Queste sostanze sono specie altamente reattive dotate di un elettrone spaiato, e – quando vengono prodotte in eccesso – possono causare danni alle cellule.
Da tali danni possono scaturire malattie come alcune forme di cancro della pelle e danni istologici che si manifestano con un invecchiamento precoce (photoaging).
Alcune malattie legate all’età possono essere neutralizzate da prodotti contenenti protezioni solari.
La fotoprotezione attuata tramite questi prodotti è una delle misure preventive principali e nello specifico viene realizzata con l’utilizzo di filtri solari.
Come requisiti generali, i filtri solari devono proteggere da UVA e UVB, essere fotostabili e resistenti all’acqua.
filtri chimici: hanno la capacità di assorbire fotoni a corta lunghezza d’onda e trasformarli in radiazioni a lunga lunghezza d’onda, IR, che emettono calore;
filtri fisici: contengono micropigmenti inorganici con particelle dal diametro infinitesimale che possono riflettere un ampio spettro di raggi UV.
I filtri solari possono anche essere divisi in 3 gruppi a seconda dell’assorbimento: molecole che assorbono principalmente lo spettro UVB, molecole che assorbono principalmente UVA e molecole che assorbono entrambi (benzofenone).
La maggior parte delle creme di protezione solare presenti sul mercato contengono una miscela tra i 2 tipi di filtri.
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