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Magazine X115 X115 Fumo e Vitamina C | Carenza e Benefici nei Fumatori

Fumo e Vitamina C | Carenza e Benefici nei Fumatori

  • 11 minuti

Introduzione

I fumatori sono ad alto rischio di carenza di vitamina C.

Il fumo, infatti, aumenta la quantità di vitamina C di cui il corpo ha bisogno per riparare i danni causati dai radicali liberi.

Le persone che fumano presentano generalmente livelli più bassi di vitamina C (e vitamina E) nel sangue e nelle cellule 1.

Se sei un fumatore potrebbe essere una buona idea valutare con un medico l’opportunità di testare i tuoi livelli di vitamina C nel sangue, per poi adattare la tua dieta di conseguenza.

Vitamina C

La vitamina C, scientificamente nota come acido ascorbico, è una vitamina idrosolubile di vitale importanza per le cellule del nostro organismo.

Non potendo essere sintetizzata dall’organismo, l’assunzione attraverso la dieta costituisce un essenziale mezzo di acquisizione di questo micronutriente essenziale.

L’importanza biologica di questa vitamina è da ricondurre sia al fondamentale ruolo ossido-riduttivo, efficace nel controllare i danni biologici esercitati dai radicali liberi dell’ossigeno, sia all’attività di cofattore enzimatico.

Più precisamente, le funzioni della vitamina C la vedono protagonista:

  • nella protezione ossidativa delle macromolecole biologiche come proteine, lipidi ed acidi nucleici;
  • nella rigenerazione di altri importanti antiossidanti come la Vitamina E;
  • nell’assorbimento di minerali preziosi come il Ferro.
  • nella sintesi di collagene, proteina importantissima soprattutto per il suo ruolo strutturale;
  • nella sintesi di Carnitina, preziosa nel metabolismo degli acidi grassi;
  • nel metabolismo del colesterolo e dei Sali biliari;
  • nella sintesi di trasmettitori neuroendocrini come le catecolamine.

Carenza di Vitamina C

La grave carenza di Vitamina C, nota già dal 1700 come scorbuto, è oggi una condizione abbastanza rara, grazie anche alle modeste quantità di acido ascorbico necessarie a prevenirla.

Cause

Varie condizioni rappresentano fattori di rischio per situazioni deficitarie di vitamina C.

Diete inadeguate, eccessiva esposizione a fattori ossidanti come i raggi ultravioletti e fumo di sigaretta costituiscono alcune delle condizioni potenzialmente a rischio di deficit di Vitamina C.

Quanto è Diffusa

Una lieve carenza di vitamina C è stata osservata nel 10-30% della presunta popolazione sana degli Stati Uniti 2, 3.

Alcuni ricercatori ritengono che 4:

  • fino al 22% della popolazione degli Stati Uniti potrebbe avere uno stato di vitamina C insufficiente o leggermente carente (concentrazioni ematiche <28 µmol/l),
  • circa il 6% della popolazione adulta sarebbe gravemente carente di vitamina C (<11 µmol / L).

Le persone che fumano hanno bisogno di 35 mg in più di vitamina C al giorno rispetto ai non fumatori (per un totale di almeno 125 mg al giorno per uomini adulti fumatori). Tuttavia, questo ulteriore fabbisogno di vitamina C può essere facilmente soddisfatto attraverso la dieta, senza assumere integratori specifici.

Purtroppo, i fumatori tendono mediamente ad assumere meno vitamina C con la dieta rispetto al resto della popolazione, a causa del minor consumo di frutta e verdura 27, 28.

Vitamina C e Fumo

Il fumo di sigaretta costituisce uno dei principali fattori di rischio per condizioni carenziali di vitamina C.

Le concentrazioni plasmatiche di acido ascorbico, infatti, sembrano ridursi drasticamente nei fumatori, anche a parità di quota assunta, determinando l’instaurarsi di quadri clinici e subclinici.

I fumatori sono sottoposti a un maggiore stress ossidativo dovuto alle tossine del fumo di sigaretta e generalmente mostrano concentrazioni ematiche inferiori di vitamina C 5.

Differenti Autori sostengono come una riduzione apprezzabile delle concentrazioni ematiche di Acido Ascorbico legata al fumo di sigaretta possa determinare:

  • Cambiamenti dell’umore;
  • Allungamento dei tempi di recupero post-operatorio;
  • Petecchie sub-linguali;
  • Patologie odontoiatriche e paradontosi;
  • Cataratta;
  • Patologie ossidative come l’aterosclerosi.

Carenza di Vitamina E

Le vitamine C ed E lavorano in sinergia per proteggere le cellule dai danni ossidativi.

La vitamina C, inoltre, rigenera la forma ossidata dell’alfa-tocoferolo, facendole riacquisire la capacità di eliminare i radicali liberi 5.

Un basso apporto di vitamina C può quindi aumentare il rischio di carenza di vitamina E, specialmente nei fumatori e in altre persone esposte a livelli più elevati di stress ossidativo 6, 7.

Benefici della Vitamina C nei fumatori

Già 30 anni fa, si osservò come i classici 60 mg di Vitamina C, consigliati nella popolazione generale, non risultassero sufficienti a prevenire il deficit di Vitamina C indotto dal fumo di sigaretta, aumentando pertanto sensibilmente il rischio sia clinico che oncologico legato al fumo.

Si pensò quindi di aumentare le quantità di Vitamina C dietetiche, spostando la normale RDA di 6-10 volte e raggiungendo pertanto i 200-500 mg giornalieri.

Tali quantità si sarebbero rivelate utili, non solo nel preservare le concentrazioni plasmatiche di Vitamina C, ma soprattutto nel sostenere le difese antiossidanti endogene, particolarmente impegnate nella lotta allo stress ossidativo.

Non esistono diete, farmaci o integratori capaci di annullare totalmente i numerosi e gravi effetti dannosi del fumo e di assicurare una protezione assoluta dalle malattie fumo-correlate. La migliore e più efficace protezione dai danni del fumo si ottiene solo evitando di fumare; chiedi consiglio al tuo medico curante sui trattamenti utili per smettere di fumare.

Tossicità da piombo

Uno studio di intervento su 75 fumatori maschi adulti ha osservato che l’integrazione con 1.000 mg/die di vitamina C per 4 settimane ha comportato una concentrazione di piombo nel sangue significativamente inferiore rispetto al placebo 8.

Nello stesso studio, una dose più bassa, pari a 200 mg/die di vitamina C, non ha tuttavia influenzato in modo significativo la concentrazione di piombo nel sangue, sebbene gli aumenti delle concentrazioni sieriche di vitamina C fossero simili nei due gruppi.

Esiti avversi della gravidanza

Il fumo di sigaretta durante la gravidanza favorisce alcune complicazioni, come la limitazione della crescita intrauterina e il parto pretermine.

Uno studio pilota multicentrico ha osservato una migliore funzione polmonare durante la prima settimana di vita e un minor rischio di respiro sibilante fino a un anno di età, nei bambini le cui madri fumatrici avevano assunto vitamina C (500 mg/giorno) durante la gravidanza 8.

La stessa dose integrativa di vitamina C (500 mg/giorno) nelle gestanti fumatrici ha migliorato significativamente i test di funzionalità polmonare neonatale, in un ampio studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo su 251 gestanti fumatrici 9.

Questi benefici sono stati confermati anche da un altro studio clinico randomizzato, secondo il quale l’integrazione di vitamina C tra le donne che avevano fumato durante la gravidanza aumentava significativamente i flussi espiratori forzati (una misura della funzionalità polmonare) della prole a 3 e 12 mesi di età 9a.

Più recentemente, una meta-analisi di 4 studi randomizzati controllati (RCT), ha confermato che l’integrazione di vitamina C per le donne incinte fumatrici può migliorare la funzionalità polmonare della loro prole 9b.

Salute Polmonare

I fumatori con un’adeguata assunzione di vitamina C mostrano una funzione polmonare migliore rispetto a quelli con un minore apporto di vitamina C 10.

In uno studio su oltre 19.000 uomini, i livelli elevati di vitamina C nel sangue erano correlati a una ridotta incidenza di diverse condizioni respiratorie, tra cui malattie respiratorie croniche, polmonite e cancro ai polmoni 11.

L’integrazione di vitamina C non dev’essere considerata un’alternativa all’interruzione dell’abitudine tabagica: smettere di fumare rimane sempre e comunque la scelta più consigliabile.

Riduzione del Rischio di Raffreddore

Secondo un’autorevole revisione, l’integrazione preventiva e costante con vitamina C (da 250 a 2.000mg/die) non ha ridotto l’incidenza di raffreddori nella popolazione generale (23 studi).

Tuttavia, nei partecipanti sottoposti a forte stress fisico (ad es. corridori di maratona, sciatori o soldati in condizioni subartiche), l’integrazione di vitamina C ha dimezzato il rischio di raffreddore (5 prove) 12.

Un effetto positivo per la popolazione generale è stato invece osservato nella durata del raffreddore, con una riduzione del 14% nei bambini e dell’8% negli adulti.

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Riduzione del Rischio di Ictus

Uno studio prospettico di coorte che ha seguito per 20 anni oltre 20.000 residenti in una comunità rurale giapponese ha scoperto che il rischio di ictus era inferiore del 29% nei soggetti con le più alte concentrazioni sieriche di vitamina C rispetto a quelli con le più basse concentrazioni sieriche 13.

Allo stesso modo, uno studio prospettico di coorte di 10 anni su 20.649 adulti, ha scoperto che gli individui con concentrazioni plasmatiche di vitamina C nel quartile superiore (25%) avevano un rischio di ictus inferiore del 42% rispetto a quelli nel quartile più basso (≥66 μmol/l vs. <41 μmol/l) 14.

Una meta-analisi di 17 studi di coorte prospettici ha riportato 15:

  • un rischio di ictus inferiore del 19% con l’assunzione di vitamina C nella dieta più alta rispetto a quella più bassa;
  • un rischio di ictus inferiore del 38% con le concentrazioni di vitamina C circolante più alte rispetto a quelle più basse.

Riduzione del Rischio di Malattie Cardiovascolari

Un’analisi di 9 studi su un totale di 293.172 partecipanti ha rilevato che dopo 10 anni, le persone che assumevano almeno 700 mg di vitamina C al giorno avevano un rischio inferiore del 25% di malattie cardiache rispetto a coloro che non assumevano un integratore di vitamina C 16.

Un’altra analisi di 15 studi ha scoperto che il consumo di vitamina C dagli alimenti, ma non dagli integratori, era collegato a un minor rischio di malattie cardiache.

Tuttavia, gli scienziati non erano sicuri se le persone che consumavano cibi ricchi di vitamina C seguissero anche uno stile di vita più sano rispetto alle persone che assumevano un integratore. Pertanto, non è chiaro se tali differenze siano dovute alla vitamina C o ad altri aspetti della dieta 17.

Uno studio ha scoperto che gli adulti con i livelli ematici più bassi di vitamina C avevano quasi il 40% in più di probabilità di sviluppare insufficienza cardiaca entro 15 anni rispetto a quelli con i livelli ematici più alti, anche se non erano carenti di vitamina C 18.

In presenza di malattie fumo-correlate manifeste, l’assunzione di qualsivoglia integratore deve tassativamente avvenire previa autorizzazione del proprio medico curante, a cui spetta il compito di valutarne l’idoneità e l’assenza di interazioni con le cure in atto.

Riduzione del Rischio di Malattie Neurodegenerative

Gli studi osservazionali hanno riportato concentrazioni plasmatiche di vitamina C più basse nei pazienti con morbo di Alzheimer rispetto a soggetti cognitivamente sani 19.

Inoltre è stata riportata una migliore funzione cognitiva o un minor rischio di compromissione cognitiva nei soggetti anziani con una più alta concentrazione plasmatica di vitamina C 20.

Riduzione del Rischio di Cataratta

Una meta-analisi ha osservato un rischio ridotto di cataratta correlata all’età nei soggetti con maggiore assunzione di vitamina C nella dieta (studi caso-controllo) o con concentrazioni di vitamina C più alte nel plasma (studi trasversali).

Tuttavia, tali associazioni non sono state trovate in analisi congiunte di studi di coorte prospettici 21.

Riduzione del Rischio di Gotta

Uno studio su 1.387 uomini ha scoperto che coloro che assumevano più vitamina C avevano livelli ematici di acido urico significativamente inferiori rispetto a quelli che ne assumevano di meno 22.

Un altro studio ha seguito 46.994 uomini sani per 20 anni, per determinare se l’assunzione di vitamina C fosse collegata allo sviluppo della gotta. È emerso che le persone che assumevano un integratore di vitamina C avevano un rischio di gotta inferiore del 44% 23.

Inoltre, un’analisi di 13 studi ha concluso che l’assunzione di un integratore di vitamina C per 30 giorni ha ridotto significativamente l’acido urico nel sangue, rispetto a un placebo 24.

Riduzione del Rischio di Mortalità

Concentrazioni di vitamina C più alte nel plasma sono state associate a minori rischi di mortalità specifica per cancro e per tutte le cause in 16.008 adulti del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) III (1994-1998) 25.

Similmente, una carenza di vitamina C è stata collegata a un aumento della mortalità per tutte le cause, come malattie cardiovascolari e malattie cardiache ischemiche (e cancro solo negli uomini) 26.

Secondo una meta-analisi di 23 studi, il rischio di mortalità generale (per tutte le cause) è risultato 29a:

  • inferiore del 12% per le assunzioni più elevate di vitamina C rispetto a quelle più basse; inoltre, è stato calcolato che aumentando di 50 mg/die l’assunzione di vitamina C il rischio si riduceva del 4%;
  • inferiore del 39% per i livelli plasmatici di vitamina C più alti rispetto a quelli più bassi; inoltre, è stato calcolato che un incremento di 20 µmol/l nella concentrazione circolante di vitamina C era associato a un rischio inferiore del 13%.

Mentre questi studi sembrano suggerire l’utilità degli integratori di vitamina C nei fumatori, l’evidenza non è ancora conclusiva. Certamente, ammesso che possa esservi un certo beneficio per la salute, questo è sicuramente inferiore rispetto a quello che si otterebbe smettendo di fumare.

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