INDICE ARTICOLO
Che Cos’è
La zonulina è una proteina coinvolta nella modulazione della permeabilità intestinale.
Con la sua azione, aumenta la permeabilità delle cosiddette tight junctions (giunzioni strette), permettendo all’intestino di assorbire molecole di maggiori dimensioni.
La zonulina può quindi essere misurata nelle feci come marker per valutare il grado di permeabilità intestinale.
I livelli di questa proteina nel sangue tendono inoltre ad aumentare in presenza di varie condizioni associate a infiammazione cronica, come le malattie allergiche, autoimmuni e metaboliche (es. obesità, iperlipidemia e diabete).
Alcuni studi suggeriscono che determinati agenti, come batteri e glutine, possono aumentare il rilascio di zonulina; di conseguenza, tenderebbero ad aumentare la permeabilità intestinale, aumentando il rischio di infiammazione cronica e malattie autoimmuni 1, 2.
La zonulina fecale è considerata un biomarker dell’aumentata permeabilità intestinale e livelli elevati nelle feci e nel sangue sono stati riscontrati nella celiachia 3.
A voler essere precisi, sarebbe più corretto parlare di proteine correlate alla zonulina (ZRP), dal momento che sono state individuate diverse altre proteine ad essa strutturalmente e funzionalmente correlate.
Funzioni
Oltre ad assorbire i nutrienti dal cibo, l’intestino impedisce che sostanze dannose (come tossine, allergeni e agenti infiammatori) entrino nel circolo sanguigno.
In riferimento a questa importante funzione, si parla comunemente di barriera intestinale.
Quando funziona correttamente, la barriera intestinale consente ai nutrienti di attraversarla, mentre impedisce l’ingresso nel flusso sanguigno ai composti dannosi e agli agenti patogeni.
La mucosa dell’intestino può quindi essere assimilata a una sorta di filtro, che permette di assorbire solo determinate sostanze e non altre.
Quando le maglie di questo filtro si allargano, l’intestino può di assorbire molecole di maggiori dimensioni, incluse quelle potenzialmente dannose che di regola non vengono assorbite.
La sindrome dell’intestino gocciolante (leaky gut syndrome) è una condizione, non ancora pienamente riconosciuta in campo sanitario, caratterizzata da un’aumentata permeabilità intestinale.
In simili circostanze, antigeni derivati dai batteri o dal cibo possono attraversare l’intestino e promuovere risposte immunitarie sia locali che dell’intero organismo. Questo evento spiegherebbe il nesso tra l’aumentata permeabilità intestinale, l’infiammazione cronica e varie malattie autoimmuni 4.
La zonulina, aumentando l’apertura delle giunzioni strette, sembra coinvolta nell’aumento della permeabilità intestinale. Di conseguenza, il dosaggio nella zonulina nelle feci risulta utile per valutare la permeabilità intestinale e le sue variazioni nel tempo.
Perché si Misura
La zonulina sembra coinvolta in numerose malattie infiammatorie croniche collegate a un aumento della permeabilità intestinale 5.
Livelli elevati di zonulina nelle feci possono indicare ai medici un aumento della permeabilità intestinale nei loro pazienti.
Inoltre, i livelli di zonulina fecale possono essere misurati per monitorare l’efficacia di interventi terapeutici volti a ripristinare la funzione della barriera intestinale.
La zonulina fecale può essere dosata quando il medico sospetta malattie come morbo di Crohn, colite ulcerosa, celiachia e sindrome dell’intestino irritabile, o intende monitorarne l’evoluzione nel tempo.
La zonulina nel sangue, invece, è scarsamente specifica per queste condizioni, in quanto aumenta a causa di processi infiammatori di varia natura. A tal proposito, è stata osservata la sua correlazione con altri marcatori infiammatori, come la proteina C reattiva (PCR) 6.
Valori Normali
I valori di riferimento possono variare da laboratorio a laboratorio. A titolo assolutamente indicativo, il range di normalità può attestarsi attorno ai seguenti valori:
Cause di Zonulina Alta
Livelli elevati di zonulina nelle feci e/o nel sangue sono stati riscontrati in 1, 2 7, 8, 9 10, 11 12, 13, 14 15, 16:
- diverse malattie autoimmuni, come celiachia e diabete di tipo 1;
- sensibilità al glutine non celiaca;
- allergie alimentari;
- malattie infiammatorie intestinali e loro riacutizzazioni;
- sindrome dell’intestino irritabile;
- artrite reumatoide;
- malattie metaboliche, come diabete di tipo 2, iperlipidemia e obesità.
Tuttavia, occorre considerare che la zonulina non viene secreta soltanto dalle cellule intestinali.
Infatti, viene prodotta principalmente dal fegato, ma anche dagli enterociti, dal tessuto adiposo, dal cervello, dal cuore, dalle cellule immunitarie, dai polmoni, dai reni e dalla pelle 17, 18.
Pertanto, i livelli di zonulina nel siero non riflettono soltanto la secrezione intestinale, ma anche la sintesi di altri organi.
Gli studi hanno dimostrato che la concentrazione di zonulina sierica (nel sangue) è correlata ai livelli glicemici e al grado di dislipidemia, infiammazione, sovrappeso, asma, sindrome metabolica, circonferenza vita, dermatite atopica e resistenza all’insulina 19, 20, 3, 21.
In questi casi, gli aumentati livelli sierici di zonulina sembrano dipendere più dall’infiammazione correlata che non dalla presenza di concomitanti malattie gastrointestinali.
Sulla base di questi riscontri, è importante considerare che:
- la zonulina fecale risulta maggiormente indicativa del grado di permeabilità intestinale e di eventuali malattie del tratto digerente rispetto alla zonulina sierica (che sembra invece fungere da marker infiammatorio aspecifico);
- a conferma di quanto espresso, è stato dimostrato che non esiste alcuna correlazione tra i livelli di zonulina nel sangue e nelle feci 22.
Come Ridurre la Zonulina
La ricerca sulla zonulina è relativamente giovane, per cui ci non abbiamo ancora prove certe sugli interventi dietetici e comportamentali utili per ridurre i livelli corporei di questa proteina.
Inoltre, come spiegato, i livelli sierici e fecali di zonulina presentano una certa interdipendenza, per cui determinati interventi possono avere esiti diversi sulle concentrazioni di zonulina nel sangue rispetto a quelle fecali.
Dieta senza glutine
Nelle prime ricerche sulla celiachia si è scoperto che la gliadina, una proteina contenuta nel glutine, stimola la produzione di zonulina 23, 13.
In generale, il glutine può innescare il rilascio di zonulina sia negli individui sani che nei celiaci, ma la quantità di zonulina prodotta è molto più elevata in questi ultimi.
Anche nelle persone con sensibilità al glutine non celiaca (NCGS), l’allontanamento del glutine dalla dieta può aiutare a ridurre i livelli di zonulina 24.
Probiotici
È stato dimostrato che l’assunzione di probiotici (vari ceppi di Lactobacillus e Bifidobacterium) riduce i livelli sierici e fecali di zonulina.
Ad esempio, secondo una meta-analisi di studi RCT su 1.891 partecipanti (in gran parte affetti da patologie gastrointestinali), l’integrazione di probiotici migliora diversi marcatori della funzione della barriera intestinale (come zonulina sierica e LPS sierico) e dell’infiammazione (come proteina C reattiva, IL-6 e TNF-ɑ), oltre a supportare la funzione immunitaria 25.
Dieta mediterranea e omega-3
In uno studio RCT di 12 mesi su 68 donne (età media 42 anni) a rischio di cancro al seno, un intervento sullo stile di vita basato sull’aderenza alla dieta mediterranea e a un programma di attività fisica ha aumentato i livelli di omega-3 nel sangue e ridotto vari biomarcatori della permeabilità intestinale, inclusa la zonulina fecale 26.
L’intervento si focalizzava su una fase intensiva di 3 mesi, durante la quale sono state condotte lezioni di gruppo bisettimanali sulla dieta mediterranea e allenamenti mirati alla resistenza; a seguire è stata introdotta una fase meno intensiva di 9 mesi con incontri mensili.
L’analisi dei risultati ha permesso di notare che all’aumentare dei livelli del DHA (un tipo di omega-3) nel sangue si riducevano i livelli di zonulina nelle feci, e viceversa.
Cioccolato fondente
In uno studio RCT su 24 calciatori d’élite, 30 giorni di consumo di cioccolato fondente contenente oltre l’85% di cacao hanno impedito l’aumento dei biomarcatori della permeabilità intestinale (“leaky gut”) causati dall’esercizio fisico intenso 27.
Tali marcatori includevano i livelli di LPS (un componente batterico), zonulina e occludina (un’altra proteina delle giunzioni strette) nel sangue.
In base ai risultati di questo e altri studi, i polifenoli dietetici sembrerebbero ridurre l’espressione di zonulina.
Butirrato
In uno studio randomizzato e controllato, gli uomini con BPCO che hanno assunto 300 mg/die di butirrato di sodio per 12 settimane hanno sperimentato miglioramenti nella forza della presa della mano e nella velocità di camminata 28.
Inoltre, il butirrato ha ridotto i livelli plasmatici di zonulina e la carica batterica circolante.
Vitamina D e FODMAP
Uno studio RCT su 36 pazienti con IBS ha esaminato i sintomi gastrointestinali e la funzione della barriera intestinale dopo 12 settimane di dieta a basso contenuto di FODMAP 29.
Oltre ad aver osservato che i partecipanti con un basso livello di vitamina D presentavano sintomi significativamente peggiori e una maggiore permeabilità intestinale (con maggiori livelli di zonulina fecale), l’allontanamento dalla dieta delle fonti ricche di FODMAP ha ridotto significativamente la permeabilità intestinale.
Tuttavia, in assenza di ipersensibilità ai FODMAP, il consumo di questi alimenti sembra avere effetti positivi sulla salute intestinale 30.
Norme comportamentali generali
Sulla base di studi preliminari, vari nutrienti e abitudini alimentari possono aiutare a ripristinare la barriera della mucosa gastrointestinale in caso di compromissione e "leaky gut".
Tra questi interventi ricordiamo 31:
- supporti digestivi e integratori antinfiammatori, che possono includere quercetina, vitamina C, curcumina, acido gamma-linoleico, acidi grassi omega-3 (EPA, DHA) e Aloe vera 27;
- altri nutrienti e sostanze utili, come zinco, beta-carotene, acido pantotenico, antiossidanti polifenolici, arginina e glutammina, che possono fornire supporto per la rigenerazione della mucosa gastrointestinale 32, 33, 31;
- un maggiore apporto di fibre può aumentare la sintesi batterica di acidi grassi a catena corta come il butirrato, che migliorano l’integrità della barriera intestinale;
- una limitazione del consumo di grassi animali, zuccheri, additivi e alimenti ultra-processati.