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Magazine X115 X115 Vitamina D | A Cosa Serve? | Tutte le Funzioni

Vitamina D | A Cosa Serve? | Tutte le Funzioni

  • 10 minuti

Generalità

La vitamina D è un micronutriente essenziale per la salute dell’intero organismo.

Tra le sue innumerevoli funzioni, è prima di tutto necessaria per mantenere le ossa forti.

La vitamina D, infatti, aumenta l’assorbimento intestinale del calcio assunto con la dieta (il calcio è uno dei principali elementi costitutivi delle ossa).

Tuttavia, le funzioni della vitamina D vanno ben oltre l’effetto positivo sulla salute ossea.

Basti pensare che almeno 1.000 diversi geni – che governano praticamente ogni tessuto del corpo – sono regolati dalla vitamina D, inclusi molti geni coinvolti nel metabolismo del calcio e nel funzionamento del sistema neuromuscolare e immunitario 1.

In effetti, la vitamina D può essere considerata a tutti gli effetti un ormone (o più correttamente un pro-ormone) 2. Nello specifico, può essere inclusa nella famiglia degli ormoni steroidei, essendo sintetizzata dal colesterolo quando la pelle è esposta al sole.

Negli ultimi decenni, gli effetti extra-scheletrici della vitamina D sono diventati evidenti e il suo effetto sulla proliferazione e differenziazione cellulare, e sulla modulazione immunitaria è stato studiato a fondo.

Inoltre, i rapporti sugli effetti protettivi della vitamina D nei confronti di diverse malattie (tra cui ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari, malattie autoimmuni e tumori) ne suggeriscono un ben più ampio ruolo biologico oltre al noto fattore antirachitico 2.

Meccanismo d’Azione

Per acquisire attività biologica, la vitamina D assunta con la dieta e quella sintetizzata nella pelle deve subire due passaggi di conversione, prima nel fegato e poi nei reni 3, 4.

In primo luogo, viene convertita in calcidiolo [25(OH)D] nel fegato. Questa è la forma di immagazzinamento della vitamina D, che viene misurata nel sangue per valutare lo stato corporeo della vitamina D.

La concentrazione sierica di 25(OH)D è attualmente il principale indicatore dello stato della vitamina D. Per approfondire, leggi: Vitamina D Bassa | Cosa Fare | Cause, Valori Normali, Cure »

In secondo luogo, il calcidiolo viene convertito in calcitriolo [1,25(OH)2D], principalmente nei reni. Questa è la forma attiva della vitamina D come ormone steroideo.

Il calcitriolo interagisce attraverso il legame con il recettore nucleare della vitamina D (VDR o NR1I1), che si trova in quasi ogni singola cellula del corpo 5, 6.

Questo legame innesca una serie di eventi cellulari, con attivazione o disattivazione di geni che portano a cambiamenti nelle cellule.

Attraverso il legame al recettore della vitamina D (VDR), il calcitriolo può regolare l’espressione di centinaia di geni coinvolti nelle funzioni scheletriche e in altre funzioni biologiche.

Calcio e Salute delle Ossa

La vitamina D risulta prima di tutto essenziale per il mantenimento della mineralizzazione ossea.

Con la sua azione partecipa infatti all’importantissimo equilibrio del calcio e del fosforo, aumentandone l’assorbimento intestinale.

  1. La riduzione del calcio nel sangue viene rilevata dalle paratiroidi, che secernono il paratormone (PTH).
  2. L’innalzamento del paratormone aumenta l’attivazione biologica della vitamina D a livello renale.
  3. La vitamina D metabolicamente attiva (calcitriolo) agisce sulle cellule bersaglio legando e attivando il suo recettore VDR; questo porta a cambiamenti nell’espressione genica che normalizzano il calcio sierico:
    • aumentando l’assorbimento intestinale del calcio alimentare;
    • riducendo l’escrezione di calcio dai reni;
    • mobilizzando il calcio dalle ossa nel caso l’apporto alimentare non sia sufficiente a mantenere le normali concentrazioni sieriche di calcio.

In assenza di vitamina D, l’intestino assorbe circa il 10-15% del calcio alimentare e il 60% del fosforo. In presenza di vitamina D, questa percentuale di assorbimento è aumentata dal 30% al 40% per il calcio e all’80% per il fosforo 7.

L’organismo necessita di calcio per la crescita ossea e il mantenimento della densità ossea, ma anche per molte altre importanti funzioni.

Ad esempio, il corpo ha bisogno di calcio affinché i muscoli si contraggano e i nervi trasmettano messaggi tra il cervello e ogni parte del corpo. Inoltre, il calcio viene utilizzato per rilassare e contrarre i vasi sanguigni, in modo da spostare il sangue in tutto il corpo.

Senza una quantità sufficiente di vitamina D, le ossa possono diventare sottili, fragili o deformi. La carenza di vitamina D provoca il rachitismo nei bambini, l’osteomalacia negli adulti e aumenta il rischio di osteoporosi negli anziani.

Sistema Immunitario

Tra le molte funzioni della vitamina D, una delle più importanti riguarda l’attività immunomodulatoria, attraverso la quale espleta una varietà di effetti sulla funzione del sistema immunitario.

Si ritiene che la vitamina D abbia proprietà antinfiammatorie e immunoregolatorie e sia cruciale per l’attivazione delle difese del sistema immunitario 8. Può quindi migliorare l’immunità innata e inibire lo sviluppo di autoimmunità 9.

La maggior parte delle cellule immunitarie esprime recettori per la vitamina D; inoltre, in particolari situazioni alcune di queste cellule possono esprimere gli stessi enzimi renali necessari per convertire localmente la vitamina D in forma attiva, regolando di conseguenza la risposta immunitaria 10, 11, 12.

La vitamina D è nota per migliorare la funzione delle cellule immunitarie, comprese le cellule T e i macrofagi, che proteggono il corpo dagli agenti patogeni 13.

Al contrario, la carenza di vitamina D può compromettere l’integrità del sistema immunitario e portare a risposte immunitarie inadeguate.

Bassi livelli di vitamina D sono stati associati a una maggiore suscettibilità alle infezioni ma anche alle malattie e ai disturbi immuno-correlati (come il lupus o l’artrite reumatoide) 9.

A riprova di questa sua importanza, la carenza di vitamina D può aumentare il rischio di sviluppare diversi tipi di infezioni, batteriche e virali 14, 15, 16.

Inoltre, la carenza di vitamina D è stata collegata a una ridotta funzionalità polmonare, che può influire sulla capacità del corpo di combattere le infezioni respiratorie 17, 18.

Allo stesso tempo, numerosi studi hanno scoperto che l’integrazione con vitamina D può avere effetti protettivi contro le infezioni, incluse quelle del tratto respiratorio 19, 20, 21, soprattutto negli individui carenti.

Vitamina D e insulina

Il recettore della vitamina D è espresso anche nelle cellule pancreatiche che secernono insulina.

Si è anche visto che la forma attiva della vitamina D gioca un ruolo nella secrezione di insulina in condizioni di aumento della domanda dell’ormone 22, 23.

E’ stata anche notata una relazione tra carenza o semplice insufficienza di vitamina D e:

  • aumentato rischio di diabete di tipo 1 e tipo 2 24, 25;
  • peggiore tolleranza al glucosio nei pazienti diabetici di tipo 2 26, 27, 28.

Ad esempio, uno studio ha evidenziato che i soggetti con livelli di vitamina D [25(OH)D] superiori a 30 nanogrammi per millilitro avevano un terzo del rischio di sviluppare il diabete, mentre quelli con livelli superiori a 50 nanogrammi per millilitro avevano un quinto del rischio 29.

Secondo una metanalisi di 21 studi prospettici, ogni incremento di 4 ng/ml nei livelli plasmatici di 25(OH)D è associato a un rischio inferiore del 4% di diabete di tipo 2 30.

Cosa dicono gli studi

Nonostante le numerose prove a sostegno dell’utilità della vitamina D nella prevenzione del diabete di tipo 2, non è chiaro se la sua integrazione possa essere utile nei pazienti diabetici.

Secondo una revisione sistematica di 17 studi di controllo randomizzati, l’integrazione di vitamina D a breve termine (follow-up ≤ 3 mesi) in pazienti diabetici ha avuto un effetto positivo sul controllo glicemico e sui parametri metabolici, come la resistenza all’insulina e la disfunzione delle cellule beta 31.

Tuttavia, le prove sono state considerate deboli a causa della bassa qualità metodologica degli studi. Inoltre, negli studi a lungo termine (follow-up >3 mesi) non c’è stato alcun effetto positivo.

Secondo un’altra meta-analisi di 39 studi clinici randomizzati su 2.982 uomini e donne con diabete di tipo 2, l’integrazione con vitamina D ha migliorato vari marcatori del controllo glicemico 60a. In particolare, ha ridotto (migliorato) i valori di glicemia a digiuno (-9 mg/dl), HbA1c (-0,3%), insulina (-1,3 μIU/ml) e HOMA-IR (-0,39).

Vitamina D e Salute

Carenze lievi o moderate di vitamina D (le cosiddette insufficienze) possono essere accompagnate da sintomi lievi, sfumati e difficilmente riconoscibili, come dolori muscolari, debolezza e scarsa efficienza fisica.

Inoltre, studi clinici e osservazionali hanno trovato una relazione tra bassi livelli di vitamina D e:

  • aumento generalizzato della mortalità 32;
  • maggiore frequenza di infezioni del tratto respiratorio, come raffreddore, bronchite e polmonite 33, 34;
  • aumentato rischio di cancro (in particolare cancro al colon, prostata e seno) 35;
  • aumentato rischio di malattie cardiovascolari (ipertensione, attacchi di cuore, malattia arteriosa periferica e ictus) 36;
  • affaticamento cronico, con grave effetto negativo sulla qualità della vita 37, 38;
  • dolore alle ossa e dolore lombare cronico (dolore alla bassa schiena) 39, 40, 41;
  • umore basso e depressione 42, 43;
  • bassa densità minerale ossea 44;
  • dolore muscolare nei bambini e negli adulti 45, 46, 47;
  • aumentato rischio di alopecia areata 48, 49, 50;
  • diabete di tipo 1 e tipo 2 24;
  • aumentato rischio di parodontite (malattia dei tessuti di sostegno del dente) 51;
  • aumentato rischio di preeclampsia 52;
  • aumentato rischio di asma 53;
  • maggiore incidenza di malattie autoimmuni (come artrite reumatoide, malattie infiammatorie intestinali, lupus, sclerosi multipla, problemi alla tiroide, e diabete di tipo 1) 54;
  • diminuzione della fertilità 55;
  • rallentata guarigione delle ferite 56.

Serve Assumere un Integratore?

Nell’interpretare quanto esposto nel capitolo precedente, è importante capire che, in generale, non è stato dimostrato che l’integrazione di vitamina D possa migliorare, prevenire o ridurre il rischio di sviluppare queste malattie, soprattutto quando manca una carenza specifica.

Occorre inoltre comprendere che il più delle volte si tratta di semplici associazioni. In altri termini, nonostante la vitamina D bassa sia correlata alle suddette malattie, non necessariamente ne rappresenta la causa.

Detto questo, considerando che dal 20 all’80% delle persone negli Stati Uniti, Canada, Messico, Europa, Medio Oriente e Asia presentano una carenza di vitamina D 57, 58, 59, in attesa di maggiori dati e in accordo con il proprio medico, sembra ragionevole cercare di raggiungere perlomeno le dosi di assunzione dietetica raccomandata (che vanno da 400 UI/giorno nel Regno Unito a 600-800 UI/giorno negli Stati Uniti).

L’associazione italiana degli endocrinologi clinici (AME) 60 raccomanda di mantenere i livelli plasmatici di 25(OH)D al di sopra dei 30ng/ml (75 nmol/l) nei soggetti:

  • con osteopenia, osteoporosi o fratture da fragilità;
  • in trattamento per l’osteoporosi;
  • che appartengono a categorie a rischio (ad es. anziani, soggetti obesi, persone con pelle scura, soggetti con scarsa esposizione solare, donne in gravidanza e in allattamento, presenza di malattie o farmaci che compromettono l’assorbimento intestinale dei lipidi).

I dati indicano che gli adulti che vivono a latitudini temperate richiedono in media un’assunzione alimentare di vitamina D di almeno 800-1000 UI al giorno per raggiungere concentrazioni sieriche di 25-idrossivitamina D di almeno 30 ng/ml (75 nmol/l) 61.

Considerando che pochissimi alimenti contengono vitamina D e che in Italia, in media, la dieta fornisce circa 300 UI di vitamina D al giorno, l’integrazione sembra necessaria per i soggetti con una bassa o scarsa esposizione solare o per altri motivi a rischio di carenza.

Pochi alimenti in natura contengono vitamina D. Le principali fonti alimentari sono il pesce grasso (salmone, tonno, sgombro, sardine), olio di fegato di merluzzo, fegato di manzo, tuorli d’uovo, formaggi e alcuni funghi.

Soprattutto in inverno, quando l’esposizione al sole è praticamente assente, potrebbero essere necessari apporti supplementari al dosaggio consigliato dal medico.

Secondo la società Italiana per l’osteoporosi, i soggetti senza un’efficace esposizione al sole dovrebbero essere integrati con una quantità giornaliera di vitamina D che va da 1.200 UI (adulti sani) a 2.000 UI (anziani con basso apporto di calcio) 62, 60.

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