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Magazine X115 X115 Crosta Lattea | Cause, Sintomi, Cure | Cosa Fare? Consigli

Crosta Lattea | Cause, Sintomi, Cure | Cosa Fare? Consigli

  • 7 minuti

Cos’è

La crosta lattea, o pitiriasi del capo, è una forma di dermatite seborroica infantile che colpisce il cuoio capelluto.

Si riconosce per la presenza di spesse scaglie di pelle simili a forfora, distribuite sul cuoio capelluto. Queste squame si presentano giallastre e di aspetto untuoso, talvolta arrossate.

La crosta lattea risulta estremamente comune, con una prevalenza stimata del 9,5-10% per entrambi i sessi durante i primi 3 mesi di vita.

Si osserva più comunemente nei bambini di età compresa tra 3 settimane e 12 mesi, con un picco di prevalenza a 3 mesi di età 1.

La diagnosi della crosta lattea viene effettuata clinicamente, sulla base del riconoscimento delle lesioni tipiche sul cuoio capelluto del neonato.

La crosta lattea non dà fastidio ai bambini, non è contagiosa, regredisce spontaneamente e in genere non ha bisogno di essere curata.

I trattamenti promossi includono agenti emollienti, seguiti dalla rimozione meccanica delle squame (shampoo e pettinatura).

Raramente, e solo sotto consiglio medico, si possono sfruttare alcuni trattamenti indicati per la dermatite seborroica dell’adulto, come antimicotici e corticosteroidi.

La crosta lattea è benigna e autolimitante. Di solito si risolve senza intervento nel corso di settimane o diversi mesi. Tuttavia, se le manifestazioni cutanee persistono oltre i 12 mesi, la diagnosi dev’essere riconsiderata.

Cause

L’esatta causa della crosta lattea non è nota. Tuttavia, sono state avanzate diverse ipotesi.

Tra queste, la teoria più diffusa ritiene che la crosta lattea sia correlata all’azione residua degli ormoni androgeni materni, che porterebbero all’iperattività delle ghiandole sebacee 2.

Le ghiandole sebacee producono il sebo, che è una sostanza grassa e appiccicosa. La sovrapproduzione di sebo fa sì che le cellule cutanee morte non possano desquamarsi liberamente, rimanendo aderenti alla pelle intrappolate nel sebo appiccicoso.

Un’altra ipotesi chiama in causa i funghi (lieviti) del genere Malassezia (come M. globosa e M. restritta) 3. La risposta della crosta lattea al trattamento con antimicotici rafforza ulteriormente questa relazione causale. Tuttavia, questi lieviti sono presenti anche in una grande quantità di pazienti con cuoio capelluto normale.

Altri studi hanno evidenziato la presenza di alterazioni microbiche cutanee nella crosta lattea, che coinvolgono in particolare i generi Staphylococcus spp., Streptococcus spp. e Corynebacterium spp. 4, 5, 6, 7.

Questi batteri commensali, pur non essendo direttamente responsabili della crosta lattea, contribuiscono ad aumentare la disponibilità dei nutrienti che promuovono la crescita dei lieviti Malassezia (mediante idrossilazione dei componenti del sebo).

Gli studi hanno anche dimostrato che spesso i bambini con crosta lattea hanno un membro della famiglia affetto da dermatite atopica e/o asma 8.

Sebbene la causa della crosta lattea non sia chiara, i fattori che sembrano svolgere un ruolo includono la crescita dei lieviti Malassezia sulla pelle e la presenza di ormoni androgeni materni nel corpo del bambino dopo la nascita 9.

Segni e Sintomi

Il segno caratteristico della crosta lattea è la presenza scaglie di pelle giallastre e untuose sul cuoio capelluto, che non cadono facilmente.

Il vertice e le aree frontali sono più comunemente interessati. Queste manifestazioni possono comparire anche in altre aree dense di ghiandole sebacee, come la linea T del viso e le orecchie esterne.

La dermatite seborroica può anche diffondersi ad altre parti del corpo, come il collo, l’area ombelicale, le pieghe della pelle e la zona del pannolino. Le aree colpite lontano dal cuoio capelluto tendono a presentare meno squame con più eritema (arrossamento).

La crosta lattea di solito non è pruriginosa e per il resto i neonati stanno generalmente bene.

Uno studio di coorte in Germania ha documentato la prevalenza della crosta lattea al 58,4% nel primo anno di vita 10.

crosta lattea sintomi

Evoluzione e Complicazioni

La crosta lattea è solitamente asintomatica: non è dolorosa né pruriginosa.

Inoltre, la maggior parte dei bambini non sviluppa effetti collaterali in termini di disturbi dell’alimentazione e del sonno 11.

La crosta lattea insorge tipicamente nei primi tre mesi di vita, raggiunge il picco a tre mesi di età con una prevalenza del 70%, per poi diminuire costantemente man mano che il bambino si avvicina a un anno di vita.

Di solito la crosta lattea regredisce da sola, in genere prima dell’anno di età, e non ha bisogno di essere trattata. È raro che i bambini abbiano ancora la crosta lattea all’età di due anni.

Se la condizione persiste dopo i 12 mesi di età, le possibili diagnosi alternative dovrebbero essere ulteriormente indagate. Nello specifico, le condizioni del cuoio capelluto che possono essere erroneamente confuse con la crosta lattea includono:

  • Dermatite atopica: si presenta con prurito da moderato a grave che interferisce con il sonno e l’alimentazione del neonato, caratterizzandosi per lesioni eritematose, squamose e talvolta crostose scarsamente demarcate sulle guance, sul cuoio capelluto e sulle superfici estensorie.
  • Impetigine: è un’infezione provocata da germi piogeni che insorge con la comparsa di vescicole (bollicine ripiene di liquido chiaro), che successivamente si riempiono di pus assumendo quindi un colore giallo vivo.
  • Tinea capitis: i sintomi includono perdita di capelli, aree squamose secche, arrossamento e prurito;
  • Dermatite irritativa da contatto (dermatite da pannolino): interessa tipicamente la pelle dell’area del pannolino e si manifesta con la comparsa di macchie rosse piane o in rilievo nell’area genitale, che possono diffondersi fino a coinvolgere il basso addome e le cosce;
  • Psoriasi: rara in questa fascia di età, si presenta sottoforma di papule a scaglie argentee nettamente definite, di colore rosso vivo, che si uniscono in placche.

Cure – Cosa Fare

Trattamento conservativo

La crosta lattea è una condizione generalmente autolimitante, che non richiede trattamenti specifici.

La testa del bambino dovrebbe essere lavata quotidianamente con uno shampoo per bambini delicato.

Inoltre, andrebbe applicato un emolliente (ad es. vaselina bianca, olio minerale, olio per bambini) sul cuoio capelluto interessato dalle squame, qualche decina di minuti prima dello shampoo.

Si consiglia di spalmare il prodotto con molta delicatezza, evitando di fare pressione sulla testa del bambino.

Il trattamento emolliente può rivelarsi più efficace se rimane a contatto con la pelle per un periodo di tempo prolungato, anche durante la notte se necessario.

Successivamente, si può procedere con la delicata rimozione delle squame con uno spazzolino morbido o un pettine a spazzole morbide. In ogni caso, l’operazione va fatta con molta delicatezza, senza grattare o rompere le squame. Inoltre, se il cuoio capelluto diventa rosso o irritato, si consiglia di spazzolare con minore frequenza.

Una volta rimosse le squame, i genitori dovrebbero continuare a lavare quotidianamente le aree interessate per prevenire il riformarsi delle squame

L’approccio iniziale, specialmente nella malattia lieve e localizzata, dovrebbe essere conservativo, includendo l’applicazione di un emolliente delicato o uno shampoo ripetuto, seguito da un’attenta rimozione delle squame utilizzando uno spazzolino morbido o una spazzola a setole morbide.

Farmaci

Se la crosta lattea non migliora dopo le misure conservative o se risulta particolarmente estesa, può essere trattata con uno steroide topico a bassa potenza (p. es. idrocortisone 1%) o una crema antimicotica (p. es. ketoconazolo 2%) per 1-2 settimane.

Gli steroidi topici, come l’idrocortisone 1%, possono essere preferiti se è presente una significativa componente infiammatoria.

Nelle aree intertriginose, la crema al ketoconazolo 2% è invece l’opzione terapeutica preferita 12.

Tuttavia, a causa dei dati limitati, solo scarse evidenze scientifiche supportano l’efficacia e la sicurezza di un approccio farmacologico basato sull’uso topico di antimicotici o antinfiammatori 13, 9.

Gli shampoo cheratolitici, compresi quelli con acido salicilico, zolfo, selenio o piritione di zinco, sono generalmente sconsigliati per la possibilità di assorbimento sistemico nei neonati 14.

In ogni caso, qualsiasi trattamento farmacologico della crosta lattea dovrebbe essere eseguito solo se prescritto dal medico.

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