INDICE ARTICOLO
Che Cos’è
La vitamina D è una vitamina per così dire "anomala". Infatti, a differenza di altre vitamine:
- l’organismo può sintetizzarla in quantità sufficienti, rendendosi indipendente dall’apporto alimentare;
- la vitamina D agisce come un vero e proprio ormone nell’organismo umano.
Inizialmente nota come vitamina antirachitica, la vitamina D ha dimostrato di avere un ruolo biologico ben più complesso del semplice "rafforzamento osseo".
Oggi sappiamo che almeno 1.000 diversi geni che governano praticamente ogni tessuto del corpo sono regolati dalla vitamina D.
Nell’elenco sono inclusi molti geni coinvolti nel metabolismo del calcio e nel funzionamento del sistema neuromuscolare e immunitario 1.
Prima di elencare i 10 più importanti benefici della vitamina D, ricordiamo che la sua sintesi nell’organismo avviene nella pelle grazie all’esposizione ai raggi UVB (solari o artificiali).
È stato stimato che dal 20 all’80% delle persone negli Stati Uniti, Canada, Messico, Europa, Medio Oriente e Asia presentano una carenza di vitamina D 2, 3, 4.
Tale carenza, che dipende soprattutto della ridotta esposizione solare, è associata a un’aumentata incidenza di malattie croniche e mortalità precoce in tutto il mondo 5. Colmare questa carenza con l’integrazione di vitamina D può portare a una riduzione della mortalità generale negli anziani. Tuttavia, la somministrazione di routine a tutta la popolazione non sembra produrre benefici in tal senso 5a, 5b.
Salute delle Ossa
La vitamina D è prima di tutto essenziale per il mantenimento della mineralizzazione ossea. Risulta infatti determinante nell’aumentare l’assorbimento di calcio nell’intestino.
In assenza di vitamina D, l’intestino assorbe circa il 10-15% del calcio alimentare e il 60% del fosforo. In presenza di vitamina D, l’entità dell’assorbimento aumenta fino al 30-40% per il calcio e all’80% per il fosforo 6.
Bassi livelli di vitamina D causano e peggiorano l’osteoporosi e l’osteomalacia (malattia ossea dolorosa) sia negli uomini che nelle donne adulti, mentre una carenza nell’infanzia causa ossa deformi (rachitismo) 7.
Se accompagnata da una dieta ricca di calcio, l’assunzione di un integratore di vitamina D può ridurre la perdita ossea negli adulti e rafforzare le ossa fragili nei bambini 8, 9.
Secondo una meta-analisi di 36 studi RCT, l’integrazione di vitamina D3 ha avuto piccoli benefici nell’aumentare la densità minerale ossea nella colonna lombare e nel collo del femore 9a.
Inoltre, secondo un’altra meta-analisi di 32 studi RCT l’integrazione di vitamina D3 ha ridotto alcuni marcatori del riassorbimento osseo nelle donne, senza tuttavia aumentare i marcatori di formazione ossea 9b.
Muscoli
Tra i vari benefici della vitamina D, è interessante segnalare il suo effetto sul normale tono muscolare.
Questa vitamina sembra infatti importante per stimolare la proliferazione e la differenziazione delle fibre muscolari scheletriche, mantenendo e migliorando la forza muscolare e le prestazioni fisiche 10.
Oggi, sappiamo che la carenza di vitamina D è correlata alla sarcopenia (perdita muscolare che si osserva con l’avanzare dell’età) 11.
Diversi studi sottolineano come livelli più elevati di vitamina D potrebbero aiutare a ottimizzare la forza muscolare negli arti superiori e inferiori 12.
L’assunzione di integratori di vitamina D potrebbe quindi aumentare la forza muscolare e ridurre il rischio di cadute negli anziani, specie se carenti. Questi benefici, tuttavia, non sono stati osservati in tutti gli studi 11, 10, 11a.
Ad esempio, secondo una meta-analisi di 35 studi RCT su 6.628 anziani, l’integrazione con vitamina D non ha migliorato la massa muscolare, la forza di presa della mano o la funzionalità fisica 10a. Soltanto a dosaggi elevati (in media 4.000 UI o più al giorno) è emerso un aumento della forza di presa della mano e della funzionalità fisica rispetto a un placebo.
Secondo una meta-analisi di 10 studi clinici randomizzati (su un totale di 318 atleti), l’integrazione con vitamina D3 può aumentare la forza dei quadricipiti negli atleti 10.
Sistema Immunitario
La vitamina D svolge un ruolo importante nel sistema immunitario e ha effetti sia sulla risposta immunitaria innata che su quella adattativa 13, 14.
Svariati studi hanno dimostrato che la carenza di vitamina D aumenta il rischio di sviluppare alcune infezioni batteriche e virali. Inoltre, questa vitamina sembra importante per tenere a bada l’infiammazione eccessiva 15, 16, 17, 18.
Ad esempio, secondo una meta-analisi di 7 studi clinici randomizzati, l’integrazione con vitamina D sarebbe utile nel ridurre i livelli di proteina C reattiva nelle donne in postmenopausa 18.
Complessivamente, studi randomizzati e controllati indicano che l’integrazione giornaliera con vitamina D può ridurre il rischio di infezioni del tratto respiratorio superiore, tra cui il raffreddore, l’influenza e la polmonite 19, 20, 21.
Tuttavia, il beneficio non è certo. Ad esempio, secondo una meta-analisi di 12 studi clinici randomizzati su 43.118 uomini e donne (età media 61-81 anni), l’integrazione con vitamina D non ha ridotto il rischio di infezioni respiratorie acute 21a.
Secondo una revisione a ombrella di 10 revisioni sistematiche o meta-analisi, l’integrazione di vitamina D è associata a minori probabilità di morte (-52%), ricovero in terapia intensiva (-65%) e necessità di ventilazione (-46%) tra i pazienti ospedalizzati con COVID-19 62.
Per approfondire, leggi: Vitamina D e Sistema Immunitario»
Tieni presente che Vitamina C Suprema ® non è primariamente un integratore di vitamina D. Pertanto, per evitare rischi di sovradosaggio, i livelli di questa vitamina sono stati mantenuti a livelli moderati (800 UI per 2 bustine), utili per il benessere generale ma insufficienti per colmare gravi carenze.
Salute dei Denti
Nei bambini, una grave carenza di vitamina D può indurre una mineralizzazione difettosa dei denti, con conseguenti difetti della dentina e dello smalto. Di conseguenza, questi difetti possono tradursi in un aumentato rischio di insorgenza e progressione della carie dentale 22.
Negli adulti, la carenza di vitamina D è associata a un aumentato rischio di gengivite e parodontite 23.
La parodontite consiste in una profonda infiammazione dei tessuti di sostegno dei denti, con perdita ossea locale che può causare la perdita dei denti.
La correzione della carenza di vitamina D attraverso l’integrazione può contribuire a un trattamento efficace della parodontite 22.
Ipertensione
I risultati di studi osservazionali e clinici suggeriscono un ruolo della vitamina D nell’abbassamento della pressione sanguigna. Tale effetto può essere in parte spiegato dal suo effetto inibitorio sulla sintesi della renina.
Secondo una revisione del 2019, la carenza di vitamina D a breve termine può aumentare direttamente la pressione sanguigna e promuovere danni agli organi bersaglio 24.
La vitamina D può anche svolgere un ruolo nel trattamento dell’ipertensione.
Una meta-analisi di 7 studi prospettici, su un totale di 48.633 partecipanti, ha rilevato un rischio di ipertensione inferiore del 30% nei soggetti con i più alti valori di 25 OH Vitamina D nel sangue 25.
Inoltre, in uno studio su 171 adulti con ipertensione primaria (senza causa identificabile) e carenza o insufficienza di vitamina D, l’integrazione di questa vitamina in aggiunta ai farmaci ipotensivi ha determinato maggiori riduzioni della pressione sistolica rispetto all’uso dei soli farmaci (-11,8% vs. -7,4% dopo un mese e -16,5% vs. -12,4% dopo due mesi) 25a.
Diversi studi hanno anche collegato l’esposizione al sole e alla luce UVB, a una riduzione della pressione sanguigna 26, 27.
Anche per questo potenziale beneficio, tuttavia, esistono dei dubbi. Ad esempio, in alcuni studi l’integrazione di vitamina D (anche in soggetti carenti) non è riuscita a ridurre la pressione arteriosa 27a, 27b, 27c.
Salute del Cuore
Come appena visto, la carenza di vitamina D favorisce l’ipertensione, innalzando conseguentemente il rischio di malattie cardiovascolari.
La vitamina D è anche importante per la regolazione del tono vascolare e come via di segnalazione antifibrotica e antiipertrofica nel cuore 28.
L’integrazione di vitamina D3 può aiutare a ripristinare la salute e la forza delle cellule endoteliali, che rivestono internamente i vasi sanguigni e che giocano un ruolo chiave nell’aterosclerosi 29.
Nonostante l’azione positiva su questi fattori di rischio, la capacità della vitamina D di prevenire le malattie cardiovascolari rimane controversa.
Da un lato gli studi osservazionali hanno spesso riportato un’associazione tra carenza di vitamina D e rischio di ipertensione, aterosclerosi e insufficienza cardiaca.
Dall’altro, molti studi di intervento clinico non sono riusciti a dimostrare i benefici dell’integrazione di vitamina D sulla salute cardiovascolare 28.
Considerazioni
Il nostro corpo è un organismo (quasi) perfetto e molto più "intelligente" di quanto si creda.
Millenni di evoluzione lo hanno dotato di sistemi di sopravvivenza efficacissimi in condizioni difficili.
Questo vale anche per la vitamina D.
L’organismo sarebbe quindi in grado di mantenere i livelli della forma attiva della vitamina D entro limiti ristretti, anche in presenza di basse concentrazioni circolanti della molecola precursore [25(OH)D] 28.
Quest’ultima [25(OH)D] è la forma di vitamina D che viene dosata nel sangue e che, quando bassa, denota la carenza vitaminica.
Tuttavia, per quanto detto, nonostante l’apparente carenza, i livelli plasmatici e cellulari della forma attiva della vitamina D potrebbero rientrare entro i limiti di normalità.
Questo spiegherebbe come mai, a parte i casi di grave carenza, in molti casi l’integrazione di vitamina D non abbia portato ai benefici sperati.
Controllo del Peso
Gli studi hanno ripetutamente trovato associazioni tra bassi livelli ematici di vitamina D e aumento del peso, del BMI e del grasso corporeo 30, 31.
In effetti, l’80-90% dei soggetti gravemente obesi presenta bassi livelli di vitamina D 32.
Tuttavia, non è chiaro se si tratta di una relazione causale o di una semplice associazione.
In altre parole, non sappiamo se bassi livelli di vitamina D siano la causa dell’aumento di peso o una sua conseguenza 33, 34, 35.
Assumere adeguate quantità di vitamina D per mantenere livelli plasmatici ottimali, può ridurre il grasso corporeo aiutando a dimagrire, ma i benefici potrebbero essere minimi.
Una recente revisione di 11 studi sulla perdita di peso ha suggerito che l’integrazione con 25.000-600.000 UI (625-15.000 mcg) di vitamina D al mese per 1-12 mesi può ridurre il BMI (-0,32 kg/m2) e la circonferenza della vita (-1,42 cm) nei soggetti con sovrappeso od obesità 36.
Tuttavia, questi cambiamenti rimangono piuttosto piccoli e non si sono notate riduzioni significative nel peso corporeo totale (-0,43 kg).
Umore e Depressione
Gli studi hanno dimostrato un legame tra la carenza di vitamina D e la depressione.
Ad esempio, gli Autori di una meta-analisi hanno notato che i soggetti depressi avevano anche bassi livelli di vitamina D.
La stessa analisi ha rilevato che, statisticamente, le persone con poca vitamina D avevano un rischio molto maggiore di depressione 37.
D’altronde, è noto come una sana esposizione solare sia un rimedio efficace per migliorare l’umore 38, 39, 40, 41.
Attualmente, l’evidenza non è abbastanza forte per raccomandare l’integrazione universale di vitamina D nella depressione 42. Infatti, i risultati sui benefici della vitamina D come integratore sono stati alquanto incoerenti 43, 44, 45.
Almeno 4 studi RCT hanno comunque osservato l’efficacia della vitamina D supplementare (da sola o in aggiunta alla terapia antidepressiva standard) in pazienti con depressione clinica, ottenendo benefici da grandi a elevati 46, 47, 48, 49.
Ancora una volta, i benefici della vitamina D potrebbero essere concreti soltanto per i soggetti depressi con un’importante carenza.
Diabete
Gli studi osservazionali indicano che la vitamina D aiuta a ridurre il rischio di diabete (sia di tipo 1 nell’infanzia che di tipo 2 in età adulta) 50, 51, 52, 53, 54, 55, 56, 57.
Una revisione e meta-analisi di 18 studi prospettici di coorte, inclusi oltre 210.000 partecipanti seguiti per un periodo mediano di 10 anni, ha scoperto che 58:
gli individui nel terzo superiore dei livelli di vitamina D (riportati come vitamina D circolante o assunzioni dietetiche) avevano minori rischi di sviluppare il diabete di tipo 2 (rischio inferiore del 19%) e sindrome metabolica (rischio inferiore del 14%) rispetto a quelli del terzo inferiore.
L’integrazione di vitamina D potrebbe migliorare la sensibilità all’insulina negli individui con ridotta tolleranza al glucosio (prediabete) o diabete di tipo 2 agli esordi.
Negli individui ad alto rischio di diabete o con diabete di tipo 2 di nuova diagnosi, l’integrazione di vitamina D (5.000 UI/die per 6 mesi) ha aumentato significativamente la sensibilità all’insulina periferica e la funzione delle cellule beta. Pertanto, gli integratori di vitamina D potrebbero rallentare il deterioramento metabolico in questa popolazione 59.
Secondo una meta-analisi di 9 studi RCT (43.559 partecipanti), le persone con prediabete che integrano con almeno 1.000 unità al giorno di vitamina D possono ridurre significativamente (-12%) il rischio di progredire verso una diagnosi di diabete di tipo 2 60.
Salute dell’Intestino
La vitamina D sembra svolgere un ruolo importante nel promuovere la salute dell’intestino.
Potrebbe quindi avere benefici nella prevenzione del cancro del colon-retto, delle malattie infiammatorie intestinali (colite ulcerosa, morbo di Crohn) e della sindrome dell’intestino irritabile.
In effetti, gli studi osservazionali hanno trovato associazioni tra bassi livelli di vitamina D e maggiore rischio di sviluppare le suddette condizioni 61, 62.
Inoltre, la carenza di vitamina D porta alla disbiosi del microbiota intestinale e viene segnalata come causa di colite grave 62.
Tuttavia, gli studi clinici disponibili non forniscono ancora evidenze forti e generalizzabili per raccomandare l’integrazione di vitamina D in questi pazienti 63.
La ricerca recente sui benefici della vitamina D è comunque incoraggiante 63.
Secondo una meta-analisi di 18 studi RCT (908 pazienti con IBD) l’integrazione di vitamina D può controllare il tasso di recidiva della malattia infiammatoria intestinale. Pertanto l’integrazione di Vitamina D dovrebbe essere raccomandata, almeno come trattamento aggiuntivo 64.
Salute della Pelle
Alcune ricerche hanno dimostrato che bassi livelli ematici di vitamina D sono associati a malattie infiammatorie della pelle, tra cui eczema (dermatite) e psoriasi 65.
Inoltre, è stato dimostrato che gli integratori di vitamina D possono migliorare i sintomi di disturbi della pelle che causano pelle secca e pruriginosa, incluso l’eczema 66.
Creme e lozioni con analoghi sintetici della vitamina D (calcipotriolo e/o tacalcitolo) sono considerate un trattamento di prima linea per la psoriasi da lieve a moderata. Questi trattamenti vengono talvolta assunti in combinazione con terapie sistemiche nei casi più gravi della malattia 67, 68.
Alcuni scienziati ritengono che l’integrazione di vitamina D possa migliorare i sintomi e la gravità della dermatite atopica. Tale pratica è anche considerata sicura e tollerabile se usata alle dosi raccomandate 66, 69.
Cancro
L’associazione tra vitamina D e cancro è stata a lungo studiata, ma i risultati sono contrastanti. Pertanto, non sembra esserci consenso sul fatto che la vitamina D abbia un benefico effetto anti-cancro 70.
Sebbene manchino certezze, diverse indagini hanno esteso i benefici della vitamina D anche alla lotta contro il cancro, sia in termini di prevenzione che di trattamento supplementare.
D’altronde, pochi sanno (anzi spesso credono il contrario) che il sole (fonte di vitamina D) riduce il rischio di melanoma (il tumore della pelle più aggressivo) 71, 72, 73, 74, 75, 76, 77 e di almeno 14 tipi di cancro 78, 1, 79.
Naturalmente, l’esposizione solare dev’essere graduale, commisurata al proprio fototipo e non scottante. Infatti, le scottature solari aumentano il rischio di cancro della pelle (melanoma e non melanoma) 80.
Gli integratori di vitamina D (naturalmente assunti in associazione, non in sostituzione alle terapie mediche tradizionali) potrebbero aumentare la sopravvivenza dei malati di cancro.
Ad esempio, una meta-analisi di 5 studi prospettici ha rilevato una riduzione del 35% del rischio di mortalità specifica per cancro del colon-retto nei pazienti oncologici con concentrazioni sieriche di 25-idrossivitamina D più elevate 81.
Conclusioni simili sono state osservate anche nel cancro al seno e in altri tipi di cancro 82.
In una recente meta-analisi, i ricercatori hanno scoperto che l’uso di integratori di vitamina D per la prevenzione primaria del cancro andrebbe incoraggiato, in quanto potrebbe diminuire la mortalità correlata al cancro una volta diagnosticato. Tuttavia, non sembra avere alcun ruolo o effetto sull’incidenza del cancro 83.
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