INDICE ARTICOLO
Che Cos’è
L’acido caffeico (acido 3,4-diidrossicinnamico) è una sostanza naturale ad azione antiossidante e antinfiammatoria.
Appartiene alla grande famiglia dei polifenoli e abbonda nei cibi di origine vegetale, incluse le bevande che da essi si ricavano, come caffè e vino rosso.
Molti altri prodotti vegetali contengono elevate quantità di acido caffeico, tra cui mele, prugne, mirtilli rossi, aronia nera e molte spezie, come salvia, timo, origano, maggiorana e menta 1.
Pertanto, una dieta ricca di frutta e verdura, o l’assunzione regolare di caffè, permette di assumere quantità significative di acido caffeico.
Sebbene non si tratti di un nutriente essenziale, l’acido caffeico può avere diversi benefici per la salute umana.
Innanzitutto è un potente antiossidante e grazie a questa proprietà di base può contribuire alla prevenzione di varie malattie associate a stress ossidativo e infiammazione, come diabete, cancro, dislipidemia e obesità.
A Cosa Serve
L’acido caffeico è un polifenolo derivato dall’acido idrossicinnamico.
Nelle piante, partecipa al meccanismo di difesa contro predatori, parassiti e infezioni, poiché ha un effetto inibitorio sulla crescita di insetti, funghi e batteri. Inoltre, promuove la protezione contro le radiazioni ultraviolette B (UV-B) 2.
Gli studi in vitro e su modelli animali hanno dimostrato che l’acido caffeico e i suoi derivati possiedono numerose proprietà farmacologiche, tra cui attività 2, 3, 4:
- antiossidanti,
- antinfiammatorie,
- antiaterosclerotiche,
- immunostimolanti,
- cardioprotettive,
- antimicrobiche,
- neuroprotettive,
- antiproliferative,
- antidiabetiche,
- epatoprotettive.
Grazie a queste proprietà, l’acido caffeico aiuta a prevenire o comunque a contrastare 5:
- il cancro,
- la tossicità associata alla chemioterapia e alle radiazioni,
- il diabete,
- l’invecchiamento precoce,
- le malattie neurodegenerative, come il morbo di Parkinson,
- l’affaticamento legato all’esercizio.
Alimenti ricchi di Acido Caffeico
L’acido caffeico si trova in tutte le piante, perché rappresenta un intermedio nella biosintesi della lignina (uno dei principali componenti della biomassa vegetale legnosa e dei suoi residui) 6.
Abbonda soprattutto nel caffè, nel miele, nelle patate, nei frutti di bosco, nelle erbe e nelle verdure come olive, bietole e carote 7.
Un forte bevitore di caffè può assumere fino a 500 mg di acido caffeico al giorno; le persone che non bevono caffè, invece, assumono mediamente fino a 25 mg di acido caffeico al giorno 1.
L’aronia nera sembra essere la fonte più ricca di acido caffeico (645 mg/100 g di peso secco). In confronto, il contenuto di acido caffeico nel caffè varia da 9 a 14 mg/100 g 8 e fino a 87 mg/100 g secondo altri studi 1.
Sul fronte delle verdure e della frutta, troviamo quantità significative di acido caffeico 9:
- nel pomodoro rosso maturo (32-97 mg/kg),
- negli agrumi, come nelle arance (19-50 mg/kg),
- nelle melanzane (360-436 mg/kg),
- nei mirtilli (83-588 mg/kg),
- nelle patate (3-30 mg/kg), soprattutto nella loro buccia (163-280 mg/kg),
- nella lattuga (767-1.570 mg/kg),
- nei finocchi (100 mg/kg),
- nel sedano (89-104 mg/kg),
- nelle carote (18-96 mg/kg),
- nei cavoletti di Bruxelles (34-44 mg/kg).
Biodisponibilità
La forma pura dell’acido caffeico risulta facilmente assorbibile dall’intestino e in questo modo può produrre interazioni con i tessuti bersaglio 10.
Tuttavia, negli alimenti l’acido caffeico si trova più spesso nella sua forma esterificata, complicandone l’assorbimento da parte dell’organismo 11.
Ad esempio, l’acido caffeico può trovarsi sottoforma di acido clorogenico 12, acido rosmarinico 13, estere fenetilico dell’acido caffeico (CAPE) o feniletilammide dell’acido caffeico (CAPA) 14.
Affinché l’acido caffeico possa essere assorbito, questi suoi esteri devono essere idrolizzati dalla microflora del colon 11. Solo a questo punto, l’acido caffeico nella sua forma libera verrà quasi totalmente assorbito dalla mucosa intestinale.
Proprietà e Benefici
Diabete
Diversi studi in vitro e su modelli animali hanno messo in luce le proprietà ipoglicemizzanti dell’acido caffeico.
Ad esempio, nei topi diabetici, l’acido caffeico (50 mg/kg) ha ridotto i livelli di glucosio e colesterolo LDL nel sangue, aumentato i livelli di glucochinasi epatica (GCK) e normalizzato il peso corporeo 16.
Sulla base di questi e altri studi, è stato ipotizzato che l’acido caffeico:
- aumenti la sensibilità all’insulina attraverso la riduzione delle citochine proinfiammatorie e l’aumento dell’adiponectina in stato iperglicemico 17, 18;
- riduca i livelli di citochine infiammatorie e aumenti i livelli di enzimi antiossidanti, come superossido dismutasi (SOD), catalasi e glutatione perossidasi 19, 20;
- sopprima la produzione epatica di glucosio migliorandone l’utilizzo e inibendone la sovra produzione 21;
- contrasti l’effetto iperglicemizzante dello stress cronico, riducendo la glicemia, l’infiammazione sistemica e lo stress ossidativo, e migliorando la sensibilità all’insulina 22.
Alcuni studi clinici hanno indagato le proprietà ipoglicemizzanti degli esteri dell’acido caffeico negli esseri umani.
La propoli, ad esempio, è ricca dell’estere feniletilico dell’acido caffeico (CAPE) 23.
In uno studio, dosi di propoli da 300 mg due volte al giorno per 12 settimane hanno migliorato il controllo glicemico nei pazienti con diabete di tipo 2 24. Anche dosi da 400 mg per 6 mesi hanno migliorato la glicemia a digiuno e l’emoglobina glicata in pazienti diabetici 25.
L’acido clorogenico è costituito dall’unione di una molecola di acido caffeico e una di acido chinico. Abbonda soprattutto nel tè e e in diversi tipi di caffè, compreso il caffè verde.
In 57 donne sane, l’acido clorogenico ha ridotto la glicemia e i valori di emoglobina glicata. Inoltre, il caffè ha ridotto la resistenza all’insulina in 3 piccoli studi su 30 volontari sani 26, 27, 28, 29.
In un altro studio su 30 persone con prediabete (ridotta tolleranza al glucosio), 400 mg di acido clorogenico orale assunti 3 volte al giorno hanno ridotto la glicemia a digiuno e la secrezione di insulina, migliorando al contempo la sensibilità all’insulina 30.
Obesità
Uno studio su topi resi obesi da una dieta ricca di grassi ha valutato gli effetti di 50 mg/kg di acido caffeico per un periodo di 12 settimane.
I ricercatori hanno notato una significativa riduzione del peso corporeo e dell’accumulo di grasso, un aumento del dispendio energetico e dei batteri intestinali benefici (ad esempio Muribaculaceae) e una riduzione dei batteri patogeni (ad esempio Lachnospiraceae) 31.
In un altro studio simile, l’acido caffeico è stato in grado di ridurre significativamente il peso corporeo dei topi alimentati con una dieta ricca di grassi, e di proteggere il fegato dall’infiammazione e dall’accumulo di trigliceridi (steatosi epatica) 32.
Salute del Cuore e del Fegato
L’acido caffeico può ridurre il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, agendo favorevolmente sui principali fattori di rischio, come obesità e iperglicemia (vedi capitoli precedenti), ipertensione e ipercolesterolemia.
Ad esempio, in uno studio sui topi, l’acido caffeico ha migliorato il profilo lipidico sierico e i marker di salute epatica, contrastando la steatosi epatica (fegato grasso) 33.
Le attività antiiperlipidemiche ed epatoprotettive, insieme alla capacità di far regredire la steatosi epatica, sono emerse anche da altri studi su animali 34, 35, 16, 36.
In un ulteriore studio in vivo, l’integrazione di acido caffeico per 12 settimane su topi resi obesi da una dieta ad alto contenuto di grassi ha ridotto il peso corporeo e l’accumulo di grasso, migliorando il profilo lipidico con un aumento dell’HDL 31.
Inoltre, studi su ratti ipercolesterolemici indotti dalla dieta hanno confrontato le proprietà modulatrici dell’acido caffeico e dell’acido clorogenico, dimostrando che l’acido caffeico era un candidato migliore nel trattamento della dislipidemia 37.
Ancora, si ritiene che l’acido caffeico prevenga l’accumulo di placche nelle grandi arterie, riducendo i cambiamenti funzionali e strutturali che portano all’aterosclerosi 38.
Sembra inoltre agire favorevolmente nel contrastare l’iperaggregabilità piastrinica (che aumenta il rischio di eventi cardiovascolari, come ictus e infarti) 39, 40, 41.
Sul fronte dell’ipertensione, l’acido clorogenico ha ridotto la pressione in diversi piccoli studi su persone ipertese 42, 43, 44, 45, 46. Anche il CAPE e l’acido caffeico stesso hanno mostrato effetti anti-ipertensivi su modelli animali 34, 47.
Prestazioni Atletiche
Un piccolo studio ha indagato gli effetti dell’estere feniletilico dell’acido caffeico (estratto dalla propoli) sulle cellule mononucleari di ciclisti competitivi.
Quando queste cellule venivano esposte a temperature elevate, il pretrattamento con CAPE ne ha migliorato la sopravvivenza e le difese antiossidanti in maniera dose-dipendente 48.
Un altro studio sui ratti ha scoperto che l’acido caffeico ha migliorato la tolleranza all’esercizio fisico e ridotto i marcatori di affaticamento associati all’esercizio 49.
Neuroprotezione
L’acido caffeico ha il potenziale per promuovere la salute del cervello, migliorando la funzionalità e la salute delle sue cellule (neuroni) e proteggendole dalla degenerazione.
Ad esempio, ha aumentato l’espressione del fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF) nei topi stressati; l’effetto era mediato dall’inibizione della 5-lipossigenasi 50.
Il BDNF è una neurotrofina che modula la neuroplasticità nel cervello, risultando importante per l’apprendimento, la memoria e la salute cerebrale.
L’azione neuroprotettiva dell’acido caffeico può dipendere anche dalla riduzione dello stress ossidativo, con aumento dei livelli di enzimi antiossidanti nel cervello 51, 52, 53.
Bellezza della Pelle
Grazie alle sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, l’acido caffeico può apportare benefici anche per la bellezza e la salute della pelle.
Una serie di studi su animali ne ha evidenziato le proprietà fotoprotettive, attraverso le quali aiuta a proteggere la pelle dai danni indotti dai raggi UV, incluso l’aumento del rischio oncologico 54, 55.
Benefici potrebbero derivare anche dall’applicazione topica di acido caffeico, grazie alla sua attività antiossidante, antinfiammatoria, antimicrobica e di stimolazione della produzione di collagene 56.
Avvertenze ed Effetti Collaterali
L’acido caffeico è solo una delle innumerevoli sostanze bioattive presenti negli alimenti vegetali.
Sebbene sia stato oggetto di numerosi studi, la ricerca clinica (su esseri umani) risulta estremamente limitata. Pertanto, non sappiamo esattamente quali benefici ed effetti collaterali possa avere negli esseri umani.
Certamente, anziché concentrarsi su singole sostanze presenti negli alimenti, è preferibile seguire una dieta varia ed equilibrata, essendo questa più importante nel suo complesso rispetto ai singoli alimenti, e ancor di più alle singole sostanze, nella prevenzione delle malattie e nel raggiungimento di una buona salute.