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Magazine X115 X115 LDL Ossidate e LDL Piccole e Dense | Funzioni, Esami, Trattamenti

LDL Ossidate e LDL Piccole e Dense | Funzioni, Esami, Trattamenti

  • 10 minuti

Generalità

Il colesterolo non è tutto uguale, o meglio – in base alle caratteristiche delle "navicelle" che lo trasportano nel sangue – può essere più o meno pericoloso per la salute.

Ad esempio, il cosiddetto colesterolo “cattivo” o LDL rappresenta un noto fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.

Alti valori di colesterolo LDL favoriscono infatti la formazione e la crescita delle cosiddette "placche nelle arterie".

Tale processo, chiamato aterosclerosi, fa impennare il rischio di malattie cardiovascolari, come l’infarto e l’ictus, ma anche di disfunzione erettile e gravi malattie renali 2.

Anche il colesterolo LDL, però, non è tutto uguale.

In particolare, è noto che l’ossidazione del colesterolo LDL contribuisce all’aterosclerosi (accumulo di placche nelle arterie), accrescendo ulteriormente il rischio di sviluppare gravi malattie cardiovascolari.

Lo stesso dicasi per le lipoproteine LDL piccole e dense, che risultano maggiormente aterogeniche e predisposte all’ossidazione.

Quando il colesterolo nel sangue è elevato (ipercolesterolemia), il valore da tenere d’occhio è soprattutto quello delle LDL, perché il colesterolo contenuto in queste lipoproteine si deposita nelle arterie determinando la rigidità e l’ispessimento delle loro pareti (aterosclerosi).

Un passo indietro per capire

Cosa sono le lipoproteine

I principali lipidi presenti nel sangue (come trigliceridi ed esteri del colesterolo) risultano altamente idrofobici (quindi non solubili nel plasma).

Pertanto, affinché non si aggreghino in grosse gocce lipidiche (come l’olio nell’acqua) devono essere trasportati da particolari molecole chiamate lipoproteine.

Le lipoproteine si distinguono in base alla densità e alle dimensioni. Le principali tipologie sono:

  • Le lipoproteine ​​a bassissima densità (VLDL), che sono sintetizzate dal fegato e trasportano gli acidi grassi ai vari tessuti periferici.
  • Le lipoproteine ​​a bassa densità (LDL), che originano dall’impoverimento di acidi grassi delle VLDL e trasferiscono il colesterolo ai tessuti periferici.
  • Le lipoproteine ​​ad alta densità (HDL), sintetizzate sempre a livello epatico, che rimuovono il colesterolo dai tessuti periferici e lo riportano al fegato.

Le LDL sono il trasportatore predominante del colesterolo sierico e lo veicolano ai tessuti che ne hanno bisogno come le ghiandole surrenali, le gonadi e altri tessuti.

Mentre le lipoproteine HDL sono considerate anti-aterogene, i livelli circolanti di LDL sono direttamente associati alla gravità della malattia aterosclerotica.

Per questo motivo, le lipoproteine LDL vengono comunemente chiamate "colesterolo cattivo", mentre le HDL "colesterolo buono".

Tipi di LDL

Le lipoproteine a bassa densità (LDL), chiamate “colesterolo cattivo”, sono grandi molecole composte da proteine e lipidi.

All’interno di queste particelle troviamo un nucleo ricco di trigliceridi ed esteri del colesterolo, circondato da uno strato di fosfolipidi accoppiato a colesterolo libero e specifiche proteine, come l’apolipoproteina B (apoB) o l’apolipoproteina A1 (apoA1).

In generale, le lipoproteine LDL possono essere classificate in diverse tipologie:

  • LDL più grandi e meno dense, più galleggianti o "buoyant" (lbLDL), che comprendono:
    • LDL I (grandi)
    • LDL II (intermedie)
  • LDL piccole e dense (sdLDL), che comprendono:
    • LDL III (piccole)
    • LDL IV (molto piccole).

Le particelle LDL sono fondamentali per la formazione e la progressione delle placche aterosclerotiche; tuttavia, sono piuttosto eterogenee per forma e densità. Tra tutte, quelle più piccole e dense risultano maggiormente aterogene.

Perché le lipoproteine LDL sono pericolose

L’aumento del colesterolo LDL è associato a un rischio aumentato di malattie cardiovascolari 1.

Inoltre, è spesso associato a diabete, ipertensione, ipertrigliceridemia e aterosclerosi 2.

In caso di ipercolesterolemia grave, i pazienti possono presentare xantomi con noduli gialli o placche sul tendine di Achille; ad esempio, xantelasma sulle palpebre o anelli bianchi dell’arco corneale che rivestono la cornea 3.

Quali sono le lipoproteine LDL più pericolose

Esiste un’associazione stretta tra le caratteristiche chimico-fisiche delle LDL e la presenza di malattia aterosclerotica.

A tal proposito, è stato ampiamente documentato che le LDL piccole e dense (sdLDL) hanno un potenziale aterogenico maggiore rispetto ad altre sottofrazioni LDL.

La proporzione di colesterolo sdLDL rappresenta quindi un marcatore migliore per la previsione delle malattie cardiovascolari rispetto a quella del colesterolo LDL totale.

Perché le LDL piccole e dense sono pericolose

Le LDL piccole e dense risultano maggiormente aterogeniche (portano quindi più facilmente alla formazione di placche aterosclerotiche) in quanto:

  • sono maggiormente suscettibili a modificazioni sfavorevoli, come desialilazione, glicazione e ossidazione, che ne aumentano ulteriormente l’aterogenicità;
  • si infiltrano più facilmente negli spazi subintimali a causa del loro diametro inferiore;
  • si legano più facilmente ai glicosaminoglicani della parete arteriosa; per questo tendono a essere trattenute e a permanere più facilmente nel vaso sanguigno;
  • hanno un’affinità più bassa per il recettore epatico delle LDL, e ciò si traduce in una rimozione plasmatica meno efficace da parte del fegato.

Per tutti questi motivi, le particelle LDL piccole e dense rappresentano un potente induttore di processi infiammatori associati alle malattie cardiovascolari.

È probabile che l’aumentato numero di sd-LDL sia il motivo per cui alcune persone vanno più facilmente incontro a un infarto nonostante i loro livelli di colesterolo totale e LDL siano perlopiù nella norma.

I pazienti con coronaropatia tendono a mostrare il cosiddetto "pattern B", caratterizzato da LDL "piccole e dense"*. Al contrario, il cosiddetto "pattern A", caratterizzato da LDL più grandi e meno dense, presenta un minore rischio cardiovascolare. Secondo uno studio, i soggetti con pattern di tipo B hanno un rischio di infarto miocardico tre volte più elevato rispetto a quelli con pattern A 4.

* I soggetti con pattern B tendono spesso a mostrare un profilo lipoproteico aterogenico noto come "triade aterogenica", caratterizzato da sd-LDL elevate, aumento dei trigliceridi e riduzione delle HDL 4.

Perché le LDL ossidate sono pericolose

Secondo il concetto attuale, l’aterosclerosi rappresenta una malattia infiammatoria sistemica e cronica della parete arteriosa, favorita dall’ipercolesterolemia LDL e dallo stress ossidativo 5, 6, 7.

Affinché le lipoproteine LDL cedano il loro colesterolo ai tessuti devono legarsi a specifici recettori cellulari. Tali recettori sono inducibili, per cui una cellula carente di colesterolo ne esprime di più e viceversa.

Quando c’è un’abbondanza di colesterolo LDL, a causa del minor numero di recettori cellulari, le lipoproteine permangono in circolo più a lungo.

Di conseguenza hanno maggiori probabilità di andare incontro a modificazioni chimiche quali ossidazione, acetilazione e coniugazione con aldeidi.

Mentre il colesterolo LDL nativo non causa accumulo di lipidi nelle arterie, le forme di LDL modificate (come quelle ossidate, acetilate e glicate) possiedono proprietà pro-aterogeniche.

In particolare, le LDL piccole e dense hanno una maggiore suscettibilità all’ossidazione, correlata al minor contenuto di molecole antiossidanti, come la vitamina E.

Diversi studi clinici hanno dimostrato che i livelli plasmatici di LDL ossidate sono più alti nei pazienti con malattie cardiovascolari rispetto agli individui sani 8.

Le LDL ossidate non vengono più riconosciute dal recettore specifico che regola l’ingresso di colesterolo all’interno delle cellule che ne hanno bisogno.

Dopo essere penetrate nell’intima delle arterie possono invece legarsi ai "recettori spazzini" dei macrofagi locali, che le inglobano accumulando lipidi e "trasformandosi" nelle cosiddette foam cells (cellule schiumose).

Le cellule schiumose, caratteristiche delle strie lipidiche (fatty streaks), daranno poi origine alla placca aterosclerotica accumulando lipidi, molecole di riparazione dei tessuti, calcio e altre sostanze presenti in circolo.

Rischi per la salute

Secondo una meta-analisi di 12 studi, i pazienti con maggiori livelli di LDL ossidato avevano un rischio più elevato di malattie cardiache 8.

In altri studi, livelli elevati di LDL ossidate hanno dimostrato di predire l’infarto miocardico, anche dopo l’aggiustamento per età, sesso, razza, fumo e sindrome metabolica 9.

Inoltre, i livelli di LDL ossidate tendono a essere maggiori in pazienti con malattie metaboliche frequentemente associate a patologie cardiovascolari, tra cui obesità, sindrome metabolica e diabete mellito 10.

Le LDL ossidate svolgono un ruolo primario nell’insorgenza della placca aterosclerotica insieme ad altri fattori quali pressione alta, sovrappeso/obesità, diabete/iperglicemia, stress ossidativo e fumo.

Cosa Fare

Esami

I test lipidici tradizionali misurano solamente la quantità di colesterolo LDL (LDL-C).

Tuttavia, è anche possibile valutare la sottofrazione delle LDL a rischio aterogeno, che come spiegato ha un valore predittivo molto più importante della conoscenza della frazione LDL totale.

Il test per le sottofrazioni delle LDL misura la percentuale delle diverse particelle circolanti e permette di stimare la sottofrazione piccola e densa, facilmente ossidabile.

Esiste anche la possibilità di ottenere una misura precisa e quantitativa della frazione modificata (ossidata) delle LDL.

Stile di vita

Le LDL ossidate rappresentano un interessante bersaglio su cui agire farmacologicamente e/o tramite lo stile di vita per ridurre le malattie cardiovascolari 11, 12, 13, 14.

Sebbene la possibilità di attenuare il rischio cardiovascolare tramite una riduzione delle LDL ossidate rimanga un’ipotesi plausibile ma non pienamente dimostrata 15, 16, 17, in generale l’adozione di uno stile di vita sano può avere effetti favorevoli.

In tal senso, una dieta sana – come quella mediterranea – associata a regolare esercizio fisico può essere più che sufficiente per tenere sotto controllo i fenomeni ossidativi e infiammatori.

Ad esempio, in uno studio su 20 donne in sovrappeso, 12 settimane di esercizio fisico aerobico combinato con esercizi di forza hanno ridotto le LDL ossidate 18.

Caratteristiche generali di una dieta pro-ossidante e proinfiammatoria Caratteristiche generali di una dieta antiossidante e antinfiammatoria

Elevato apporto di carni lavorate, carni rosse, patate fritte, cereali raffinati, alcool e alimenti trasformati in genere.

Basso apporto di alimenti vegetali.

Elevata assunzione di pesce, pollame, latticini, caffè, tè, frutta e noci, succhi di frutta non zuccherati, verdure, legumi e olive.

Basso apporto di cereali raffinati, grassi e bevande zuccherate.

Anche i carotenoidi e gli antiossidanti in genere sembrano avere il potenziale per prevenire l’ossidazione delle LDL 19; stessa cosa dicasi in generale per la dieta mediterranea 20.

Tra gli alimenti più ricchi di antiossidanti ricordiamo:

A questi cibi, si aggiungono spezie come aglio, cipolla, curcuma e cannella, che hanno dimostrato di essere particolarmente utili per il controllo dell’infiammazione e dello stress ossidativo.

Specifici estratti di questi alimenti o di alcune piante medicinali sono anche disponibili come integratori antiossidanti. Tali prodotti possono essere utili soprattutto nelle persone sottoposte a forte stress ossidativo (ad es. anziani, persone con malattie metaboliche e/o infiammatorie croniche e pazienti in politerapia farmacologica).

Ad esempio, un integratore contenente un estratto concentrato di cipolla (86 mg di cui 10 di composti organosolforati) e aglio in polvere (14 mg) ha ridotto (migliorato) il colesterolo LDL (-8 mg/dl), il colesterolo totale (-11,7 mg/dl) e il colesterolo LDL ossidato (-45,3 U/l) rispetto al basale 22.

Per maggiori consigli per ridurre i livelli di LDL totali e ossidate, e il conseguente rischio cardiovascolare, suggeriamo la lettura dei seguenti articoli:

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