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Magazine X115 X115 Cartilagine | Funzioni, Integratori, Dieta | Si può Riparare?

Cartilagine | Funzioni, Integratori, Dieta | Si può Riparare?

  • 22 minuti

Che Cos’è

La cartilagine è un tessuto connettivo ampiamente distribuito nel corpo umano.

Rappresenta un tessuto compatto, flessibile ed elastico, resistente alla trazione e alle forze pressorie.

Allo stesso tempo, fornisce una superficie a basso attrito affinché le ossa possano muoversi l’una contro l’altra.

Le funzioni della cartilagine sono quelle di:

  • assorbire e ammortizzare gli urti, grazie all’elevata resistenza a forze di compressione;
  • fornire supporto strutturale nelle aree dov’è necessaria leggerezza e flessibilità;
  • migliorare la resilienza ossea, aiutando ad assorbire gli urti senza rompersi;
  • ridurre gli attriti nelle aree di contatto osseo.

Com’è Fatta

La cartilagine è costituita da cellule, chiamate condrociti, immerse in una matrice extracellulare prodotta dagli stessi condrociti.

In questa matrice, chiamata sostanza fondamentale, abbondando fibre di collagene ed elastiche, avvolte da un gel di proteoglicani ad alto peso molecolare, che attirano l’acqua.

Le cartilagini sono prive di elementi nervosi e vascolari. Traggono quindi nutrimento dal pericondrio, una membrana connettivale ricca di vasi e nervi che circonda le cartilagini.

Un’eccezione è rappresentata dalle cartilagini articolari, che sono prive di pericondrio e si nutrono attraverso il tessuto osseo sottostante o il liquido sinoviale che le bagna esternamente.

Tipi di Cartilagine

Il tessuto cartilagineo costituisce tutto lo scheletro embrionale e parti dello scheletro dell’adulto.

Con la maturazione del feto, la cartilagine viene in gran parte sostituita dall’osso e persiste in poche regioni (capi articolari, piastrone sterno-costale, pinne nasali, laringe, trachea, grossi bronchi, padiglione dell’orecchio, tromba di Eustachio, dischi intervertebrali ecc.).

In base alla struttura della sostanza fondamentale, è possibile distinguere tre tipi di cartilagine.

Cartilagine ialina

È il tipo di cartilagine più abbondante nell’organismo.

È presente a livello delle cartilagini costali, del naso, della laringe, della trachea e dei bronchi. Inoltre, riveste le superfici articolari nelle articolazioni mobili (diartrosi).

La cartilagine ialina produce una superficie elastica con un attrito minimo. Mostra anche un’eccellente capacità di resistere alle forze di compressione a livello delle articolazioni mobili.

Cartilagine elastica

Questo tipo di cartilagine fornisce flessibilità ed è resistente alla pressione.

La cartilagine elastica si ritrova nel padiglione auricolare, nelle tube di Eustachio, nell’epiglottide e nel processo vocale (porzione cartilaginea della laringe in cui si inseriscono le corde vocali).

Cartilagine fibrosa

Questo tipo di cartilagine può resistere ad alti gradi di tensione e compressione ed è priva di pericondrio.

Si trova comunemente nei tendini, nei legamenti, nei dischi intervertebrali, nelle superfici articolari di alcune ossa e nei menischi.

Cartilagine e Artrosi

Moltissime patologie possono colpire le cartilagini corporee.

Tra queste, la più nota e diffusa è l’artrosi (chiamata anche osteoartrosi od osteoartrite), che interessa:

  • circa 27 milioni di americani di età compresa tra 25 anni e più 2;
  • il 35% degli adulti di età pari o superiore a 65 anni 3.

L’artrosi colpisce prevalentemente la cartilagine articolare, in particolare nelle articolazioni sottoposte a maggiore stress.

Frequente a livello delle mani, del ginocchio (gonartrosi) e dell’anca (coxartrosi), l’osteoartrite è caratterizzata da una vera e propria "usura" della cartilagine.

L’artrosi colpisce principalmente le ginocchia (33% di prevalenza), le mani (30%), i piedi (21%) e le anche (5%). Può coinvolgere anche la colonna vertebrale 1.

In uno stadio avanzato, l’usura della cartilagine si traduce in una ridotta mobilità e nel contatto “osso contro osso” all’interno dell’articolazione, con conseguente infiammazione, dolore, rigidità e limitazione o perdita di movimento.

L’artrosi è una malattia degenerativa delle articolazioni, caratterizzata dall’usura della cartilagine (il tessuto che copre le estremità delle ossa, proteggendole e facilitando i movimenti).

Trattamento

Il trattamento clinico iniziale dell’artrosi si basa su farmaci antinfiammatori e iniezioni di corticosteroidi per via intra-articolare. Queste terapie hanno l’obiettivo di ridurre la reazione infiammatoria locale 4.

Molto sfruttate sono anche le iniezioni intra-articolari di acido ialuronico.

Pur non potendo riparare il danno cartilagineo che caratterizza l’artrosi, l’acido ialuronico può contribuire ad attenuare il dolore e l’infiammazione, migliorando le capacità di movimento.

Per maggiori informazioni, leggi il nostro articolo di approfondimento sulle Infiltrazioni al Ginocchio: Acido Ialuronico, PRP, Cortisone »

Tutte queste terapie forniscono soltanto un sollievo palliativo dal dolore e non hanno alcun effetto sul processo stesso della malattia.

Alcune speranze derivano dal trapianto di cartilagine (vedi capitolo successivo), ma questa tecnica è praticabile solo in casi selezionati.

Col progredire dell’artrosi, molti pazienti sviluppano dolore e sintomi invalidanti che interferiscono con la vita quotidiana. A questo punto, può essere necessaria la sostituzione dell’articolazione con una protesi artificiale.

Si può Riparare la Cartilagine?

L’organismo adulto non sembra avere la capacità di ricostruire una cartilagine pienamente funzionale dopo una lesione 1.

Per questo, gli studi di molti ricercatori si sono concentrati sulle strategie per superare questo limite e ricostruire la cartilagine lesionata.

Sebbene in proposito siano stati compiuti numerosi progressi, gli interventi di riparazione della cartilagine attualmente disponibili, che illustreremo di seguito, presentano importanti limiti in termini di efficacia e possibili effetti collaterali.

In generale, le possibilità di successo dipendono da diversi fattori, come tipo di intervento chirurgico, età del paziente, indice di massa corporea e gravità, localizzazione ed estensione del danno cartilagineo.

Impianto di condrociti autologhi (ACI)

L’impianto di condrociti autologhi è l’opzione maggiormente utilizzata per il trattamento di difetti cartilaginei di grandi dimensioni (>2-4 cm2

Questa tecnica prevede un’iniziale biopsia per prelevare un campione di cartilagine da "coltivare in laboratorio". Quando la nuova cartilagine è pronta, viene modellata e reimpiantata nell’articolazione colpita da artrosi.

Questa tecnica richiede quindi due interventi chirurgici: uno per raccogliere condrociti dalla cartilagine sana e un secondo per reimpiantarli nei difetti cartilaginei dopo la loro espansione colturale in vitro.

Un’evoluzione di questa tecnica, chiamata impianto di condrociti autologhi indotto da matrice (MACI) prevede l’incorporazione dei condrociti coltivati su uno scaffold (una membrana di tessuto da applicare sulla lesione) prima dell’impianto. Questa tecnica dovrebbe favorire ulteriormente la rigenerazione della cartilagine lesionata.

Innesto osteocondrale autologo – Autotrapianto osteocondrale (mosaicoplastica)

L’innesto osteocondrale è una procedura chirurgica in unica fase eseguita per trapiantare un "cilindro" di cartilagine sana (insieme a una porzione dell’osso sottostante) da una regione sana del corpo a quella con il difetto cartilagineo che si intende correggere.

Quando vengono utilizzati più “cilindri”, il risultato è simile a un motivo a mosaico, da cui il termine mosaicoplastica.

Come per l’impianto di condrociti autologhi, i candidati ideali sono pazienti giovani. Inoltre, questa procedura può essere eseguita con successo soltanto se l’area di cartilagine danneggiata è limitata.

Allotrapianto osteocondrale

Questa procedura è simile a quella appena descritta, con la differenza che viene impiantato un tessuto cartilagineo proveniente da un donatore.

In questo caso si aggiunge il rischio di rigetto dell’impianto, maggiori costi e maggiori rischi di complicanze come le infezioni.

Allotrapianto di cartilagine articolare giovanile particolata (PJAC)

Questa procedura utilizza piccoli frammenti di tessuto cartilagineo di un donatore giovane (età generalmente inferiore a 13 anni) per facilitare la formazione di tessuto di riparazione della cartilagine.

A differenza degli alloinnesti osteocondrali, questo metodo non prevede l’impianto dell’osso associato alla cartilagine.

Il chirurgo trapianta piccoli pezzi di cartilagine donata nell’area danneggiata e fissa il trapianto con una colla fibrinosa. 

Microfrattura

Questa tecnica si basa sulla pratica di piccoli fori nell’osso sotto la cartilagine danneggiata, in modo da stimolare un maggiore flusso sanguigno e il rilascio di cellule che formano nuova cartilagine.

Ancora una volta, si tratta di una procedura che può dare risultati soddisfacenti soltanto in pazienti giovani che presentano difetti cartilaginei di piccole e medie dimensioni.

Vantaggi e svantaggi delle diverse tecniche chirurgiche riportate per la riparazione della cartilagine 1

Tecnica Vantaggi Svantaggi
Impianto di condrociti autologhi (ACI)
  • Può essere applicato per lesioni cartilaginee di grandi dimensioni
  • Garantisce percentuali di successo a lungo termine
  • Durevole e offre una buona resistenza meccanica
  • Procedura invasiva
  • Richiede la coltivazione in laboratorio dei condrociti
  • Rischio di complicanze associate al processo di impianto
  • Lunghi tempi di recupero
Autotrapianto osteocondrale (OATS)
  • Considerato lo standard di riferimento per la riparazione della cartilagine
  • Può essere applicato per difetti cartilaginei di grandi dimensioni
  • Fornisce tassi di successo a lungo termine
  • Durevole e fornisce una buona resistenza meccanica
  • Procedura invasiva
  • Richiede un secondo sito chirurgico per il tessuto donatore
  • Rischio di eventi avversi correlati al sito donatore
  • Lunghi tempi di recupero
Allotrapianto
  • Può essere applicato per difetti cartilaginei di grandi dimensioni
  • Non è necessario un secondo sito chirurgico
  • Rischio di diffusione della malattia con il tessuto alloinnestato
  • Rischio di risposta immunitaria al tessuto alloinnestato
  • Tassi di successo a lungo termine limitati
Impianto di condrociti autologhi indotto da matrice (MACI)
  • Buon potenziale riparativo, normale cartilagine ialina formata, meno invasivo dell’ACI tradizionale
  • Costi elevati, tempi di recupero lunghi, rischio di complicanze
Microfrattura
  • Procedura minimamente invasiva
  • Conveniente
  • Può essere eseguita in artroscopia
  • Basso rischio di complicanze
  • Può essere utilizzata per difetti cartilaginei di piccole e medie dimensioni
  • Potrebbe non essere adatta per difetti cartilaginei di grandi dimensioni
  • Tassi di successo limitati a lungo termine
  • Potrebbe non essere duratura come altre tecniche
  • Il tempo di recupero può essere più lungo

Terapie cellulari

Le terapie cellulari prevedono l’utilizzo di cellule staminali o condrociti per promuovere la crescita di nuova cartilagine.

Le MSC sono un tipo di cellule staminali adulte con un grande potenziale nella riparazione dei danni alla cartilagine. A seconda dei casi, possono essere ottenute da una varietà di tessuti autologhi, tra cui midollo osseo, tessuto adiposo e sangue periferico.

A seconda della specifica patologia cartilaginea, le MSC possono essere impiantate nel difetto dopo l’incisione chirurgica o somministrate tramite iniezione intrarticolare.

Integratori per la Cartilagine

I pazienti con artrosi possono ottenere benefici con la perdita di peso e l’esercizio fisico non impattante (ad esempio con le attività acquatiche).

Gli antidolorifici, come abbiamo visto, possono alleviare i sintomi, ma non influiscono sulla progressione della malattia. Inoltre, sono accompagnati da effetti collaterali, anche significativi, in caso di utilizzo a lungo termine.

Un’alternativa a questi farmaci è rappresentata dai cosiddetti integratori per la cartilagine. Questi prodotti, chiamati anche condroprotettori, sono in genere meglio tollerati rispetto ai farmaci; tuttavia, la loro efficacia non è stata pienamente dimostrata e tende ad essere soggettiva e comunque modesta.

Glucosamina

La glucosamina è un popolare integratore alimentare per l’artrosi.

Viene naturalmente prodotta nel nostro organismo e si concentra soprattutto a livello di articolazioni e cartilagini articolari. A questo livello, costituisce la struttura dei glicosaminoglicani, composti essenziali per la salute delle articolazioni 5.

Il meccanismo d’azione della glucosammina non è chiaro, ma si ritiene che l’integrazione possa:

  • proteggere la cartilagine all’interno delle articolazioni 6;
  • ridurre la disgregazione del collagene 7, 8;
  • ridurre l’infiammazione, che è una delle principali cause di danno cartilagineo nei pazienti con artrosi 9;
  • stimolare i condrociti a sintetizzare i proteoglicani, fornendo così un substrato per la riparazione della cartilagine 10, 11.

Secondo un’ampia revisione di 31 studi clinici, la glucosamina può migliorare i sintomi dell’osteoartrosi, come dolore, rigidità e funzione articolare, in misura superiore rispetto al placebo 12.

Tuttavia, l’evidenza è mista. Ammesso che si possa ottenere un beneficio dall’integrazione di glucosammina, l’effetto è probabilmente modesto e alcuni ricercatori lo considerano clinicamente irrilevante 13.

Altre revisioni complete e meta-analisi (oltre 50 studi clinici su oltre 3.000 pazienti) hanno raccolto risultati contrastanti. La glucosamina ha ridotto il dolore al ginocchio meglio del placebo ma non è riuscita a migliorare la rigidità e la funzione articolare 14, 15, 16.

Dosi e Modo d’Uso

Le forme più comuni usate negli integratori sono la glucosamina solfato e la glucosamina cloridrato.

Alcuni studi suggeriscono che la glucosamina solfato offrirebbe una migliore biodisponibilità, ma altre evidenze non confermano questa tesi 17, 18, 19.

Nel complesso, le prove sull’efficacia della glucosamina solfato nel ridurre la progressione dell’artrosi sembrano comunque superiori a quelli della glucosammina cloridrato 1.

L’evidenza più forte viene in particolare da una serie di revisioni complete in cui una specifica forma cristallina di glucosamina solfato si è dimostrata superiore ad altre 16, 21, 22. Tuttavia, il fatto che un’azienda farmaceutica possieda un brevetto per questa formulazione può indicare un potenziale conflitto di interessi.

Il dosaggio tipico di glucosammina è di 1.500 milligrammi (mg) al giorno. La maggior parte degli integratori di glucosamina contiene anche condroitina e altri ingredienti come MSM, acido ialuronico ed estratti di curcuma o boswellia.

La glucosammina potrebbe avere benefici anche per uso topico, ma la ricerca è limitata.

Una crema con glucosamina è riuscita ad esempio ad alleviare il dolore al ginocchio in 63 pazienti affetti da artrosi. Altri ingredienti, come la condroitina e la canfora, potrebbero tuttavia aver contribuito a questi effetti 23.

Condroitina

La condroitina è il glicosaminoglicano più abbondante nella cartilagine e contribuisce alla sua resilienza, prevenendone la degradazione 24.

Gli integratori di condroitin solfato hanno lo scopo di migliorare le proprietà di assorbimento degli urti e prevenire ulteriori danni alla cartilagine.

La biodisponibilità della condroitina solfato in seguito ad assunzione orale è comunque scarsa, stimata intorno al 10-13%, contro il 25% della glucosammina 25, 26, 27, 28.

Uno studio ha suggerito che una dose giornaliera di 800 mg di condroitin solfato era in grado di fornire lo stesso sollievo dal dolore di una dose di 200 mg del farmaco antinfiammatorio Celebrex (celecoxib) 29.

Altri studi hanno dimostrato che il trattamento a lungo termine con condroitin solfato può ridurre la progressione dell’artrosi, rallentando il restringimento dello spazio articolare 30, 31, 32.

Ulteriori studi hanno trovato benefici solo quando la condroitina veniva associata alla glucosammina 33.

Tuttavia, una revisione di studi randomizzati controllati con placebo, pubblicata nel 2018, ha concluso che entrambi gli integratori (glucosamina e condroitina) possono ridurre il dolore nell’artrosi del ginocchio. Tuttavia, la loro associazione non offrirebbe un beneficio maggiore e, a parte la riduzione del dolore, nessuno dei due ha migliorato la condizione generale dei pazienti artrosici (misurata dall’indice WOMAC) 15.

Il beneficio di questi integratori, pertanto, se presente è comunque da considerarsi di modesta entità.

Dosi e Modo d’Uso

La condroitina viene comunemente commercializzata nella forma solfato (condroitin solfato), spesso in associazione a glucosamina.

Il suo dosaggio tipico è di 400-800 mg al giorno, mentre la glucosamina si usa a dosi di 1.500 milligrammi al giorno.

Per ottenere benefici significativi è necessaria una terapia a lungo termine, almeno 3 mesi, ma è meglio proseguire fino a 6-12 mesi.

In uno studio, la condroitin solfato ha ridotto significativamente la perdita di volume della cartilagine rispetto al placebo (-3,7% vs -6,1%) valutata con risonanza magnetica; tuttavia, i cambiamenti articolari non sono diventati evidenti fino a sei mesi dopo l’inizio della terapia 34.

La maggior parte degli integratori alimentari di glucosamina deriva da un polimero, la chitina, che si trova negli esoscheletri di crostacei e granchi 23. Il condroitin solfato si ottiene invece dalla trachea bovina, dalla cartilagine di squalo e da altre fonti di cartilagini animali.

Acido ialuronico

L’acido ialuronico è un componente del liquido sinoviale, un fluido che lubrifica le articolazioni, bagnando e nutrendo le cartilagini.

Nelle articolazioni affette da artrosi, l’acido ialuronico si riduce e si frammenta; questo diminuisce la capacità del liquido sinoviale di lubrificare e proteggere i tessuti articolari e di assorbire i carichi pressori 35.

Gli integratori di acido ialuronico possono aumentare la quantità di acido ialuronico nei fluidi articolari e alleviare il dolore e l’infiammazione.

Diversi studi dimostrano che l’assunzione di 80-200 mg di acido ialuronico al giorno per 4-12 settimane aiuta a ridurre significativamente il dolore nelle persone con artrosi 36, 37, 38, 39, 40, 41, 42, 43, 44, 45, 46.

Una revisione del 2016 degli studi sull’uso dell’acido ialuronico orale per l’artrosi del ginocchio ha concluso che gli integratori di acido ialuronico rappresentano un trattamento sicuro ed efficace per ridurre il dolore lieve e possono anche aiutare a prevenire l’artrosi 47.

Dosi e Modo d’Uso

Negli studi analizzati, le dosi di acido ialuronico variavano da 48 a 240 mg al giorno e venivano assunte per periodi di tempo variabili da 2 settimane a 12 mesi.

Volendo fare una media, si consigliano dosaggi di 80-200 mg al giorno per almeno 2 mesi di trattamento.

Collagene

Gli integratori di collagene possono aiutare ad alleviare il dolore articolare associato all’esercizio fisico, all’artrosi e all’artrite reumatoide 55, 56, 57.

Uno studio ha dimostrato che il collagene di pesce idrolizzato (720mg al giorno) è efficace e sicuro per il trattamento del dolore acuto e della rigidità associati all’artrosi del ginocchio, aiutando a ridurre l’uso di farmaci analgesici 58.

In un altro studio, adulti con osteoartrosi hanno assunto 2 grammi di collagene idrolizzato (estratto dalla cartilagine sternale di pollo) al giorno per 10 settimane. Coloro che hanno assunto il collagene hanno avuto una significativa riduzione del dolore articolare e un miglioramento significativo nelle attività fisiche rispetto a coloro che non l’hanno assunto 59.

Un altro tipo di collagene, chiamato collagene nativo di tipo 2, agisce con un diverso meccanismo d’azione, principalmente di tipo antinfiammatorio 60.

Alcuni studi sull’uomo hanno suggerito che dosi di 10-40 mg di collagene nativo al giorno possono migliorare la salute delle articolazioni 56, 61.

In due studi, 40 mg di UC-II (collagene nativo di tipo II) assunti quotidianamente per un massimo di 6 mesi hanno ridotto il dolore e la rigidità articolare negli individui con artrosi 61, 62.

Dosi e Modo d’Uso

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Dosi consigliate 10-40mg/die 1-10g/die

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MSM

Il metilsulfonilmetano (MSM) è un composto organico contenente zolfo.

Gli studi hanno dimostrato che l’MSM può ridurre l’infiammazione a livello delle articolazioni, proteggendo la cartilagine dalla degradazione 48, 49, 50.

Uno studio su 49 persone con artrosi del ginocchio ha osservato che l’assunzione di 3,4 grammi di MSM al giorno per 12 settimane ha ridotto il dolore e la rigidità, e migliorato la mobilità articolare, rispetto a un placebo 51.

Uno studio su 100 persone di età superiore a 50 anni che soffrivano di degenerazione articolare, ha osservato che il trattamento quotidiano con 1.200 mg di MSM per 12 settimane (insieme a collagene e vitamina C) ha ridotto il dolore, la rigidità e il gonfiore articolare, rispetto a un placebo 52.

Una meta-analisi del 2018 ha scoperto che l’MSM può migliorare i sintomi dell’artrosi a breve termine, ma la sua importanza clinica non era chiara 53.

Un altro studio ha dimostrato che l’integrazione quotidiana con 5 grammi di MSM e 7,2 mg di acido boswellico era più efficace della glucosamina nel ridurre il dolore e migliorare la funzione articolare nelle persone con artrosi del ginocchio 54.

Sono comunque necessari ulteriori studi prima di poter raccomandare l’impiego dell’MSM nel trattamento dell’artrosi.

Dosi e Modo d’Uso

Le dosi tipiche di MSM vanno da 1.500 a 6.000 mg al giorno, a volte divise in 2 dosi giornaliere.

Antinfiammatori e Fitoterapici

Curcumina

La ricerca suggerisce che specifici estratti di curcuma titolati in curcumina, possono ridurre il dolore e migliorare la funzione nelle persone con artrosi del ginocchio 63.

L’integrazione per tre mesi con 200 mg/die di un complesso curcumina-fosfatidilcolina (curcumina liposomiale) ha ridotto i punteggi del dolore del 58%; inoltre, ha aumentato di oltre il 400% la distanza percorsa dai pazienti con artrosi 64.

Una combinazione di curcumina e piperina ha anche ridotto l’infiammazione (livelli ridotti di IL4, IL-6 e PCR) in uno studio clinico su 40 persone con artrosi del ginocchio 65.

In un altro studio su 139 pazienti con artrosi del ginocchio, 500mg di curcumina 3 volte al giorno hanno dimostrato un’efficacia simile al farmaco diclofenac nel ridurre il dolore, ma con una migliore tollerabilità 66.

La curcumina è stata anche studiata per il suo potenziale di rigenerare la cartilagine 67.

Tuttavia, la curcumina presenta una biodisponibilità limitata a causa del cattivo assorbimento e della rapida degradazione. Questo solleva dubbi sulla sua reale efficacia clinica.

Secondo una revisione di 11 studi clinici randomizzati su un totale di 1.009 persone, sia la curcuma che la boswellia sono risultate più efficaci del placebo per alleviare il dolore e migliorare la funzionalità articolare 68. I curcuminoidi hanno addirittura dimostrato un’efficacia paragonabile ai FANS e meno effetti collaterali.

Boswellia

La boswellia espleta proprietà antinfiammatorie bloccando la 5-lipossigenasi, con un meccanismo d’azione simile a quello dei corticosteroidi.

Pertanto, la boswellia può essere utile contro le condizioni infiammatorie croniche 69, 70.

Diversi tipi di estratti di Boswellia sono stati in grado di ridurre il dolore e migliorare la funzione del ginocchio in 3 studi su 145 pazienti affetti da artrosi 71, 72, 73.

In due ulteriori studi clinici su 135 pazienti con artrosi, un estratto di boswellia (100 mg o 250 mg al giorno per 3 mesi) ha migliorato significativamente il dolore e la funzionalità articolare. I pazienti hanno iniziato a sperimentare un miglioramento significativo dopo 7 giorni di trattamento con la dose più alta 74, 75.

Insaponificabili di avocado-soia

Gli insaponificabili di avocado e soia (ASU) consistono in un estratto da oli di avocado e soia, che può prevenire la degenerazione della cartilagine e favorirne la riparazione 77.

I componenti principali degli ASU sono i fitosteroli (β-sitosterolo, campesterolo e stigmasterolo), che vengono rapidamente incorporati nelle cellule.

Studi clinici dimostrano che gli ASU migliorano i sintomi del dolore più del placebo nelle persone con artrosi.

Ad esempio, uno studio di ricerca di 6 mesi ha valutato gli effetti dell’ASU sulle donne con artrosi dell’articolazione temporo-mandibolare. Durante lo studio, i partecipanti che hanno utilizzato l’ASU hanno sperimentato una diminuzione del dolore, una migliore qualità della vita e un uso ridotto di farmaci antidolorifici 78.

In uno studio di 3 anni su pazienti con artrosi dell’anca, l’integrazione di ASU ha permesso di attenuare la riduzione della rima articolare, aiutando quindi a rallentare la progressione della malattia 79.

Anche per questo integratore sono necessari ulteriori studi prima di poterne raccomandare l’uso per prevenire e riparare i danni alla cartilagine associati all’artrosi.

Zenzero

Lo zenzero ha migliorato i sintomi dell’osteoartrosi in alcuni studi.

In uno studio controllato su 247 persone con osteoartrosi del ginocchio, coloro che hanno assunto l’estratto di zenzero avevano meno dolore e richiedevano meno antidolorifici 80. L’estratto si è dimostrato sicuro, causando solo lievi disturbi allo stomaco.

In un altro studio su 75 persone con artrosi, lo zenzero è stato efficace solo nel breve termine, ma i benefici non sono stati sostenuti 81.

Un altro studio ha scoperto che una combinazione di zenzero, mastice di Chios, cannella e olio di sesamo, può ridurre il dolore e la rigidità nei pazienti con osteoartrite quando applicata localmente 82.

In uno studio di 30 giorni su adulti con artrosi resistente all’azione antinfiammatoria dei FANS, i ricercatori hanno scoperto che l’assunzione di un integratore contenente estratto di zenzero ed echinacea riduceva significativamente l’infiammazione, il dolore cronico e il gonfiore 83.

Artiglio del Diavolo (Arpagofito)

Sono necessari più studi di alta qualità, ma la ricerca attuale suggerisce che l’artiglio del diavolo può essere efficace nel ridurre il dolore associato all’artrosi.

Diversi studi clinici sull’uomo 84, 85, 86 hanno dimostrato che vari estratti di artiglio del diavolo (equivalenti a 50-60 mg di arpagoside al giorno, somministrati per un periodo variabile tra 8 e 16 settimane, a seconda dello studio) hanno migliorato significativamente il quadro clinico di soggetti con artrosi del ginocchio e dell’anca, in termini di dolore, limitazione del movimento e crepitio articolare.

Ad esempio, uno studio clinico che ha coinvolto 122 persone con artrosi del ginocchio e dell’anca ha suggerito che 2.610 mg di artiglio del diavolo al giorno possono essere efficaci nel ridurre il dolore quanto la diacereina (un farmaco comunemente usato per trattare questa condizione) 85.

Dieta e Cartilagine

I molluschi (aragoste, gamberi, granchi) sono ricchi di chitina, un materiale altamente resistente costituito da lunghe catene di glucosamina. I produttori li usano come materia prima per ottenere gli integratori di glucosamina 86.

Anche le ossa degli animali e il tessuto connettivo sono una discreta fonte alimentare di glucosamina 87, oltre che di collagene e acido ialuronico.

Gli alimenti ricchi di collagene sono esclusivamente animali e includono:

  • ossa e brodo d’ossa;
  • carni ricche di tessuto connettivo (tuttavia poco digeribili);
  • cotenna di maiale (anch’essa poco digeribile);
  • pelle di pesce;
  • ostriche;
  • lische e brodo di pesce;
  • uova, soprattutto nel tuorlo e nelle membrane che separano il guscio dall’albume;
  • colla di pesce – gelatina e alimenti che la contengono (dolci, carne in gelatina ecc.);
  • carni di animali giovani (ad esempio costine di vitello), essendo il collagene degli animali giovani più digeribile rispetto a quello degli animali anziani.

Secondo uno studio, il il primato di alimenti più ricchi di acido ialuronico spetterebbe agli occhi e alle articolazioni degli animali 88.

Anche le creste di gallo sono ricchissime di acido ialuronico, tanto da essere state usate per l’estrazione di acido ialuronico.

Nella dieta per l’artrosi possono essere utili anche gli alimenti ad azione antiossidante e/o antinfiammatoria, che possono contribuire a rallentare il danno della cartilagine e attenuare il dolore.

Questi alimenti comprendono frutti di bosco, pesce grasso (ricco di omega-3), broccoli, tè verde, cioccolato fondente e cacao, curcuma e spezie in genere, e olio extravergine di oliva.

Al contrario, alimenti trasformati come fast food, pasti congelati e carni lavorate sono stati associati a livelli più elevati di infiammazione 89, 90, 91.

Esercizio fisico

In generale, esiste una forte raccomandazione alla perdita di peso e alla pratica di esercizio fisico nei pazienti con artrosi che presentano obesità o sovrappeso 11.

Una revisione sistematica ha analizzato 10 studi che avevano indagato gli effetti dell’esercizio fisico (da solo, senza dieta) su un totale di 534 partecipanti (età 40-80 anni) con sovrappeso/obesità e artrosi su uno o entrambe le ginocchia.

Sebbene siano state testate varie modalità di esercizio, i dati indicano che nel complesso qualsiasi tipo di attività fisica sembra benefico per migliorare la funzione fisica e ridurre il dolore 92.

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