INDICE ARTICOLO
Che Cos’è
Il fattore neurotrofico cerebrale è una proteina importante per l’apprendimento, la memoria e la salute del cervello.
Noto anche come BDNF (da Brain-derived neurotrophic factor), appartiene alla famiglia delle neurotrofine (o fattori neurotrofici).
Nel loro insieme, il BDNF e le altre neurotrofine sono fondamentali per la sopravvivenza, lo sviluppo e la funzione dei neuroni.
Agiscono infatti come dei fattori di crescita, in grado di formare nuovi neuroni e inibire la morte di quelli esistenti.
Il BDNF diminuisce con l’invecchiamento e in molte malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla e la malattia di Huntington 1, 2, 3, 4.
È stato anche osservato un calo dei livelli di BDNF nelle situazioni stressanti e nei soggetti depressi rispetto ai controlli sani 5.
Alcuni interventi – come l’esercizio fisico, la restrizione calorica e la somministrazione di antidepressivi – sono in grado di aumentare i livelli di fattore neurotrofico cerebrale in condizioni normali e patologiche.
A Cosa Serve
Il BDNF favorisce la sopravvivenza dei neuroni esistenti e stimola la crescita, la rigenerazione e la creazione di nuovi neuroni e sinapsi (collegamenti tra neuroni) 6.
In termini medici, il fattore neurotrofico cerebrale svolge un ruolo importante nella neurogenesi e nella neuroplasticità:
- la neurogenesi è la nascita di nuovi neuroni;
- la neuroplasticità (o plasticità sinaptica) è la capacità del sistema nervoso di modificare l’intensità delle connessioni tra neuroni (sinapsi), di instaurarne di nuove e di eliminarne alcune.
Una volta si credeva che il cervello fosse estremamente fragile e che ogni danno subìto fosse più o meno permanente.
In altri termini, si riteneva che il bambino nascesse con un certo patrimonio di neuroni e che questo sarebbe via via diminuito con l’invecchiamento. In caso di danno cerebrale, le capacità di recupero erano considerate nulle.
La scoperta della neuroplasticità ha invece dimostrato che le cellule nervose del cervello (neuroni) sono in grado di compensare le lesioni e adattarsi a nuove situazioni o cambiamenti nell’ambiente 7.
La plasticità sinaptica è la chiave per la formazione di nuovi ricordi e reti neurali, specialmente all’interno dell’ippocampo (una struttura cerebrale che si ritiene fortemente coinvolta nella memoria).
Inoltre, è coinvolta nella riparazione dei danni al cervello dovuti a traumi cranici, stress, tossine e stili di vita scorretti 8.
Oltre all’effetto neuroprotettivo, il BDNF gioca un ruolo importante nell’omeostasi energetica.
La somministrazione di BDNF o la sua infusione nel cervello sopprimono infatti l’appetito e riducono il peso corporeo 9. Inoltre, in alcuni studi, i livelli ematici di BDNF erano più bassi nei soggetti obesi o con diabete di tipo 2 10, 11.
Come Aumentarlo
Considerata l’importanza del BDNF nelle funzioni cerebrali, molte ricerche sono state indirizzate verso la comprensione delle strategie utili per aumentare i suoi livelli nell’organismo.
Attività fisica
L’esercizio fisico è uno dei modi migliori per aumentare i livelli di BDNF 12, 13.
Negli studenti universitari maschi sedentari, un breve periodo di ciclismo ad alta intensità ha aumentato sia i livelli di BDNF che i ricordi 14.
Nei ratti, l’esercizio a bassa intensità si è dimostrato migliore di quello ad alta intensità nell’aumentare i livelli di BDNF 15.
Ciò concorda con altre prove che mostrano che l’esercizio a bassa intensità può migliorare la plasticità sinaptica meglio dell’esercizio ad alta intensità 16.
Uno studio ha scoperto che la pratica del tai chi a lungo termine potrebbe indurre cambiamenti strutturali nel cervello, con conseguente aumento del volume cerebrale 17.
Un’altra ricerca suggerisce che l’esercizio aerobico (corsa, jogging, ciclismo, trekking ecc.) può aiutare a rallentare il restringimento dell’ippocampo (la parte del cervello che si occupa della memoria e che contiene le più alte concentrazioni di BDNF) 18.
In uno studio su donne coreane di mezza età e obese, l’attività fisica continua nel tempo libero ha migliorato la composizione corporea e i fattori neurotrofici, tra cui i livelli di BDNF 19.
Allenare il Cervello
Un ambiente sociale altamente stimolante sembra aumentare il BDNF, soprattutto in età precoce 20.
Essendo importanti nell’apprendimento e nella memoria, stimoli ambientali di vario tipo (come esplorazione, studio, nuove esperienze come imparare una nuova lingua, e giochi come puzzle, carte, scacchi ecc.) hanno dimostrato di aumentare i livelli di BDNF 21, 22.
Dieta
Digiuno Intermittente e restrizione calorica
Nei topi, il digiuno a giorni alterni ha aumentato la produzione di BDNF dal 50 al 400%, a seconda della regione del cervello analizzata 23, 24.
Altri studi sugli animali hanno riportato che il digiuno potrebbe proteggere la salute del cervello e aumentare la generazione di cellule nervose, aiutando a migliorare la funzione cognitiva 25, 26.
Poiché il digiuno può alleviare l’infiammazione, potrebbe aiutare a prevenire i disturbi neurodegenerativi. In particolare, studi sugli animali suggeriscono che il digiuno può prevenire e migliorare condizioni come il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson 27, 28.
Studi su animali hanno anche dimostrato che il digiuno intermittente protegge dai danni cerebrali dovuti all’ictus 29.
Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per valutare gli effetti del digiuno sul BDNF e sulla funzione cerebrale negli esseri umani 30.
Una revisione ha analizzato 16 studi condotti su persone sane e pazienti con disturbi metabolici per valutare l’effetto della restrizione calorica e dei regimi di digiuno intermittente sui livelli di BDNF e sulla funzione cognitiva 30a.
Di questi 16 studi, 5 hanno mostrato un aumento significativo del BDNF dopo l’intervento, 5 hanno riportato una riduzione significativa dei livelli di BDNF e gli altri 6 non hanno osservato differenze significative 30b. A causa di questi risultati contrastanti, sono necessari studi su larga scala e ben controllati per chiarire l’impatto del digiuno intermittente sui livelli di BDNF.
Alimenti Dannosi
Una dieta ricca di zuccheri e grassi saturi può diminuire la produzione di BDNF 31.
In effetti, un consumo eccessivo di bevande zuccherate aumenta le probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2, che ha dimostrato di aumentare il rischio di malattia di Alzheimer 32.
Uno studio ha rilevato che i bambini di età compresa tra 6 e 7 anni che hanno consumato diete ricche di carboidrati raffinati hanno ottenuto punteggi inferiori sull’intelligenza non verbale 33.
Un altro studio condotto su studenti universitari sani ha scoperto che un maggiore apporto di grassi e zuccheri raffinati era associato a una memoria inferiore 34.
Alimenti Utili
Diversi alimenti e nutrienti utili – come olio di pesce, noci, vitamina C, polifenoli e flavonoidi – potrebbero aumentare i livelli di BDNF 35, 36, 37, 38, 39.
Gli Omega 3 contenuti nel pesce possono rallentare il declino mentale correlato all’età e aiutare a scongiurare il morbo di Alzheimer 40, 41, 42, 43.
Al contrario, non assumere abbastanza omega-3 è associato a disturbi dell’apprendimento, così come alla depressione 44, 45.
In uno studio clinico RCT, un aumento di assunzione di flavonoidi tramite una dieta ricca di frutta e verdura o attraverso cacao ad alto contenuto di flavanoli ha aumentato i livelli di BDNF nel sangue e la cognizione globale 46.
Gli Autori hanno osservato come all’inizio dello studio livelli sierici più elevati di BDNF fossero associati a punteggi cognitivi globali significativamente migliori.
D’altronde, è noto che i flavonoidi del cioccolato possono migliorare la memoria e rallentare il declino mentale correlato all’età 47, 48, 49, 50.
In uno studio che ha coinvolto oltre 900 persone, quelle che hanno mangiato cioccolato più frequentemente mostravano maggiori abilità in una serie di compiti mentali 51.
Secondo una revisione, mangiare una quantità sufficiente di cibi ricchi di vitamina C può proteggere dal declino mentale correlato all’età e dal morbo di Alzheimer 52.
Sonno
Le persone che soffrono di insonnia sembrano avere livelli di BDNF più bassi 53.
Nei ratti, la privazione cronica del sonno ha portato a un aumento di citochine infiammatorie e a una riduzione del BDNF 54.
Ciò significa che il BDNF può essere un indicatore di quanto bene le persone dormano, sebbene siano necessari studi su larga scala per confermare questa teoria 55.
Stress
Lo stress cronico o acuto e il cortisolo riducono in maniera importante i livelli di BDNF nel cervello degli animali e dell’uomo 56, 57, 58, 59, 60.
La presenza di elevati livelli di BDNF potrebbe essere implicata nella controreazione al trauma, rappresentando, dal punto di vista neurobiologico, un fattore di resilienza.
Il mancato aumento dei livelli di BDNF in risposta al trauma potrebbe differenziare i soggetti che sviluppano un disturbo post-traumatico da stress da quelli che reagiscono fisiologicamente al trauma 61.
Sole
In un’analisi di 2.851 individui nei Paesi Bassi, è stato rilevato che il BDNF ematico è aumentato in primavera e in estate e diminuito in autunno e inverno.
I livelli di BDNF erano inoltre correlati al numero di ore che la persona trascorreva al sole 62. D’altronde, uno studio ha scoperto che la privazione cronica di esposizione solare porta a deterioramento cognitivo 66.
Questo beneficio non sembra correlato all’aumento dei livelli di vitamina D indotto dalla luce solare.
Infatti, l’integrazione di vitamina D non sembra aumentare i livelli di BDNF 63, 64, 65.
Integratori
In uno studio crossover randomizzato su 39 studenti universitari, l’integrazione con palmitoiletanolamide (PEA – 700 mg/die per 6 settimane) ha aumentato i livelli sierici di BDNF, con una dimensione dell’effetto moderata. Inoltre, ha migliorato la memoria rispetto al placebo 66.
Secondo una meta-analisi di 12 studi RCT, l’integrazione con acidi grassi omega-3 aumenta livelli sierici del fattore neurotrofico cerebrale rispetto al placebo o a nessun intervento 67.
L’aumento medio del BDNF osservato in questa meta-analisi è stato di 0,73 pg/ml, con un effetto mediamente maggiore per assunzioni di almeno 2g/die di omega-3. Per fare un confronto, è stato dimostrato che l’esercizio fisico aumenta i livelli di BDNF in media di 1,6-3,2 pg/ml 68.
In uno studio RCT su 50 adulti affetti da sclerosi multipla, l’integrazione con acido ellagico (180 mg/die per 12 settimane) ha ridotto i sintomi della depressione e migliorato i livelli di serotonina e BDNF nel siero rispetto al placebo 69.
Secondo una meta-analisi di 4 studi RCT, l’integrazione di zinco (da 25 a 30 mg/die per circa 90 giorni) ha aumentato i livelli sierici di BDNF 70.
Uno studio RCT su pazienti con morbo di Alzheimer ha valutato l’effetto di 12 settimane di trattamento con un integratore probiotico (a base di bifidobatteri e Lactobacillus plantarum) 71.
In media, gli Autori hanno rilevato un aumento dei livelli di BDNF nel sangue del 36%, oltre a una riduzione del marker infiammatorio IL-1β e a un aumento dell’enzima antiossidante superossido dismutasi.