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Magazine X115 X115 Fitoestrogeni | Funzioni, Alimenti, Benefici, Controindicazioni

Fitoestrogeni | Funzioni, Alimenti, Benefici, Controindicazioni

  • 17 minuti

Cosa Sono

I fitoestrogeni sono composti vegetali strutturalmente simili agli ormoni estrogeni prodotti dal corpo umano.

Grazie a questa somiglianza, una volta assunti possono imitare (seppur debolmente) gli effetti degli estrogeni nell’organismo 1.

In questo modo l’assunzione di fitoestrogeni può avere dei benefici per la salute.

Ad esempio, alcuni studi collegano l’assunzione di fitoestrogeni dopo la menopausa a livelli ridotti di colesterolo, minori sintomi climaterici (come le vampate di calore), una pelle più bella e un rischio inferiore di osteoporosi e alcuni tipi di cancro, incluso il cancro al seno 2, 3, 4.

È comunque doveroso precisare che gli effetti benefici dei fitoestrogeni possono essere soggettivi e piuttosto modesti; inoltre, servirebbero ulteriori studi per comprenderne pienamente i benefici e la sicurezza a lungo termine 4.

Dal punto di vista chimico, i fitoestrogeni appartengono alla grande famiglia dei polifenoli e si possono classificare in più categorie. Quella degli isoflavoni è la più nota e studiata.

I fitoestrogeni si trovano nella maggior parte degli alimenti di origine vegetale in quantità variabili. Ad esempio, gli isoflavoni abbondano soprattutto nella soia e in altre leguminose, compreso il trifoglio rosso 5, 6, 7.

A Cosa Servono

I fitoestrogeni svolgono varie funzioni nelle piante, dove possono avere un ruolo nella difesa da infezioni e stress ossidativo 8, 9.

Gli effetti dei fitoestrogeni nell’organismo umano dipendono dalla loro somiglianza strutturale agli estrogeni (nell’immagine sottostante possiamo trovare il confronto tra la struttura del fitoestrogeno daidzeina e quella dell’ormone estrogeno 17-β-estradiolo).

Daidzeina e 17-ß-estradiolo

Gli estrogeni prodotti dall’organismo sono delle molecole di segnalazione (cioè degli ormoni) che esercitano i loro effetti legandosi a specifici recettori all’interno delle cellule.

La somiglianza strutturale con gli estrogeni fa sì che i fitoestrogeni possano interagire con questi recettori, producendo risposte analoghe a quelle indotte dagli estrogeni 10.

Tuttavia, in generale, l’attività estrogenica dei fitoestrogeni è molto più debole e, a seconda della tipologia e delle concentrazioni, possono aumentare od ostacolare gli effetti di questi ormoni in alcuni tessuti 11, 12.

Ciò significa che alcuni fitoestrogeni hanno effetti simili agli estrogeni, mentre altri ne bloccano gli effetti 13.

Possibili benefici per la salute

Diversi studi dimostrano che gli alimenti e gli integratori ricchi di fitoestrogeni possono fornire benefici per la salute, tra cui:

  • riduzione dei sintomi della menopausa: gli isoflavoni di soia e trifoglio rosso possono aiutare a combattere alcuni sintomi della menopausa come le vampate di calore 14, 15.
  • Riduzione della pressione sanguigna: gli integratori di resveratrolo e quercetina possono ridurre la pressione sanguigna 16, 17.
  • Migliore controllo della glicemia: il resveratrolo, i lignani dei semi di lino e gli isoflavoni della soia possono favorire il controllo della glicemia 18, 19, 20.
  • Rischio ridotto di cancro alla prostata: gli integratori di isoflavoni possono ridurre il rischio di cancro alla prostata, ma non è possibile raggiungere conclusioni solide senza ulteriori ricerche 21.
  • Abbassare i livelli di colesterolo: gli integratori di isoflavoni di soia possono abbassare i livelli di colesterolo totale e LDL 22.
  • Riduzione dell’infiammazione: gli isoflavoni della soia e i lignani possono ridurre i livelli di Proteina C reattiva (un marcatore infiammatorio) nelle donne in postmenopausa con alti livelli di PCR 23, 24.

Come Funzionano

Attività estrogenica e antiestrogenica

A seconda delle concentrazioni e del tessuto considerato, i fitoestrogeni possono avere proprietà estrogeniche agoniste o antagoniste (cioè potenziare o ridurre gli effetti degli estrogeni).

Secondo una teoria, gli effetti dei fitoestrogeni possono dipendere dai livelli di estrogeni dell’individuo.

Poiché questi composti vegetali sono attivatori in qualche modo più deboli dei recettori degli estrogeni rispetto agli ormoni prodotti dall’organismo, si ipotizza che aiutino a 1:

  • aumentare l’attività degli estrogeni quando i loro livelli sono bassi (occupando i recettori degli estrogeni vuoti e stimolandoli, seppur parzialmente). I livelli di estrogeni diminuiscono dopo la menopausa, motivo per cui a volte alle donne in postmenopausa viene consigliato di mangiare più soia e altri alimenti ricchi di fitoestrogeni per combattere disturbi come le vampate, rafforzare le ossa e migliorare la pelle.
  • Ridurre l’attività degli estrogeni quando i loro livelli sono alti (prevenendo il legame degli estrogeni ai loro recettori e stimolandoli solo debolmente).
    Questo effetto potrebbe aiutare a ridurre il rischio di tumori associati agli ormoni (tumori al seno, all’utero, alle ovaie e alla prostata).

Tuttavia, il quadro appare molto più complesso.

Una caratteristica interessante dei fitoestrogeni è stata rivelata alla fine degli anni ’90 quando alcuni, come la genisteina, sono stati segnalati per legarsi con un’affinità maggiore al recettore degli estrogeni di tipo β (ERβ) rispetto a quello di tipo α (ERα) 25.

Mentre ERβ è distribuito a basse concentrazioni in molti tessuti corporei, i livelli di ERα sono più alti e specifici nei tessuti riproduttivi femminili.

Gli scienziati sono interessati a queste attività selettive dei fitoestrogeni perché gli effetti anti-estrogenici nel tessuto riproduttivo potrebbero aiutare a ridurre il rischio di tumori associati agli ormoni (mammella, utero e prostata), mentre gli effetti estrogenici in altri tessuti potrebbero aiutare a mantenere la densità minerale ossea e migliorare i profili lipidici nel sangue.

La misura in cui i fitoestrogeni esercitano effetti estrogenici e anti-estrogenici negli esseri umani rimane ancora oggi al centro di una considerevole ricerca scientifica.

Attività indipendenti dal recettore degli estrogeni

A complicare ulteriormente la questione contribuisce il fatto che alcune azioni biologiche dei fitoestrogeni possono essere indipendenti dalle loro interazioni con i recettori degli estrogeni.

Ad esempio, gli isoflavoni possono alterare l’attività biologica degli estrogeni e degli androgeni deprimendo o stimolando l’attività di alcuni enzimi (come l’aromatasi) coinvolti nel metabolismo di questi ormoni 26, 27, 28, 29 o delle proteine che li trasportano nel sangue (SHBG) 30.

È stato anche dimostrato che diversi fitoestrogeni, come gli stilbeni e i lignani, mostrano attività antiossidanti e antinfiammatorie che possono concorrere ai loro effetti sulla salute 31, 32.

Inoltre, i fitoestrogeni possono avere attività antiproliferative e antitumorali indipendenti dalla segnalazione degli estrogeni 33, 34, 35.

Infine, il fatto che gli estratti vegetali ricchi di fitoestrogeni apportino varie altre categorie di sostanze farmacologicamente attive complica ulteriormente le questione, poiché i benefici riscontrati negli studi possono dipendere anche da altri princìpi attivi o dalla loro particolare sinergia.

Importanza della flora intestinale

La composizione del microbiota intestinale può influenzare pesantemente il destino metabolico e gli effetti biologici dei fitoestrogeni.

Ad esempio, si ritiene che l’entità di alcuni potenziali benefici per la salute derivanti dall’assunzione di soia dipenda dalla capacità di convertire gli isoflavoni in metaboliti chiave durante la digestione 36, 37.

In particolare, alcuni batteri del colon possono convertire l’isoflavone della soia daidzeina in equolo, un metabolita che ha una maggiore attività estrogenica rispetto alla daidzeina.

A tal proposito, è stato calcolato che solo tra il 40 e il 60% delle persone ha una flora intestinale in grado di produrre equolo dalla daidzeina 38.

Oltre all’equolo anche gli enterolignani enterolattone ed enterodiolo vengono generati durante il metabolismo dei lignani (una classe di fitoestrogeni) grazie alla cooperazione di gruppi di batteri intestinali che non sono presenti in tutte le persone 39, 38.

Quali sono

I fitoestrogeni si possono classificare in quattro principali categorie di composti fenolici:

  • isoflavoni,
  • stilbeni,
  • lignani,
  • cumestani.

Le molecole più studiate sono gli isoflavoni, in particolare genisteina, daidzeina, gliciteina, formononetina e biocanina A. Questi fitoestrogeni sono contenuti soprattutto nei semi di soia e nel trifoglio rosso.

Tra gli stilbeni, la molecola più nota è il resveratrolo, che si trova nell’uva e nelle arachidi. Questo fitoestrogeno ha una debole attività estrogenica, maggiore per l’isomero trans rispetto al cis-resveratrolo.

I lignani sono la principale fonte di fitoestrogeni nella dieta tipica occidentale 45, 46. Le principali fonti alimentari sono i semi di lino, ma anche la farina di frumento integrale, le arachidi, la frutta, le bacche, la verdura, il tè e il caffè.

I lignani, generalmente, non possiedono un’attività estrogenica diretta, ma vengono convertiti dai microbi intestinali in composti che la possiedono. In particolare, possono essere metabolizzati in enterolignani (enterodiolo ed enterolattone) nel lume intestinale 44.

Un esempio è dato dal matairesinolo (dimero non estrogenico), che può essere convertito dai microbi intestinali in enterolattone (che è facilmente assorbito e ha un importante attività estrogenica) 40, 41, 42, 43.

Nel gruppo dei cumestani, si ricorda il potente fitoestrogeno cumestrolo. Questa sostanza può essere trovata nell’erba medica (Medicago sativa L.), nel trifoglio bianco, negli spinaci e nei germogli di soia.

Categoria Esempi di fitoestrogeni Fonti dietetiche
Isoflavoni Daidzeina
Genisteina
Fomononetina
Biocanina A
Gliciteina
Trifogli (rossi e bianchi)
Semi di soia
Fagioli
Piselli spezzati
Stilbeni Trans-resveratrolo (trans-3,5,4′-triidrossistilbene) Buccia d’uva (vino rosso)
Arachidi
Lignani Secoisolariciresinolo,
Matairesinolo
Semi di lino
Zucca, semi di zucca
Tè (nero e verde)
Semi di girasole
Fragole
Mirtilli
Crusche
Coumestani Coumestrolo Legumi (erba medica, trifoglio)
Spinaci
Piselli, fagioli di lima
Germogli di soia

Fitoestrogeni nella Dieta

Tra gli alimenti più ricchi di fitoestrogeni ricordiamo 1 40, 43:

In genere, la fonte più importante di fitoestrogeni è data dagli isoflavoni presenti nei semi di soia e nei loro prodotti trasformati.

Sulla base degli studi, la quantità di isoflavoni necessaria per produrre effetti sulla salute è di circa 40-70 mg/giorno o una media di 50 mg/giorno.

L’assunzione giornaliera media di fitoestrogeni nell’Asia orientale e sud-orientale è stimata tra 20 e 50 mg al giorno. Al contrario, l’assunzione media di fitoestrogeni negli adulti negli Stati Uniti è di soli 0,15-3 mg al giorno, e in Europa è molto più bassa, intorno a 0,49-0,66 mg al giorno 41.

Isoflavoni Lignani Coumestani
Legumi Cereali integrali Frutta, verdura, semi Alcol Germogli di fagiolo Colture foraggere
Soia
Lenticchie
Fagioli
Ceci
Grano
Germe di
grano
Orzo
Luppolo
Segale
Riso
Crusca
Avena
Ciliegie
Mele
Pere
Drupacee
Semi
di Lino
Semi di Girasole
Carote
Finocchio
Cipolla
Aglio
Oli vegetali
Birra da luppolo
Bourbon da mais

Germogli di soia di erba medica
Trifoglio

Proprietà e Benefici

Sintomi della Menopausa

Tra tutti gli effetti dei fitoestrogeni, i benefici sui sintomi della menopausa sono i più studiati e documentati.

Questi sintomi possono includere vampate di calore, cambiamenti di umore e diminuzione della libido.

Diverse ricerche e revisioni degli studi hanno dimostrato che i fitoestrogeni possono ridurre notevolmente le vampate di calore e altri sintomi della perimenopausa 49, 50.

Attualmente, il mercato degli integratori alimentari a base di fitoestrogeni per la menopausa offre preparati a base di soia, trifoglio rosso, erba medica, kudzu, semi di lino e luppolo.

Secondo una meta-analisi che ha confrontato diversi farmaci e trattamenti naturali sui sintomi vasomotori della menopausa, i trattamenti naturali più efficaci sono quelli che coinvolgono isoflavoni e cohosh nero 15. Meno solide sono le prove a sostegno dei benefici del kudzu e del trifoglio rosso sui sintomi della menopausa 51, 52.

Un’altra meta-analisi di 16 studi (1.710 soggetti) ha riportato una riduzione del 25,2% delle vampate di calore dopo l’eliminazione dell’effetto placebo (in confronto al 43% di riduzione ottenuto con la terapia sostitutiva a base di estradiolo) 14.

Lo studio ha anche mostrato che è necessario un tempo di trattamento di 13,4 settimane affinché gli isoflavoni di soia raggiungano la metà dei loro effetti massimi. Inoltre, sarebbero necessarie almeno 48 settimane per ottenere l’80% degli effetti massimi degli isoflavoni di soia.

Sebbene siano stati segnalati e confermati da meta-analisi, gli effetti dei fitoestrogeni sui sintomi della menopausa sono ancora dibattuti. Le ragioni di ciò includono una grande variabilità interindividuale, effetti diversi a seconda dello stato peri- o post-menopausale, forti effetti placebo e studi basati essenzialmente su autovalutazioni 53.

Prevenzione dell’osteoporosi

Gli estrogeni prodotti dall’organismo aiutano a mantenere la normale densità ossea.

Non a caso, quando le donne entrano in menopausa, i livelli di estrogeni diminuiscono rendendo le ossa più vulnerabili all’osteoporosi.

Poiché i fitoestrogeni agiscono in modo molto simile agli estrogeni, possono favorire la salute ossea in menopausa 54. Anche in questo caso, le prove maggiori riguardano gli isoflavoni.

A tal proposito, due meta-analisi convergono nel segnalare che gli isoflavoni della soia possono preservare la densità ossea nelle donne in menopausa. Tuttavia, l’efficacia è stata osservata solo a dosi elevate, pari a oltre 80 mg/die 55, 56.

Da una di queste meta-analisi emerge che una dose di almeno 80 mg di isoflavoni di soia al giorno, per almeno un anno, tende a preservare debolmente la densità minerale ossea a livello della colonna lombare e dell’anca 53.

L’effetto è dunque modesto e va notato che gli isoflavoni non sono mai stati in grado di ricostruire uno scheletro già osteoporotico nell’uomo o nei roditori 53.

Alcuni studi hanno anche sottolineato i potenziali benefici dei lignani e degli enterolignani sulla salute delle ossa, ma le prove sono ancora deboli 57, 58.

Rischio di Cancro

Alcune forme di cancro risultano sensibili agli estrogeni, nel senso che questi ormoni favoriscono la crescita e l’estensione del tumore.

L’effetto dei fitoestrogeni sui tumori estrogeno-dipendenti rimane dibattuto.

Mentre c’è una chiara riduzione del rischio di cancro al seno nelle donne asiatiche che ingeriscono soia fin dall’infanzia 59, l’effetto preventivo nelle donne occidentali non sembra così evidente 60.

Secondo alcuni Autori, gli isoflavoni della soia come la genisteina possono avere un effetto protettivo durante la prima fase di promozione, cioè quando le cellule sono ancora sane, mentre potrebbero favorire la crescita delle cellule tumorali estrogeno-dipendenti già formate 59, 61.

Anche il ruolo degli isoflavoni sul rischio di cancro alla prostata rimane controverso, con possibili differenze tra le popolazioni occidentali e asiatiche 62. In tal senso, il tipo di recettori dell’estradiolo (ER) coinvolti potrebbe essere fondamentale; infatti, gli isoflavoni possono essere protettivi sui tumori portatori di Erβ e dannosi sui tumori portatori della variante ERβ2 63, 64.

Secondo alcune deboli prove, l’assunzione abituale di alimenti ricchi di lignani come i semi di lino può ridurre il rischio di cancro alla prostata e al seno 65, 66, 67.

Colesterolo e Salute del cuore

È stato riportato che i fitoestrogeni riducono i livelli di colesterolo totale e LDL, ma i risultati non sono uniformi.

L’evidenza epidemiologica sottolinea i bassi tassi di malattia coronarica tra le popolazioni asiatiche, dove l’assunzione di fitoestrogeni è di gran lunga superiore rispetto all’Occidente. Tuttavia, questo vantaggio può dipendere anche da altri fattori, come il basso contenuto di grassi e l’alto contenuto di fibre nelle diete asiatiche.

Una meta-analisi che ha raccolto dati da 46 studi clinici ha confermato che l’assunzione di soia riduce leggermente sia il colesterolo LDL che il colesterolo totale 68.

In particolare, si è visto che il colesterolo LDL è diminuito mediamente del 3,2% e quello totale del 2,8% quando i soggetti assumevano circa 25 g di proteine di soia al giorno.

I meccanismi suggeriti per spiegare l’effetto ipocolesterolemizzante includono l’inibizione dell’assorbimento e della sintesi del colesterolo, e la sovraregolazione dei recettori epatici delle LDL.

Le azioni ipocolesterolemizzanti dei fitoestrogeni associati alla loro attività antitrombotica suggeriscono un potenziale ruolo benefico nella malattia coronarica 69.

Va comunque precisato che l’effetto ipocolesterolemizzante della soia può essere indipendente dai fitoestrogeni, essendo stato osservato anche con altri legumi poveri di isoflavoni (come i piselli) 70.

Analogo discorso per i cibi ricchi di lignani, come i semi di lino, notoriamente ricchi di omega-3 71, 72 , 73, 74, 75, 76.

Glicemia

Una dieta ricca di soia, o l’assunzione di estratti ricchi di isoflavoni o proteine della soia isolate contenenti isoflavoni, può aiutare a ridurre la glicemia a digiuno 77.

Sono state osservate anche delle associazioni tra una dieta ricca di lignani e una ridotta incidenza di diabete 78.

Tuttavia, tali correlazioni non possono costituire un nesso causale tra fitoestrogeni e controllo della glicemia, poiché molte altre sostanze possono essere trovate nei semi di lino o in altre fonti di lignani come frutta e verdura.

Analogo discorso per gli alimenti ricchi di isoflavoni 79.

Aldilà dei possibili fattori confondenti, l’effetto benefico dei fitoestrogeni sul diabete mellito di tipo 2 e sul controllo della glicemia rimane incerto.

Salute della Pelle

La carenza di estrogeni dopo la menopausa provoca un’accelerazione dell’invecchiamento cutaneo. Basti pensare che ogni anno dopo la menopausa lo spessore della pelle si riduce dell’1,13% e il contenuto di collagene del 2% 80.

Questi cambiamenti possono essere annullati dalla terapia ormonale sostitutiva con estrogeni, che ha dimostrato di aumentare lo spessore epidermico, l’idratazione epidermica e l’elasticità della pelle, ridurre le rughe e aumentare il contenuto e la qualità del collagene e il livello di vascolarizzazione cutaneo 81, 82, 83.

Pertanto, anche i fitoestrogeni possono avere benefici antietà interagendo con i recettori degli estrogeni, stimolandoli e aumentando la produzione di acido ialuronico, collagene e matrice proteica extracellulare 84.

I fitoestrogeni hanno anche potenti effetti antiossidanti con forti proprietà antinfiammatorie 85, 43.

A tal proposito, uno studio su 30 donne in postmenopausa ha osservato che il trattamento con 100 mg/die di un estratto di soia concentrato ricco di isoflavoni per 6 mesi ha causato aumenti significativi dello spessore epiteliale, del numero di fibre elastiche e di collagene, nonché dei vasi sanguigni nella pelle 86.

Anche l’applicazione topica di fitoestrogeni può avere dei benefici antietà.

Ad esempio, attraverso l’applicazione di un gel al 4% di genisteina sono stati osservati benefici clinici in termini di aumento della concentrazione di acido ialuronico e della sintesi di collagene 87, 88.

Inoltre, gli studi hanno dimostrato che, quando applicati localmente, alcuni fitoestrogeni si comportano come estrogeni, causando una proliferazione dell’epidermide, supportando la sintesi di collagene e riducendo la sua degradazione enzimatica 89.

La genisteina topica ha anche bloccato le scottature della pelle indotte dai raggi UV, suggerendo il suo uso come agente protettivo contro le radiazioni solari 90.

Dosi e Modo d’Uso

I dosaggi standard per l’assunzione orale di isoflavoni variano da 20 a 90 mg al giorno.

Per alcune applicazioni, sembrano necessarie assunzioni prolungate, pari ad almeno 3-6 mesi per i sintomi della menopausa e fino a un anno per la salute delle ossa 53, 14.

Più in generale le dosi e la durata del trattamento andrebbero modulate sulla base del paziente e della fonte di fitoestrogeni utilizzata.

Controindicazioni

A scopo cautelativo, si consiglia di evitare l’integrazione di fitoestrogeni in gravidanza e in allattamento.

In caso di storia personale o famigliare di endometriosi e tumori (maligni o benigni, come i fibromi uterini) estrogeno-dipendenti (ad es. certi tipi di tumore al seno, all’endometrio, alla prostata o all’ovaio), prima dell’utilizzo di isoflavoni è molto importante consultare il medico.

Anche in caso di disturbi emorragici o terapie ormonali in corso, prima dell’utilizzo di isoflavoni consultare il medico.

Inoltre, in caso di interventi chirurgici o procedure estetiche invasive, è consigliabile sospendere l’uso dei fitoestrogeni almeno 2 settimane prima dell’intervento.

Effetti Collaterali

Alcuni scienziati temono che un’elevata assunzione di fitoestrogeni possa interrompere l’equilibrio ormonale del corpo.

Infatti, i fitoestrogeni sono classificati come interferenti endocrini.

Sebbene non ci siano molte prove che i fitoestrogeni abbiano effetti dannosi sugli esseri umani, alcuni preferiscono adottare un approccio cautelativo 91.

Secondo alcuni studi, un’elevata assunzione di isoflavoni da alimenti per lattanti a base di soia può sopprimere la funzione tiroidea quando l’assunzione di iodio è scarsa 92, 93. Similmente, gli isoflavoni potrebbero sopprimere ulteriormente la funzione tiroidea nei pazienti con problemi di ipotiroidismo 94.

Tuttavia, la maggior parte degli studi su persone sane non ha trovato alcuna associazione significativa tra isoflavoni e funzione tiroidea 95, 96.

Alte dosi di fitoestrogeni possono anche causare infertilità in alcuni animali. Sebbene questo rischio non possa essere escluso nell’uomo, sembra improbabile che alle comuni dosi di assunzione i fitoestrogeni possano compromettere la fertilità maschile o abbassare i livelli di testosterone 101, 102, 103, 104.

In definitiva, allo stato attuale, non ci sono prove certe che i comuni fitoestrogeni nella dieta abbiano effetti avversi sulla salute negli esseri umani 97, 98, 99, 100.

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