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Magazine X115 X115 Minerali e Vitamine per Influenza | Funzionano? Come Prenderli

Minerali e Vitamine per Influenza | Funzionano? Come Prenderli

  • 10 minuti

Generalità

Numerose vitamine e minerali risultano essenziali per la buona salute del sistema immunitario.

Non sorprende, quindi, che solide prove scientifiche associno la carenza di determinati micronutrienti (come zinco, vitamina C e vitamina D) a un aumentato rischio di influenza e altre malattie infettive del tratto respiratorio 1.

Tuttavia, è importante capire che, una volta raggiunti i livelli di assunzione ottimali di questi nutrienti, l’assunzione di "dosi extra" non aumenterà le difese immunitarie oltre il normale stato di salute.

Come sempre occorre quindi equilibrio e buon senso: prima di tutto è necessario ottimizzare la propria dieta e il proprio stile di vita, e solo in seconda battuta intervenire in maniera mirata con specifici integratori.

Funzionano?

A conferma di quanto scritto nel capitolo introduttivo, è interessante analizzare i risultati di una revisione scientifica pubblicata nel 2021 e intitolata: "Effetto degli integratori di micronutrienti sull’influenza e altre infezioni del tratto respiratorio negli adulti" 1.

Secondo gli Autori dello studio, gli integratori di micronutrienti, tra cui zinco, vitamine C e D e loro combinazioni, possono essere modestamente efficaci nel prevenire le infezioni del tratto respiratorio (ARI) e nel migliorare il loro decorso clinico.

Entrando nei dettagli statistici, i benefici sembrano effettivamente modesti:

  • La vitamina C riduce il rischio di ARI del 4% e la durata dei sintomi del 9%;
  • La vitamina D riduce il rischio di ARI del 3-18% e la durata dei sintomi del 6%;
  • Lo zinco non riduce il rischio di ARI ma riduce la durata dei sintomi del 47%.

Considerazioni

Gli Autori della suddetta revisione concludono che l’integrazione di micronutrienti può prevenire (vitamina D e C) e trattare (vitamina D, C e zinco) le infezioni del tratto respiratorio, compresa l’infezione da SARS-CoV-2.

Non è chiaro, tuttavia, se l’entità degli effetti di questi micronutrienti sia clinicamente significativa.

Detto questo, è importante considerare che:

  • i dati sopra riportati sono una media statistica; pertanto, i benefici possono essere nulli per alcune fasce di popolazione e molto significativi per altri soggetti (ad esempio quando vi è un aumentato fabbisogno o una carenza manifesta).
  • Ottimizzare l’apporto di nutrienti e colmare determinate carenze ha effetti positivi su molti ambiti della salute, che vanno oltre la semplice funzione di "potenziamento immunitario".
  • Oltre alle vitamine e ai sali minerali, esistono numerosi altri integratori naturali in grado di potenziare il sistema immunitario; certamente non fanno miracoli, ma, associando il contributo di più princìpi attivi si possono ottenere verosimilmente buone percentuali di efficacia.

Per questo motivo, il nostro integratore Vitamina C suprema® non contiene soltanto zinco, vitamina D e vitamina C, ma è arricchito con tutte le vitamine del gruppo B ed estratti di rosa canina, arancio, zenzero, echinacea e sambuco nero.

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Vitamina C

La vitamina C è probabilmente la vitamina più famosa contro raffreddore e influenza, al punto da essere spesso pubblicizzata per la sua presenza nei comuni antinfiammatori da banco dedicati a combattere queste infezioni stagionali.

Del resto, la vitamina C è un importante cofattore per gli enzimi coinvolti nella riparazione dei tessuti dopo un insulto o una lesione 2. La vitamina C ha anche importanti proprietà antiossidanti, limitando così l’infiammazione e migliorando il recupero 2.

I benefici della vitamina C per il sistema immunitario sono chiaramente maggiori nelle persone con carenza di vitamina C, così come in quelle sottoposte a condizioni di stress 3.

Sebbene la carenza franca di vitamina C (vedi scorbuto) sia rara, studi recenti hanno mostrato potenziali conseguenze negative anche in persone con livelli di vitamina C subottimali 4.

Quanto è comune la Carenza di Vitamina C?
% Popolazione di Riferimento
5-15% Popolazione generale degli Stati Uniti 5, 6
30% Tra gli Anziani 7
35-45% Tra gli Individui gravemente obesi 8, 9
In Nuova Zelanda sono stati rilevati livelli non ottimali di vitamina C nel 62% dei soggetti analizzati e una carenza marginale o grave di vitamina C nel 15,4% della coorte 10

Efficacia

L’integrazione costante di vitamina C nella popolazione generale sembra efficace per ridurre leggermente la durata del raffreddore, ma poco utile in chiave preventiva.

Risulta invece fortemente protettiva nei soggetti sottoposti a forte stress psicofisico (sportivi d’elite, militari, lavoratori in ambienti freddi ecc.) 11.

Ad esempio, una revisione ha osservato che l’integrazione di vitamina C – in personale militare e altri soggetti che vivono in condizioni paragonabili a quelle delle reclute militari – ha ridotto l’incidenza del raffreddore comune dal 45 al 91%, e l’incidenza della polmonite dall’80% al 100% 12.

Una meta-analisi di 9 studi randomizzati controllati con placebo sostiene che la vitamina C assunta all’inizio del raffreddore in dosi di 3-4g al giorno in aggiunta all’integrazione di routine, riduce leggermente i sintomi e la durata del raffreddore 13.

Quanta Assumerne

Si consiglia di assumere tutti i giorni, perlomeno durante la stagione fredda, da 200 mg a 2.000 mg di vitamina C al giorno (200-500 mg sembrano ottimali per la maggior parte delle persone).

L’integrazione è particolarmente raccomandata ai soggetti ad alto rischio di contagio (ad es. militari, studenti in alloggi affollati e corridori di maratona) 14.

Se dovessero comparire i sintomi del raffreddore, aumentare immediatamente il dosaggio a 3-4 grammi al giorno (divisi in più dosi da max 1.000 mg ciascuna) fino alla risoluzione dei sintomi 13.

Vitamina D

La vitamina D influenza numerose funzioni corporee, inclusa l’immunità.

Più che potenziare le difese immunitarie, la vitamina D ha un’azione immunomodulante:

  • regola l’attività di cellule immunitarie come macrofagi, cellule dendritiche e linfociti T;
  • induce la sintesi di catelicidine e defensine che possono abbassare i tassi di replicazione virale;
  • riduce le concentrazioni di citochine pro-infiammatorie 15.

Inoltre, molti agenti patogeni provocano stress ossidativo e conseguente infiammazione, entrambi indirettamente contrastati dalla vitamina D 15, 16, 17.

La carenza di vitamina D è molto diffusa. I suoi livelli nel sangue sono insufficienti in almeno il 50% della popolazione mondiale, anche se una moderata esposizione al sole dovrebbe essere sufficiente per prevenirla 18.

Efficacia

Diversi studi osservazionali e clinici hanno riportato che l’integrazione di vitamina D riduce il rischio di influenza, ma non tutti hanno rilevato benefici.

Complessivamente, comunque, gli studi randomizzati e controllati indicano che l’integrazione giornaliera con vitamina D può ridurre il rischio di infezioni del tratto respiratorio superiore, tra cui il raffreddore, l’influenza e la polmonite 19, 20, 21.

Quanta Assumerne

L’efficacia della vitamina D e i dosaggi di integrazione andrebbero attentamente calibrati in base ai livelli di 25(OH)D nel sangue.

In generale, la ricerca mostra che 22, 23, 24:

  • assumere 1.000 UI (25 mcg) di vitamina D al giorno aiuterebbe il 50% delle persone a raggiungere un livello ottimale di questa vitamina;
  • assumere 2.000 UI (50 mcg) di vitamina D al giorno aiuterebbe quasi tutti a raggiungere un livello ottimale di questa vitamina.

Per personalizzare il dosaggio, è importante dosare la vitamina D nel sangue prima dell’inizio della stagione autunno-invernale.

Uno studio raccomanda che, per ridurre il rischio di infezione, le persone a rischio di influenza e/o COVID-19 (quindi soprattutto gli anziani), dovrebbero prendere in considerazione l’assunzione di 10.000 UI/die di vitamina D3 per alcune settimane [per aumentare rapidamente le concentrazioni di 25(OH)D], seguite da 5.000 UI/giorno.

L’obiettivo della suddetta integrazione dovrebbe essere quello di aumentare le concentrazioni di 25(OH)D al di sopra di 40-60 ng/mL (100-150 nmol/L) 25.

Zinco

Lo zinco è un componente di centinaia di enzimi e fattori di trascrizione e in questo modo svolge ruoli critici nell’espressione genica, nella divisione cellulare e nell’immunità 26.

Riguardo a quest’ultimo punto, lo zinxo:

  • regola la proliferazione, la differenziazione, la maturazione e il funzionamento delle cellule epiteliali e dei leucociti 27;
  • modula la produzione di linfociti T, citochine e specie reattive dell’ossigeno 27, 28;
  • migliora l’appetito e la sua carenza porta all’anoressia, compromettendo l’assunzione di macronutrienti e micronutrienti essenziali per montare una robusta risposta immunitaria 27.

La carenza di zinco è diffusa, interessando quasi il 20% della popolazione mondiale, e per prevenirla è necessaria l’assunzione regolare di adeguate quantità di zinco 30.

Efficacia

Le prove delle meta-analisi dimostrano che l’integrazione di zinco riduce considerevolmente la durata delle infezioni del tratto respiratorio come l’influenza 31, 32.

I supplementi di gluconato di zinco o acetato di zinco hanno mostrato i migliori risultati quando vengono assunti entro le prime 24 ore dall’insorgenza dei sintomi 33, 34, 32.

Una revisione di sette studi ha dimostrato che 80-92 mg al giorno di zinco supplementare possono ridurre la durata del raffreddore comune fino al 33% 35.

L’integrazione di zinco ha anche dimostrato di ridurre la mortalità correlata alla polmonite grave 29.

Quanto Assumerne

Lo zinco andrebbe assunto a dosi piuttosto elevate entro le prime 24 ore dalla comparsa dei sintomi.

La dose suggerita è di almeno 75 mg/die, distribuiti in più dosi da 10-20mg, fino alla risoluzione dei sintomi 33, 34, 32.

Vale la pena ricordare che simili dosaggi assunti per periodi prolungati sono tossici e pericolosi per l’organismo.

Non solo Vitamine

Come accennato, oltre a vitamina C, D e zinco, per prevenire l’influenza e ridurne la durata esistono molti altri aiuti naturali.

Questi includono:

  • Echinacea: secondo una revisione di 14 studi, può ridurre il rischio di sviluppare raffreddori di oltre il 50% e la durata dei raffreddori di un giorno e mezzo 36.
  • Sambuco nero: una revisione sostiene che il sambuco potrebbe ridurre i sintomi delle infezioni virali delle vie respiratorie superiori, ma sono necessarie ulteriori ricerche 37.
  • Colostro e Lattoferrina: in uno studio su 126 adulti, l’assunzione di proteine del siero del latte arricchite in lattoferrina (600mg al giorno per 90 giorni) ha ridotto del 60% l’incidenza del raffreddore comune, diminuendo anche il numero totale di giorni di malattia e la gravità dei sintomi 38.
  • Beta-glucani: gli 1,3 beta-glucani estratti da lieviti, alghe e e funghi potrebbero essere utili nel prevenire le infezioni potenziando le difese immunitarie 39, 40, 41, 42.
  • Aglio: sebbene diversi studi abbiano mostrato dei benefici, una revisione conclude che non ci sono elementi certi e conclusivi per raccomandare gli integratori di aglio come opzione preventiva o di trattamento per il comune raffreddore 43.
  • Ginseng: secondo diversi studi su quasi 1.700 persone, potrebbe aiutare a prevenire le infezioni del tratto respiratorio e migliorare la risposta ai vaccini contro l’influenza 44, 45, 46, 47, 48, 49.
  • Uncaria: potrebbe avere proprietà anti-infettive e di supporto immunitario 50, 51, 52.
  • Eleuterococco: diversi studi condotti in Unione Sovietica (zona di origine di questa pianta) dimostrano che l’estratto di eleuterococco, somministrato a scopo preventivo, può ridurre i tassi di mortalità durante le epidemie influenzali e le complicazioni tipiche dell’influenza, come polmonite, bronchite e otite 53.
  • Astragalo: potrebbe aiutare a combattere le infezioni virali nell’uomo, incluso il comune raffreddore e le infezioni epatiche 54, 55, 56.
  • Quercetina: potrebbe ridurre l’incidenza, la gravità e il numero di giorni di malattia influenzale, sebbene questo effetto sia stato visto perlopiù negli sportivi 57, 58, 59.

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