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Magazine X115 X115 Fosfatidilserina | Cos’è | Benefici, Cervello, Fonti Alimentari

Fosfatidilserina | Cos’è | Benefici, Cervello, Fonti Alimentari

  • 10 minuti

Che Cos’è

La fosfatidilserina è una sostanza grassa presente negli alimenti e nelle cellule del nostro organismo.

Un suo apporto ottimale attraverso gli integratori può migliorare le capacità di pensiero e memoria 2, 3.

Inoltre, può aiutare a ridurre lo stress e combattere il declino delle funzioni cerebrali associato all’invecchiamento 4, 5, 6, 7.

Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per chiarire l’efficacia di questi integratori.

Dal punto di vista chimico, la fosfatidilserina è un fosfolipide caricato negativamente. Rappresenta un componente importante delle membrane cellulari e ha una particolare rilevanza nella funzione cerebrale 1.

La presenza di fosfatidilserina nell’organismo umano è di vitale importanza per la salute cellulare e le funzioni cognitive; tuttavia non si tratta di un nutriente essenziale.

Il corpo umano riesce infatti a sintetizzare tutta la fosfatidilserina di cui ha bisogno, indipendentemente dal suo apporto alimentare.

Tra gli alimenti più ricchi di fosfatidilserina ricordiamo il tuorlo d’uovo, la lecitina di soia, il cervello degli animali e l’olio di krill (che tuttavia sembrerebbe più ricco di fosfatidilcolina, che rappresenta un’altra tipologia di fosfolipide).

A Cosa Serve

Funzioni Biologiche

La fosfatidilserina viene utilizzata dall’organismo come componente strutturale delle membrane cellulari e rappresenta il 5-10% del totale dei lipidi presenti nelle cellule 8, 9.

All’interno del doppio strato fosfolipidico del plasmalemma, la fosfatidilserina abbonda soprattutto nello strato interno, con la testa di serina rivolta verso l’interno.

Nell’organismo umano, la fosfatidilserina ha una localizzazione preferenziale a livello del cervello e dei nervi.

Come componente della membrana cellulare, la fosfatidilserina:

  • contribuisce a regolare la fluidità cellulare;
  • contribuisce alla segnalazione cellulare, modulando il funzionamento di recettori, enzimi, canali ionici e molecole segnale;
  • a livello cerebrale, partecipa ai meccanismi di trasmissione dei segnali neuronali e contribuisce a regolare le funzioni cognitive;
  • contribuisce a regolare l’apoptosi (morte cellulare programmata);
  • a livello delle piastrine, promuove la coagulazione e la trombosi.

Uso come Integratore

La fosfatidilserina viene utilizzata come integratore:

  • anti-stress;
  • utile per favorire memoria e apprendimento;
  • anti-catabolico (negli sportivi, può fungere da valido supporto per diminuire l’azione catabolica del cortisolo);
  • utile nella prevenzione della demenza;
  • coadiuvante nel trattamento del declino cognitivo correlato all’età;
  • coadiuvante nel trattamento dei sintomi dell’ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività nel bambino) e del morbo di Alzheimer.

Proprietà e Benefici

Salute del Cervello

Gli studi hanno ripetutamente dimostrato che l’assunzione di 100 mg di fosfatidilserina 3 volte al giorno può aiutare a ridurre il declino della funzione cerebrale correlato all’età4, 5, 6, 7

Inoltre, è stato dimostrato che le persone sane che assumono integratori di fosfatidilserina a dosi fino a 400 mg al giorno possono migliorare le loro capacità di pensiero e memoria 2, 3

Memoria e Funzione cognitiva

In uno studio clinico condotto su 18 giovani, un integratore contenente 400 mg di fosfatidilserina, assunto per 2 settimane, ha aumentato la velocità dei calcoli matematici e ridotto gli errori 10.

Gli Autori hanno rilevato un significativo miglioramento della velocità di elaborazione (+20%) e dell’accuratezza (+13% di risposte corrette e -39% di risposte errate) rispetto al placebo.

In un altro studio clinico su 72 anziani non depressi con problemi di memoria, 300 mg/die di fosfatidilserina con 240 mg/die di acido fosfatidico hanno migliorato la memoria e l’umore dopo 2 mesi di integrazione 11.

Demenza e declino cognitivo

Diversi studi sui ratti hanno rilevato che l’integrazione prolungata di fosfatidilserina può ridurre il tasso di declino cognitivo durante il processo di invecchiamento.

Inoltre, la fosfatidilserina associata ad acidi grassi omega-3 o all’estratto di Ginkgo biloba ha contribuito a mantenere o migliorare la memoria in 3 studi clinici su 158 persone 12, 13, 14.

In uno studio su 51 pazienti con morbo di Alzheimer, 12 settimane di integrazione con fosfatidilserina (da corteccia cerebrale bovina, alla dose di 100 mg tre volte al giorno) hanno migliorato significativamente i sintomi del declino cognitivo 5.

In un altro studio su 33 pazienti con demenza degenerativa primaria lieve, l’integrazione di fosfatidilserina derivata da corteccia cerebrale bovina (300 mg al giorno per 8 settimane) ha prodotto una riduzione dei segni clinici di demenza 4.

Un’altra ricerca è stata condotta su 68 persone (50-69 anni) con decadimento cognitivo lieve. Nel gruppo di trattamento, la somministrazione di fosfatidilserina per 6 mesi alla dose di 300 mg al giorno ha prodotto benefici nei risultati di alcuni test neuropsicologici per la valutazione dei disturbi dell’efficienza intellettiva e del deterioramento cognitivo 3.

Dosi di fosfatidilserina da 300 mg/die hanno anche migliorato i sintomi e il comportamento in uno studio clinico su 42 pazienti con demenza senile 15.

Infine, in 2 studi su 206 pazienti anziani, la fosfatidilserina, da sola o associata con olio di pesce, non ha migliorato la compromissione della memoria associata all’età16, 17.

Possibile meccanismo d’azione

In uno studio su pazienti con morbo di Alzheimer, la somministrazione di fosfatidilserina in dosi da 500 mg/die per 3 settimane è stata in grado di aumentare del 14,8% l’utilizzazione di glucosio a livello cerebrale 6.

Questo effetto può costituire uno dei possibili meccanismi d’azione attraverso i quali la fosfatidilserina espleta i suoi benefìci a livello cerebrale.

Va tuttavia segnalato che altri studi hanno registrato miglioramenti maggiori nel periodo di follow-up rispetto al termine del trattamento, suggerendo come tali benefìci possano dipendere da cambiamenti strutturali neuronali piuttosto che da cambiamenti metabolici transitori 1.

Morbo di Alzheimer

Gli studi hanno dimostrato che la fosfatidilserina può contrastare l’accumulo di proteina beta-amiloide nel cervello. In questo modo potrebbe aiutare a prevenire o rallentare la progressione della malattia di Alzheimer 18.

In uno studio clinico su 51 pazienti affetti dal morbo di Alzheimer, la fosfatidilserina ha ridotto i sintomi e migliorato la cognizione, con risultati maggiori nei soggetti con disabilità più lieve 5.

Inoltre, ha migliorato alcuni sintomi di demenza in altri 2 studi su 104 pazienti con una forma precoce di morbo di Alzheimer 19, 4.

ADHD

La fosfatidilserina, da sola o in combinazione con omega-3, ha ridotto i sintomi della sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) in due studi clinici su 236 bambini 20, 21.

Nel primo studio, l’integrazione di fosfatidilserina (200mg al giorno per 2 mesi) ha migliorato i sintomi nei bambini con ADHD; inoltre, si è registrato un miglioramento nella memoria uditiva a breve termine e nell’impulsività 20.

Altri studi hanno riscontrato effetti positivi sul miglioramento dell’ADHD nei bambini utilizzando un integratore di fosfatidilserina associato ad olio di pesce, oppure una tipologia particolare di fosfatidilserina con incorporati nella struttura gli acidi grassi tipici dell’olio di pesce (EPA e DHA) 21.

Nel 2021, una revisione e meta-analisi di 3 studi RCT su 216 soggetti ha concluso che dosi di 200-300 mg/giorno di fosfatidilserina apportano un beneficio significativo nel ridurre i sintomi di disattenzione nei bambini con ADHD. Tuttavia, trattandosi di prove di bassa qualità, sono state incoraggiate ulteriori ricerche in questo settore 21a.

Depressione

In un piccolo studio condotto su 10 donne anziane, 300 mg/die di fosfatidilserina hanno contribuito a ridurre i sintomi depressivi 22.

Stress e Cortisolo

In uno studio clinico su 80 persone, la fosfatidilserina ha ridotto i livelli di cortisolo e ACTH (che controlla il rilascio di cortisolo) a seguito di uno stress indotto. Stranamente, questo effetto è stato osservato solo con la dose di 400 mg e non con dosaggi più elevati 23.

In altri due studi clinici su 135 uomini, 400 mg/die di fosfatidilserina in combinazione con acido fosfatidico (400 mg) od omega-3, hanno normalizzato i livelli di ACTH e cortisolo, ma solo nelle persone con stress cronico 24, 25.

La fosfatidilserina (300 mg/giorno) ha inoltre migliorato l’umore e la calma in giovani volontari che affrontavano situazioni stressanti 26.

In un altro studio, una dose da 200 mg di fosfatidilserina per 42 giorni è stata somministrata a un gruppo di golfisti, portando a un aumento del 21,6% della precisione del drive (il colpo iniziale più lungo del golf). Tale miglioramento è stato ritenuto secondario alla riduzione dello stress 27.

Durante un altro studio, l’assunzione di 800mg di fosfatidilserina derivata da corteccia cerebrale bovina ha dimostrato di ridurre i livelli sierici di cortisolo e ACTH dopo un allenamento di resistenza intensiva 28.

Prestazioni Atletiche

La fosfatidilserina sembra diminuire la secrezione di ACTH, un ormone che attiva il cortisolo e che aumenta a causa di un’attività fisica intensa e prolungata. Questo effetto sulla risposta allo stress può spiegare come la fosfatidilserina possa giovare alle prestazioni atletiche 23, 26, 28, 31.

In uno studio clinico su 14 uomini, 750 mg di fosfatidilserina da soia assunti per 10 giorni hanno aumentato il tempo di esaurimento in un test al cicloergomento all’85% del VO2 max, senza influenzare significativamente l’uptake di ossigeno, i tassi di ossidazione dei grassi o i livelli di cortisolo 29.

In un altro studio, 400 mg/giorno di fosfatidilserina hanno ridotto la sensazione di affaticamento post-esercizio, ma gli effetti possono essere in parte attribuiti alla caffeina, un noto stimolante 30.

Tuttavia, in un piccolo studio clinico su 8 uomini, l’integrazione di fosfatidilserina non ha protetto da indolenzimento e danni muscolari 32.

Dosi e Modo d’uso

Mancando indicazioni mediche approvate, non è stata stabilita una dose precisa di fosfatidilserina da assumere quotidianamente.

Tuttavia, in generale, gli studi clinici suggeriscono un dosaggio efficace di 200-400 mg/die .

Molti studi sono stati svolti utilizzando fosfatidilserina estratta da cervello di bovino, mentre oggi per questioni di igiene e sicurezza la fonte estrattiva di eccellenza è la lecitina di soia.

Tuttavia, le due sostanze non sembrano intercambiabili, con studi sulla fosfatidilserina di soia che hanno fallito nel replicare gli effetti positivi precedentemente osservati con la fosfatidilserina bovina.

Inoltre, negli anni, sono state studiate, spesso con risultati positivi, associazioni della fosfatidilserina con altri integratori utili per sostenere memoria e funzioni cognitive, come l’olio di pesce e il ginkgo biloba.

Alimenti con Fosfatidilserina

La fosfatidilserina può essere difficile da ottenere attraverso la dieta, poiché molti alimenti non la contengono in quantità significative.

Sebbene i cervelli degli animali siano una buona fonte di questo fosfolipide, il loro consumo non è raccomandato per il rischio di contrarre malattie prioniche infettive 1, 33, 34.

Cibo Contenuto di fosfatidilcolina (mg/100 g) 35
Cervello bovino 713
Interiora (valore medio) 305
Milza suina 239
Rene suino 218
Pollo (coscia) 134
Pollo (valore medio) 110
Pollo (petto) 85
Manzo 69
Maiale 57
Fegato suino 50
Sgombro 480
Aringa 360
Anguilla 335
Tonno 194
Gambero 40
Merluzzo 28
Latte intero (3,5% di grassi) 1
Latte scremato (1,5% di grassi) 0,5
Fagioli 107
Frumento integrale 20
Riso integrale 3

Controindicazioni

I prodotti a base di fosfatidilserina sono controindicati in caso di allergia (ipersensibilità) alla fosfatidilserina o a uno qualsiasi degli altri componenti del prodotto.

A scopo cautelativo, l’uso di integratori di fosfatidilserina dovrebbe essere evitato, o strettamente supervisionato da personale medico, durante la gravidanza e l’allattamento.

L’assunzione di fosfatidilserina in presenza di condizioni patologiche o situazioni particolari, o se si sta seguendo una terapia farmacologica, è consigliata soltanto sotto controllo del medico che, conoscendo approfonditamente il quadro clinico del paziente, saprà dare i migliori consigli.

Effetti Collaterali

I possibili effetti collaterali derivanti dall’integrazione di fosfatidilserina sono rari e possono includere 36, 37:

  • Nausea;
  • Mal di testa;
  • Insonnia.

Storicamente, la fosfatidilserina è stata ricavata dal tessuto cerebrale delle mucche, che comporta un rischio di contaminazione e trasmissione di malattie.

Oggi di solito proviene da estratti di soia, che non sono associati agli stessi rischi ma potrebbero avere un’efficacia inferiore 28, 38.

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