Considerata la diffusa consapevolezza dell’importanza fondamentale della prevenzione nel processo di sano invecchiamento, differenti studi hanno indagato l’efficacia di uno stile di vita adeguato nel controllo della produzione endogena e dell’assunzione esogena degli AGEs. I risultati attualmente ottenuti, oltre a dimostrare un netto miglioramento del decorso clinico di specifiche patologie (laddove presenti), mostrano come semplici accorgimenti possano tradursi nel lungo termine in un netto miglioramento della qualità di vita e in una ridotta incidenza di patologie legate all’invecchiamento.
Le difficoltà empiriche
Una delle principali difficoltà risiede nei metodi di dosaggio degli AGEs. L’eterogeneità chimica e fisica di questi complessi, infatti, richiede necessariamente un ventaglio di opzioni di dosaggio abbastanza ampio. Motivo per cui, in linea di massima, è doveroso considerare sempre una potenziale sottostima rispetto alla realtà. A tale situazione si associa un’ulteriore complicanza, rappresentata dalla scarsità di dati relativi alla farmacocinetica di queste sostanze. Infatti, non esistono al momento dati affidabili relativamente all’assorbimento intestinale, al metabolismo, al trasporto nell’ambiente intercellulare o alla farmacocinetica degli AGEs; inoltre va considerata una reale impossibilità nella distinzione tra AGEs endogeni, ossia prodotti dal metabolismo cellulare, ed AGEs esogeni, ovvero assunti attraverso la dieta ed altri fattori. Nonostante questi importanti limiti, diversi studi e numerosissimi dati empirici dimostrano come il controllo nell’assunzione degli AGEs possa tradursi in sensibili benefici per il paziente.
I benefici
Differenti studi dimostrano come piccoli accorgimenti nel nostro modo di vivere possano tradursi in sensibili benefici sul nostro stato di salute complessivo e sulla nostra qualità di vita. In tal senso, un buon controllo degli AGEs sarebbe associato:
ad un miglioramento della sensibilità insulinica, con conseguente ottimizzazione del controllo glicemico;
ad un miglioramento del profilo lipidemico;
ad una riduzione delle complicanze vascolari e nervose della patologia diabetica;
In linea di massima, quindi, la letteratura scientifica sembra concorde nel ritenere fondamentale l’utilità del controllo degli AGEs nel mantenimento dello stato di salute e della qualità di vita, soprattutto nei pazienti più fragili come gli anziani.
Principali fonti di AGEs
Come accennato, una buona fonte di AGEs è sostenuta dalla produzione endogena. In questo caso i fattori determinanti sembrano rappresentati dal contesto pro-infiammatorio, ossia dalla presenza di un microambiente ricco di citochine e stimoli infiammatori; un esempio classico di tale contesto è rappresentato dall’obesità, ma anche dalle patologie autoimmuni e dall’elevata presenza e disponibilità di zuccheri nell’ambiente cellulare. E’ noto come questo processo di sintesi endogena degli AGEs, ulteriormente sostenuto dalla presenza di radicali liberi, passi per tappe intermedie e reversibili fino ad arrivare alla formazione dei prodotti di Amadori e ai Prodotti Avanzati di Glicosilazione, che risultano strutturalmente stabili e chimicamente molto reattivi. A questi prodotti, la cui sintesi può essere controllata dall’ottimizzazione del proprio metabolismo, se ne aggiungono altri assunti esogenamente. In tal senso, le principali fonti esogene di AGEs sono rappresentate da:
Nei vari studi attualmente pubblicati sono stati proposti differenti metodi per controllare sia l’assunzione esogena di AGEs che la loro produzione endogena; tra i più importanti ed agevoli da applicare si ricordano:
controllare la dieta, evitare cotture spinte ed alimenti ad alto contenuto di AGEs (vedi articolo Dieta Anti AGES);
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