Creme Solari | Cosa Contengono? Benefici, Effetti Collaterali 24 Lug 2023 | In X115

Cosa sono

Le creme solari aiutano a proteggere la pelle dai danni indotti dal sole e dalle lampade abbronzanti.

Questi danni sono causati da frazioni particolari della luce solare, note come radiazioni ultraviolette o raggi UV.

Le creme solari agiscono riducendo la quantità di raggi UV (in particolare UVB e UVA) che colpisce la pelle.

Perché i raggi UV sono pericolosi?

Come mostrato in tabella, le radiazioni ultraviolette emesse dal sole hanno vari benefici per la salute umana.

Tuttavia, quando l’esposizione ai raggi UV risulta eccessiva, crea un danno profondo alla pelle. A sua volta, questo danno favorisce l’insorgenza di: invecchiamento cutaneo precoce (photoaging), scottature, lesioni precancerose e cancerose, e soppressione del sistema immunitario 1.

Rischi del SoleBenefici del Sole
Un’esposizione solare eccessiva e scottante aumenta il rischio di:
  • Eritemi, scottature solari e danni alla pelle 2, 3;
  • Invecchiamento cutaneo 4;
  • Colpo di sole (colpo di calore) 5;
  • Lesioni oculari (ad es. cataratta, fotocheratiti, fotocongiuntiviti) 6;
  • Cancro della pelle (melanoma e non melanoma) 7.
Un’esposizione solare adeguata e non scottante:
Per approfondire, consigliamo la lettura di: Sole | Danni e Benefici | Causa o Previene il Cancro della Pelle? »

Tipi di Radiazioni Solari

Esistono tre tipi di raggi UV:

  1. UVC (100-280 nm): sono assorbiti per il 100% dallo strato di ozono;
  2. UVB (280-315 nm): in gran parte assorbiti dallo strato di ozono, sono responsabili dell’abbronzatura e della sintesi di vitamina D. Purtroppo, provocano anche scottature solari e danni al DNA che aumentano il rischio di tumori della pelle non melanoma 49.
  3. UVA (315-400 nm): sono associati all’invecchiamento cutaneo e alla pigmentazione. A differenza degli UVB, penetrano in profondità nello strato cutaneo (raggiungono il derma, mentre lo spettro UVB è quasi completamente assorbito dall’epidermide).
    La radiazione UVA genera specie di radicali liberi dell’ossigeno, danneggiando indirettamente il DNA, favorendo l’infiammazione e riducendo le cellule immunitarie locali 50.
Crema Solare Raggi UV

Semplificando i loro effetti, possiamo affermare che:

Tipo di radiazione solareProprietàBeneficiRischi da Eccesso
Raggi ultravioletti A (UVA)Penetrano negli strati profondi della pelle. Attraversano il vetro delle finestre.
  • Abbronzatura
  • Invecchiamento cutaneo prematuro
  • Formazione di tumori cutanei
Raggi ultravioletti B (UVB)Penetrano nell’epidermide. Attraversano parzialmente il vetro delle finestre.
  • Abbronzatura
  • Sintesi di vitamina D
  • Eritemi
  • Infiammazione
  • Scottature
  • Formazione di tumori cutanei

Cosa Contengono

Le creme solari contengono vari fattori protettivi nei confronti delle radiazioni UV, che possono essere classificati in primari e secondari 1.

Filtri Solari

I filtri solari sono composti che impediscono il passaggio della luce ultravioletta.

I dermatologi li dividono in filtri chimici (che assorbono i raggi UV e li convertono in energia termica) e filtri fisici (che riflettono i raggi UV). Inoltre, in base allo spettro di luce UV sul quale agiscono, si possono classificare in filtri UVA e UVB.

Tra le strategie utili per ridurre gli effetti negativi del sole è consigliato l’utilizzo di una crema solare ad ampio spettro, cioè che contenga filtri solari in grado di proteggere sia dalle radiazioni UVB che UVA 2, 52, 53, 54.

Filtri FisiciFiltri Chimici
ESEMPI
  • Ethylhexyl Methoxycinnamate (UVB)
  • Butyl methoxydibenzoylmethane (UVA)
  • Padimate O (UVB)
  • Homomenthyl salicylate (omosalato) (UVB)
  • Octyl salicylate (etilesilsalicilato) (UVB)
  • Phenylbenzimidazole sulfonic acid (UVB, con minima protezione UVA)
  • Octocrylene (UVB e UVA)
  • Benzophenone-4 (Oxybenzone) (UVB e UVA)
VANTAGGI E SVANTAGGI
  • In generale, i filtri fisici sono considerati meno tossici e più sicuri, da prediligere soprattutto nel caso di protezione per bambini e neonati. Anche il rischio per l’ambiente è considerato basso 55.
  • Tuttavia, anche i filtri fisici hanno sollevato delle criticità, specialmente il biossido di titanio in forma di nanoparticelle. Queste sono state sviluppate per renderlo più facile da applicare e trasparente sulla pelle.
    Tuttavia, la micronizzazione dei filtri fisici potrebbe rendere le nanoparticelle più bioreattive e facilitare la loro penetrazione nella pelle e in altri tessuti (attenzione all’inalazione degli spray solari, che non vanno applicati controvento; le nanoparticelle inalate possono indurre malattie infiammatorie o addirittura esacerbare allergie respiratorie e asma, e possono anche essere coinvolte in malattie cardiovascolari e promuovere alcuni tumori polmonari 56.
  • Molti filtri chimici perdono la loro capacità di filtraggio UV a causa delle reazioni fotochimiche che si verificano durante l’esposizione al sole; oltre a lasciare la pelle non protetta dai danni causati dalle radiazioni UV, queste reazioni generano sottoprodotti e composti intermedi che includono specie reattive dell’ossigeno (ROS) o altre molecole citotossiche in grado di sensibilizzare e danneggiare ulteriormente la pelle.
  • Per questo motivo, in generale, i filtri chimici hanno una maggiore probabilità di indurre dermatite da contatto o da fotocontatto.
    In casi specifici, è stata sollevata anche una certa preoccupazione sui potenziali effetti avversi cancerogeni ed endocrini dei loro metaboliti.

Fattori Secondari

Come accennato, nelle creme solari la fotoprotezione secondaria si attua mediante l’impiego di antiossidanti, osmoliti ed enzimi di riparazione del DNA.

Queste sostanze aiutano a limitare i danni alla pelle causati dai raggi UV, disturbando la cascata fotochimica da essi innescata.

Gli egiziani usavano ingredienti come crusca di riso, gelsomino e lupino per bloccare gli effetti abbronzanti del sole sulla pelle. Recentemente, è stato scoperto che la crusca di riso assorbe la luce ultravioletta [UV], il gelsomino aiuta a riparare il DNA e il lupino schiarisce la pelle 57.

Gli antichi greci usavano l’olio d’oliva per proteggere la pelle dal sole e per la cura dopo l’esposizione al sole 57. Test moderni sull’olio d’oliva confermano che ha un indice SPF di circa 8 58.

Estratti vegetali e vitamine sono anche in grado di lenire eventuali irritazioni e controbattere gli effetti nocivi dell’esposizione alle radiazioni solari, neutralizzando i radicali liberi generati dai raggi UV.

Inoltre, l’aggiunta di alcuni ingredienti secondari ai filtri solari, è in grado di aumentarne di qualche punto lo spettro di protezione solare 59, 60.

Antiossidanti

Oltre a favorire la fotostabilizzazione dei filtri UV (evitando che si degradino precocemente perdendo le loro proprietà), gli antiossidanti topici riducono la produzione di ROS, citochine proinfiammatorie e MMPs indotta dai raggi UV 61.

Pertanto, pur non essendo considerati filtri solari, gli antiossidanti aiutano a stabilizzare la formula e ad attenuare l’effetto lesivo delle radiazioni UV, proteggendo la pelle dal danno ossidativo e contribuendo a ridurre il rischio di cancro della pelle non melanoma 62, 63, 61.

Per questo motivo, molte creme solari includono antiossidanti come vitamina C, vitamina E, silimarina e polifenoli del tè verde.

Altri adiuvanti

Come Sceglierle

Generalmente, la scelta di una crema solare andrebbe definita in base:

Individuazione del Fototipo

Conoscere il proprio fototipo aiuta a prevedere il rischio complessivo di danni del sole, aiutando a scegliere una protezione solare adeguata.

Sviluppato nel 1975, il sistema dei fototipi di Fitzpatrick classifica il tipo di pelle in base alla quantità di melanina e alla reazione all’esposizione solare.

La melanina è il pigmento che dona alla pelle un colore scuro e la protegge dai raggi solari. Pertanto, i soggetti con fototipo scuro possono tollerare una maggiore quantità di radiazioni solari rispetto ai soggetti dalla carnagione chiara.

In altre parole, più la pelle è chiara, più è facile che la radiazione UV provochi scottature e altri danni, richiedendo una maggiore protezione solare per prevenirli.

fototipi

La tabella sottostante è puramente indicativa e ha lo scopo di fornire indicazioni di massima sui diversi fattori di protezione consigliati in base al tipo di pelle.

FototipoLivello di ProtezioneIndice di Protezione
UVBUVA
SPFPPDIPD
1 (Intollerante al Sole)Massimo> 40> 15> 50
2 (Chiaro)Alto> 20> 8> 25
3 (Medio)Medio> 15> 5> 12
4 (Scuro)Medio/Basso>10> 5> 12
5 (Molto Scuro)Basso> 5> 5> 12

Scelta dell’SPF

L’SPF è il cosiddetto fattore di protezione solare.

Si tratta di un parametro numerico che esprime l’efficacia di un prodotto o di un filtro solare nel proteggere la pelle dalle radiazioni UVB.

In particolare, l’SPF esprime la quantità di energia solare necessaria per provocare una scottatura quando si indossa la protezione solare rispetto alla pelle non protetta.

Per fare un esempio, una crema solare con un SPF di 30, se usata come indicato, riduce di 30 volte i raggi UVB che penetrano nella pelle; in altri termini, blocca il 97% dei raggi UVB e aumenta di 30 volte il tempo di esposizione al sole necessario per produrre scottature 80.

È importante ricordare che:

Grado di Protezione UVBSPF
Basso2-6
Medio8-15
Alto15-30
Molto Alto30-50
Ultra50+
SPF

Protezione UVA

In passato, si riteneva che le lunghezze d’onda dei raggi UVA (320-400 nm) svolgessero un ruolo importante soltanto nell’invecchiamento della pelle; tuttavia, le ricerche scientifiche hanno dimostrato che i raggi UVA svolgono un ruolo importante anche nella fotocarcinogenesi 81.

Pertanto, la capacità protettiva della crema solare contro i raggi UVA è importante.

Per calcolare la protezione UVA (UVA-PF) delle creme solari, si utilizzano metodi concettualmente simili all’SPF (ad es. metodo PPD e metodo IPD).

Tali metodi sono approvati dalla Comunità Europea, che ne richiede l’esecuzione prima di autorizzare l’immissione in commercio di un prodotto solare.

In presenza di una reale capacità protettiva anti UVA, l’etichetta del cosmetico dovrebbe indicare l’entità dell’indice di protezione UVA (IPD o PPD) o quantomeno dovrebbe riportare la dicitura "Broad Spectrum" (ampio spettro).

Come Usarle

Al fine di minimizzare i rischi legati all’inadeguata esposizione al sole, è opportuno:

Quanta crema solare applicare

L’efficacia schermante espressa dal valore di SPF presuppone che la pelle venga ricoperta da una quantità ben precisa di crema solare, che è di 2 mg per cm2 di pelle.

Se la quantità applicata risulta inferiore lo sarà anche la protezione solare.

In termini pratici, per il corpo di un adulto medio la quantità di 2 mg/cm2 equivale a circa 35-45 grammi di prodotto (pari a 6 cucchiaini da te o 2-3 cucchiai da minestra).

Quanto spesso applicarla

La protezione solare dev’essere applicata almeno 15 minuti prima di esporsi al sole.

Inoltre, occorre tener presente che la protezione offerta ha una durata limitata.

Per una protezione prolungata, la crema solare dev’essere applicata ogni due ore, subito dopo il bagno e dopo un’eccessiva sudorazione 82.

Uno studio condotto su un comune solare ha evidenziato una perdita d’efficacia di circa il 40 e il 50% rispettivamente dopo 4 e 8 ore dall’applicazione 82.

È quindi importante riapplicare la crema solare ogni 2 ore, così come dopo docce, nuoto o cospicua sudorazione.

Non Solo Creme Solari

Per quanto buoni possano sembrare i filtri solari, nessuno blocca il 100% della radiazione UV; pertanto, una parte di questa radiazione (per quanto piccola) penetrerà comunque in profondità nell’epidermide e nel derma.

Di conseguenza, le raccomandazioni riguardanti mezzi aggiuntivi per la protezione solare meritano ponderate considerazioni.

A tal proposito, l’American Academy of Dermatology raccomanda alle persone di:

Fattori che favoriscono le scottatureFattori che prevengono le scottature
Dieta Povera di AntiossidantiDieta Ricca di Antiossidanti
DisidratazioneIdratazione adeguata
Igiene eccessiva (per asportazione del sebo protettivo)Evitare la doccia prima dell’abbronzatura; usare detergenti delicati
"Prendere troppo sole" tutto in una voltaEsporsi al sole con gradualità, iniziando da 5-10 minuti nelle ore meno calde
Addormentarsi al soleCambiare frequentemente la posizione sul lettino
Esporsi al sole senza protezione solareÈ possibile esporsi al sole senza protezione solare fino a 20 minuti ogni giorno 16. Tuttavia, come spiegato il tempo si riduce nei soggetti con pelle chiara e man mano che ci si avvicina all’equatore
Utilizzare soltanto una protezione UVBUtilizzare una protezione solare completa, sia UVB che UVA
Usare una quantità insufficiente di protezione solareÈ stato stimato che occorrono circa 6-9 cucchiaini per il totale delle aree non coperte dal costume di un adulto di medie dimensioni.
Non dare alla protezione il tempo di agireÈ consigliabile applicare il prodotto solare almeno mezz’ora prima di iniziare l’esposizione
Non rinnovare la protezione solareRinnovare la protezione solare ogni qualvolta compromessa da sudore e acqua, e in generale ogni 1-2 ore.

Svantaggi

Riduzione della sintesi di Vitamina D

Come spiegato, una crema solare con fattore di protezione (SPF) di 30 assorbe circa il 97% della radiazione solare UVB.

Pertanto, l’applicazione topica di una crema solare con un SPF di 30 riduce del 95-98% la sintesi di vitamina D3 3.

In uno studio, l’applicazione di una crema solare a bassa protezione (SPF 8) ha ridotto drasticamente il livello ematico di vitamina D3 dopo l’esposizione alla luce UV in un lettino abbronzante 83, 84.

In teoria, questo significa che l’uso di creme solari riduce drammaticamente la sintesi cutanea di vitamina D. Tuttavia, sul piano pratico, pochissime persone mettono abbastanza crema solare per bloccare tutta la luce UVB, oppure la usano in modo irregolare.

Pertanto, nonostante l’uso della crema solare, la sintesi cutanea di vitamina D potrebbe essere adeguata per la maggior parte delle persone.

Appare tuttavia evidente che tale sintesi risulterebbe insufficiente nelle persone che si espongono poco al sole e che, nelle rare occasioni in cui lo fanno, usano filtri solari ad altissimo fattore di protezione 85.

In assenza di una specifca integrazione, le conseguenze della carenza di vitamina D sulla salute possono essere piuttosto gravi, specialmente nell’anziano.

Come sempre occorre dunque un certo equilibrio. Se da un lato le scottature solari, soprattutto nei bambini, vanno sempre assolutamente evitate, dall’altro un’esposizione solare moderata e non scottante andrebbe incoraggiata.

Di quanto sole abbiamo bisogno

I bianchi con pelle chiara (fototipo II) che vivono a 40°di latitudine (più o meno all’altezza della Basilicata) possono ottenere il fabbisogno annuale di vitamina D trascorrendo 86:

Le persone che vivono a latitudini superiori (più a nord) necessitano di tempi di esposizione superiori 87.

Inquinamento

Nel 2008, è stato pubblicato il primo studio che descriveva il potenziale ruolo delle creme solari nel provocare lo sbiancamento dei coralli in aree con alti livelli di balneazione 88.

Nel 2018, le isole Hawaii sono diventate il primo stato a vietare la vendita di creme solari contenenti oxybenzone e octinoxate a partire dal 2021.

In generale, I filtri UV sono stati ripetutamente segnalati come una minaccia per gli ecosistemi costieri della barriera corallina 61, 89. Anche i filtri fisici, in particolare il biossido di titanio sottoforma di nanoparticelle, sembrerebbero dannosi per vari organismi acquatici 90, 91 89.

Tuttavia, in condizioni reali, quando si valutano tutte le minacce per i coralli, la protezione solare non sembra essere il problema principale 89. In tal senso, i cambiamenti climatici globali, l’inquinamento e le acque reflue sembrano alcuni dei fattori primari che contribuiscono al problema 89.

Effetti Collaterali

I possibili effetti avversi delle creme solari comprendono quattro tipi di dermatite da contatto: irritante, allergica, fototossica e fotoallergica 92.

In Germania, uno studio di 15 anni basato su patch test e foto patch test ha dimostrato che la reazione più comune alla protezione solare è una risposta irritante non immunitaria 82.

I filtri UV che causano più comunemente effetti avversi sono i benzofenoni e i dibenzoilmetani, con il fotoallergene più comune che è il Benzophenone-3 (BP-3), poiché è un derivato del PABA 82.

Alcuni studi hanno anche associato l’uso di creme solari al melanoma, a causa del falso senso di sicurezza degli utilizzatori che può aumentare esageratamente la durata di esposizione al sole e i danni mediati dai raggi UV, in particolare UVA (verso i quali molte creme solari non offrono una protezione adeguata) 92.

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