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Peeling Chimico ed Esfoliazione
I polidrossiacidi appartengono alla categoria degli esfolianti chimici, che agiscono rompendo i legami tra le cellule epidermiche.
Il peeling chimico è un trattamento dermo-cosmetico che aiuta a stimolare il rinnovamento della pelle.
Per ottenere questo obiettivo sfrutta l’azione di particolari sostanze acide che, penetrando gli strati superficiali della cute, spezzano i legami che tengono unite le cellule dell’epidermide.
Stimolando l’esfoliazione degli strati cutanei più superficiali, il peeling chimico:
- determina un aumento della velocità del turnover cellulare;
- stimola la sintesi di collagene ed elastina;
- facilita l’assorbimento di altri principi attivi applicati subito dopo il trattamento.
In base alla sostanza chimica utilizzata, alla sua concentrazione, alla formulazione e al tempo di permanenza, il peeling può essere più o meno superficiale o profondo.
Tipi di Esfolianti Chimici
Esistono tre tipi principali di esfolianti chimici. Tutti sono acidi, ma alcuni sono più delicati e meno penetranti di altri.
- Gli alfa-idrossiacidi (AHA) includono acido citrico, acido malico, acido lattico e acido glicolico. Tendono a provenire da frutti, ma possono anche essere prodotti sinteticamente. Sono spesso usati per migliorare luminosità e tono della pelle, e per trattare macchie iperpigmentate.
- I beta-idrossiacidi (BHA), come l’acido salicilico, sono solubili in olio. Per questo motivo, possono penetrare più facilmente nella pelle e liberare i pori ostruiti. Sono ideali per la pelle grassa o soggetta all’acne.
- I poli-idrossiacidi (PHA) funzionano in modo simile agli alfa-idrossiacidi. La differenza è che le molecole di PHA sono più grandi, quindi non possono penetrare così profondamente. Per questo motivo, sono considerati meno irritanti e ideali per la pelle sensibile, compresa la rosacea e la dermatite atopica 1.

Cosa dicono gli studi
Uno studio clinico di 12 settimane ha valutato i prodotti contenenti gluconolattone (PHA) rispetto ai prodotti contenenti acido glicolico (AHA). Entrambi i regimi hanno mostrato significativi benefici antiaging sulla pelle, ma la tollerabilità cutanea è risultata significativamente migliore per il gluconolattone 2.
Un altro studio su 30 volontarie caucasiche sane di età compresa tra 25 e 64 anni, con problemi di pelle sensibile, ha indagato gli effetti di un cosmetico a base di acido lattobionico e gluconolattone, arricchito con acido mandelico, acido fitico, glicole caprilico e acetil esapeptide-8.
Il siero è risultato molto ben tollerato e dopo 2 mesi di trattamento (con 3 applicazioni a settimana) ha prodotto una significativa riduzione della ruvidità cutanea e dell’ampiezza delle rughe, nonché un miglioramento della tonicità e dell’elasticità cutanea, sia rispetto al placebo, sia rispetto a un siero al siero con acido mandelico usato nel gruppo di controllo.
Polidrossiacidi – Struttura e Funzione
Nell’ampio panorama della cosmetologia medica, i polidrossiacidi si sono inseriti come possibile alternativa agli Alfaidrossiacidi.
Attualmente i più utilizzati sono:
- L’acido lattobionico, costituito dall’associazione tra acido gluconico e galattosio;
- Il gluconolattone, costituito chimicamente da un anello lattonico in grado di liberare acido gluconico a contatto con l’umidità della cute, mediante azione idrolitica.
Nonostante si tratti di molecole chimicamente distinte, entrambe condividono alcune caratteristiche biologiche, che le distinguono sensibilmente dai gli Alfa-Idrossiacidi.
La loro struttura, infatti, dona a queste molecole:
- proprietà esfolianti più delicate e meno invasive rispetto gli Alfa-Idrossiacidi;
- importanti proprietà reidratanti, legate all’elevata igroscopicità della struttura chimica. Infatti il Gluconolattone e l’Acido Lattobionico presentano rispettivamente 4 ed 8 gruppi ossidrilici;
- modeste proprietà antiossidanti, funzionali allo scopo antiaging;
- una modesta azione cicatrizzante.
Polidrossiacidi nei cosmetici
Viste le contestuali proprietà esfolianti e reidratanti, i polidrossiacidi hanno assunto una discreta rilevanza nel mondo della cosmesi antiaging.
In questo senso, infatti, è possibile identificare i polidrossiacidi in concentrazioni comprese tra il 2 ed il 15% in prodotti depigmentati o destinati alla medicina antiaging.
In alcuni prodotti, i polidrossiacidi potrebbero essere combinati agli alfa-idrossiacidi per sostenere l’attività esfoliante, o a molecole antiossidanti (come le vitamine C ed E) per garantire invece attività protettive ed antiaging.
Grazie all’azione esfoliante, i poli-idrossiacidi aiutano a:
- migliorare l’aspetto delle linee superficiali e delle rughe;
- aumentare la luminosità della pelle;
- favorire la decolorazione delle macchie scure;
- levigare le cicatrici, rendendole meno evidenti;
- promuovere la sintesi di collagene, acido ialuronico e il flusso sanguigno;
- aumentare l’assorbimento di altri attivi presenti nel cosmetico.
Impiego dei Polidrossiacidi
Prodotti a base di Polidrossiacidi vengono comunemente impiegati come- prodotti antiaging;
- prodotti antirughe;
- prodotti antiossidanti;
- prodotti esfolianti;
- prodotti depigmentanti e schiarenti;
- prodotti reidratanti e ridensificanti.
Alcuni lavori dimostrano inoltre l’utilità di queste molecole e dei relativi prodotti come coadiuvanti nel trattamento medico estetico mini-invasivo, al fine di potenziarne e sostenerne gli effetti estetici.
I poliidrossiacidi come l’acido lattobionico e il gluconolattone forniscono effetti esfolianti simili agli alfa-idrossiacidi tradizionali (acido citrico, acido malico, acido lattico e acido glicolico), senza gli effetti collaterali associati (irritazione e bruciore).
Precauzioni
Nonostante i Polidrossiacidi risultino sensibilmente più sicuri e meno invasivi degli Alfa-Idrossiacidi, si raccomanda in ogni caso massima attenzione in pazienti con patologie autoimmuni, con pelle fortemente invecchiata o danneggiata o con predisposizione allo sviluppo di patologie infettive.
Rimane invece la controindicazione all’uso nei pazienti in terapia con retinoidi per os o radio farmaci, e nei casi di tendenza allo sviluppo di cicatrici ipertrofiche-cheloidee.
Dopo l’utilizzo, si consiglia di non esporsi ai raggi ultravioletti, se non con un’alta protezione, dal momento che aumenta la sensibilità cutanea nei confronti dei raggi solari.