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Cos’è
Lo strato corneo è lo strato più superficiale della pelle.
Appartiene all’epidermide e rappresenta la principale barriera fisiologica della cute.
Questa barriera è importantissima per proteggerci da insulti fisici e chimici. Inoltre, impedendo eccessive perdite di acqua, lo strato corneo mantiene l’equilibrio idrico prevenendo un’eccessiva disidratazione.
Possiamo quindi considerare lo strato corneo come un involucro protettivo della cute. Questo involucro difensivo è organizzato in una struttura a “mattoni e malta”, costituita prevalentemente da cellule (corneociti), proteine e lipidi.
Malta e Mattoni
Simbolicamente, lo strato corneo viene paragonato a un vero e proprio muro cementato.
Come ogni muro, è costituito da tantissime unità funzionali, i mattoni, che sono tenute insieme da un cemento.
Nello strato corneo, i mattoni sono costituiti dalle cellule (corneociti o squame cornee), mentre il cemento è costituito dai lipidi intercellulari.
Se vogliamo, quello dello strato corneo è anche un "muro di cemento armato"; infatti è percorso da fasci di proteine che ancorano e compattano l’intera struttura.
Cheratinizzazione
La costruzione dello strato corneo è sostenuta da un processo chiamato cheratinizzazione, lungo da 3 a 4 settimane.
In breve, i cheratinociti nascono negli strati più profondi dell’epidermide e sotto la spinta dei nuovi mattoni sottostanti risalgono verso la superficie.
Durante questa risalita, i cheratinociti subiscono un progressivo cambiamento della struttura e delle funzioni cellulari. Maturando, perdono gradualmente i vari organelli e il nucleo, trasformandosi in veri e propri "contenitori di cheratina".
Giunti nello strato più superficiale dell’epidermide (strato corneo), i cheratinociti (ora chiamati corneociti) hanno perso completamente la loro vitalità.
Di fatto, sono dei "detriti cellulari" (squame cornee) strettamente addossati gli uni agli altri e cementati da una “malta” composta da proteine e grassi (come le ceramidi).
Corneociti
I corneociti sono cellule piatte e anucleate, il cui maggior costituente citoplasmatico è rappresentato dai fasci di cheratina, aggregati in miofibrille dalla filaggrina.
Questi fasci proteici sono responsabili dell’elevata resistenza meccanica alle trazioni tipica di questo tessuto.
Negli spazi tra un corneocita e l’altro, troviamo i lipidi rilasciati dalle stesse cellule, che si organizzano in strutture lamellari parallele ai corneociti.
Questi lipidi sono responsabili della relativa impermeabilità della pelle.
I corneociti sono anche circondati da un rivestimento corneo che sostituisce la membrana plasmatica. Questa corazza proteica ha il compito di conferire una certa resistenza ai traumi di tipo meccanico e agli insulti chimici, ed è costituita da una serie di proteine: involucrina, loricrina, cheratolinina (o cistatina) e SPRRs.
La capacità della pelle di limitare eccessive perdite di acqua e la penetrazione di agenti esogeni dall’ambiente esterno, è garantita dalla particolare struttura "a muro cementato" dello strato corneo.
Un’altra caratteristica tipica dello strato corneo è il viraggio di pH dalla neutralità verso valori più acidi, intorno al 5, necessari per la protezione della cute da sostanze esogene e all’organizzazione della matrice cornea
Struttura
I corneociti sono strettamente organizzati in modo intrecciato e sovrapposto (simile ai coppi di un tetto).
Questa struttura viene ulteriormente stabilizzata da fibre proteiche di ancoraggio e da lamelle lipidiche.
Le fibre di ancoraggio (dette desmosomi) sono veri e propri ponti proteici, formati da una serie di proteine tra le quali troviamo ad esempio l’involucrina e la cheratina.
Le lamelle lipidiche comprendono ceramidi, colesterolo e acidi grassi liberi. Questi lipidi derivano dai corpi di Odland (organuli presenti nei cheratinociti nello strato granuloso dell’epidermide).
Spessore dello Strato Corneo
Lo spessore dello strato corneo non è uniforme, ma varia nelle diverse regioni dell’organismo.
In generale, la cute del corpo esprime uno strato corneo più spesso rispetto alla cute del viso, essendo in contatto quotidiano con indumenti e sfregamenti.
Le cosiddette ipercheratosi sono ispessimenti eccessivi dello strato corneo, apprezzabili come formazioni più o meno rilevate sul piano cutaneo (comunemente chiamate calli).
La loro comparsa può essere secondaria a fattori meccanici, come nella comune ipercheratosi della pianta del piede.
Funzioni
Oltre alla naturale funzione di barriera selettiva, già emersa dai precedenti paragrafi, lo strato corneo assolve a funzioni:
- protettive nei confronti delle radiazioni ultraviolette;
- impermeabilizzanti, controllando la perdita di acqua attraverso la cute;
- antiossidanti, grazie all’elevato contenuto di vitamine ed enzimi antiossidanti;
- protettive nei confronti dei microrganismi; a questa funzione concorrono:
- il pH acido,
- lo scarso contenuto di acqua,
- l’azione batteriostatica di molti lipidi,
- la presenza di enzimi proteolitici,
- la presenza di veri e propri fattori antimicrobici come le defensine,
- la naturale desquamazione dello strato corneo.
Recenti studi stanno inoltre attribuendo allo strato corneo un’importante funzione regolatoria nei confronti degli strati sottostanti.
La presenza di eventi lesivi, sia di natura meccanica che chimico-fisica, determinerebbe l’attivazione di una serie di fattori in grado di controllare l’attività degli strati sottostanti, inducendo proliferazione, differenziazione o evoluzione in senso flogistico.
Desquamazione
Uno dei meccanismi protettivi della cute nei confronti di differenti agenti patogeni e tossici è la desquamazione dello strato corneo.
Questa fase, rientrante nel fisiologico turn-over (ricambio cellulare) garantisce la perdita di parte del più superficiale strato corneo e dei relativi agenti tossici presenti.
Il tutto è mediato dalla degradazione di alcune proteine come la corneodesmosina e la desquamina, generalmente coinvolte nell’adesione dei corneociti e nel compattamento della matrice extracellulare.
La periodica desquamazione dello strato corneo risulta preziosa anche per una naturale funzione antiaging di ringiovanimento cutaneo.
Con l’avanzare del tempo, la desquamazione e il conseguente ricambio dell’epidermide avvengono più lentamente. Alcuni attivi come i retinoidi e gli esfolianti chimici possono favorire e accelerare il rinnovamento epidermico.
Strato corneo e Idratazione
La giusta quantità di acqua nello strato corneo è fondamentale per il mantenimento della normale integrità e il normale turnover della pelle.
Il contenuto d’acqua nello strato corneo consente una maggiore flessibilità dei tessuti ed è un componente cruciale delle reazioni enzimatiche responsabili della scissione delle connessioni desmosomali durante il processo di desquamazione.
Al di sotto di una concentrazione critica di acqua, le connessioni corneodesmosomali rimangono intatte, il che provoca un accumulo di corneociti e la comparsa di pelle secca e screpolata.
Il contenuto d’acqua dello strato corneo varia dal 10% al 30% nella pelle sana, rispetto al 75%-85% che caratterizza lo strato basale dell’epidermide.
Film Idrolipidico
Il cosiddetto film idrolipidico è un sottile strato protettivo che riveste la superficie cutanea.
È composto in prevalenza da lipidi (95%) e in misura inferiore da "acqua" (5%).
La fase oleosa del film idrolipidico è costituita da lipidi, in gran parte di origine sebacea e in misura nettamente inferiore cheratonicitaria (lamelle lipidiche).
La fase acquosa del film idrolipidico è chiamata NMF (natural moisturizing factor) ed è costituita essenzialmente dal sudore prodotto dalle ghiandole sudoripare; è principalmente responsabile del mantenimento del livello di acidità della pelle.
L’NMF è ricco di sostanze idrosolubili e igroscopiche in grado di legare e trattenere l’acqua nello strato corneo e nel film idrolipidico superficiale, fissando anche parte dell’umidità ambientale a contatto con la pelle.
Questi soluti osmoticamente attivi comprendono aminoacidi e loro derivati, acido lattico, urea ed elettroliti. Si formano dalla rottura della filaggrina (la proteina che fa da supporto ai filamenti di cheratina all’interno dei corneociti e che viene successivamente degradata).