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Magazine X115 X115 Come Depurare il Fegato | Dieta, Integratori, Cibi Utili

Come Depurare il Fegato | Dieta, Integratori, Cibi Utili

  • 12 minuti

Generalità

Perché è Importante Depurare il Fegato

Tra le sue innumerevoli funzioni, il fegato ha il compito di disintossicare l’organismo dai cosiddetti xenobiotici.

Gli xenobiotici sono sostanze estranee alla normale fisiologia dell’organismo e comprendono pesticidi, additivi alimentari, farmaci, droghe ecc.

Tutte queste sostanze devono essere metabolizzate ed espulse dall’organismo, e il fegato gioca un ruolo di primo piano in questo processo di disintossicazione.

Di conseguenza, un’eccesiva esposizione agli xenobiotici può sovraccaricare e intossicare il fegato.

Quest’organo può soffrire anche per abitudini alimentari e stili di vita scorretti, come consumo eccessivo di alcol, iperglicemia, obesità, ipertensione e livelli elevati di trigliceridi e colesterolo 1, 2.

Depurare il fegato può quindi essere utile per migliorare e proteggere la salute di quest’organo, e di riflesso dell’intero organismo.

Importanza della Prevenzione

Nell’ottica di depurare il fegato, è importante proteggerlo da tutto ciò che può danneggiarlo, come:

  • abuso di alcool;
  • abuso di certi farmaci, come il paracetamolo (naturalmente prima di modificare la terapia farmacologica in atto è necessario discuterne con il medico);
  • scarse norme igieniche, che possono favorire la trasmissione di infezioni come le epatiti virali:
    • l’epatite A si trasmette consumando cibo o acqua contaminati direttamente o indirettamente dalle feci di soggetti infetti:
    • l’epatite B e l’epatite C vengono trasmesse attraverso il contatto con fluidi corporei (sangue, perdite vaginali e sperma) di un soggetto infetto;
  • sedentarietà ed eccessi calorici possono favorire l’accumulo di grasso nel fegato e la sua infiammazione.

Una Raccomandazione Importante

Di seguito analizzeremo gli interventi dietetici, comportamentali e gli integratori che hanno dimostrato di migliorare la salute epatica, aiutando a depurare il fegato.

Prima, però, è doveroso ricordare che gli integratori devono essere usati con cautela nelle persone che soffrono di malattie epatiche.

Un loro abuso, infatti, potrebbe paradossalmente sovraccaricare il fegato anziché disintossicarlo.

C’è anche la possibilità che questi integratori vadano a diminuire o aumentare gli effetti dei farmaci che vengono eliminati dal fegato. Ciò può causare seri problemi di salute, inclusi danni al fegato 70 ,71 ,72.

In presenza di malattie epatiche conclamate, dovrebbe pertanto essere il medico ad indicare l’integratore più opportuno, mentre andrebbe evitato il ricorso all’autoterapia.

Dieta e Cibi Depurativi

Diversi alimenti possono promuovere la salute del fegato.

In particolare, nella dieta per depurare il fegato non dovrebbero mancare:

  • noci e frutta secca a guscio: le persone con malattia del fegato grasso che mangiano noci hanno ottenuto miglioramenti nei test di funzionalità epatica 56.
  • Pesce e olio di pesce: gli acidi grassi omega-3 possono migliorare i livelli di grasso nel fegato e abbattere l’infiammazione 57, 56.
  • Brassicacee e liliacee: broccoli 54, cipolle 55, cavoli, cavolfiori e cavoli di Bruxelles 56 possono aiutare a depurare il fegato.
  • Mirtilli: hanno dimostrato effetti protettivi sul danno epatico acuto negli animali 57.
  • Olio extravergine di oliva: studi limitati suggeriscono che potrebbe essere utile per i pazienti con fegato grasso e trigliceridi elevati 58.
  • Uva: un piccolo studio sull’uomo ha dimostrato che l’integrazione con estratto di semi d’uva per 3 mesi ha migliorato la funzionalità epatica in pazienti con steatosi epatica 59.
  • Pompelmo: diversi studi sugli animali hanno scoperto che il pompelmo può aiutare a a proteggere il fegato da lesioni 60, 61.
  • Barbabietola: contengono un pigmento chiamato betalaina, che può proteggere il fegato dallo stress ossidativo e dall’infiammazione cronica 64.
    Inoltre, la ricerca suggerisce che il succo di barbabietola può aumentare gli enzimi naturali di disintossicazione del fegato 65, 66 ,67.
  • Caffè e tè verde: una meta-analisi ha suggerito un legame tra l’assunzione di tè verde e la riduzione del rischio di malattie del fegato 41; il caffè, dal canto suo può aumentare i livelli di antiossidanti nel fegato e ridurre il rischio di malattie epatiche 68, 69.
  • Alimenti probiotici: in alcuni studi clinici hanno dimostrato di poter aiutare a depurare il fegato, sebbene la loro efficacia non sia conclusiva 62, 63.

Curiosità

Secondo una meta-analisi di 27 studi osservazionali, il rischio di cancro al fegato si riduce del 23% per ogni 50 grammi di cereali consumati al giorno 64.

Secondo un’altra meta-analisi di 13 studi osservazionali su un totale di 1.265.133 uomini e donne, una maggiore aderenza a diete sane a base vegetale è associata a un minor rischio di cancro al fegato. In particolare 64a:

  • una dieta sana è stata associata a un rischio inferiore del 33%.
  • La dieta DASH è stata associata a un rischio inferiore del 23%.
  • La dieta mediterranea è stata associata a un rischio inferiore del 35%.
  • Le diete a base di verdure sono state associate a un rischio inferiore del 37%.
  • Le diete proinfiammatorie sono state associate a un rischio più elevato del 121%.

Cardo Mariano

Il cardo mariano, insieme al suo principio attivo silimarina, è probabilmente il rimedio più noto per depurare il fegato.

La commissione E tedesca ne raccomanda l’uso contro indigestione, danno epatico indotto da tossine, cirrosi e infiammazione epatica 3, 4, 5.

Il cardo mariano viene usato soprattutto sulla base della sua storia d’uso tradizionale 6. Infatti, nonostante l’impiego erboristico di lunga data, mancano prove cliniche sulla sua efficacia per depurare il fegato.

La silimarina potrebbe promuovere la rigenerazione delle cellule del fegato e ridurre l’infiammazione epatica. Tuttavia, i risultati degli studi sull’uomo sono stati misti 7.

L’Agenzia Europea dei Medicinali ha affermato che, sebbene le prove cliniche siano deboli, l’efficacia del cardo mariano è “plausibile” e ci sono prove per la sua sicurezza legate all’uso a lungo termine 8.

Tarassaco

Il tarassaco (o dente di leone) è un noto rimedio naturale ad attività diuretica ed epatoprotettiva 9.

Si ritiene che le proprietà antinfiammatorie e antiossidanti dell’estratto di foglie di tarassaco possano proteggere il fegato dai danni indotti da tossine 10, 11, 12, 13, 14.

Anche in questo caso, aldilà degli studi su modelli animali e degli usi tradizionali, non ci sono prove convincenti a sostegno dell’efficacia del tarassaco per depurare il fegato.

Liquirizia

Sulla base degli usi tradizionali e di piccoli studi clinici, la radice di liquirizia potrebbe essere protettiva per il fegato 15, 16.

In un piccolo studio su 66 pazienti con steatosi epatica non alcolica (fegato grasso), un estratto acquoso di radice di liquirizia (2g/die per 6 mesi) ha ridotto i livelli degli enzimi associati al danno epatico 17.

In un altro piccolo studio, 6 persone sane hanno assunto un prodotto a base di glicirrizina (il principale componente attivo della liquirizia) prima di bere della vodka, ogni sera per 12 giorni.

La glicirizzina ha prevenuto l’aumento degli enzimi associati al danno epatico, che invece si è registrato nel gruppo di 6 persone che aveva bevuto solo la vodka.

La liquirizia può pertanto aiutare a proteggere dal danno epatico correlato all’alcol 18.

ATTENZIONE: in alcune persone sensibili alla liquirizia, l’uso cronico di questo integratore può provocare pericolosi effetti collaterali, tra cui ipertensione e bassi livelli ematici di potassio 19.

Curcuma

Nella medicina Ayurvedica, si pensa che la curcuma aiuti a depurare il fegato 20.

Negli animali, la curcumina ha ridotto le lesioni al fegato indotte da alcol, tioacetamide, sovradosaggio di ferro, colestasi e tetracloruro di carbonio 21.

Le proprietà antinfiammatorie e antiossidanti della curcuma possono aiutare a depurare il fegato compensando il danno epatico indotto dagli xenobiotici (farmaci, inquinanti ecc.).

Studi clinici suggeriscono che la curcumina può ridurre i marker di danno epatico (abbassamento delle transaminasi) e l’accumulo di grasso nel fegato di persone con malattia del fegato grasso (steatosi epatica non alcolica) 22, 23.

Ad esempio, in uno studio su 70 persone con steatosi epatica non alcolica, 500 mg di curcumina e piperina (5 mg) al giorno per 12 settimane hanno prodotto riduzioni significative di enzimi epatici, colesterolo LDL (cattivo) e marker infiammatori 24.

Quercetina

La quercetina è uno degli antiossidanti più abbondanti nella dieta e svolge un ruolo importante nella protezione dallo stress ossidativo e nel controllo dell’infiammazione.

La quercetina somministrata a dei ratti prima di quantità tossiche di alcol ha protetto il fegato dallo stress ossidativo 25.

In altri studi su animali, la quercetina ha protetto il fegato dai danni e dallo stress ossidativo indotti da altri tipi di tossine, come paracetamolo e aflatossine 26, 27.

Alimenti ricchi di quercetina includono 28:

  • Verdure come capperi (concentrazione più alta), cipolle, melanzane, sedano, asparagi
  • Frutti, soprattutto bacche, ma anche mele e arance
  • Noccioline
  • Tè nero e tè verde

Aglio

Anche l’aglio potrebbe aiutare a depurare il fegato e a proteggerlo dagli agenti tossici.

Piccoli studi sull’uomo suggeriscono ad esempio che l’aglio può proteggere dalla tossicità epatica indotta dal paracetamolo 29.

In uno studio su 98 persone con steatosi epatica non alcolica, 800 mg di aglio in polvere al giorno per 15 settimane hanno ridotto i livelli di enzimi epatici, colesterolo LDL (cattivo) e trigliceridi 30.

Inoltre, il 51% dei soggetti trattati ha mostrato una riduzione dell’accumulo di grasso nel fegato, rispetto al 16% osservato nel gruppo placebo.

Un altro studio su oltre 24.000 adulti ha scoperto che gli uomini che consumavano aglio crudo più di 7 volte a settimana avevano un rischio fino al 29% inferiore di sviluppare la malattia del fegato grasso. Tale associazione non è stata osservata nelle donne 31.

Un altro studio osservazionale ha trovato un’associazione tra il consumo di aglio crudo 2 o più volte a settimana e una riduzione (-23%) del rischio di cancro al fegato (rispetto al consumo di aglio crudo meno di 2 volte a settimana) 32.

Zenzero

La radice di zenzero contiene potenti principi attivi, tra cui gingeroli e shogaoli, che lo rendono un vero e proprio farmaco naturale, utile contro dolore, infiammazione e stress ossidativo.

Grazie a tale azione, lo zenzero può sostenere la salute del fegato, proteggendolo da tossine come l’alcol 33, 34.

Uno studio di 12 settimane su 46 persone con fegato grasso ha rilevato che l’integrazione con 1.500 mg di zenzero in polvere al giorno ha ridotto significativamente il colesterolo totale e LDL (cattivo), l’enzima epatico ALT, la glicemia a digiuno e la proteina C-reattiva 35.

Riduzioni significative dell’accumulo di grasso nel fegato e dei marker infiammatori e di danno epatico sono state osservate anche in un altro studio, condotto su pazienti con fegato grasso che hanno assunto 2 grammi di zenzero per 12 settimane 36.

Bardana

La bardana è considerata una pianta depurativa, capace di agire a livello degli organi emuntori stimolando le funzioni del fegato, dei reni e della cistifellea.

Negli studi sui ratti, la bardana ha ridotto il danno al fegato causato da tossici come paracetamolo, alcool e tetracloruro di carbonio 37, 38, 39, 40.

Tuttavia, mancano studi clinici per confermare la sua efficacia per depurare il fegato.

Tè verde

Una meta-analisi ha suggerito un legame tra l’assunzione di tè verde e la riduzione del rischio di malattie epatiche, tra cui cancro al fegato, epatite, cirrosi, steatosi epatica e malattia epatica cronica 41.

Uno studio su 80 persone con steatosi epatica non alcolica ha rilevato che l’integrazione con 500 mg di estratto di tè verde al giorno per 90 giorni ha ridotto significativamente i marker di danno epatico (ALT e AST) 42.

Risultati simili sono stati osservati anche in un altro studio, che utilizzando lo stesso protocollo (500 mg di estratto di tè verde al giorno per 12 settimane) ha ottenuto miglioramenti significativi nei marker infiammatori e di danno epatico 43.

Schisandra

La Schisandra (Schisandra chinensis) sembra avere la capacità di prevenire la steatosi epatica alcolica e non alcolica nei ratti 44, 45.

In 45 pazienti con funzionalità epatica compromessa, una combinazione di estratto di schisandra e sesamina ha ridotto i livelli di enzimi di danno epatico, l’infiammazione e il danno ossidativo, e migliorato i livelli di glutatione e la steatosi epatica 46.

In uno studio pilota su 50 persone con epatite C cronica, una combinazione orale di antiossidanti contenente schisandra ha ridotto la carica virale, i livelli di ALT e il danno tissutale nel 25-44% dei pazienti; inoltre, ha migliorato la valutazione dello stato di salute nel 58% dei soggetti 47.

Nella fitoterapia giapponese, una miscela di estratti di erbe TJ-108 viene usata per trattare l’epatite C. L’estratto di Schisandra sembra essere l’ingrediente chiave di questa miscela 48.

Artemisia

Uno studio su 96 pazienti ha dimostrato che un estratto in polvere di Artemisia annua ha migliorato la funzionalità epatica in soggetti con disfunzione epatica non alcolica a livelli da lievi a moderati. In particolare, ha prodotto una riduzione significativa delle transaminasi, pari al 271% per AST e 334% per ALT dopo 4 settimane di trattamento 11a.

Vitamine

Un’adeguata assunzione di vitamine può supportare la salute del fegato 49.

Diverse vitamine possono avere benefici in tal senso, come la niacina, la vitamina B12, la vitamina C e la vitamina E 49, 50.

Ad esempio, piccoli studi clinici in piccole coorti di pazienti hanno suggerito che l’integrazione di vitamina E – da sola o con vitamina C – può essere utile nella malattia del fegato grasso non alcolico, ma mancano conferme da grandi studi 51, 52.

L’assunzione di un multivitaminico di base potrebbe quindi essere utile anche per promuovere la normale funzionalità del fegato.

SAMe

La SAMe (detta anche S-Adenosilmetionina, Ademetionina o semplicemente SAM) è un intermedio metabolico che funge da coenzima regolando numerose reazioni biologiche.

La SAMe può aumentare i livelli di glutatione, che è il principale antiossidante dell’organismo, fondamentale per la protezione del fegato.

Gli scienziati pensano che il glutatione aiuti a proteggere il fegato da diverse sostanze chimiche, metaboliti tossici e stress ossidativo 53, 54.

In una meta-analisi di 12 studi clinici (705 pazienti), l’integrazione di SAM-e ha ridotto due marker di danno epatico (bilirubina e AST) in pazienti con malattie epatiche come cirrosi, colestasi e malattia epatica alcolica 55.

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