INDICE ARTICOLO
Che Cos’è
Il termine Vitamina D raggruppa un insieme di 5 vitameri, che il corpo può ricavare:
- dall’esposizione al sole;
- da una corretta alimentazione.
La vitamina D3 rappresenta una delle principali forme di vitamina D esistenti in natura.
Nota anche come colecalciferolo, la vitamina D3:
- si trova negli alimenti di origine animale;
- è contenuta nella maggior parte degli integratori e farmaci a base di vitamina D;
- viene sintetizzata nella pelle in seguito all’esposizione alla luce solare UVB.
Un’altra forma piuttosto comune di vitamina D è chiamata ergocalciferolo o vitamina D2.
A differenza della D3, l’ergocalciferolo viene fotosintetizzato in piante, funghi e lieviti.
La vitamina D3 si trova solo negli alimenti di origine animale, mentre la D2 proviene da fonti vegetali. Nei farmaci e negli integratori possono essere presenti indifferentemente le due forme di vitamina D, ma in genere si preferisce la D3.
Si tenga comunque presente che la vitamina D si trova naturalmente solo in pochi alimenti, soprattutto di origine animale, come alcuni pesci grassi (sgombri, salmone, sardine), oli di fegato di pesce, tuorli d’uovo e funghi esposti alla luce solare o ai raggi UV.
In Italia, la combinazione di calcio e vitamina D3 viene frequentemente prescritta per il trattamento di persone che soffrono (o hanno un rischio aumentato) di osteopenia e/o osteoporosi.
Funzioni
La vitamina D è necessaria per la salute generale dell’organismo e per mantenere le ossa forti.
La sua funzione più nota è quella di aumentare l’assorbimento di calcio nell’intestino.
Il calcio è uno dei principali elementi costitutivi delle ossa, ma è necessario anche per molte altre funzioni; ad esempio, i muscoli ne hanno bisogno per muoversi e i nervi per trasportare messaggi tra il cervello e ogni parte del corpo.
Anche il sistema immunitario ha bisogno di vitamina D per combattere batteri e virus invasori.
Insieme al calcio, la vitamina D aiuta anche a proteggere gli anziani dall’osteoporosi.
Metabolismo
Per acquisire attività biologica, le varie forme della vitamina D devono essere trasformate in una forma attiva.
A tale scopo, è necessaria una doppia attivazione, prima nel fegato e poi nei reni 1, 2.
In primo luogo, le varie forme di vitamina D vengono convertite in calcidiolo [25(OH)D] nel fegato. Questa è la forma di immagazzinamento della vitamina D, che viene misurata nel sangue per valutare lo stato corporeo della vitamina D.
La concentrazione sierica di 25(OH)D è attualmente il principale indicatore dello stato della vitamina D. Per approfondire, leggi: Vitamina D Bassa | Cosa Fare | Cause, Valori Normali, Cure »
Biodisponibilità
Integratori
Sia la vitamina D3 che la vitamina D2 possono essere chimicamente sintetizzate dall’uomo e usate per farmaci, integratori o alimenti fortificati.
Tuttavia, poiché la vitamina D2 è più economica da produrre, tende a essere preferita negli alimenti fortificati.
Entrambe le forme, D2 e D3, sono ben assorbite nell’intestino tenue.
Quando attivate, è stato riportato che le vitamine D2 e D3 mostrano risposte identiche nel corpo e hanno un’analoga capacità di curare il rachitismo da carenza di vitamina D 5, 6.
Tuttavia, diversi studi dimostrano che la vitamina D3 è più efficace della vitamina D2 nell’aumentare i livelli ematici di 25(OH)D 7, 8.
Ad esempio, uno studio su 32 donne anziane ha rilevato che una singola dose di vitamina D3 era quasi due volte più efficace della vitamina D2 nell’aumentare i livelli di 25(OH)D 9.
In un altro studio su 63 adulti sani, 1.000 UI al giorno di vitamina D3, assunti per 25 settimane a partire dalla fine dell’estate, hanno permesso di mantenere stabili i livelli plasmatici di 25(OH)D; al contrario, nel gruppo che aveva assunto la stessa quantità di vitamina D2 si è osservata una riduzione di 21 nmol/l nei livelli plasmatici di 25(OH)D 10.
Alcuni studi, inoltre, suggeriscono che la vitamina D2 potrebbe essere sensibile all’umidità e alle fluttuazioni di temperatura. Per questo motivo, è più probabile che gli integratori di vitamina D2 si degradino nel tempo 10.
Alimenti
Fonti di Vitamina D3 | Fonti di Vitamina D2 |
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E’ interessante notare come, oltre alla vitamina D3, gli alimenti di origine animale forniscano anche un po’ di vitamina D sotto forma di 25(OH)D. Gli studi dimostrano che la 25(OH)D sembra essere circa cinque volte più potente della vitamina madre nell’aumentare le concentrazioni sieriche di 25(OH)D 12, 13.
Secondo uno studio, tenendo conto del contenuto di 25(OH)D di manzo, maiale, pollo, tacchino e uova, la quantità totale di vitamina D nel cibo è da 2 a 18 volte superiore alla quantità nella vitamina madre da sola, a seconda del cibo 12.
Inoltre, le persone che non consumano carne e pesce, come i vegani, hanno un rischio maggiore di sviluppare carenze di vitamina D 14.
Secondo uno studio svolto nel Regno Unito, le concentrazioni plasmatiche di vitamina D erano inferiori nei vegetariani e vegani rispetto ai mangiatori di carne e pesce 15.
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Integratori di Vitamina D3
Quando Serve Integrare?
Ogni giorno, un adulto ha mediamente bisogno di una quantità di vitamina D che varia da 1.500 UI (adulti sani) a 2.300 UI (anziani con basso apporto di calcio) 16.
Considerando che pochissimi alimenti contengono vitamina D e che in Italia, in media, la dieta fornisce circa 300 UI di vitamina D al giorno, il contributo della sintesi cutanea risulta fondamentale.
E’ stato stimato che alle nostre latitudini, nei giovani adulti, un’esposizione al sole estivo (senza protezione solare) di circa il 25% della superficie corporea (viso e braccia) per 15 minuti due o tre volte a settimana equivale a una dose orale di 25 μg (1000 UI) di vitamina D 17.
L’integrazione risulta quindi necessaria per i soggetti con una bassa o scarsa esposizione solare, o che per altri motivi sono a rischio di carenza.
Studi osservazionali suggeriscono che concentrazioni sieriche di 25(OH)D comprese tra 30 ng/ml e 60 ng/ml sono associate a rischi inferiori di esiti avversi per la salute, inclusi tumori e malattie autoimmuni 19. Secondo gli studi, fino al 77% della popolazione statunitense presenta livelli di 25(OH)D inferiori a 30 ng/ml 20.
Anche l’associazione italiana degli endocrinologi clinici (AME) 21 raccomanda di mantenere i livelli plasmatici di 25(OH)D al di sopra dei 30ng/ml (75 nmol/l), in particolare nei soggetti:
- con osteopenia, osteoporosi o fratture da fragilità;
- in trattamento per l’osteoporosi;
- che appartengono a categorie a rischio (ad es. anziani, soggetti obesi, persone con pelle scura, soggetti con scarsa esposizione solare, donne in gravidanza e in allattamento, presenza di malattie o assunzione di farmaci che compromettono l’assorbimento intestinale dei lipidi).
Se ritieni di essere a rischio di una carenza di Vitamina D, esponi le tue preoccupazioni al medico per valutare l’opportunità di sottoporti a un dosaggio ematico (esame del sangue) della vitamina D.
Dosi
I dati provenienti da studi sull’integrazione indicano che gli adulti che vivono a latitudini temperate richiedono un’assunzione di vitamina D di almeno 800-1.000 UI al giorno per raggiungere concentrazioni sieriche di 25(OH)D di almeno 30 ng/ml (75 nmol/l) 18.
Tuttavia, i soggetti senza un’efficace esposizione al sole dovrebbero essere integrati con una dose superiore di vitamina D, che secondo la società Italiana per l’osteoporosi va da 1.200 UI (adulti sani) a 2.000 UI (anziani con basso apporto di calcio) 16, 21.
In generale, la ricerca 22, 23, 24 mostra che:
- assumere 1.000 UI (25 mcg) di vitamina D al giorno aiuterebbe il 50% delle persone a raggiungere un livello ematico di 25(OH)D di 33 ng/ml (82,4 nmol/l);
- assumere 2.000 UI (50 mcg) di vitamina D al giorno aiuterebbe quasi tutti a raggiungere un livello ematico di 25(OH)D di 33 ng/ml (82,4 nmol/l).
Quando Assumerla?
La vitamina D3 è una vitamina liposolubile, il che significa che non si dissolve in acqua e viene assorbita meglio dall’intestino quando abbinata a cibi ricchi di grassi.
Per questo motivo, si consiglia di assumere gli integratori di vitamina D3 con un pasto per migliorarne l’assorbimento.
In uno studio su 50 adulti anziani, l’assunzione di vitamina D3 insieme a un pasto ad alto contenuto di grassi ha aumentato i livelli ematici di vitamina D del 32% dopo 12 ore rispetto a un pasto privo di grassi 25.
Effetti Collaterali
La vitamina D3 è considerata generalmente sicura.
Se si assume troppa vitamina D3 per lunghi periodi, alcuni sintomi del sovradosaggio includono nausea, vomito, cambiamenti di umore, costipazione, vertigini, perdita di appetito, disidratazione e costipazione.
Intossicazione da Vitamina D
Quantità eccessive di vitamina D3 risultano tossiche.
L’intossicazione da vitamina D si verifica quando i livelli ematici superano i 150 ng/ml (375 nmol/l).
Poiché la vitamina D viene immagazzinata nel grasso corporeo e rilasciata lentamente nel flusso sanguigno, gli effetti della tossicità possono durare per diversi mesi 26.
Tuttavia, è importante sottolineare che la tossicità non è comune e si verifica quasi esclusivamente nelle persone che assumono integratori a lungo termine e ad alte dosi senza monitorare i livelli ematici.
Una dose giornaliera compresa tra 40.000 e 100.000 UI (1000-2500 microgrammi), da uno a diversi mesi, ha dimostrato di causare tossicità negli esseri umani 27, 28, 29, 30, 31.
Poiché la vitamina D aumenta l’assorbimento del calcio nel tratto gastrointestinale, il sovradosaggio porta a un aumento del calcio plasmatico e urinario (ipercalcemia e ipercalciuria).
A loro volta, l’ipercalcemia e la conseguente ipercalciuria possono portare a nausea, vomito, debolezza muscolare, disturbi neuropsichiatrici, dolore, perdita di appetito, disidratazione, poliuria, sete eccessiva e calcoli renali.
In casi estremi, la tossicità della vitamina D provoca insufficienza renale, calcificazione dei tessuti molli in tutto il corpo (compresi i vasi coronarici e le valvole cardiache), aritmie cardiache e persino la morte.
Dosi Sicure
- Per la maggior parte delle persone, 1.000-4.000 UI sono considerate una dose giornaliera sicura per mantenere livelli sani di vitamina D 26.
- L’Accademia Nazionale di Medicina degli Stati Uniti suggerisce che un’assunzione fino a 4.000 UI di vitamina D al giorno è sicura per la maggior parte delle persone, anche se possono essere temporaneamente necessarie dosi più elevate per aumentare i livelli ematici in alcuni individui 26.
- Tuttavia, non è stato dimostrato che dosi fino a 10.000 UI al giorno causino tossicità in soggetti sani 32, 33.
Sebbene la tossicità sia rara, è meglio evitare dosi di vitamina D3 a lungo termine superiori a 4.000 UI al giorno senza la supervisione di un professionista sanitario qualificato.
Controindicazioni
Salvo diversa indicazione medica, i farmaci e gli integratori di Vitamina D3 potrebbero risultare controindicati:
- in caso di allergia (ipersensibilità) al colecalciferolo (vitamina D3) o ad uno qualsiasi degli altri componenti del medicinale o dell’integratore;
- in presenza di livelli elevati di calcio nel sangue (ipercalcemia) o nelle urine (ipercalciuria);
- in presenza di calcoli renali (nefrolitiasi) o di depositi di calcio nei reni (nefrocalcinosi).
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