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Generalità
Le vene varicose, note anche come varici o varicosità, consistono in dilatazioni eccessive e permanenti delle vene (che raggiungono e superano i 3 mm di diametro quando misurate in posizione eretta) 1.
Spesso tortuose, le vene varicose compaiono comunemente negli arti inferiori e possono causare dolore, fastidio, formicolio e disagio.
Alla base della loro comparsa troviamo disfunzioni nel ritorno del sangue venoso al cuore, ad esempio per insufficienze valvolari a livello delle vene delle gambe. A causa di questo fenomeno, il sangue ristagna sfiancando le pareti venose e causandone l’abnorme dilatazione.
Le disfunzioni del circolo venoso sono favorite dalla presenza di vari fattori di rischio, tra cui l’ereditarietà, uno stile di vita sedentario, le attività lavorative che richiedono di rimanere in piedi a lungo, possibili sbalzi ormonali e gravidanze.
Le vene varicose necessitano di essere trattate in modo da evitare possibili complicazioni, a volte anche gravi, come flebite, infiammazione della pelle, eczema, ulcera, trombosi ecc.
I rimedi per le vene varicose possono includere la terapia compressiva con apposite calze, l’elevazione delle gambe (ove possibile), l’esercizio fisico e l’assunzione di integratori e farmaci di libera vendita che riducono l’infiammazione e migliorano il flusso sanguigno.
Se le suddette misure conservative/non invasive danno risultati insoddisfacenti, si rendono necessari interventi medici più o meno invasivi, da scegliere sulla base delle caratteristiche anatomiche e fisiopatologiche della diagnosi 2. Possibili opzioni includono: scleroterapia, ablazione termica endovenosa e chirurgia venosa.
Un Approccio Personalizzato
Il trattamento delle vene varicose può variare a seconda della gravità della condizione e delle caratteristiche del paziente.
I casi meno gravi, che non producono fastidi fisici o estetici, possono richiedere un semplice monitoraggio medico periodico.
I casi da lievi a moderati possono rispondere a semplici correzioni dello stile di vita, eventualmente supportate dall’uso di calze compressive. Possono essere utili anche alcuni farmaci e rimedi fitoterapici, sia per via orale che topica; questi includono ad esempio i bioflavonoidi da agrumi (diosmina ed esperidina), l’escina dell’ippocastano e i centellosidi della centella asiatica.
Creme o unguenti a base di corticosteroidi topici possono essere usati per trattare eventuali eruzioni cutanee secondarie alle vene varicose.
Quando le vene varicose provocano sintomi persistenti, gravi complicanze o problemi estetici, è possibile porvi rimedio attraverso interventi medici più o meno invasivi. Le opzioni più comuni includono l’ablazione termica (ablazione endovenosa laser o con radiofrequenza), la scleroterapia e la chirurgia per rimuovere le vene colpite.
Per questi motivi, prima di concentrarsi sui rimedi per le vene varicose, è importante sottoporsi a una visita specialistica (integrata da una valutazione diagnostica con ecocolordoppler) per stabilire il livello della malattia e individuare quali vene ha colpito.
Rimedi
Integratori e Farmaci da banco
In commercio sono disponibili diversi integratori e farmaci di libera vendita utili per migliorare i segni e i sintomi delle vene varicose.
Questi prodotti in genere contengono flavonoidi estratti da piante o loro analoghi sintetici. Tali sostanze possono agire a vari livelli: rinforzando le pareti venose, diminuendo la permeabilità dei capillari, contrastando l’infiammazione, migliorando il drenaggio linfatico o rendendo il sangue meno denso.
La seguente tabella riporta alcuni degli attivi più utilizzati come rimedi per le vene varicose.
Dosaggio giornaliero indicativo (per via orale) | |
---|---|
Venoruton (oxerutina O-(b-idrossietil)-rutosidea) | 1.500 mg |
Picnogenolo (estratto di corteccia di pino marittimo francese) | 150 mg |
Troxerutina | 800-1.000 mg |
Daflon (Diosmina + esperidina) | 450 mg di diosmina + 50mg di esperidina |
Antistax (Estratto di foglie di uva rossa) | 350 mg |
Myrtaven (estratto di mirtillo standardizzato con il 36% di antociani) | 320 mg |
Centellase Frazione totale triterpenica della Centella asiatica (asiaticoside 40% – acido asiatico + acido madecassico 60%) |
30-60 mg |
Escina (derivata dall’ippocastano) | 600 mg |
Molti dei principi attivi riportati in tabella sono disponibili anche in creme e gel per l’applicazione topica sulle aree interessate da varici.
Una revisione sistematica ha concluso che esistono prove di certezza da bassa a moderata che la terapia con queste sostanze possa ridurre i sintomi delle vene varicose, come l’edema, il dolore, i crampi, le gambe senza riposo e il gonfiore della parte inferiore delle gambe 3.
Una revisione del 2012 di 10 studi ha concluso che prove moderate supportano l’uso della diosmina per migliorare i sintomi dell’insufficienza venosa, come ulcere alle gambe, edema, vene varicose, sensazione di formicolio, qualità generale della vita e valutazioni soggettive del dolore 5. Anche altre revisioni e meta-analisi supportano tali benefici 6, 7.
Stile di Vita, Perdita di Peso e Attività Fisica
Diversi accorgimenti e correzioni dello stile di vita possono contribuire a prevenire l’insorgenza delle vene varicose o il loro peggioramento.
In quest’ambito, i rimedi più comuni includono:
- evitare di stare in piedi o sforzarsi per periodi prolungati,
- eseguire esercizi fisici,
- indossare indumenti non troppo aderenti,
- ridurre i fattori di rischio per le malattie cardiovascolari,
- perdere peso.
Riguardo all’ultimo punto, ricordiamo che un peso corporeo elevato aumenta il rischio di vene varicose, soprattutto nelle donne in postmenopausa 8, 9, 10. Inoltre, attraverso la perdita di peso le persone obese o in sovrappeso possono sperimentare una riduzione dei sintomi associati alle vene varicose 11, 12, 13, 10.
L’esercizio fisico ha importanti benefici per la perdita di peso. Inoltre, migliora la qualità della vita e ha benefici specifici per le varici.
In effetti, l’allenamento strutturato migliora il ritorno venoso al cuore, la salute dell’endotelio vascolare e in generale la circolazione, prevenendo i ristagni di sangue 14, 15, 16.
L’attività fisica andrà ovviamente scelta e dosata in base alle caratteristiche e all’attitudine del paziente; ad esempio, per le persone sedentarie che non presentano controindicazioni, si può iniziare camminando a passo svelto per mezz’ora al giorno; in alternativa, anche le attività acquatiche sono utili 17, 18.
Calze compressive
La terapia compressiva è considerata il trattamento di prima linea per i pazienti con vene varicose sintomatiche, da associare eventualmente ai rimedi da banco e ai metodi chirurgici o interventistici quando indicati 2, 19, 20.
Le calze compressive sono realizzate con un tessuto elastico a compressione graduata, che le rende più strette attorno alla caviglia e meno tese attorno ai polpacci e alle cosce.
Questa tensione decrescente dalla caviglia verso la coscia favorisce il ritorno del sangue venoso dal basso verso l’alto (dai piedi al cuore) e previene il ristagno di sangue che può causare e aggravare le vene varicose. Inoltre, la compressione riduce il rischio di formazione dei trombi.
Le calze elastiche si differenziano per capacità di pressione esercitata. In genere, la graduazione consigliata ai pazienti con vene varicose è 20-30 mmHg ma, nei casi più gravi, può essere elevata a 30-40 mmHg 21, 22, 23.
Le calze elastiche, se indossate quotidianamente, rappresentano il trattamento ideale per i pazienti che non desiderano un intervento chirurgico. A tal proposito, una revisione sistematica del 2021 sull’uso delle calze compressive come trattamento di prima linea per le vene varicose ha rilevato che miglioravano i sintomi ma non riducevano la progressione o la recidiva della malattia 23.
Trattamenti Medici
In caso di vene varicose sintomatiche, associate a gravi complicanze o problemi estetici, è possibile ricorrere a un intervento medico.
Le principali opzioni includono l’ablazione termica (ablazione endovenosa o con radiofrequenza), la scleroterapia e la chirurgia per rimuovere le vene colpite.
È bene sapere che non esiste un trattamento migliore di un altro a priori.
È infatti compito del medico specialista individuare il trattamento più indicato per ciascun paziente.
Un’altra informazione importante da considerare è che nessun trattamento può risolvere definitivamente il problema delle varici. Infatti, le vene varicose potranno ripresentarsi in maniera più o meno grave, in relazione alla tendenza individuale e familiare, al lavoro svolto, all’igiene di vita, al sovrappeso e a eventuali gravidanze.
Termoablazione endovenosa (o termocoagulazione)
Questo intervento si basa sull’inserimento di un piccolo catetere all’interno della vena varicosa, tramite il quale il medico eroga una certa forma di energia (es. laser o radiofrequenza) per riscaldare la parete del vaso sanguigno.
Il conseguente danno termico porta al collasso e alla cicatrizzazione della vena, riducendola a un sottile cordone cicatriziale che verrà riassorbito nei mesi successivi.
Il tasso di successo per entrambi i metodi di ablazione è del 95% 24, 25. Tuttavia, questi interventi (come la scleroterapia e l’ablazione adesiva) sono indicati in fasi non troppo avanzate della malattia.
Il trattamento viene eseguito sotto controllo ecografico con l’infiltrazione di un anestetico locale lungo tutto il tratto della vena ammalata (anestesia tumescente).
Scleroterapia iniettiva
La scleroterapia prevede l’iniezione nelle vene di una soluzione o di una schiuma sclerosante (un farmaco che porta alla cicatrizzazione delle varici).
Tale farmaco, contenente irritanti chimici e iniettato sotto guida ecografica, causa l’infiammazione della vena e la conseguente sclerosi (chiusura) e fibrosi (cicatrizzazione), che verrà poi riassorbita nelle successive settimane.
Le sostanze sclerosanti più utilizzate sono il tetradecilsolfato di sodio e il polidocanolo. Questi farmaci consentono di ottenere ottimi risultati anche nel trattamento di vene di un discreto calibro e possono essere utilizzati sotto forma di schiuma.
Potrebbero essere necessari trattamenti ripetuti a intervalli di 6-12 settimane per ottenere tassi elevati di successo.
Sebbene ogni seduta possa comportare un gran numero di iniezioni, l’ago utilizzato è molto sottile, quindi il dolore generalmente non costituisce un problema. Potrebbe comunque verificarsi un pizzicore mentre la soluzione viaggia attraverso i vasi più piccoli, che si possono anche gonfiare e risultare pruriginosi per alcune ore.
La scleroterapia si applica principalmente alle piccole vene varicose non assiali con diametro inferiore a 6 mm. Le vene superficiali più piccole possono essere trattate mediante microscleroterapia, utilizzando aghi di calibro più piccolo con quantità minori di sclerosante. Le varici più grandi richiedono invece altre opzioni di trattamento, come la termoablazione endovenosa o tecniche chirurgiche.
Ablazione adesiva endovenosa
Questa tecnica ambulatoriale prevede l’iniezione venosa di una colla adesiva a base di cianoacrilato di grado medico, attraverso un piccolo catetere sotto guida ecografica.
Questa colla garantisce la chiusura della vena ammalata e la sua cicatrizzazione, con una minima reazione infiammatoria.
Relativamente recente, la cura delle varici con colla di ciano acrilato presenta numerosi vantaggi, tra cui la breve durata, il fatto di essere minimamente invasiva (riduce al minimo il trauma legato al trattamento) e di non richiedere alcuna anestesia 26.
Inoltre ha il vantaggio di non richiedere obbligatoriamente l’uso della calza elastica dopo il trattamento, visto che la vena guarisce con una reazione infiammatoria modesta, che in genere non provoca dolore.
Chirurgia
La soluzione chirurgica può rendersi necessaria quando le varici interessano grossi rami della safena, presentandosi fortemente dilatate e con un aspetto tortuoso.
La scelta del tipo di operazione si basa sulle caratteristiche del paziente, sulle sue preferenze e sull’esperienza del chirurgo.
Le tecniche chirurgiche comportano generalmente la legatura e/o la rimozione delle vene malate attraverso piccole incisioni, cercando di risparmiare il più possibile le vene sane.
Per ottenere questo risultato, è possibile praticare un’incisione di circa 2-3 cm nella piega dell’inguine, sezionare la vena safena ammalata e introdurre uno strumento per rimuovere la vena stessa dalla sua sede (attraverso un’ulteriore incisione, di circa 1 cm, praticata a livello della caviglia).
Questa procedura, nota come stripping o safenectomia, è indicata quando le varici interessano i tronchi venosi principali (grande e piccola safena).
Una tecnica relativamente più semplice prevede l’asportazione delle vene attraverso piccole incisioni effettuate lungo il loro decorso. Tale opzione è indicata per l’asportazione di varici più piccole o che dipendono dai rami collaterali della safena asportata.
A seconda dei casi e dell’invasività, questi interventi possono essere eseguiti in anestesia loco regionale e in regime di day-surgery o più raramente in anestesia generale (ad es. per le vene varicose che coinvolgono la grande safena situata all’interno della coscia).