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Magazine X115 X115 Palmitoiletanolamide (PEA) | Proprietà, Benefici, Rischi | Dosi Sicure

Palmitoiletanolamide (PEA) | Proprietà, Benefici, Rischi | Dosi Sicure

  • 9 minuti

Che Cos’è

La palmitoiletanolamide (PEA) è una sostanza naturale, utile per combattere il dolore e l’infiammazione.

Viene prodotta dal corpo umano ma si trova anche in alimenti come tuorli d’uovo e arachidi, oltre ad essere disponibile come integratore.

Dal punto di vista chimico, la PEA rappresenta un’ammide di un acido grasso (una sorta di ibrido tra un acido grasso e un amminoacido).

La PEA ha proprietà antinfiammatorie ed è stata studiata per trattare allergie, dolore cronico, neurodegenerazione, disturbi mentali, infezioni del tratto respiratorio e malattie oculari.

La sua integrazione può avere diversi benefici per la salute: quelli con il maggior supporto scientifico riguardano la riduzione dell’infiammazione e del dolore, e la prevenzione/trattamento di raffreddore e influenza.

A Cosa Serve

La PEA è stata inizialmente estratta dalla lecitina di soia, dal tuorlo d’uovo e dalla farina di arachidi, segnalandone le proprietà antinfiammatorie in un modello animale 1.

Nel 1974, venne publicata una serie di studi RCT che valutava l’uso della PEA nella profilassi delle infezioni respiratorie. Queste ricerche osservarono una significativa riduzione del dolore, della quantità di episodi febbrili e dell’incidenza di problemi respiratori 2.

La palmitoiletanolamide venne quindi commercializzata in Cecoslovacchia come farmaco (usando il nome commerciale Impulsin) per il trattamento e la profilassi dell’influenza e di altre infezioni respiratorie.

Il farmaco Impulsin venne poi ritirato dal mercato diversi anni dopo, senza una ragione apparente.

Tuttavia, le formulazioni orali di PEA hanno continuato a essere disponibili come integratori alimentari o alimenti a fini medici speciali 3.

Il principale impiego di questi prodotti verte attorno alle potenziali proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche della palmitoiletanolamide.

Come Funziona

La palmitoiletanolamide è considerata un membro del “sistema endocannabinoide esteso” e appartiene ai cosiddetti “messaggeri dei paracannabinoidi” 4, 5.

A seconda di come e dove attivano i relativi recettori, gli endocannabinoidi possono avere una vasta gamma di effetti biologici, influenzando processi come l’apprendimento, l’umore, l’appetito e il dolore.

La PEA non si lega direttamente ai recettori dei cannabinoidi, ma è in grado di aumentare la sintesi e/o l’attività di altri endocannabinoidi. In questo modo, la PEA espleta un potenziale effetto analgesico.

Tale effetto dipenderebbe soprattutto dalla capacità di legarsi al PPARα (recettore alfa attivato dal proliferatore del perossisoma), a cui consegue una ridotta espressione dell’enzima FAAH che scompone l’anandamide (un endocannabinoide calmante attivo sugli stessi recettori su cui agisce il composto psicoattivo THC contenuto nella cannabis) 3.

Attivando la sintesi e l’attività del recettore nucleare PPARα, la PEA blocca anche l’attività dei geni proinfiammatori e la produzione di molte sostanze infiammatorie 3.

Una maggiore disponibilità di PEA aumenta la concentrazione di alcuni endocannabinoidi (come l’anandamide), che modulano i fattori di stress 6, neuroinfiammazione 7 e cognizione 8, 9.

Proprietà e Benefici

Effetti antidolorifici

A partire dagli anni ’70, molti studi clinici hanno indagato la capacità della palmitoiletanolamide di ridurre il dolore complesso 10.

Nell’insieme, una discreta quantità di prove dimostra che la PEA espleta proprietà analgesiche clinicamente rilevanti, seppur modeste.

Effetti positivi sono stati ad esempio ottenuti nel ridurre il dolore:

  • cronico e neuropatico 11;
  • articolare in pazienti con fibromialgia (potenziando gli effetti della terapia convenzionale) 12;
  • pelvico, migliorando anche la funzione sessuale in donne con endometriosi 13, 14;
  • vulvare (in associazione con transpolidatina e TENS) 15;
  • neuropatico in pazienti diabetici 16;
  • associato alla sindrome del tunnel carpale 17, 18;
  • alla mandibola (a causa di disturbi temporo-mandibolari) 19;
  • post-operatorio dopo rimozione del dente del giudizio 20;
  • causato dalla sciatica 21, 22;
  • indotto sperimentalmente (es. tramite caldo, freddo, pressione) 23.

Una meta-analisi di 11 studi RCT (774 partecipanti) ha riscontrato che la PEA riduce il dolore, sebbene i risultati degli studi mostrino un’elevata eterogeneità 24.

Il dosaggio di palmitoiletanolamide utilizzato variava da 300 a 1.200 mg al giorno e nella maggior parte dei casi i partecipanti assumevano PEA due volte al giorno.

Nel complesso, l’integrazione di PEA ha ridotto il dolore in media di 1,68 punti su una scala da 0 a 10. Si tratta quindi di un effetto moderato, considerando che la persona media con dolore cronico ha bisogno di una riduzione del dolore di circa 2,3 punti per considerare l’effetto significativo 24.

Salute del cervello

La PEA potrebbe aiutare le cellule cerebrali a sopravvivere in condizioni di stress e infiammazione, come accade ad esempio in caso di ictus o malattie neurodegenerative.

In uno studio su 250 pazienti, 60 giorni di trattamento con un integratore a base di palmitoiletanolamide (1.400 mg al giorno) e luteolina hanno migliorato il recupero dopo un ictus. Oltre a ridurre il dolore, hanno prodotto un beneficio sulle capacità cognitive, sul funzionamento quotidiano e sulla salute generale del cervello 25.

Negli studi su modelli animali di morbo di Parkinson, la palmitoiletanolamide (sia da sola che associata a luteolina) ha prevenuto la malattia proteggendo i neuroni dopaminergici dalla degenerazione 26, 27.

Sempre in associazione a luteolina, la PEA ha migliorato la guarigione dei nervi nei topi con lesioni del midollo spinale, aumentando anche i livelli dei fattori neurotrofici BDNF e NGF 26, 28.

Un aumento dei livelli di BDNF e delle capacità di apprendimento e memoria è stato osservato anche in uno studio RCT crossover su giovani adulti sani trattati con 700 mg/die di PEA per 6 settimane 29.

Gli effetti benefici dell’integrazione con PEA sul linguaggio espressivo e sulla cognizione sono stati riportati anche in due casi clinici di bambini autistici 30.

Depressione

In uno studio che utilizzava un modello murino, è stato osservato un miglioramento dei sintomi depressivi con la somministrazione di PEA 31.

Similmente, in uno studio su 58 persone affette da depressione, la PEA (1,2 g/die per 6 settimane) ha migliorato notevolmente e rapidamente l’umore e i sintomi generali 32. In particolare, è riuscita a raddoppiare gli effetti antidepressivi del farmaco citalopram a cui è stata associata.

Psicosi

In alcuni studi riguardanti il potenziale terapeutico dell’integrazione di PEA per la psicosi, l’aggiunta dell’integratore ai farmaci psicotropi convenzionali non ha ridotto significativamente i sintomi psicotici positivi 33, 34, 35, mentre ha migliorato i sintomi psicotici negativi 34 e maniacali acuti 35.

Sclerosi multipla

In uno studio su 29 pazienti con sclerosi multipla in rapido avanzamento, la palmitoiletanolamide ha ridotto il dolore e migliorato la qualità della vita e le funzioni cognitive, attenuando anche gli effetti avversi della terapia standard a cui è stata associata 36.

Salute degli occhi

La PEA ha ridotto il danno ai nervi oculari in oltre 9 studi clinici su persone con retinopatia (una malattia che può portare alla perdita della vista, spesso causata dal glaucoma e dal diabete) 37.

In 32 persone affette da glaucoma, la PEA ha ridotto la pressione alta oculare e ha migliorato la vista per 6 mesi. Lo ha fatto in modo sicuro e senza causare effetti collaterali 38.

Inoltre, quando somministrata subito dopo l’intervento chirurgico con il laser a 15 pazienti affetti da glaucoma, la palmitoiletanolamide ha prevenuto l’aumento della pressione oculare post-intervento 39.

Salute delle vie respiratorie

In uno studio su circa 900 giovani soldati, l’integrazione di PEA (1.200 mg al giorno) ha ridotto la durata del raffreddore e sintomi come febbre e mal di testa. In 4 ulteriori studi, la PEA ha avuto un effetto preventivo sullo sviluppo del raffreddore e un effetto attenuante sui suoi sintomi 40.

In uno studio RCT su 426 partecipanti, 300 mg di palmitoiletanolamide 2 volte al giorno per 12 settimane hanno ridotto l’incidenza di infezioni del tratto respiratorio superiore rispetto al placebo. Inoltre, ne hanno ridotto i sintomi per quanto concerne l’irritazione della gola e della tosse 41.

Altri studi clinici sull’uomo hanno indicato che la PEA è un trattamento efficace nel ridurre i sintomi del raffreddore e dell’influenza; tuttavia, questi studi hanno quasi 50 anni 2, 42.

Ad esempio, uno di questi studi ha rilevato che i soggetti che assumevano quotidianamente 1.800 mg di PEA per 12 giorni hanno mostrato una riduzione degli episodi di febbre, mal di gola e mal di testa rispetto ai gruppi placebo 2. Inoltre, è stata notata una riduzione dell’incidenza di raffreddore e influenza dal 40% al 32%

In uno studio randomizzato su 101 pazienti con rinite allergica stagionale, l’integrazione con palmitoiletanolamide (175 mg due volte al giorno per 2 settimane) ha ridotto la gravità dei sintomi (più del placebo) soltanto nel sottogruppo di partecipanti con rinite allergica da lieve a moderata 43.

COVID-19

Il cosiddetto long-COVID è una sindrome caratterizzata dal persistere di disturbi come affaticamento, mal di testa, confusione mentale e difficoltà respiratorie per diversi mesi dopo la risoluzione dell’infezione da Sars-COV-2.

Uno studio di coorte retrospettivo su 33 pazienti italiani ha rilevato che il trattamento quotidiano con 1.200 mg di palmitoiletanolamide per 3 mesi ha portato a un miglioramento dei sintomi del Long-COVID 44.

Altri Autori hanno dimostrato che l’integrazione con PEA ultramicronizzata (1.800 mg/die per 28 giorni) nelle fasi iniziali della COVID-19 ha ridotto i marcatori di infiammazione (PCR, IL-6 e rapporto neutrofili/linfociti) mentre il gruppo placebo ha mostrato un aumento dei marcatori ossidativi 45.

Uno studio RCT ha scoperto che l’associazione di PEA, luteolina e training olfattivo ha aumentato l’efficacia di quest’ultimo nel recupero dell’olfatto in seguito alla disfunzione olfattiva indotta da COVID-19 46.

Fibromialgia

In uno studio su 130 donne con fibromialgia, 24 settimane di integrazione di PEA (600 mg/bid) e carnitina (500 mg/bid), in associazione a terapia farmacologica (pregabalin + duloxetina), ha potenziato gli effetti di quest’ultima nel ridurre i sintomi della malattia 47.

Dosi e Modo d’Uso

Negli studi clinici analizzati, la PEA è stata generalmente utilizzata in dosi comprese tra 300 e 1.800 mg/giorno.

Spesso, la dose totale giornaliera è stata suddivisa in due assunzioni, ad esempio una al mattino e una al pomeriggio.

Alcuni studi hanno utilizzato la palmitoiletanolamide in forma micronizzata/ultramicronizzata e/o combinata con la tecnologia di dispersione per migliorarne l’assorbimento intestinale, diversamente ritenuto scarso 48, 49, 50.

Effetti Collaterali

L’integrazione di PEA sembra sicura e priva di effetti avversi significativi.

Secondo una meta-analisi di 11 studi RCT (774 partecipanti), la PEA non ha aumentato il rischio di eventi avversi o effetti collaterali rispetto al placebo, con la possibile eccezione di rari sintomi gastrointestinali (comunque lievi e non chiaramente collegati all’assunzione di PEA) 24.

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