INDICE ARTICOLO
Introduzione
La Vitamina B12 è tra le vitamine chimicamente più complesse, vista la presenza nella sua struttura di un atomo di cobalto, che ne giustifica anche il nome di Cobalamina. Data l’eterogeneità strutturale, è possibile ritrovare in natura varie “isoforme” di Vitamina B12, tra le quali la Cianocobalamina, tutte convertite nell’organismo umano nelle forme bioattive Metilcobalamina e 5-deossiadenosilcobalamina. Agendo come cofattore enzimatico, la Vitamina B12 interviene in numerose reazioni biochimiche, tutte di notevole importanza biologica. Riassumendole, potremmo quindi individuare:
- L’attività detossificante nel metabolismo dell’Omocisteina, aminoacido ad alto potere ossidante, considerato un fattore di rischio indipendente per patologie cardiovascolari;
- L’attività coadiuvante nei processi di metilazione degli acidi nucleici, fondamentali nel regolare la normale attività differenziativa e proliferativa di diverse popolazioni cellulari;
- L’attività coadiuvante il normale metabolismo intermedio, come ad esempio avviene nel ciclo di Krebs;
- L’attività coadiuvante la sintesi di lipidi, proteine e molecole biologicamente preziose come l’emoglobina.
In virtù del ruolo ubiquitario, è facile immaginare come stati carenziali e sub-carenziali di Vitamina B12 – solitamente attribuibili a deficit nutrizionali, sindromi da malassorbimento o da aumentato consumo – possano concretizzarsi in un peggioramento generalizzato dello stato di salute del paziente.
Carenza di Vitamina B12
Gli stati carenziali e sub-carenziali di Vitamina B12, abbastanza frequenti anche nella popolazione occidentale, risultano spesso causa di condizioni morbose clinicamente rilevanti. Più precisamente, noto il ruolo metabolico di questa vitamina, stati deficitari potrebbero determinare:
- Iperomocisteinemia, con conseguente incremento del rischio cardiovascolare;
- Accumulo di acido metilmalonico, con conseguenze importanti sulla normale funzionalità nervosa;
- Anemia megaloblastica;
- Alterazioni del normale turn-over cellulare;
- Stanchezza, appetito, costipazione e alterazioni della mucosa orale.
Per questo motivo sarebbe opportuno verificare, nei pazienti a rischio, tra i quali anche i fumatori, eventuali stati deficitari di questa vitamina.
Vitamina B12 e fumo
Già dai primi anni ’60 si iniziarono a studiare gli effetti della Nicotina e dei cataboliti derivati dalla combustione del tabacco, sulle caratteristiche nutrizionali dei fumatori. Interessanti studi di farmacocinetica dimostrarono come il fumo di sigaretta incida negativamente sulle concentrazioni ematiche delle vitamine del gruppo B, ed anche sulla B12, riducendone da un lato l’assorbimento intestinale e dall’altro aumentandone l’escrezione. Tendenza osservata e dimostrata successivamente in numerosi altri studi, nei quali, oltre a valutare la correlazione tra tabagismo e bassi livelli sierici di Vitamina B12 e Vitamina B9, si cercò di individuare una possibile associazione con differenti stati morbosi. L’azione irritativa del tabacco e dei suoi sottoprodotti sulla mucosa gastrica, l’elevatissimo pull di ossidanti assunto attraverso il fumo di sigaretta e gli effetti metabolici di alcuni metaboliti della nicotina sullo stato vitaminico, risulterebbero solo alcuni dei meccanismi attualmente considerati implicati nel deficit di Vitamina B12. Deficit che, combinato con stati sub-carenziali di Vitamina B9, Vitamina B6 ed antiossidanti, contribuirebbe, in popolazioni ad alto rischio come quella dei fumatori, all’insorgenza di:
- Patologie cardiovascolari, tra le quali infarto acuto del miocardio, ipertensione ed aterosclerosi attribuibile all’incremento delle concentrazioni ematiche di Omocisteina;
- Patologie neurologiche, come l’Alzheimer e la demenza senile, visto il ruolo patogenico sia dell’Omocisteina che delle disfunzioni vascolari del microcircolo cerebrale;
- Patologie oncologiche a carico di organi come il polmone, la mucosa del cavo orale, la mucosa gastro-enterica e la prostata, noto l’elevato impatto ossidante indotto dal fumo di sigaretta e l’alterazione dei normali processi di metilazione del DNA, fondamentali nel controllare il rapporto proliferazione/differenziazione/morte cellulare;
- Patologie degenerative come l’osteoporosi, per le quali recentissime evidenze vedrebbero la Vitamina B12 e la Vitamina B9 direttamente coinvolte nel controllare i fenomeni di riassorbimento osseo sostenuti dagli osteoclasti e nell’ottimizzare contestualmente l’attività biosintetica degli osteoblasti.
Considerazioni
Nonostante l’assenza di trial clinici ben caratterizzati, la vitamina B12 ed il deficit vitaminico indotto dal tabagismo, potrebbero assumere un ruolo chiave nella gestione clinica, sia in fase preventiva che terapeutica, del fumatore. Sarebbe pertanto auspicabile, monitorare, in questi utenti, le concentrazioni ematiche delle suddette vitamine, al fine di arginare eventuali stati carenziali attraverso protocolli di supplementazione adeguati alle esigenze del paziente.
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