Gli alimenti a base di carboidrati differiscono nella capacità di influenzare la glicemia in seguito alla loro ingestione.
L’indice glicemico consente di classificare questi alimenti in base ai loro effetti sulla glicemia.
In particolare, gli alimenti a basso indice glicemico aumentano la glicemia in maniera lenta e spesso moderata.
Al contrario, dopo il consumo di cibi ad alto indice glicemico si verifica un rapido aumento del livello di glucosio nel sangue e una grande risposta insulinica.
Numerosi studi hanno documentato i benefici per la salute ottenibili seguendo uan dieta ricca di alimenti a basso indice glicemico.
Tra questi benefici si ricordano un miglior controllo della glicemia, una riduzione dei livelli di colesterolo, il contrasto all’infiammazione, un miglior controllo del peso corporeo e la prevenzione delle malattie cardiovascolari 1.
Regole Pratiche
Impostare la propria dieta sul consumo prevalente di alimenti a basso indice glicemico è una scelta corretta e condivisibile.
Tuttavia, effettuare le proprie scelte basandosi soltanto sui valori dell’indice glicemico può vanificare la bontà della dieta.
Queste tabelle, infatti, forniscono soltanto un’indicazione di massima su quali sono gli alimenti utili per tenere sotto controllo i livelli glicemici.
Prima Regola
In sintesi, a livello generale, è bene ricordare che:
sono alimenti a basso indice glicemico tutta la verdura (tranne le patate), quasi tutta la frutta fresca (tranne la banana e l’anguria), la carne, il pesce e le uova, e alcuni cereali interi o integrali (orzo e avena);
sono alimenti ad alto indice glicemico (elevato o medio-elevato) tutti i carboidrati raffinati ad alta densità, come pasta, pane, riso, dolci e zuccheri in generale.
In generale, tanto più un alimento è lavorato (processato industrialmente o cucinato a lungo), tanto maggiore è il suo indice glicemico.
Pertanto, come regola generale (salvo rare eccezioni):
tutto ciò che troviamo spontaneamente in natura (come semi, verdure a foglia, legumi, frutti, pesci, uova, carne) ha un indice glicemico basso o moderato;
quello che non esiste come tale in natura (come snack dolci e salati, farine raffinate, succhi di frutta, biscotti, cioccolato ecc.) ha un indice glicemico medio o elevato.
Seconda Regola
L’indice glicemico degli alimenti nasconde numerose criticità, che dipendono essenzialmente:
dalla variabilità dei suoi valori, che impedisce di stabilire con esattezza l’indice glicemico della maggior parte degli alimenti;
dal rischio di errate interpretazioni, che possono portare a veri propri abbagli nutrizionali (demonizzando ingiustamente certi alimenti e ignorando gli altri fattori che impattano sulla risposta glicemica e insulinica al pasto).
Terza Regola
L’indice glicemico tiene conto solamente della qualità dei carboidrati, tralasciando un aspetto molto più importante: quello della quantità.
Come regola generale, è quindi corretto preferire il consumo di alimenti con indice glicemico basso e medio-basso
Tuttavia, è assai più importante scegliere alimenti a bassa densità calorico-glucidica (poveri di calorie e carboidrati, quindi a basso carico glicemico) e a elevato potere saziante 2, 3.
Sebbene l’indice glicemico degli alimenti sia importante, la quantità di carboidrati consumati conta ancora di più.
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