayberry rosso (Myrica rubra) ².

Si ritiene che le piante medicinali asiatiche ricche di diidromiricetina siano benefiche per tosse, febbre, raffreddore, mal di gola, vomito, ittero, nefrite e postumi di una sbornia ³.

I principali svantaggi associati all’uso della diidromiricetina sono l’instabilità chimica e la scarsa biodisponibilità, che ne limitano gli effetti farmacologici negli esseri umani e la conseguente applicazione clinica.

Futuri studi dovranno quindi chiarire se i benefici emersi dagli studi in vitro e su modelli animali siano applicabili anche agli esseri umani.

A Cosa Serve

Numerose ricerche su colture cellulari e modelli animali suggeriscono che la diidromiricetina esercita attività ^{1, 4}:

• antiossidanti,
• antinfiammatorie,
• antimicrobiche,
• antitumorali,
• neuroprotettive,
• mediatrici della morte cellulare,
• regolatrici del metabolismo dei lipidi e del glucosio.

Inoltre, è stato segnalato che la diidromiricetina ³:

• migliora il controllo glicemico negli animali diabetici,
• abbassa i livelli di colesterolo nel siero degli animali con dislipidemia,
• migliora la funzione cognitiva in modelli di danno cerebrale,
• riduce il danno epatico in modelli animali di epatotossicità e malattia epatica alcolica.

Sulla base degli usi tradizionali e di un numero limitato di studi, la diidromiricetina viene pubblicizzata come un integratore utile per prevenire i postumi di una sbornia alcolica.

La fonte più generosa di diidromiricetina, l’Ampelopsis grossedentata, viene usata come tè in Cina per trattare la febbre e la tosse, il dolore alla faringe e alla laringe, e l’epatite itterica. Viene utilizzata anche nella prevenzione e nel trattamento della nefrite, dell’epatite, dell’alitosi e della bulimia ⁵.

Un’altra fonte di diidromiricetina, l’Hovenia dulcis, è nota da secoli nella medicina tradizionale cinese come cura per l’avvelenamento da alcol e i postumi di una sbornia ⁶.

Proprietà e Benefici

Alcool e Sbornia

In base agli usi tradizionali e a un numero limitato di studi, la diidromiricetina può esercitare un’attività protettiva durante l’intossicazione da alcol.

Ad esempio, l’intossicazione da etanolo nei ratti è stata ridotta dalla somministrazione di diidromiricetina, che ha ridotto anche i sintomi della sindrome da astinenza da alcol ⁷.

Inoltre, su topi alimentati con etanolo, la somministrazione di diidromiricetina ha migliorato significativamente i livelli di aminotransferasi (AST/ALT) e ridotto i livelli di lipidi circolanti, inclusi LDL/VLDL, colesterolo totale e trigliceridi ⁸.

Tuttavia, il meccanismo alla base di questo effetto rimane misconosciuto.

In generale, la diidromiricetina può ridurre il danno epatico causato dall’alcool, contrastando l’infiammazione e lo stress locale a livello degli epatociti ⁹.

Salute del cuore

Influendo sul metabolismo del colesterolo e riducendo l’aggregazione piastrinica, la diidromiricetina può prevenire l’insorgenza dell’aterosclerosi e di altre malattie cardiovascolari.

In uno studio clinico in doppio cieco, due capsule da 150mg di diidromiricetina due volte al giorno per 3 mesi hanno ridotto significativamente i livelli sierici di glucosio, LDL-C, GGT, alanina, AST e Apo B. Inoltre, la diidromiricetina ha sottoregolato l’espressione del TNF-α, del frammento CK-18 e dell’FGF21 ¹⁰.

Diabete

La somministrazione di diidromiricetina per 8 settimane ha ridotto significativamente la glicemia e l’insulina plasmatica nei ratti con resistenza all’insulina indotta da una dieta ricca di grassi ¹¹.

Gli effetti positivi sulla resistenza all’insulina sembrano legati alla sua capacità di abbassare i livelli di glucosio nel sangue.

In uno studio randomizzato in doppio cieco su 80 pazienti con diabete di tipo due, l’integrazione di diidromiricetina (970 mg/die da A. grossedentata per 1 mese) ha migliorato significativamente i parametri della funzionalità renale e il controllo glicemico ¹¹.

Salute del Fegato

La diidromiricetina ha un effetto protettivo sull’epatotossicità indotta da varie sostanze.

Ad esempio, uno studio sui topi ha scoperto che la diidromiricetina preveniva il danno epatico indotto dal paracetamolo ¹². Inoltre, i risultati metabolomici di un altro studio hanno rivelato che la diidromiricetina potrebbe invertire il grave danno epatico indotto dall’emodina ¹³.

In uno studio, 60 pazienti adulti con steatosi epatica non alcolica sono stati sottoposti a un esperimento randomizzato in doppio cieco, ottenendo benefici nella riduzione dell’infiammazione. Dopo il trattamento con diidromiricetina (2 capsule da 150 mg due volte al giorno per 12 settimane), il livello di TNF-α e citocheratina-18 nel siero è infatti diminuito significativamente ¹⁴.

Inoltre, i risultati di uno studio randomizzato e controllato su pazienti con fegato grasso non alcolico hanno dimostrato che l’integrazione di diidromiricetina ha migliorato la resistenza all’insulina, il glucosio, il metabolismo lipidico e la funzionalità epatica, oltre ad aver ridotto la steatosi epatica ¹⁰.

Dimagrimento

Alcuni studi hanno dimostrato che la diidromiricetina ha un effetto antiadipogenico negli adipociti ^{15, 16}.

In uno studio su topi obesi sottoposti a una dieta ricca di grassi, 4 settimane di trattamento con diidromiricetina (100 mg/kg/giorno) hanno permesso di ridurre il peso corporeo e la massa del tessuto adiposo bianco, e di migliorare i disordini metabolici del glucosio e dei lipidi, e la steatosi epatica ¹⁷.

Ulteriori studi mostrano che la diidromiricetina può indurre l’imbrunimento del tessuto adiposo bianco, permettendo in questo modo di dissipare maggiori quantità di energia ¹⁷.

Prestazioni atletiche

In uno studio sui ratti, l’integrazione di diidromiricetina ha migliorato le prestazioni fisiche in condizioni simulate di alta quota (5.000 metri con il 10,9% di ossigeno), proteggendo la biogenesi mitocondriale e modulando la dinamica mitocondriale nelle cellule muscolari scheletriche ¹⁸.

Longevità

In uno studio, la diidromiricetina ha avuto un effetto antietà su un modello di Drosophila (moscerino della frutta), aumentandone la durata della vita dello del 16,07% ¹⁹.

Dosi e Avvertenze

Nonostante i numerosi studi sulla diidromiricetina in modelli animali di malattia, sono stati condotti pochi studi clinici sulle sue applicazioni salutistiche e terapeutiche nell’uomo.

Purtroppo, la diidromiricetina mostra una scarsa biodisponibilità che limita le sue potenziali applicazioni medicinali ⁴.

I ricercatori stanno cercando di superare questa caratteristica sfavorevole adottando varie soluzioni, come microemulsioni, auto-nanoemulsioni, micelle e co-somministrazione con altri composti come l’acido ascorbico ¹.

Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche prima che le affermazioni sull’efficacia e l’applicazione umana, il dosaggio necessario e le soluzioni alla scarsa biodisponibilità trovino una convalida scientifica.

Per questo motivo, la diidromiricetina non è approvata per alcun uso o malattia negli esseri umani.

Detto questo, una dose indicativa che emerge dai pochi studi pubblicati è compresa tra 300 e 1.000 mg di diidromiricetina al giorno ³.

Tale dose, perlomeno a breve termine, non sembra produrre eventi avversi o segni di tossicità, motivo per cui la diidromiricetina è attualmente considerata ben tollerata e priva di effetti collaterali ³.