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Magazine X115 X115 Acido Palmitico | Effetti sulla Salute | Usi nei Cosmetici

Acido Palmitico | Effetti sulla Salute | Usi nei Cosmetici

  • 6 minuti

Che Cos’è

L’acido palmitico è un acido grasso saturo, con catena lineare costituita da 16 atomi di carbonio.

Rappresenta il grasso saturo più comune nelle piante e negli animali.

La fonte alimentare più ricca di acido palmitico è l’olio di palma (45%). Inoltre, questo acido grasso costituisce circa un quarto (25%) del grasso presente nella carne rossa, nel burro di cacao e nei latticini.

L’acido palmitico può arrivare a costituire oltre la metà dell’assunzione totale di grassi saturi negli Stati Uniti 1.

Un eccessivo apporto di acido palmitico con la dieta può aumentare i livelli di colesterolo LDL (cattivo) e il rischio di malattie cardiovascolari.

Alimenti e Sintesi Endogena

L’acido palmitico è il principale acido grasso saturo presente in molte diete, con un apporto medio di circa 20-30 grammi al giorno 2, 3, 4.

Inoltre, rappresenta il 20-30% degli acidi grassi totali contenuti nell’organismo umano 5.

Similmente, costituisce circa il 25% degli acidi grassi presenti nella carne di manzo e maiale, ma solo il 6-10% degli acidi grassi degli oli di girasole, cartamo, arachidi o soia.

Quantità particolarmente elevate di acido palmitico si trovano nell’olio di palma (40-45% degli acidi grassi totali), nel burro di cacao (25%) e nell’olio di semi di cotone (21-26%).

Contenuto di acido palmitico negli alimenti comuni

Cibo % delle calorie totali
Olio di palma 45,1%
Sego di manzo 26,5%
Grasso di burro 26,2%
Burro di cacao 25,8%
Lardo 24,8%
Olio di semi di cotone 24,7%
Pollo 23,2%
Olio di mais 12,2%
Olio di arachidi 11,6%
Olio di semi di soia 11%
Olio di cocco 8,4%
Olio di palmisti 8%
Olio di colza 3,6%

Acido Palmitico e Salute

L’acido palmitico è noto per essere uno degli acidi grassi con il più marcato effetto ipercolesterolemizzante.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, esiste un’evidenza “convincente” che il consumo di acido palmitico aumenti il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, in maniera superiore ad altri grassi saturi e paragonabile ai grassi trans 6.

Rispetto ai carboidrati e ai grassi insaturi, l’acido palmitico aumenta i livelli di colesterolo totale e colesterolo LDL (cattivo), senza influire sul colesterolo HDL (buono) 7, 8, 9.

Alti livelli di colesterolo LDL sono un noto fattore di rischio per le malattie cardiache.

Uno studio ha inoltre collegato l’elevato apporto di acido palmitico a un maggior rischio di obesità e insulino-resistenza, che è un precursore del diabete di tipo 2 10.

Alcuni ricercatori hanno osservato che, sebbene l’acido palmitico aumenti il colesterolo LDL totale, tende principalmente ad aumentare le particelle LDL di grandi dimensioni.

Diversi ricercatori ritengono che livelli elevati di lipoproteine LDL di grandi dimensioni siano meno pericolosi sul piano cardiovascolare, sebbene altri non siano d’accordo 11, 12, 13.

Considerazioni importanti

Gli alimenti non sono costituiti soltanto da acido palmitico, sicché gli altri nutrienti ed eventuali fitonutrienti possono bilanciare o addirittura invertire i presunti effetti negativi di questo acido grasso.

Nel valutare gli effetti degli alimenti sulla salute, è necessario considerare la composizione e la struttura complessiva dei macronutrienti in essi contenuti 14, così come la disponibilità degli stessi. Questo perché i composti chimici degli alimenti si comportano diversamente in forma isolata e ad alte dosi rispetto a quando sono parte di strutture alimentari complesse multi-nutriente 15.

L’avocado, ad esempio, contiene la stessa quantità di grassi saturi di tre fette di pancetta. Ebbene, mentre la pancetta probabilmente aumenta i livelli di colesterolo LDL “cattivo” 16, l’avocado ha dimostrato di ridurli 17.

Curiosamente, nonostante lardo e sego abbiano un contenuto molto simile di acido palmitico, il fatto che questo acido grasso saturo sia incorporato nelle molecole di trigliceridi in maniera diversa fa sì che il lardo (grasso di maiale) sia più aterogeno del sego (grasso bovino) 18.

Un’altra considerazione fondamentale è che l’acido palmitico può anche essere sintetizzato dall’organismo umano.

In particolare, la sua sintesi aumenta quando vengono assunti nutrienti energetici in eccesso rispetto al fabbisogno (soprattutto carboidrati, ma anche amminoacidi). Troppi zuccheri, in particolare, favoriscono la resistenza all’insulina, che aumenta la sintesi di acido palmitico e altri acidi grassi (processo noto come lipogenesi) nel fegato.

Ciò porta a un eccessivo accumulo di acido palmitico tissutale, che si traduce in dislipidemia, aumento dell’accumulo di grasso ectopico e stato infiammatorio.

Pertanto, anche una dieta povera di acido palmitico ma ricca di zuccheri e calorie in eccesso aumenta considerevolmente le concentrazioni di questo grasso nel sangue e il rischio di effetti deleteri per la salute.

In definitiva, è sbagliato pensare che sia sufficiente ridurre l’apporto alimentare di acido palmitico per migliorare la propria salute e prevenire stati patologici 19. Per ottenere tale obbiettivo, occorre curare la dieta nel suo insieme.

Uso nei Cosmetici

L’acido palmitico (INCI Palmitic Acid, sin. Acido esadecanoico) si presenta come un solido bianco cristallino insolubile in acqua e solubile nei solventi organici.

Viene generalmente ottenuto trattando i trigliceridi con acqua ad alta temperatura e pressione.

L’acido palmitico ha proprietà emollienti e lipogelificanti.

Viene anche utilizzato come ingrediente intermedio per l’ottenimento di numerose materie prime cosmetiche. Ad esempio:

  • Isopropil Palmitato (Isopropyl Palmitate): emolliente leggero, dal tocco secco e facilmente assorbibile
  • Cetil Palmitato (Cetyl Palmitate): ottimo emolliente dal tocco asciutto, utile per migliorare la texture e la stabilità delle emulsioni
  • Ottilpalmitato (Octyl Palmitate): ottima stendibilità e buon effetto lubrificante. Ha capacità solubilizzanti per molti principi attivi
  • Esteri vitaminici (Retinyl Palmitate, Ascorbyl Palmitate, Ascorbyl Tetraisopalmitate ecc.): l’esterificazione con acido palmitico migliora la stabilità e la resistenza all’ossidazione delle vitamine della bellezza, aumentandone la lipofilia.

Unitamente all’acido stearico, l’acido palmitico forma la stearina. Per la preparazione di saponi, viene fatto reagire con idrossido di sodio per dare palmitato di sodio.

Il Palmitic Acid, come tutti gli acidi grassi solidi, viene utilizzato principalmente come fattore di consistenza nelle formulazioni cosmetiche, sia in emulsioni A/O che O/A, dove conferisce viscosità al prodotto senza appesantirlo e ne migliora la scorrevolezza e la stendibilità sulla pelle.

Si impiega anche in forma di sapone bi-trivalente (Al, Zn, Ca) come emulsionante A/O. Il palmitato di magnesio si usa invece come perlante negli shampoo.

L’acido palmitico si inserisce nella fase grassa di emulsioni, dove fonde a circa 60°C.

Il Palmitic Acid non è sensibilizzante o irritante ad alcuna concentrazione di impiego.

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