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Magazine X115 X115 Addominoplastica | Costi, Rischi, Benefici | Cosa Fare Prima e Dopo

Addominoplastica | Costi, Rischi, Benefici | Cosa Fare Prima e Dopo

  • 18 minuti

Che Cos’è

L’addominoplastica è un intervento di chirurgia estetica eseguito per rimuovere gli "eccessi di pelle" nell’area addominale.

Questa eccedenza di tegumenti (cute e tessuto adiposo) può produrre alcuni evidenti inestetismi, quali pieghe e ondulazioni della pelle o, nei casi più accentuati, un vero e proprio "grembiule" che ricopre la regione pubica.

L’addominoplastica permette di correggere questi inestetismi rimuovendo la pelle in eccesso e ottenendo un addome esteticamente gradevole.

Inoltre, può incorporare tecniche aggiuntive per l’asportazione parziale di tessuto adiposo e la correzione di eventuali ernie e/o difetti dei muscoli addominali.

L’addominoplastica non è progettata per ridurre l’aspetto di cicatrici o smagliature, tuttavia alcune di queste verranno rimosse quando verrà asportata la pelle in eccesso, mentre la messa in tensione della pelle potrà rendere quelle residue meno evidenti.

Sebbene sia possibile rimuovere parte del grasso in eccesso, l’addominoplastica non è progettata per una rimozione importante di tessuto adiposo. Dev’essere quindi considerata un intervento di rimodellamento del corpo e non di perdita di grasso.

I risultati dell’addominoplastica sono permanenti e diventano pienamente apprezzabili circa 6 mesi dopo l’intervento.

Tuttavia, è importante capire che tali risultati andranno mantenuti nel tempo con la giusta dieta e l’attività fisica. Infatti, se a distanza di anni il paziente dovesse ingrassare in maniera importante e poi perdere nuovamente il peso in eccesso, il problema potrebbe ripresentarsi.

Occorre anche considerare che fattori come eventuali future gravidanze, ma anche l’invecchiamento e la naturale perdita di elasticità della pelle potranno peggiorare l’aspetto della zona trattata.

Indicazioni

Le ragioni per sottoporsi a un intervento di addominoplastica possono essere numerose.

Quest’operazione può essere adatta per:

  • donne con significativa lassità cutanea ventrale e/o debolezza della muscolatura addominale a seguito di gravidanze multiple;
  • pazienti che presentano un eccesso di "pelle flaccida" nell’area addominale a seguito di un cospicuo dimagrimento, ad esempio dopo interventi di chirurgia bariatrica;
  • pazienti con problemi di diastasi addominale, che comporta difficoltà a controllare efficacemente i muscoli dell’addome e causa un irreversibile prolasso verso il basso dello stesso.

Tecniche disponibili

A seconda della natura del tessuto in eccesso e delle esigenze del paziente, esistono diverse tecniche per l’esecuzione dell’addominoplastica 1, 2, 3.

Ad esempio, in pazienti bariatrici con perdita di peso massiva può essere necessario rimuovere un ulteriore eccesso di pelle dai fianchi e dalla zona posteriore del tronco attraverso una tecnica chiamata addominoplastica circonferenziale 4.

All’estremo opposto, quando l’eccedenza di tegumento da asportare è ridotta, si può adottare una tecnica chirurgica più semplice e meno invasiva chiamata miniaddominoplastica.

La cosiddetta addominoplastica inversa è invece indicata quando è necessario ridurre la pelle in eccesso nella parte superiore dell’addome.

All’occorrenza, l’addominoplastica può essere associata anche ad altri interventi chirurgici come la lipoaspirazione locale e la mastoplastica additiva.

A Cosa Serve e Indicazioni

L’obiettivo dell’addominoplastica è quello di migliorare l’aspetto estetico della regione addominale.

Tale risultato può essere ottenuto:

  • rimuovendo l’eccedenza di tegumento (soprattutto pelle e, in misura minore, tessuto adiposo sottocutaneo) che residua da repentine e considerevoli perdite di peso;
  • rinforzando i muscoli addominali (ad esempio in presenza di un eccessivo distanziamento tra le regioni destra e sinistra del muscolo retto addominale);
  • eliminando eventuali ernie e riparando il danno a livello della parete addominale.

A seconda del tipo di inestetismo presente, l’addominoplastica può quindi riguardare solo la pelle in eccesso, la pelle e il grasso in eccesso, la pelle, il grasso e il rilassamento muscolare o solo il rilassamento muscolare.

Pelle in eccesso e lassità

L’eccessiva lassità della pelle dell’addome può essere dovuta all’esito di una gravidanza o a un rapido e importante dimagrimento in soggetti marcatamente sovrappeso od obesi.

Nei casi più lievi e nei pazienti ancora molto giovani, la pelle flaccida può rassodarsi nel tempo grazie al mantenimento del peso forma e all’adozione di una dieta equilibrata coadiuvata dall’attività fisica.

Tuttavia, nella maggior parte dei casi il problema dei tegumenti in eccesso persiste nel tempo, rendendo l’opzione chirurgica l’unica soluzione efficace.

Chirurgia bariatrica

La chirurgia bariatrica comprende tutti quegli interventi chirurgici mirati alla riduzione del peso nei pazienti affetti da grave obesità. Esempi includono il bypass gastrico e la gastrectomia a manica (sleeve gastrectomy).

Con la diffusione di questi interventi chirurgici, l’addominoplastica è diventata una risorsa significativa per aiutare i pazienti bariatrici alle prese con la "pelle in eccesso" che residua nella zona addominale in seguito alla cospicua perdita di peso 5.

In questi casi, oltre a migliorare l’aspetto estetico, l’addominoplastica può risolvere altri disturbi correlati, quali la dermatite (che spesso si verifica a livello delle pieghe inguinali) e la difficoltà nei movimenti o nella scelta degli indumenti.

Rinforzo muscolare ed ernie addominali

La muscolatura della parete addominale può risultare eccessivamente debole e rilassata a causa di problemi congeniti, sedentarietà, gravidanza o precedenti interventi chirurgici.

In questi casi, l’addominoplastica può intervenire per dare sostegno alla muscolatura ipotonica dell’area addominale.

Ad esempio, nel caso vi sia un problema di allontanamento (diastasi) tra le due metà del muscolo retto dell’addome, durante l’addominoplastica può essere eseguita la loro sutura sulla linea mediana ed eventualmente il loro rinforzo mediante il posizionamento di una rete biocompatibile.

Allo stesso modo, qualora siano presenti delle ernie causate da cedimenti della parete addominale, queste possono essere riparate nel corso dell’intervento di addominoplastica. Anche in questi casi può rendersi necessario l’impianto di una rete di contenimento che ricostituisca la continuità della parete addominale.

In generale, l’introduzione di un materiale sintetico aumenta la percentuale di possibili complicanze (infezioni, sieromi ecc.), ma in determinate situazioni non se ne può fare a meno.

Inoltre, il rafforzamento dei muscoli dell’area addominale è cruciale per una postura ottimale e per stabilizzare la colonna vertebrale aiutando a "mantenere la schiena dritta".

A tal proposito, uno studio del 2018 ha rilevato che i pazienti sottoposti ad addominoplastica hanno ottenuto miglioramenti significativi nel mal di schiena entro 6 settimane o 6 mesi dall’intervento 1.

Preparazione

Dimagrimento

Qualora il paziente si presenti con un sovrappeso residuo importante, prima di programmare l’intervento di addominoplastica dovrà impegnarsi per ottenere un ulteriore calo ponderale.

A tal proposito dovrà seguire il regime dietetico e di attività motoria indicato dallo specialista.

In generale, un BMI inferiore a 30 è considerato ideale per una procedura di addominoplastica perché riduce (ma non elimina) il rischio di complicanze.

Un BMI superiore a 35-40 può invece essere considerato dal medico come una controindicazione all’intervento.

Esami

Prima dell’intervento di addominoplastica, il paziente dovrà sottoporsi a una lunga serie di esami.

Questi includono analisi del sangue e delle urine e indagini strumentali, che possono includere anche un’ecografia e/o TC (tomografia computerizzata) addominale e prove di funzionalità respiratoria.

Un eventuale eco-doppler degli arti inferiori può essere richiesto in presenza di fattori di rischio per tromboembolia.

Sospensione di fumo, farmaci e integratori

Almeno un mese prima dell’intervento, si raccomanda di sospendere il fumo (poiché influisce negativamente sulla vascolarizzazione cutanea ostacolando la guarigione post-operatoria).

Un mese prima dell’intervento il medico suggerirà di sospendere anche l’eventuale terapia ormonale estroprogestinica ("pillola anticoncezionale"), per diminuire i rischi di tromboembolia.

Almeno due settimane prima dell’intervento verrà sospesa anche l’assunzione di medicinali che possono interferire con la coagulazione del sangue, come quelli contenenti acido acetilsalicilico (tipo Aspirina) e FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei come l’ibuprofene) e anticoagulanti orali.

Anche sul fronte degli integratori alimentari, due settimane prima dell’intervento andranno sospesi i possibili interferenti con la coagulazione, come olio di pesce, iperico, coenzima Q10, aglio e vitamina E.

Si raccomanda inoltre di non fare abuso di alcolici o di sostanze stupefacenti per due settimane prima dell’intervento, poiché potrebbero interferire pericolosamente con i farmaci utilizzati dall’anestesista.

Donazioni di sangue

Qualora insorgessero importanti sanguinamenti durante l’intervento, può rendersi necessario trasfondere il paziente.

Nella pratica ciò avviene molto raramente, per cui la preventiva donazione di sangue non viene predisposta di routine.

Ad ogni modo, tre settimane circa prima dell’intervento può essere richiesto di eseguire una o due donazioni di sangue da effettuare presso un centro emotrasfusionale; se necessario, queste unità di sangue verranno infuse nel corso dell’intervento o nel post-operatorio al fine di ridurre l’anemia.

Una metodica alternativa, eseguita con la stessa finalità, consiste nell’esecuzione di un prelievo di sangue immediatamente prima dell’intervento.

In vista dell’intervento

Nei giorni immediatamente precedenti l’intervento si consiglia di:

  • segnalare tempestivamente l’insorgenza di raffreddore, mal di gola, tosse e malattie della pelle;
  • organizzare, per il periodo post-operatorio, il rientro a casa con il supporto di un accompagnatore/trice;
  • procurarsi una guaina elastica contenitiva adatta all’area trattata.

Alla vigilia dell’intervento di addominoplastica:

  • Non assumere cibi né bevande, a partire dalla mezzanotte.
  • Praticare un accurato bagno di pulizia completo; rimuovere lo smalto dalle unghie delle mani e dei piedi; depilare l’inguine e il pube.
  • Se consigliato dal medico, praticare un clistere di pulizia.

Il giorno dell’intervento di addominoplastica:

  • Mantenere rigorosamente il digiuno;
  • Indossare un indumento da notte completamente apribile sul davanti con maniche molto comode; in generale procurarsi indumenti comodi che non debbano essere infilati dalla testa da usare nel periodo postoperatorio.

Esecuzione

Anestesia

Nella maggior parte dei casi, l’intervento di addominoplastica viene eseguito in regime di anestesia generale.

In alcuni casi, comunque, il medico può optare per un’anestesia spinale (subaracnoidea), epidurale o combinata spinale-epidurale.

La miniaddominoplastica viene eseguita nella maggior parte dei casi in anestesia locale con sedazione in regime ambulatoriale 6, 7.

Durata

L’intervento di addominoplastica richiede approssimativamente circa 2-4 ore, a seconda della procedura necessaria a realizzare la correzione desiderata.

In casi particolari i tempi operatori possono essere più lunghi. Ciò accade ad esempio quando il chirurgo esegue lo sbrigliamento nei riguardi di anse incarcerate o altri interventi sui visceri o risulta necessario più tempo per la ricostruzione della parete addominale.

Intervento

Procedura tradizionale

Normalmente il chirurgo esegue un’incisione nella porzione più bassa dell’addome, proprio al di sopra del pube, e un’altra attorno all’ombelico (per poterlo disinserire dalla cute circostante lasciandolo attaccato ai muscoli sottostanti).

Per questo motivo, le cicatrici finali saranno collocate al di sopra del pube e intorno all’ombelico.

Una volta praticate le incisioni, si procede allo scollamento della cute dalla muscolatura addominale, sollevandola verso l’alto fino quasi all’arcata costale inferiore.

Se necessario, i muscoli addominali vengono rimodellati all’occorrenza.

La cute scollata viene quindi tirata verso il basso e ne viene asportata la quantità in eccesso.

Infine si suturano le incisioni riposizionando l’ombelico nella sua porzione naturale.

In sede vengono posizionati uno o due drenaggi aspirativi per evacuare il sangue e il siero, e si applica una medicazione compressiva. Tali drenaggi vengono generalmente rimossi senza dolore al momento della prima medicazione.

Un catetere urinario può essere utilizzato durante l’intervento e verrà rimosso al termine dell’operazione o il mattino successivo.

Addominoplastica circonferenziale

L’intervento prevede un’incisione a 360° circolare che si estende sia sulla parte anteriore dell’addome che su quella posteriore.

Per questo motivo si parla di addominoplastica circonferenziale, torsoplastica o "totale".

Questo tipo di intervento serve per migliorare gli esiti di un dimagrimento importante da una precedente condizione di obesità patologica.

Mini Addominoplastica

La “mini-addominoplastica” (in cui pelle e grasso vengono asportati in minima parte) è ideale per i pazienti che non sono in sovrappeso e presentano lassità della parete addominale infraombelicale e un eccesso minimo di pelle e grasso.

Questi pazienti sono tipicamente donne con un peso sano che hanno avuto uno o due figli ma hanno mantenuto una buona elasticità cutanea 8.

L’intervento di mini addominoplastica si concentra sulla regione appena sotto l’ombelico (che non viene disinserito dalla cute circostante).

Lo scollamento cutaneo viene fatto fino a metà addome (non fino alle coste) e le cicatrici sovrapubiche sono di lunghezza inferiore.

La mini-addominoplastica dura solitamente un po’ meno (una o due ore).

Quale scegliere

I pazienti con grasso sottocutaneo da minimo a moderato e lassità della parete addominale da minima a moderata localizzata principalmente nella regione sotto-ombelicale, sono candidati alla “mini-addominoplastica”.

I pazienti con eccessiva lassità cutanea, grasso e debolezza della parete addominale dovranno invece orientarsi verso un’addominoplastica completa.

Costo

Il costo di un’addominoplastica estesa varia a seconda della tecnica chirurgica, del volume di grasso e delle dimensioni dell’area da trattare.

La fascia di prezzo è generalmente compresa tra 8.000 e 15.000 euro.

La mini addominoplastica può avere costi più contenuti, indicativamente da 6.000 a 7.500 euro.

Dopo l’Intervento

Degenza

A seconda della procedura chirurgica adottata, dopo l’addominoplastica il paziente rimane ricoverato da 2 a 4 giorni.

Generalmente, solo le mini addominoplastiche o i ritocchi secondari possono essere eseguiti in day surgery.

Dolore e Sensazioni

Nel periodo post-operatorio potrà essere avvertito un moderato dolore nell’area trattata.

Questa sensazione, controllata tramite farmaci antidolorifici, si attenuerà in pochi giorni fino a scomparire completamente dopo qualche settimana dall’intervento.

Nel periodo post-operatorio si potrà avvertire anche un notevole senso di compressione addominale.

Gonfiori e lividi sono normalmente presenti per almeno 2 settimane e spesso si estendono alla regione pubica, genitale e alle cosce.

La sensibilità della pelle, in particolare nei quadranti inferiori dell’addome, potrà rimanere alterata per un periodo variabile, eccezionalmente in forma duratura.

Guaina contenitiva

Nell’immediato post-operatorio lo staff medico può applicare una fasciatura compressiva all’addome sopra la medicazione.

La medicazione viene tolta dopo 4 o 5 giorni dall’intervento e viene sostituita con la sola guaina contenitiva (chiusura a strappo).

Per i successivi 14 giorni, la guaina elastica andrà mantenuta in sede senza mai toglierla. Successivamente, per altre due settimane, è preferibile indossarla almeno durante il giorno.

Assunzione di Farmaci

Per i primi 4-5 giorni dopo l’intervento, il paziente dovrà proseguire l’assunzione di antibiotici (nel caso ciò sia ritenuto opportuno dal medico).

La presenza di un moderato rialzo febbrile è frequente e non è strettamente segno di infezione; puntate febbrili superiori a 38°C devono comunque essere segnalate tempestivamente al chirurgo.

Nel post-trattamento può essere prescritta anche una profilassi farmacologica per ridurre il rischio di tromboembolia.

Precauzioni

Alla dimissione, è necessario farsi accompagnare a casa in automobile e camminare in posizione leggermente flessa (con la schiena leggermente piegata in avanti).

Per i primi 7-10 giorni, viene consigliato di rimanere in località raggiungibili dal chirurgo, per eventuali controlli.

Per le prime 4 settimane, il paziente dovrà evitare di compiere ampi movimenti con il tronco; dovrà inoltre astenersi dall’attività sessuale, che potrà essere ripresa dopo tale periodo.

Dopo l’intervento, è importante che il paziente adotti posture e posizioni caratterizzate da una leggera flessione della schiena (piegata in avanti verso le cosce). Questo posizionamento aiuta ad evitare trazioni lungo la linea di sutura e riduce il rischio di formazione di cicatrici ipertrofiche.

È consigliabile mantenere questa posizione anche durante il riposo a letto, applicando un cuscino sotto le ginocchia per mantenere semiflesso il tronco sulle gambe, e camminare col busto leggermente piegato in avanti nelle prime giornate dopo l’intervento.

Si consiglia inoltre di:

  • evitare per almeno 1 mese l’esposizione diretta al sole o al calore intenso (es. sauna, lampade UVA) e attività fisiche importanti.
  • non fumare, per evitare colpi di tosse con relativo dolore e possibili sanguinamenti;
  • non guidare veicoli per le prime 2 settimane.

I punti di sutura esterni verranno rimossi a distanza di una o due settimane dall’intervento, mentre la prima doccia di pulizia completa potrà essere praticata solo dopo tale periodo.

I drenaggi vengono invece rimossi entro le prime 72 ore, in base alla quantità di siero prodotto.

Risultati

L’effetto migliorativo dell’addominoplastica risulta immediatamente visibile al chirurgo già durante l’intervento.

Tuttavia, il risultato definitivo sarà pienamente apprezzabile dal paziente circa 6 mesi dopo, quando gli edemi (gonfiori) post-intervento si saranno completamente riassorbiti.

In alcuni casi, passato tale periodo può essere necessaria una correzione chirurgica per eliminare eventuali imperfezioni residue.

Il risultato dell’intervento è permanente, nel senso che il tessuto asportato non si riforma.

Tuttavia, col passare degli anni i normali processi di invecchiamento cutaneo, gravidanze e stili di vita non corretti potranno comportare un’alterazione della forma della parete addominale, peggiorandone l’aspetto.

Gli inestetismi cutanei preesistenti, come cicatrici e smagliature, scompariranno solo se compresi nella porzione di pelle asportata.

Con l’addominoplastica tradizionale, quindi, vengono eliminate le smagliature dei quadranti inferiori dell’addome mentre quelle dei quadranti superiori possono essere solo migliorate di aspetto per effetto della tensione cutanea.

Cicatrici

Inevitabilmente l’intervento di addominoplastica produce delle cicatrici cutanee, la cui estensione e posizione dipende dalle dimensioni originarie della parete addominale, dalla quantità di tessuto asportato e dalla tecnica chirurgica utilizzata.

In generale, l’intervento è pianificato per fare in modo che l’incisione principale (quella poco sopra il pube) venga nascosto sotto la linea dello slip, permettendo quindi una resa estetica di ottima qualità anche in situazioni di semi-nudità, come ad esempio al mare o in piscina.

Come tutte le cicatrici, anche quelle lasciate dall’addominoplastica, specialmente se ben guarite e curate dal paziente (assenza di sole, uso di pomate specifiche ecc.) tenderanno a diminuire gradualmente di visibilità, assottigliandosi e migliorando esteticamente nel tempo.

Indicativamente, la cicatrice tenderà a schiarirsi nell’arco di 4-5 mesi, ma a volte, le cicatrici richiedono 1 anno per confondersi con la cute stessa.

Nel caso in cui siano presenti alterazioni del metabolismo (diabete, disturbi della coagulazione ecc.) i tempi di guarigione delle ferite chirurgiche risultano rallentati e possono esserci porzioni che richiedono un controllo prolungato e un maggior numero di medicazioni.

In generale, comunque, l’esito cicatriziale dipende dalla reattività cutanea del singolo paziente.

Alcuni soggetti, ad esempio, possono sviluppare cicatrici arrossate o rilevate e perciò facilmente visibili, che durano diversi mesi o sono permanenti (cicatrici ipertrofiche) o cicatrici “allargate” di colore normale (cicatrici ipotrofiche). Si tratta di un’evenienza non prevedibile, seppure di raro riscontro.

Eventuali cicatrici di cattivo aspetto e qualità possono comunque essere corrette con un trattamento o con un intervento medico, dopo un congruo periodo di tempo (6-12 mesi dall’intervento).

Alterazioni della sensibilità

La sensibilità della pelle e in particolare dell’ombelico potrà rimanere alterata (diminuzione della sensibilità, formicolii) per un periodo di mesi o anche di alcuni anni; di rado in modo permanente.

Tali alterazioni della sensibilità risultano imprevedibili a priori e possono verificarsi in modo diverso su aree diverse dell’addome.

Controindicazioni

L’intervento di addominoplastica non dev’essere eseguito in gravidanza; in caso di dubbio, devono quindi essere effettuate le indagini specifiche.

I pazienti con cattive condizioni di salute, tra cui malattie cardiopolmonari avanzate, cirrosi e diabete mal controllato, non sono buoni candidati per questa procedura, poiché il rischio di complicanze gravi è aumentato.

Il fumo è gravemente dannoso per l’addominoplastica, poiché la procedura richiede un adeguato apporto di sangue. Per questo motivo, molti chirurghi plastici considerano il fumo una controindicazione all’intervento 3.

Effetti Collaterali

Fattori di rischio

Statisticamente, si può affermare che nelle persone in buone condizioni generali, senza alterazioni significative negli esami clinici preoperatori, l’insorgenza di complicazioni gravi o gravissime è rara.

Al contrario, i pazienti con determinate comorbidità (come malattie cardiache e diabete) possono essere più soggetti a complicanze 2.

Anche un rapido dimagrimento, superiore al 10% del peso corporeo nei 6 mesi precedenti, aumenta il rischio di complicanze.

Possibili complicazioni

L’addominoplastica può dare luogo a complicazioni sia anestesiologiche che post-chirurgiche generali, ma anche a complicazioni specifiche.

Fra le complicazioni di carattere generale, possibili in ogni intervento chirurgico, sono da ricordare:

  • l’emorragia (sanguinamento) della ferita;
  • l’infezione della ferita, che si manifesta con dolore, arrossamento della pelle e gonfiore, accompagnati o meno da febbre, e che viene trattata generalmente con antibiotici, medicazioni locali e, solo raramente, con un intervento chirurgico;
  • l’ematoma (raccolta di sangue in profondità nell’area operata): si manifesta con l’insorgenza di possibili aumenti di volume o di dolori in sede di intervento;
  • il sieroma (raccolta di siero), che come l’ematoma può richiedere l’aspirazione con siringa o l’evacuazione mediante riapertura di un tratto della ferita chirurgica;
  • la riapertura spontanea della ferita (deiscenza): più frequente tra diabetici e fumatori, può richiedere semplici medicazioni locali o più raramente un intervento chirurgico;
  • la tromboembolia: evenienza potenzialmente molto grave ma fortunatamente rara in pazienti a basso rischi mobilizzati precocemente.

Fra le complicazioni specifiche dell’addominoplastica sono da segnalare la liponecrosi, la necrosi cutanea e la necrosi dell’ombelico.

  • Liponecrosi (ovvero la morte delle cellule di una parte del grasso addominale): si può manifestare precocemente con la fuoriuscita di liquido oleoso dalla ferita chirurgica, oppure a distanza di tempo con la possibile formazione di noduli fibrosi, indurimenti e calcificazioni e/o con un avvallamento della superficie dell’addome;
  • necrosi dell’ombelico: complicanza rara, più probabile dopo l’addominoplastica di entità cospicua. Tale evenienza richiede un iniziale trattamento conservativo con medicazioni, seguito, se opportuno, a distanza di tempo da un intervento in anestesia locale per la ricostruzione dell’ombelico;
  • necrosi cutanea del lembo addominale, più probabile nei fumatori o qualora l’addominoplastica sia associata a lipoaspirazione; può essere trattata con medicazioni e/o con un successivo intervento, prolungando i tempi di guarigione.

Secondo un’analisi del 2015 su 2.946 addominoplastiche, il 19,5% dei pazienti ha manifestato una complicanza generale 9.

Queste complicazioni variavano da problemi minori alla ferita (come le infezioni) a problemi più gravi come sanguinamento estremo, insufficienza renale e complicazioni cardiache.

Inoltre, l’8,5% dei pazienti ha dovuto essere ricoverato in ospedale e il 5% ha avuto bisogno di un’altra operazione.

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