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Magazine X115 X115 Insulina Alta | Iperinsulinemia | Cause, Come Abbassarla

Insulina Alta | Iperinsulinemia | Cause, Come Abbassarla

  • 11 minuti

Che Cos’è

L’iperinsulinemia è una condizione caratterizzata dall’aumento dei livelli di insulina nel sangue, che superano la soglia di normalità.

Il persistere dell’iperinsulinemia è una condizione potenzialmente pericolosa per la salute, essendo collegata a patologie come obesità, malattie cardiovascolari, diabete, sindrome metabolica e cancro 1, 2, 3.

Un Semaforo Giallo

Spesso, l’insulina alta nel sangue precede l’insorgenza dell’iperglicemia (glicemia alta) che caratterizza dapprima il pre-diabete e poi il diabete conclamato.

Pertanto, in molti casi l’insulina alta va interpretata come un semaforo giallo che invita a correggere il proprio stile di vita per evitare l’insorgenza di diabete e altre complicanze.

Attività fisica, dieta ipocalorica e digiuno intermittente sembrano gli interventi comportamentali più efficaci per abbassare l’iperinsulinemia. Se ciò non bastasse, sono disponibili approcci farmacologici e chirurgici.

Valori Normali

L’intervallo normale di insulina a digiuno nel sangue varia leggermente tra i laboratori.

In genere, i valori normali di insulina per pazienti sani si collocano nel range tra 3 e 30 µU/ml (18-180 pmol/l) 4, 5.

È stato riscontrato che i valori di insulina misurati con diversi test mostrano una variazione massima di 1,8 volte. Pertanto, è necessario prestare attenzione quando si confrontano i risultati dei livelli di insulina di diversi laboratori/studi di ricerca 6.

Cause

Le cause dell’iperinsulinemia possono essere varie. Per identificarle, è importante valutare anche altri esami, come la glicemia a digiuno, l’emoglobina glicata, la fruttosamina e il peptide C.

Se la Glicemia è Bassa

Un’eccessiva secrezione cronica di insulina può portare a ipoglicemia negli insulinomi (un tipo di tumore del pancreas) e nella sindrome da ipoglicemia pancreatogena non insulinoma.

Tuttavia queste condizioni sono rare.

Se la Glicemia è Normale o Alta

Nella maggior parte dei casi, l’insulina alta risulta correlata a livelli normali o aumentati di glicemia.

Diversi fattori ambientali, genetici e socioeconomici contribuiscono allo sviluppo e alla progressione dell’iperinsulinemia cronica, tra cui 7:

  • Dieta ipercalorica;
  • Sedentarietà;
  • Obesità;
  • Stress psicologico;
  • Sindrome di Cushing;
  • Privazione di sonno;
  • Disturbi del ritmo circadiano;
  • Carenze nutrizionali (ad es. magnesio, vitamina D, zinco);
  • Età anziana;
  • Ipertrigliceridemia.

Resistenza all’Insulina

Secondo la visione classica, l’iperinsulinemia rappresenta una risposta adattativa all’insulino-resistenza.

A sua volta, la resistenza all’insulina è frequentemente associata a fattori come eccesso di cibo e mancanza di attività fisica.

Cosa Significa Insulino-Resistenza?

Per capire cosa sia l’insulino-resistenza, ricordiamo che l’insulina è un ormone necessario affinché il glucosio presente nel sangue entri nelle cellule di molti tessuti dell’organismo.

Nel corso della vita, può succedere che i tessuti diventino meno sensibili all’azione dell’insulina; in altre parole diventano “resistenti all’insulina”.

Di conseguenza, il glucosio fatica a entrare nei tessuti e si accumula nel sangue (condizione nota come iperglicemia).

In queste condizioni si ha un aumento compensatorio della produzione di insulina da parte del pancreas, con la conseguente comparsa di iperinsulinemia.

Causa o conseguenza dell’Insulino Resistenza?

Fino a tempi molto recenti, l’opinione prevalente era che l’insulino-resistenza precedesse e causasse l’iperinsulinemia.

Tuttavia, secondo una più recente visione, in molti casi l’iperinsulinemia non sarebbe una conseguenza bensì una causa dell’insulino-resistenza 8, 9.

In effetti, una marcata iperinsulinemia può essere osservata anche in soggetti con normale controllo glicemico, suggerendo che l’iperglicemia potrebbe non essere la causa dell’iperinsulinemia in alcuni soggetti 10.

Si è anche visto che nei pazienti con obesità ma senza diabete o ipertensione, l’iperinsulinemia è più comune rispetto all’insulino-resistenza 11.

Tutto ciò avvalla l’ipotesi che l’iperinsulinemia possa precedere e contribuire alla resistenza all’insulina.

Per spiegare questo fenomeno, si ritiene che livelli basali elevati di insulina porterebbero a una desensibilizzazione delle cellule bersaglio sensibili all’ormone (soprattutto a livello epatico), rendendole quindi resistenti alla stimolazione dell’insulina 12, 13, 14, 15, 16.

In questo nuovo concetto, l’insulino-resistenza viene proposta come un meccanismo di difesa dell’organismo dall’iperinsulinemia, attuato per prevenire lo sviluppo di ipoglicemia e proteggere i tessuti critici dallo stress metabolico e dal danno indotto dai nutrienti.

Resistenza all'Insulina e Iperinsulinemia

Obesità e Stile di Vita

Nella maggior parte delle persone “sane”, la resistenza all’insulina è principalmente causata da due fattori: l’eccesso di cibo e la mancanza di attività fisica, che a loro volta si associano all’obesità.

Mangiare troppo ed essere inattivi può infatti causare un accumulo di grasso nel fegato e nei muscoli, il che rende questi tessuti meno sensibili all’insulina, causando di conseguenza iperinsulinemia.

Secondo un ampio studio, gli individui con ipersecrezione di insulina tendevano a essere più anziani e ad avere una massa grassa percentuale più elevata, profili lipidici peggiori e indici di insulino-resistenza epatica più elevati rispetto al resto della coorte 17.

Genetica

In alcuni casi, i fattori genetici possono avere un ruolo prevalente, come osservato in alcune etnie razziali contraddistinte da livelli molto elevati di insulina circolante, associati (soprattutto nell’infanzia) a una maggiore prevalenza di obesità e diabete 18, 19, 20, 21, 22, 23.

In particolare, i soggetti africani tendono ad avere una sensibilità all’insulina mediamente inferiore rispetto ai bianchi e questo favorisce l’iperinsulinemia.

Esistono anche delle rare malattie genetiche associate a insulino-resistenza e iperinsulinemia, come le sindromi di Alstom, Rabson-Mendenhall, Werner e Sindromi d Insulino-resistenza di tipo A e B.

Farmaci

Alcuni farmaci possono aumentare i livelli di insulina. Questi includono:

  • Corticosteroidi, usati per ridurre l’infiammazione 24, 25;
  • Sulfoniluree (usate per il trattamento del diabete di tipo 2) 26;
  • Contraccettivi orali 27, 28.

Sintomi e Complicanze

Si per sé, l’insulina elevata non causa alcun sintomo.

In effetti, i livelli di insulina possono essere elevati per anni, senza causare altri problemi.

Tuttavia, l’insulina alta nel sangue ha diversi effetti negativi sulla salute a lungo termine.

Come abbiamo visto, in molti casi l’iperinsulinemia è infatti associata a insulino-resistenza.

Le conseguenze metaboliche dell’insulino-resistenza possono includere iperglicemia, ipertensione, dislipidemia, adiposità viscerale, iperuricemia, elevati marker infiammatori, disfunzione endoteliale e stato protrombotico 29.

Sindrome Metabolica

La progressione dell’insulino-resistenza può portare alla sindrome metabolica e alla steatosi epatica non alcolica (fegato grasso).

Una revisione di 58 studi sulla sindrome metabolica ha rivelato che quasi tutti coloro che soffrono di questa condizione hanno anche alti livelli di insulina 30, 31, 32, 33.

Ricordiamo che la sindrome metabolica è definita dalla concomitante presenza di almeno 3 dei seguenti elementi:

Malattie Cardiache

La resistenza all’insulina è inoltre fortemente associata alle malattie cardiache, che rappresentano la principale causa di morte in tutto il mondo 34.

È stato calcolato che le persone con insulino-resistenza o sindrome metabolica hanno un rischio fino al 93% più alto di sviluppare malattie cardiache 35.

Malattia di Alzheimer

Un’elevata insulina può promuovere l’accumulo di proteine anomale nel cervello, accelerando così il morbo di Alzheimer 36, 37.

In effetti, alcuni scienziati chiamano il morbo di Alzheimer diabete di tipo 3 38.

In uno studio osservazionale su 683 persone di età pari o superiore a 65 anni, il rischio di morbo di Alzheimer appariva raddoppiato nei pazienti con insulina elevata. Un altro studio su 980 persone di età compresa tra 69 e 78 anni ha trovato un legame simile tra insulina elevata e morbo di Alzheimer 39, 40.

Diabete

Livelli elevati di insulina endogena favoriscono un aumento di peso che, a sua volta, aggrava l’insulino-resistenza 41, 42.

Questo circolo vizioso continua fino a quando l’attività delle cellule del pancreas non è più in grado di soddisfare l’aumentata domanda di insulina creata dall’insulino-resistenza.

Quando il pancreas secerne più insulina del normale tende ad affaticarsi. Nel tempo, quindi, si sviluppa un esaurimento funzionale dell’organo.

Esaurito dal troppo lavoro, il pancreas non riesce più a sostenere l’elevata secrezione di insulina necessaria per il controllo glicemico.

Di conseguenza, la glicemia aumenta e si sfocia nel diabete di tipo 2 conclamato.

Mortalità Precoce

In uno studio, gli uomini con livelli plasmatici di insulina più bassi hanno avuto una sopravvivenza maggiore rispetto ai soggetti con livelli di insulina più elevati 43.

Inoltre, in centenari italiani sani sono state riportate concentrazioni di peptide C significativamente più basse con una normale tolleranza al glucosio rispetto agli adulti normali e ai soggetti anziani.

Questi e altri studi suggeriscono che bassi livelli di insulina circolante possono essere utili per prolungare la durata della vita 44, 45, 46.

Come Abbassarla

Esercizio Fisico

È stato dimostrato che l’esercizio fisico riduce notevolmente l’insulinemia e aumenta gradualmente la sensibilità all’insulina e l’efficacia del glucosio 47, 48.

L’attività fisica, infatti, favorisce l’ingresso di glucosio nei muscoli e promuove un aumento immediato della sensibilità all’insulina, che dura 2-48 ore, a seconda dell’esercizio 49.

Ad esempio, uno studio ha rilevato che 60 minuti di pedalata a un ritmo moderato hanno aumentato la sensibilità all’insulina per 48 ore tra i volontari sani 50.

Similmente, due settimane di intervallo ad alta intensità o di allenamento continuo a intensità moderata hanno migliorato la funzione delle cellule β nelle persone con prediabete e diabete di tipo 2 51, 52.

Perdita di Peso

La perdita di peso è associata al miglioramento dell’iperinsulinemia senza alcun cambiamento nell’efficacia del glucosio.

Al contrario, l’aumento di peso è associato al peggioramento dell’iperinsulinemia e alla ridotta efficacia del glucosio 53, 54.

Dieta Sana

Alimenti da Evitare

Una dieta eccessivamente ricca di zuccheri aggiunti può favorire l’insorgenza di varie malattie, come obesità, insulino-resistenza, diabete, steatosi epatica, cancro e malattie renali croniche 55, 56, 57, 58, 59, 60, 61, 62, 63, 64, 65, 66.

Gli alimenti ricchi di zuccheri aggiunti includono caramelle, cioccolato, bibite, torte, biscotti, ciambelle, pasticcini e alcuni cereali. Questi sono anche alimenti ad alto indice glicemico.

Si consideri che in etichetta gli zuccheri semplici aggiunti non comprendono solo lo zucchero (saccarosio), ma anche il fruttosio, il destrosio, il maltosio, lo zucchero d’uva, lo sciroppo di mais e altri sciroppi come quello di glucosio-fruttosio. Anche le maltodestrine possono essere assimilate a uno zucchero semplice, in virtù di un indice glicemico molto alto (pari o addirittura superiore a quello dello zucchero).

Alimenti Utili

Si ritiene che i pazienti con alti gradi di iperinsulinemia possano trarre il massimo beneficio da una dieta a basso indice glicemico e ricca di fibre 67.

Ad esempio, uno studio che ha coinvolto 264 donne ha scoperto che coloro che mangiavano più fibre solubili avevano livelli significativamente più bassi di resistenza all’insulina 68.

Gli alimenti ricchi di fibre solubili includono semi di lino, avena, orzo, mela, verdure fresche e legumi (piselli, fagioli ecc.).

Per il controllo dietetico dell’iperinsulinemia è dunque importante:

  • dare la preferenza agli alimenti non lavorati, così come si trovano spontaneamente in natura, come semi, cereali integrali, verdure a foglia, legumi, frutti, pesce, carne, uova e acqua;
  • scegliere alimenti confezionati privi di zuccheri aggiunti.

Modelli dietetici

Sebbene una dieta mediterranea a basso contenuto di carboidrati in teoria possa conferire i migliori effetti, sono necessarie ulteriori ricerche per determinare quale dieta sia la migliore per modificare l’iperinsulinemia 5.

Anche il digiuno intermittente o la restrizione calorica possono aiutare 69.

In effetti, 5 settimane di digiuno intermittente (periodo di alimentazione di 6 ore durante il giorno, con cena prima delle 15:00) hanno ridotto i livelli di insulina e migliorato la sensibilità all’insulina, la pressione sanguigna e lo stress ossidativo negli uomini prediabetici 100.

Integratori

Secondo alcuni studi, la cannella può ridurre la resistenza all’insulina, aiutando questo importante ormone a lavorare meglio.

In particolare, gli studi suggeriscono che la cannella aumenta la sensibilità all’insulina aiutando i recettori per il glucosio sulle cellule muscolari a diventare più disponibili ed efficienti nel trasportare lo zucchero nelle cellule 70, 71.

È interessante notare che alcuni studi hanno scoperto che la cannella contiene anche composti che possono imitare l’insulina e agire direttamente sulle cellule 72, 73.

Altri potenziali alimenti e integratori utili per aumentare la sensibilità all’insulina includono 74, 75, 76, 77, 78, 79, 80, 81, 82, 83, 84, 85, 86, 87, 88, 89, 90, 91, 92, 93:

Farmaci

Alcuni farmaci possono contribuire a ridurre i livelli di insulina nel sangue.

La liraglutide, ad esempio, porta a una maggiore perdita di peso e diminuisce l’insulina a digiuno insieme a una riduzione del diabete incidente nei soggetti con obesità ma senza diabete 94.

Altri esempi di farmaci potenzialmente utili includono nifedipina, ocreotipde e diazossido. A questi si aggiungono alcuni farmaci per il diabete, che riducono sia l’insulina che la glicemia.

Ad esempio, la metformina riduce con successo i livelli sia glicemici che insulinemici 94.

Chirurgia Bariatrica

Poiché l’obesità e l’iperinsulinemia sono spesso refrattarie ai cambiamenti nella dieta e nello stile di vita, la chirurgia bariatrica è raccomandata per i pazienti con obesità grave e condizioni di comorbidità.

È interessante notare che la perdita di peso indotta dalla chirurgia bariatrica non è dovuta esclusivamente alla natura restrittiva della procedura. Potrebbero essere invece coinvolti anche fattori endocrini, epigenetici e di riequilibrio della microflora intestinale 95, 96, 97.

La chirurgia bariatrica è associata a una rapida correzione dell’iperinsulinemia (nel giro di una settimana) e precede il recupero della sensibilità periferica all’insulina, che continua a migliorare tra 6 e 24 mesi dopo l’intervento 98, 99.

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