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Magazine X115 X115 Cosmetici Comedogenici | Significato, Lista e Considerazioni

Cosmetici Comedogenici | Significato, Lista e Considerazioni

  • 8 minuti

Cosa Significa Comedogenico

La comedogenicità di un cosmetico indica il suo potenziale di causare o comunque favorire la formazione di comedoni (punti neri) e lo sviluppo dell’acne.

Se un prodotto o un ingrediente è comedogenico, significa che può ostruire i pori della pelle, causando eruzioni cutanee come brufoli e punti neri.

Causa di Acne Cosmetica

Il concetto di comedogenicità è stato introdotto in dermatologia e nell’industria cosmetica diversi decenni fa, ed è tuttora sfruttato come strumento di marketing.

La sua origine è strettamente legata a quella dell’acne cosmetica. Tale termine è stato coniato per descrivere lo sviluppo di comedoni e/o acne in pazienti (tipicamente donne di mezza età) nei quali normalmente non dovrebbero svilupparsi 1.

La consapevolezza che alcuni prodotti, compresi i cosmetici, potevano causare effetti simili all’acne, divenne evidente durante e dopo la seconda guerra mondiale, quando si scoprì che le persone che lavoravano con idrocarburi policlorurati sviluppavano comedoni simili a quelli dell’acne.

L’acne cosmetica è una particolare variante dell’acne facciale. Colpisce comunemente le donne adulte che usano certi cosmetici. La chiave per la gestione dell’acne cosmetica è evitare i prodotti cosmetici comedogenici.

Comedogenico non Significa Dannoso

Se un prodotto cosmetico è classificato come comedogenico non significa che sia dannoso, inefficace o inutilizzabile.

Semplicemente, significa che questo prodotto non è adatto per una pelle grassa, acneica o a tendenza acneica.

Al contrario, un cosmetico comedogenico potrebbe essere particolarmente adatto e benefico per pelli aride e secche.

Attenzione! La presenza di ingredienti comedogenici non comporta che un cosmetico sia comedogenico. Questo perché vanno considerati innumerevoli fattori, come la concentrazione dell’ingrediente, il mezzo in cui viene solubilizzato, diluito o disperso, e la presenza di altri ingredienti.

Perché si Formano i Punti Neri?

Il punto nero si forma quando il sebo, mescolato ai residui provenienti dall’esfoliazione e dissoluzione dello strato corneo, forma un tappo all’interno del poro.

La formazione dei comedoni è favorita:

  • da un sebo molto denso e viscoso;
  • dal piccolo diametro dei pori cutanei;
  • dalla ridotta pressione esercitata sulla sacca sebacea.

La sporcizia che residua sulla cute, così come i residui dei prodotti cosmetici, possono agevolare la formazione del comedone.

Determinati ingredienti cosmetici possono più facilmente di altri inserirsi nel dotto pilosebaceo, favorendo l’ostruzione del poro. Questi ingredienti sono classificati come comedogenici.

Come si Valuta

Il termine “acne cosmetica” è stato introdotto nel 1972 dai dermatologi Albert M. Kligman e Otto H. Mills per descrivere l’acne post-adolescenziale caratterizzata da comedoni chiusi (punti neri), che si riteneva fosse causata dall’uso cosmetico 1.

Kligman e Mills sono stati i primi a introdurre nell’industria cosmetica la necessità di testare gli ingredienti cosmetici per il loro potenziale di aumentare l’incidenza dei comedoni.

In risposta a questa nuova esigenza, è stato sviluppato un test sugli animali denominato “modello di comedogenicità dell’orecchio di coniglio“.

Test dell’Orecchio di Coniglio

Inizialmente, per valutare se un cosmetico era o meno comedogenico, si utilizzava il cosiddetto test dell’orecchio di coniglio.

L’ingrediente veniva posto all’interno dell’orecchio di coniglio per 5 giorni consecutivi per 2 settimane, quindi l’animale veniva valutato confrontandolo con l’altro orecchio di controllo per la presenza di punti neri.

Da questo test sono nate le liste di ingredienti comedogenici di Fulton che circolano ancora oggi su internet.

Tuttavia, questo modello di studio non rappresenta un perfetto predittore della comedogenesi nell’uomo 5, 6.

Basti pensare che il sebo dei conigli ha una composizione diversa rispetto a quello umano; inoltre, differiscono anche le dimensioni dei pori, la cheratinizzazione dei follicoli e altre caratteristiche che portano alla formazione dei comedoni.

Attualmente, la biopsia follicolare umana non invasiva e i test clinici sui prodotti finiti hanno soppiantato il test dell’orecchio di coniglio per valutare il potenziale comedogenico dei prodotti per la cura della pelle.

Modello di Biopsia follicolare

A causa delle preoccupazioni sollevate sulla validità del modello animale e, più recentemente, del divieto di test sugli animali per i prodotti cosmetici, gli scienziati hanno sviluppato un modello umano per testare i prodotti finiti.

La biopsia follicolare è una sorta di “patch test”, nel quale piccolissime quantità delle sostanze da analizzare vengono mantenute per alcuni giorni a contatto con i follicoli prominenti di soggetti umani sulla parte superiore della schiena.

Successivamente, si esegue una biopsia follicolare esaminando al microscopio il campione di contenuto follicolare prelevato tramite vetrino con colla cianoacrilica, posizionato saldamente sulla pelle nel sito del test.

Attraverso le biopsie in cianoacrilato è possibile determinare il numero di follicoli e microcomedoni per centimetro quadrato, confrontandolo con un’area non trattata.

A differenza del modello animale, il test della biopsia follicolare è basato sull’uomo, e questo aumenta la rilevanza dei dati generati.

Il modello di biopsia follicolare con colla cianoacrilica presenta tuttavia carenze e svantaggi rispetto alla sperimentazione clinica.

Inoltre, i dati ottenuti dal metodo della biopsia follicolare non dovrebbero essere utilizzati per rivendicare la comedogenicità di un prodotto finito, poiché come spiegato non è detto che i prodotti finiti contenenti ingredienti comedogenici siano essi stessi comedogenici 7.

Studi Clinici

Gli studi clinici sono il “gold standard” per valutare la comedogenicità di un cosmetico.

Questi studi arruolano individui con comedoni e/o acne, valutati da un dermatologo.

In genere, il soggetto utilizza il materiale di prova sul viso per 4-6 settimane, mentre il dermatologo valuta l’evoluzione delle lesioni a intervalli periodici e al termine del test.

Lista Ingredienti Comedogenici

Il “test dell’orecchio di coniglio” esprime i risultati in una scala di comedogenicità, che va da 0 a 5.

  • Una valutazione pari a zero significa che l’ingrediente non è comedogenico e non causerà uno “sfogo”.
  • Una valutazione di 5 significa che l’ingrediente ha la più alta possibilità di ostruire i pori e risulta quindi fortemente comedogenico.
  • I gradi della scala da 1 a 2 sono considerati da non a lievemente comedogenici, mentre i gradi da 3 a 5 sono considerati significativamente comedogenici.

Al momento non esiste una lista ufficiale degli ingredienti comedogenici, proprio perché ci sono dati contrastanti su quali ingredienti ostruiscono effettivamente i pori favorendo i punti neri.

Di seguito, riportiamo la lista dei principali ingredienti comedogenici o ad alto potere comedogenico, basata sui vecchi test dell’orecchio di coniglio:

  • Acetylated Lanolin Alcohol
  • Algin
  • Almond Oil (Olio di mandorle)
  • Anhydrous Lanolin (Lanolina anidra)
  • Arachidic Acid
  • Ascorbyl Palmitate (Vitamina C Palmitato)
  • Azulene
  • Beeswax (cera d’api)
  • Benzaldehyde
  • Benzoic Acid
  • Beta Carotene
  • BHA
  • Bubussa Oil
  • Butyl Stearate
  • Butylated Hydroxyanisole (BHA)
  • Cajeput Oil
  • Calendula
  • Camphor
  • Capric Acid
  • Carbomer 940
  • Carnuba Wax (Cera carnauba)
  • Carotene
  • Carrageenan
  • Castor Oil (Olio di ricino)
  • Ceteareth- 20
  • Cetearyl Alcohol
  • Cetyl Acetate
  • Cetyl Alcohol
  • Chaulmoogra Oil
  • Cocoa Butter (Burro di cacao)
  • Coconut Butter (Burro di cocco)
  • Coconut Oil (Olio di cocco)
  • Colloidal Sulfur
  • Corn Oil (Olio di mais)
  • Cotton Seed Oil (Olio di cotone)
  • D & C Red Pigments
  • Decyl Oleate
  • Dioctyl Succinate
  • Disodium Monooleamido
  • Emulsifying Wax NF
  • Ethoxylated Lanolin
  • Ethylhexyl Palmitate
  • Evening Primrose Oil (Olio di enotera)
  • Glyceryl-3-Diisostearate
  • Hexadecyl Alcohol
  • Hydrogenated Castor Oil
  • Hydrogenated Vegetable Oil
  • Hydroxypropylcellulose
  • Isocetyl Alcohol
  • Isodecyl Oleate
  • Isopropyl Isosterate
  • Isopropyl Lanolate
  • Isopropyl Linoleate
  • Isopropyl Myristate
  • Isopropyl Neopentanoate
  • Isopropyl Palmitate
  • Isostearyl Isostearate
  • Isostearyl Neopentanoate
  • Laneth 10
  • Lanolin Acid
  • Lanolin Alcohol
  • Lanolin Oil
  • Lanolin Wax
  • Laureth 4
  • Laureth 23
  • Lauric acid
  • Menthyl Anthranilate
  • Mink Oil
  • Myristic Acid
  • Myristyl Lactate
  • Myristyl myristate
  • Octyl Palmitate
  • Octyl Stearate
  • Oleth-10
  • Oleth-3
  • Oleyl Alcohol
  • Palmitic Acid
  • Peach Kernel Oil (Olio di nocciolo di pesca)
  • Peanut Oil (Olio di arachidi)
  • PEG 100 Distearate
  • PEG 150 Distearate
  • PEG 16 Lanolin
  • PEG 200 Dilaurate
  • PEG 2-Sulfosuccinate
  • PEG 8 Stearate
  • Pentaerythritol Tetra Isostearate
  • PG Caprylate/Caprate
  • PG Dicaprylate/Caprate
  • PG Dipelargonate
  • PG Monostearate
  • Polyethylene Glycol (PEG 400)
  • Polyethylene Glycol 300
  • Polyglyceryl-3-Diisostearate
  • Potassium Chloride
  • PPG 2 Myristyl Propionate
  • PPG-5-Ceteth-10 Phosphate
  • Propylene Glycol Monostearate
  • Red Algae
  • Sandalwood Seed Oil
  • Sesame Oil (Olio di sesamo)
  • Shark Liver Oil (Olio di fegato di squalo)
  • Sodium Lauryl Sulphate (Sodio lauril solfato / SLS)
  • Soybean Oil (Olio di soia)
  • Solulan 1
  • Solulan 16
  • Sorbitan Oleate
  • Soybean Oil
  • Steareth 10
  • Steareth 2
  • Steareth 20
  • Stearyl Heptanoate
  • Sulfated Castor Oil
  • Sulfated Jojoba Oil
  • Synthetic Dyes, (D&C Red #S 3, 4, 6, 7, 9, 17, 19, 21, 27, 230, 33, 36, 40)
  • Triethanolamine
  • Vitamin A Palmitate
  • Wheat Germ Glyceride/Oil (Olio di germe di grano)
  • Xylene

Raccomandazioni Importanti

Ribadiamo, per concludere, che lo stesso Kligman ha chiarito che “sostanze fortemente comedogene se testate pure (cioè grezze) o in alte concentrazioni diventano non comedogene dopo una sufficiente diluizione”.

Pertanto, testare il prodotto finito piuttosto che l’ingrediente grezzo è molto più utile e predittivo dei risultati.

Poiché le formulazioni cosmetiche sono composte da più ingredienti, il concetto iniziale di classificazione dei singoli ingredienti cosmetici per il loro potenziale di comedogenicità non è più considerato valido.

Ad esempio un cosmetico potrebbe contenere un ingrediente fortemente comedogenico in piccole concentrazioni, ma risultare addirittura anti-comedogenico per la presenza di ingredienti esfolianti come idrossiacidi, microsfere, o retinoidi.

Dunque, ciò che conta davvero per quanto riguarda la comedogenicità è il prodotto finito, ma anche il modo in cui viene utilizzato (ad es. con quale frequenza, da solo o in combinazione).

Inoltre, il fatto che un cosmetico favorisca o meno la formazione di comedoni è determinato anche da fattori individuali, come:

  • tipo di pelle;
  • pH della pelle;
  • microbiota cutaneo;
  • condizioni ambientali (umidità, temperatura, esposizione solare);
  • stato ormonale;
  • frequenza di esfoliazione (scrub/peeling);
  • inquinamento;
  • igiene personale.

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