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Magazine X115 X115 Equolo | Proprietà e Benefici | Menopausa, Pelle, Salute

Equolo | Proprietà e Benefici | Menopausa, Pelle, Salute

  • 11 minuti

Che cos’è

L’equolo è una sostanza naturale, generata nell’intestino dal metabolismo batterico della daidzeina.

La daidzeina è un fitoestrogeno appartenente al gruppo degli isoflavoni.

In seguito all’ingestione di soia o altre fonti di daidzeina (come gli integratori di trifoglio rosso), alcuni batteri della flora intestinale trasformano questo isoflavone in equolo.

L’equolo è un metabolita chiave dell’isoflavone daidzeina, dotato di potenti attività estrogeniche e antiossidanti.

Le sue elevate attività estrogeniche sono dovute:

  • all’alta affinità con il recettore per gli estrogeni ERβ (molto più elevata rispetto alla daidzeina e simile alla genisteina, un altro importante isoflavone) 1;
  • al fatto che non subisce biotrasformazione, a differenza delle fonti alimentari di isoflavoni di soia; ciò gli conferisce la più alta biodisponibilità tra tutti gli isoflavoni 2;
  • ha uno ridotto legame con le proteine sieriche; ciò ne aumenta la disponibilità per il legame con i recettori per gli estrogeni; è stato ad esempio riportato che il 49,7% dell’equolo circola in forma libera nel sangue, contro meno del 5% dell’estradiolo 3.

I principali effetti identificati dell’equolo sono quelli estrogeno-simili 4, 5, anti-androgeni 6 e antiossidanti 7, 8.

Grazie a queste azioni, l’equolo ha promettenti possibilità di applicazione per prevenire malattie croniche come malattie cardiovascolari, cancro al seno e cancro alla prostata, oltre a contrastare i disturbi della menopausa.

A Cosa Serve

La ricerca scientifica ha dimostrato particolare interesse per l’equolo, in quanto:

  • rappresenta il metabolita isoflavonico con la maggiore attività estrogenica e antiossidante;
  • solo tra un terzo e la metà dei soggetti umani (a seconda della comunità) ospita nel proprio intestino microbi produttori di equolo; tale caratteristica può essere determinante per l’efficacia degli integratori di isoflavoni;
  • l’integrazione diretta di equolo sembra dare un contributo utile alla gestione dei disturbi della menopausa;
  • l’equolo topico od orale sembra anche produrre un effetto "anti-invecchiamento" e di miglioramento della salute della pelle.

L’equolo mostra anche effetti antiandrogeni e antiossidanti; inoltre, ha un potenziale ruolo nella prevenzione e nel miglioramento di alcuni tipi di cancro e dei sintomi della menopausa 9.

È stato ad esempio dimostrato che l’equolo:

  • riduce significativamente le vampate di calore nelle donne in menopausa 10,
  • previene la riduzione della densità minerale ossea nelle donne di mezza età 11,
  • probabilmente aiuta a ridurre l’incidenza del cancro alla prostata 12 e previene l’insorgenza del cancro al seno 13.

Equolo Produttori e Non Produttori

Numerosi studi dimostrano l’efficacia degli isoflavoni nel ridurre modestamente il numero e la gravità delle vampate di calore. Tuttavia, dalla letteratura emergono studi dai risultati contrastanti e inconsistenti.

In effetti, la maggior parte delle recensioni e meta-analisi riporta che i risultati degli studi sulla soia e i suoi isoflavoni sono lungi dall’essere conclusivi.

Il modo in cui corpo elabora gli isoflavoni potrebbe determinare il grado di efficacia di questi fitoestrogeni. Le differenze interpersonali nel microbiota intestinale possono quindi spiegare (almeno in parte) le discrepanze riscontrate nei vari studi.

Si è visto ad esempio che le persone che sono cresciute in Asia, dove la soia è un alimento base, hanno tassi molto più bassi di vampate di calore rispetto agli occidentali.

Ebbene, oltre la metà delle donne asiatiche produce equolo, mentre questa capacità si osserva in meno di un terzo delle donne americane 14. La percentuale di produttori di equolo sembra anche più elevata nelle popolazioni vegetariane rispetto alla popolazione occidentale generale 15.

Uno studio controllato ha dimostrato che l’assunzione di 135 mg di isoflavoni al giorno per una settimana – l’equivalente del consumo di 68 grammi di soia al giorno – riduceva i sintomi della menopausa solo in coloro che erano produttori di equolo 16.

Tuttavia, anche in questo senso i risultati sono contrastanti 17.

Numerosi batteri enterici producono equolo; ad oggi ne sono stati scoperti circa 20 tipi di batteri produttori di equolo, tra cui alcuni appartenenti ai generi Lactococcus e Lactobacillus 17.

Proprietà e Benefici

Benefici per la Pelle

Il calo degli estrogeni durante la menopausa riduce la sintesi di collagene determinando una perdita di tonicità e spessore della pelle, con comparsa di secchezza e prurito, rughe e fragilità cutanea.

Gli studi indicano che fino al 30% del collagene cutaneo viene perso nei primi 5 anni dopo la menopausa 18; successivamente si riduce a un tasso del 2% all’anno 19.

Considerata l’importanza degli estrogeni nel mantenimento della salute e della bellezza della pelle, alcuni studi hanno valutato i benefici dell’equolo sulla salute della pelle.

Uno studio sull’assunzione orale di S-equolo ha suggerito che questo isoflavone potrebbe avere un effetto anti-invecchiamento sulla pelle delle donne in postmenopausa, riducendo l’area e la profondità delle rughe 20.

Più recentemente, l’applicazione di equolo sulla pelle è stata associata a un miglioramento della rugosità, della consistenza e della levigatezza della pelle 21. Inoltre, gli Autori hanno osservato come l’equolo possa avere un impatto positivo sulla regolazione epigenetica, portando a un ridotto processo di invecchiamento della pelle.

Esistono anche prove del potenziale ruolo dell’equolo come sostanza protettiva anti-aging, attraverso la sua azione antiossidante contro la perossidazione lipidica acuta indotta dai raggi UVA 22.

Benefici in Menopausa

In uno studio controllato con placebo, sono stati osservati effetti benefici nelle donne che avevano assunto un integratore di S(-)-equolo (da 10 a 30 mg al giorno per 8-12 settimane) rispetto ai principali sintomi della menopausa (vampate di calore) 23, 24 e alla rigidità arteriosa 25.

Una meta-analisi ha osservato una riduzione significativa dei punteggi delle vampate di calore (incidenza e/o gravità) in seguito alla supplementazione di equolo in donne in menopausa 10.

Salute del cuore

Trattandosi di un flavonoide, l’uso di S-equolo – grazie alla spiccata attività antiossidante e antinfiammatoria – può proteggere il sistema cardiovascolare dal deterioramento funzionale.

Più precisamente, questo principio attivo potrebbe:

  • ridurre il danno endoteliale, salvaguardando l’integrità della struttura vascolare;
  • aumentare la produzione di ossido nitrico, inducendo così un importante effetto vasodilatatore;
  • ridurre le concentrazioni ematiche di colesterolo LDL, riducendo il potere aterogeno di queste lipoproteine;
  • ridurre le concentrazioni di markers infiammatori come la proteina C reattiva, direttamente coinvolti nella genesi di molti eventi morbosi.

Interventi con equolo naturale in uomini e donne giapponesi sovrappeso hanno suggerito che potrebbe effettivamente aiutare nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, abbassando i livelli di colesterolo a bassa densità (LDL) e migliorando l’indice vascolare cuore-caviglia 26.

Tuttavia, in un altro studio non sono stati osservati benefici vascolari (rigidità arteriosa, pressione sanguigna, funzione endoteliale e formazione di ossido nitrico) negli uomini non produttori di equolo dopo l’assunzione acuta (40 mg di equolo) 27.

Da uno studio caso-controllo è emerso che le donne con i più alti livelli di S-equolo nelle urine avevano un rischio inferiore del 54% di sviluppare una malattia coronarica rispetto alle donne con i livelli più bassi, mentre tra gli uomini il rischio era inferiore del 24% 28.

Studi recenti condotti nel nord-est asiatico hanno riportato che l’S-equolo urinario o la capacità di produrlo, ma non gli isoflavoni della soia presenti nella dieta, erano associati a un rischio inferiore di malattia coronarica incidente 28 e aterosclerosi coronarica 29.

In uno studio trasversale su 648 donne in postmenopausa che avevano sviluppato complicazioni legate all’ipertensione non trattata, le produttrici di equolo avevano una pressione arteriosa sistolica e diastolica significativamente più bassa rispetto alle non produttrici 30.

Tuttavia, in uno studio che ha coinvolto 743 donne giapponesi, non sono state riscontrate differenze significative nella pressione arteriosa sistolica e diastolica, sebbene le produttrici di equolo avessero livelli di trigliceridi più bassi rispetto alle non produttrici 31.

Glicemia

Negli esperimenti condotti sui topi, la somministrazione orale di equolo ha portato miglioramenti nella resistenza all’insulina e nel metabolismo dei lipidi 32.

Un altro studio ha confrontato 147 pazienti giapponesi con diabete mellito di tipo II ed età compresa tra 70 e 89 anni con 147 controlli sani abbinati per età e sesso.

Dal confronto è emerso che 33:

  • il 38,8% dei pazienti diabetici produceva equolo, contro il 53,1% dei pazienti non diabetici;
  • la frequenza della dislipidemia nelle donne produttrici di equolo era significativamente inferiore a quella delle donne non produttrici di equolo.

Nel Guangzhou Nutrition and Health Study condotto in Cina, 2.818 partecipanti sono stati monitorati e studiati per 3 anni, di cui 231 hanno sviluppato il diabete. I risultati hanno mostrato che l’equolo urinario era significativamente associato alla soppressione dello sviluppo del diabete di tipo 2 34.

Uno studio comparativo randomizzato che ha coinvolto 49 partecipanti giapponesi in sovrappeso od obesi (età media 59,4 anni) ha rilevato livelli significativamente più bassi di HbA1c, LDL-C sierico e indice vascolare cardio-caviglia dopo 12 settimane di integrazione di S-equolo (10 mg/giorno) 26.

Considerati ulteriori studi dai risultati discordanti, è stato proposto che l’effetto dell’equolo sulla tolleranza al glucosio diventi forse evidente solo dopo la menopausa 35.

Salute del cervello

Prove sempre più numerose mostrano che le malattie cardiovascolari e i relativi fattori di rischio, tra cui l’aterosclerosi e la rigidità arteriosa, aumentano il rischio di declino cognitivo e demenza 36.

Pertanto, l’attività anti-aterogenica dell’equolo e il possibile miglioramento della rigidità arteriosa potrebbero prevenire la compromissione cognitiva e la demenza 37.

Inoltre, studi preclinici e clinici suggeriscono che gli isoflavoni della soia e l’S-equolo migliorano direttamente la patogenesi del declino cognitivo e della demenza 38, 39.

Un recente studio trasversale su 152 anziani giapponesi ha riportato che i produttori di S-equolo  (40%) avevano un punteggio cognitivo significativamente più alto e una minore prevalenza di disturbi cognitivi lievi rispetto ai non produttori 40.

Un altro studio RCT ha indagato gli effetti degli isoflavoni della soia (100 mg/die per 6 mesi) sulle funzioni cognitive in 65 pazienti con morbo di Alzheimer41. Gli Autori hanno dimostrato che non vi era alcun miglioramento significativo nelle funzioni cognitive; tuttavia le analisi secondarie hanno rivelato che maggiori livelli plasmatici di S-equolo erano correlati a migliori punteggi di fluidità verbale e destrezza veloce.

In un altro studio RCT condotto su 350 donne in post-menopausa, 30 mesi di integrazione con isoflavoni non hanno migliorato le capacità cognitive. Tuttavia, le analisi dei sottogruppi hanno mostrato che la capacità di produrre S-equolo, la cui prevalenza era del 26%, tendeva a correlarsi a una migliore cognizione globale 43.

Osteoporosi

Numerosi studi, per lo più condotti in vitro, hanno dimostrato un effetto importantissimo dell’S-Equolo nella prevenzione della patologia osteoporotica, evidenziandone spiccati effetti osteo-trofici.

Tali azioni sarebbero per lo più correlate alla capacità di interagire con i recettori degli estrogeni, stimolando la neosintesi di matrice ossea e contestualmente inibendo la proliferazione e la differenziazione di osteoclasti.

Altri studi hanno dimostrato l’effetto positivo dell’S-equolo sulla perdita ossea dovuta alla carenza di estrogeni nei topi ovariectomizzati, prevenendo così l’osteoporosi 44 .

Il trattamento di donne in postmenopausa con 10 mg/die di equolo per un anno ha impedito una riduzione della densità minerale ossea in tutto il corpo 25. Questo studio ha inoltre dimostrato che l’integrazione di equolo ha inibito notevolmente il riassorbimento osseo, come dimostrato dalle ridotte concentrazioni urinarie di deossipiridinolina.

In uno studio randomizzato e controllato su 60 donne in postmenopausa, un integratore di soia fermentata contenente equolo e resveratrolo è stato associato a miglioramenti nella densità minerale ossea rispetto al placebo 45.

L’integratore conteneva 200 mg di soia fermentata (di cui 80 mg di isoflavoni agliconi e 10 mg di equolo) e 25 mg di resveratrolo, ed è stato assunto ogni giorno per 12 mesi.

Capelli

L’equolo mostra effetti antiandrogeni, grazie alla capacità di legarsi specificamente al 5α-diidrotestosterone (5α-DHT) e inibire il suo legame con il recettore degli androgeni (AR).

In uno studio su 30 uomini e donne con segni di alopecia androgenetica, 6 mesi di trattamento quotidiano con una lozione anticaduta a base di acido diomo-γ-linolenico (DGLA), S-equolo e propionil-l-carnitina hanno attenuato la caduta dei capelli in entrambi i sessi 46.

È stata anche osservata un’associazione tra un maggior consumo di alimenti a base di soia e un minor rischio di alopecia androgenetica 47.

Dosi e modo d’uso

Le persone che non possono produrre equolo endogeno devono soddisfare i propri bisogni attraverso l’integrazione esogena.

Indicativamente, le dosi di assunzione quotidiana suggerite vanno da 10 a 50 mg di S-equolo.

È anche possibile che l’assunzione elevata di soia o l’integrazione di isoflavoni di soia induca in alcuni individui non produttori la capacità di sintetizzare equolo. Tuttavia, questa possibilità è stata documentata solo in alcuni studi, mentre altri non sono riusciti a dimostrarla 48.

Effetti Collaterali e Controindicazioni

Non sono stati riscontrati effetti collaterali importanti, né interazioni con farmaci, da parte dell’equolo.

Gli studi sino a oggi condotti hanno dimostrato che questa molecola è sicura anche a dosi superiori a quelle associate ai suoi effetti terapeutici 11.

A scopo cautelativo, se ne sconsiglia l’utilizzo:

  • in gravidanza e in allattamento;
  • in caso di storia personale o famigliare di endometriosi e tumori estrogeno-dipendenti (ad es. fibromi uterini e certi tipi di tumore al seno, all’endometrio, alla prostata o all’ovaio);
  • in caso di disturbi emorragici o terapie ormonali in corso;
  • nelle 2 settimane precedenti interventi chirurgici o procedure estetiche invasive.

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