INDICE ARTICOLO
Generalità
I saponi non saponi rappresentano un’alternativa delicata al sapone tradizionale. Essi, infatti, vengono realizzati con un procedimento diverso rispetto ai comuni detergenti per viso e corpo, e risultano più dermocompatibili. Cosa significa questo?
Il sapone, inutile dirlo, è un cosmetico fondamentale nella nostra beauty routine quotidiana, che ci aiuta a prenderci cura del benessere della pelle. Può accadere tuttavia che un detergente risulti troppo aggressivo sulla cute, rischiando di abbassarne le naturali difese. Ad ogni modo, smettere di lavarsi non è una soluzione ottimale, soprattutto dal momento che una pelle sana è prima di tutto una pelle pulita.
Quello che bisogna fare dunque è scegliere il sapone più adatto al proprio tipo di cute, soprattutto se quest’ultima è sensibile o soggetta ad alterazioni e irritazioni. In questo senso, i saponi non saponi possono rivelarsi il prodotto adatto per evitare eccessiva secchezza e sensazione di fastidio, poiché si adattano alle diverse esigenze cutanee.
Vengono chiamati anche SynDet dall’inglese Synthetic Detergents o detergenti sintetici, il che non significa che siano meno “naturali” o “sani” dei comuni saponi. La loro formulazione, infatti, è tale da consentire di ottenere un pH più o meno acido a seconda del tipo di pelle a cui è destinato il prodotto. Ma per capire esattamente come agiscano i saponi non saponi è indispensabile conoscere alcune caratteristiche base della nostra pelle.
Approfondimento – La pelle
La pelle è l’organo più esterno ed esteso del corpo umano, e serve a proteggere i tessuti e gli organi sottostanti. Oltre a fungere da scudo, la pelle ha molti altri compiti da svolgere, tra i quali la regolazione della temperatura, l’assorbimento di sostanze utili come l’ossigeno, il controllo dell’evaporazione dei liquidi e, naturalmente, la sensibilità, che ci aiuta nella percezione di noi e del mondo esterno. È indubbio pertanto che la salute di questo organo sia di grande importanza.
Caratteristiche
La pelle è estremamente elastica e resistente, soprattutto durante la giovinezza. È costituita principalmente da due parti:
- L’epidermide: è lo strato più esterno e non vascolarizzato della pelle. È costituita a sua volta da diversi livelli, tra i quali spicca il cosiddetto mantello acido, la naturale barriera cutanea formata da lipidi e altre sostanze idratanti che aiutano a impedire l’accesso agli elementi nocivi e ad impedire un’eccessiva perdita d’acqua.
- Il derma: rappresenta lo strato più profondo della cute, ricco di vasi sanguigni e terminazioni nervose, nonché sede degli elementi strutturali più importanti della pelle quali collagene, elastina e acido ialuronico che conferiscono a quest’organo resistenza, elasticità ed idratazione.
La pelle, pertanto, è fisiologicamente predisposta a funzionare in modo ottimale se non viene trascurata o, peggio, maltrattata. Perché possa svolgere le proprie funzioni al meglio, quindi, occorre prendersene cura nel modo giusto.
Igiene della Pelle
Al fine di favorire e implementare la funzionalità cutanea, è importante prestare particolare attenzione alla pulizia della pelle. Praticarla in modo errato, infatti, potrebbe condurre alla diffusione di irritazioni o patologie dovute all’ingresso di sostanze nocive.
La cute, non a caso, va detersa in modo delicato per non alterare la naturale barriera cutanea e non troppo spesso. Inoltre, è fondamentale utilizzare prodotti non aggressivi per non favorire eventuali disturbi cutanei.
Riassumendo quindi, igiene cutanea sì, ma nel modo corretto!
Il pH
Come conciliare dunque l’uso del sapone con una pelle bella e sana? Il modo migliore è quello di tenere conto del pH cutaneo.
Se ne parla sempre molto, soprattutto nelle pubblicità o sulle etichette di tantissimi prodotti per la detergenza; tuttavia, non sempre è ben chiaro di che cosa si tratti.
Vediamo di capirlo assieme.
Cos’è il pH cutaneo
In generale, il pH è un valore convenzionale che indica il livello di acidità o alcalinità di una soluzione a base d’acqua. Esso è compreso in una scala tra 0, che indica la massima acidità, e 14, o massima basicità; il valore intermedio 7 rappresenta invece una soluzione neutra, come ad esempio l’acqua pura. Pertanto, una soluzione con pH inferiore a 7 sarà considerata acida, al contrario sarà basica quella con un pH superiore.
Dal momento che la pelle contiene acqua, sarà anch’essa soggetta ad un certo pH che varia a seconda del tipo di pelle e anche in base all’area del corpo considerata. Ad esempio, zone come le ascelle, lo spazio tra le dita dei piedi o la piega del seno o dell’inguine, hanno un pH più elevato rispetto ad altre aree. Allo stesso tempo la pelle degli uomini ha un pH più acido di quella delle donne, mentre anziani e bambini tendono a valori più basici, ragione per cui la loro pelle è più delicata.
Potremmo dire che il pH cutaneo oscilla tra 4.2 e 5.6, valori evidentemente acidi. Tuttavia, il pH può mutare a causa di svariati fattori:
- Sesso,
- Età,
- Alimentazione,
- Clima,
- Inquinamento,
- Patologie e farmaci,
- Saponi e cosmetici,
- Ormoni,
- Produzione di sebo,
- Sudorazione.
Il ruolo del pH
A questo punto vi starete chiedendo perché sia così importante conoscere questo valore.
Ebbene, individuare il pH cutaneo ci aiuta concretamente a proteggere il benessere della nostra pelle poiché la difende da batteri e organismi nocivi. Allo stesso tempo, poi, esso crea le condizioni favorevoli allo sviluppo e alla sopravvivenza della naturale flora batterica cutanea e di alcuni enzimi dal ruolo importante per la pelle.
Ecco perché mantenere l’acidità del pH cutaneo è così importante. Infatti, se andiamo ad analizzare i valori di riferimento di pelli irritate o atopiche, noteremo che il loro pH è più alto, più vicino a livelli alcalini. È evidente, dunque, che i classici saponi non sono l’ideale in queste condizioni, poiché a contatto con l’acqua essi sviluppano un pH basico. I saponi non saponi, al contrario, rispettano i valori dei diversi tipi di cute, adattandosi alle singole necessità.
Curiosità
Per calcolare il pH, oltre agli strumenti digitali, si usano le cosiddette cartine tornasole, strisce di carta che a contatto con le diverse soluzioni cambiano colore: rosa in caso di pH acido, blu per il pH basico.
Saponi
Una volta delineate le esigenze della pelle e le ragioni per cui è così importante prendersene cura, cerchiamo ora di analizzare più da vicino i saponi non saponi e capire come si distinguono dai saponi tradizionali.
Come sappiamo, il sapone è un prodotto di larga diffusione, usato per detergere la superficie cutanea e liberarla da impurità e sostanze di scarto. Esso viene prodotto attraverso un procedimento chimico noto come saponificazione, che consente di creare quello che dal punto di vista chimico altro non è che un tensioattivo anionico. In poche parole, si unisce una base forte, quindi caustica o corrosiva come ad esempio la soda caustica, ad un acido grasso, per formare un prodotto che allo stesso tempo possa sciogliersi in acqua e sciogliere lo sporco.
Tipologie di sapone
Basta guardare gli scaffali al supermercato o in profumeria per capire che oggi in commercio ci sono moltissime tipologie di sapone. Ma in base a cosa si differenziano?
- Tipo di base forte: in origine il sapone veniva prodotto utilizzando la cenere ottenuta bruciando diverse piante tipiche della zona. Questa cenere veniva definita soda, dal carbonato di sodio ottenuto nel processo di combustione (e che quindi non aveva nulla a che fare con la soda caustica impiegata più avanti). La soda così ottenuta, però, era un ingrediente costoso e di conseguenza il sapone da essa derivato aveva un prezzo piuttosto alto. Per ovviare al problema, nel XIX secolo, Solvay ideò un modo per ricavare il carbonato di sodio dal sale da cucina; il metodo venne quindi perfezionato da Leblanc e permise di abbattere notevolmente i costi del sapone. Come anticipato, il sapone solido oggi viene realizzato in genere con la soda caustica, o idrossido di sodio; per la versione molle invece si utilizza l’idrossido di potassio, anche noto come potassa; infine, esiste un sapone di tipo industriale che impiega come base forte l’idrossido di litio.
- Tipo di acido grasso: in particolare, nella storia dei saponi distinguiamo tra acidi grassi animali e vegetali. La scelta dipendeva naturalmente dalle materie prime presenti nella zona di produzione e dalle disponibilità economiche. Il grasso vegetale, infatti, era decisamente più prezioso di quello animale e, quando possibile, il suo uso veniva limitato strettamente alla cucina. Tuttavia, i saponi più rinomati erano proprio a base di olio di d’oliva, come il sapone di Marsiglia, o di oliva e alloro come nel caso del sapone di Aleppo.
- Consistenza: più semplicemente i saponi possono essere distinti in base alla consistenza con cui si trovano in commercio. In particolare, troviamo il sapone solido, il sapone molle e il sapone liquido. Nel primo caso parliamo ovviamente dell’intramontabile saponetta ottenuta come abbiamo detto dalla soda caustica e disponibile in vari formati, dalla classica mattonella alle scaglie, e arricchita con essenze naturali, coloranti o profumi. Il sapone molle è meno conosciuto poiché dedicato più che altro al bucato invece che all’igiene personale, ma può essere usato anche come antiparassitario. Infine, il sapone liquido è quello ad oggi più diffuso in quanto ritenuto più igienico all’interno del dispenser, invece che esposto costantemente all’aria e ai germi in essa contenuti. Esso è costituito, oltre che da tensioattivi anionici, anche da cationici o non ionici.
Curiosità
Sembra che durante il Rinascimento il sapone venisse usato solo due volte l’anno in occasione per l’appunto del cosiddetto “bagno annuale”.
I saponi sintetici
Eccoci dunque ai protagonisti di questo articolo: i saponi non saponi, anche chiamati SynDet. Se i detergenti citati finora a contatto con l’acqua sviluppano un pH alcalino, troppo elevato per la pelle, i saponi non saponi hanno il pregio di offrire un pH acido o neutro a seconda delle singole esigenze.
Il sapone tradizionale, infatti, può aggredire la pelle, soprattutto quando quest’ultima è già soggetta a disturbi o patologie particolari. I saponi non saponi, invece, presentano valori di tollerabilità cutanea molto più elevati poiché più simili alla naturale acidità della pelle.
Vengono prodotti sinteticamente attraverso un particolare processo dal quale si ottiene un insieme di tensioattivi, non solo anionici ma anche anfoteri e non ionici. In questo modo è possibile modulare il pH del prodotto finale da 3.5 fino al neutro 7, valori che rispondono alle esigenze di tutti i tipi di pelle, anche quelle più sensibili o problematiche.
I Benefici
Prima di elencare le proprietà dei saponi non saponi, è bene fare una premessa. Come abbiamo già evidenziato, in linea generale la pelle è in grado di badare a se stessa ed è naturalmente munita di un potente sistema difensivo.
Nel processo di detersione quotidiana, questa barriera viene in qualche modo intaccata, alterando così l’equilibrio della cute. Anche in questo caso però, la pelle è un organo talmente efficiente da riuscire a ripristinare il proprio pH autonomamente, anche se può impiegare da pochi minuti a qualche ora.
Il ritorno alla normalità, tuttavia, può essere inficiato da diversi fattori a cui dobbiamo quindi prestare molta attenzione:
- Lavaggi troppo frequenti;
- Contatto eccessivo tra la cute e il sapone;
- Detergenti troppo aggressivi;
- Sfregamento intensivo della cute;
- Eccesso di prodotto.
L’ideale quindi è lavarsi il giusto, in modo delicato e utilizzando i prodotti più adatti al proprio tipo di pelle, da risciacquare infine con attenzione.
Le proprietà dei saponi non saponi
Come abbiamo visto, quindi, i Syndet offrono i seguenti vantaggi:
- Non alterano il pH cutaneo e non intaccano le naturali difese della pelle;
- Risultano più delicati sulla pelle;
- Sono indicati anche per le pelli sensibili in quanto non provocano rossori o irritazioni;
- Hanno pH diversi che rispondono alle necessità di vari tipi di pelle;
- Non causano secchezza o effetto pelle che tira;
- Mantengono le proprie caratteristiche anche a contatto con acque dure.
Curiosità
In passato si considerava l’acqua come un veicolo di batteri e infezioni e si riteneva che il bagno fiaccasse l’organismo predisponendolo al contagio. L’igiene corporea quindi avveniva per mezzo di panni asciutti e puliti e si concentrava soprattutto sulle zone più evidenti ed esposte, come il viso e le mani.
Gli Ingredienti
Sebbene il procedimento per realizzare i saponi non saponi sia sintetico, la base lavante è più delicata rispetto a quella dei saponi tradizionali. In aggiunta, anch’essi possono contenere ingredienti funzionali o di derivazione naturale. Come i saponi comuni, infatti, anche i Syndet possono avere funzionalità diverse, da quelli idratanti, a quelli nutrienti o sebonormalizzanti; la differenza naturalmente sta nel tipo di ingredienti impiegati.
Acido ialuronico
Come ormai sappiamo molto bene, l’acido ialuronico è l’ingrediente da cercare quando la pelle necessita di maggiore idratazione. Purtroppo, infatti, questo prezioso elemento, presente naturalmente nel nostro organismo, con il tempo – o a causa di fattori quali l’esposizione solare – va via a via diminuendo. Di conseguenza ci troveremo di fronte ad episodi quali secchezza, prurito e desquamazione. La presenza di questa sostanza nei saponi non saponi aiuta ad evitare il problema poiché richiama e trattiene l’acqua sulla superficie cutanea.
Collagene
Si tratta quasi sicuramente dell’ingrediente più richiesto nei prodotti antiage, anche quando si tratta di saponi. Non a caso, il collagene è un elemento strutturale della nostra pelle che contribuisce a sostenerla e a mantenerla giovane e tonica. Anch’esso con l’età può venire meno; ecco perché è fondamentale ripristinarlo. Il collagene infatti non è adatto solo alle pelli mature, ma anche per quelle più giovani come prevenzione contro i segni dell’invecchiamento nelle pelli giovani.
Amido di riso
È uno degli ingredienti che troviamo più spesso all’interno dei saponi non saponi, soprattutto in quelli dedicati alla pulizia dei bambini. L’amido di riso, infatti, è noto per la sua grande delicatezza e dermocompatibilità che lo rendono la sostanza ideale per le pelli più sensibili.
Pantenolo
Un ingrediente prezioso per le pelli secche ed irritate poiché alle proprietà idratanti abbina anche capacità emollienti e lenitive, che lo rendono adatto anche in caso di problematiche cutanee particolari, come ulcere, ragadi o lesioni di vario tipo.
Acque termali
Sono molto rinomate in quanto favoriscono la rigenerazione cellulare e la riparazione di zone di cute alterata. Le acque termali, pertanto, stimolano la guarigione della pelle aiutando a ripristinare la sua naturale morbidezza, nonché l’elasticità e la lucentezza di una cute sana.
Surgrassanti
Meno conosciuti sono invece i surgrassanti, ovvero sostanze ricche di lipidi . Tra i più comuni possiamo trovare la lanolina, o i grassi di origine vegetale come l’olio di borragine o quello di mandorle dolci.