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Magazine X115 X115 Megadosi di Vitamina C | Funzionano? Studi, Benefici

Megadosi di Vitamina C | Funzionano? Studi, Benefici

  • 13 minuti

Cosa sono

Il termine “megadosi di vitamina C” descrive l’assunzione di acido ascorbico in quantità notevolmente superiori rispetto alle RDA.

A fronte di un’assunzione giornaliera raccomandata di 90 mg (0,09g) per l’adulto medio, le megadosi di vitamina C prevedono assunzioni che vanno dal grammo a decine di grammi al giorno.

Come spiegheremo nel prosieguo dell’articolo, dosaggi di vitamina C così elevati non trovano giustificazione nella medicina ufficiale.

Tuttavia, i sostenitori della pratica ritengono che questi megadosaggi avrebbero effetti preventivi e curativi su malattie come il raffreddore, il cancro e altre condizioni mediche.

In letteratura, a dire il vero, esistono degli elementi a sostegno di queste ipotesi; tuttavia, sono prove deboli che dovranno essere sfidate da studi più ampi e di elevata qualità metodologica.

Vitamina C Infografica

A Cosa Servono

Ribadendo che le prove scientifiche attualmente disponibili non supportano queste affermazioni, le megadosi di vitamina C sono promosse dalla medicina alternativa come trattamento per il comune raffreddore, la polmonite, il cancro, la poliomielite e varie altre malattie.

Tutto ebbe inizio negli anni ’30 del secolo scorso, quando la vitamina C sintetica divenne disponibile in forma pura.

Negli anni ’70, il premio Nobel (per la chimica e la pace) Linus Pauling suggerì che la vitamina C potesse trattare e/o prevenire con successo il raffreddore comune 1.

Linus Pauling è stato il primo a introdurre il concetto di megadosi di vitamina C, sostenendo che l’ingestione quotidiana di 1-3 g di vitamina C potesse prevenire o curare il raffreddore comune.

Il dottor Pauling credeva che l’aumento della dose giornaliera di vitamina C potesse aiutare il corpo a innescare una forte risposta immunitaria di fronte a un’infezione respiratoria.

Il libro fece crescere esponenzialmente l’uso della vitamina C da parte della popolazione, intenta a prevenire o a combattere diverse malattie infettive tramite specifici integratori.

Molte persone in tutto il mondo hanno riportato una salute migliore dopo aver assunto grandi quantità di vitamina C, e hanno condiviso la loro esperienza tramite forum, blog e siti web. Altre, lo hanno fatto per interessi puramente economici.

Ma per la scienza ufficiale, le prove a sostegno delle megadosi di vitamina C rimangono insufficienti.

Perché non Funzionano

Le quantità di vitamina C che circolano nel sangue dipendono, oltre che dall’apporto alimentare, da tre fattori principali:

  • assorbimento intestinale,
  • trasporto tissutale,
  • riassorbimento renale.

Il primo scoglio da superare è la capacità di assorbimento intestinale.

A tal proposito, occorre considerare che la capacità dell’intestino di assorbire la vitamina C è massima soltanto fino a dosi di circa 200 mg alla volta.

Dosi più elevate (> 500 mg) comportano un assorbimento frazionalmente minore della vitamina C eccedente, che diminuisce all’aumentare della dose.

Circa il 70-90% della vitamina C ingertita viene assorbita dall’intestino, quando assunta per via orale a livelli normali (30-180 mg al giorno). Tuttavia, a dosi giornaliere di 1 grammo (1.000 mg) solo il 50% circa viene assorbito 2.

In giovani adulti sani, apporti di vitamina C tra 200 e 400 mg al giorno fanno sì che le concentrazioni di vitamina C nel sangue raggiungano lo stato stazionario (tra 60 e 80 µmol/l), seppur con un certo grado di variabilità individuale 3, 4.

Di conseguenza, assunzioni di Vitamina C superiori a 400mg al giorno non aumentano ulteriormente le concentrazioni plasmatiche di acido ascorbico, poiché il rene elimina rapidamente gli eccessi.

Una volta che le concentrazioni plasmatiche di vitamina C raggiungono la saturazione, la vitamina C aggiuntiva assunta per bocca viene rapidamente escreta nelle urine.

Perché (forse) a volte Funzionano

L’eliminazione renale della vitamina C in eccesso è molto rapida ma non immediata.

Di conseguenza, le megadosi di vitamina C provocano brevi picchi di acido ascorbico nel sangue.

Ad esempio, i risultati di studi di farmacocinetica indicano che dosi orali di 1,25 g/die di acido ascorbico producono concentrazioni plasmatiche medie di picco di vitamina C di 135 µmol/l, che sono circa due volte superiori a quelle prodotte consumando 200-300 mg/die di acido ascorbico da cibi ricchi di vitamina C 5.

Altri modelli farmacocinetici hanno valutato che dosi fino a 3 g di acido ascorbico assunte ogni 4 ore produrrebbero concentrazioni plasmatiche di picco di 220 µmol/l 5.

Mentre 100 mg/die di vitamina C possono mantenere un livello plasmatico normale in una persona sana, per aumentare i livelli plasmatici di vitamina C dei pazienti critici ospedalizzati, riportandoli entro il range di normalità, sono necessarie megadosi di vitamina C (1-4 g/die) 6, 7.

Anche il semplice raffreddore comune porta a una diminuzione dei livelli di vitamina C nei globuli bianchi, e mentre 0,2 g/giorno di vitamina C (200mg) non hanno riportato i livelli di acido ascorbico alla normalità, la somministrazione di 6 g al giorno è riuscita a farlo 8.

Pertanto, sembra che anche infezioni lievi possano aumentare il metabolismo della vitamina C in modo tale da ridurre i livelli sistemici di acido ascorbico e richiedere il ricorso a megadosi per riportarli rapidamente alla normalità.

Sistema Immunitario e Raffreddore

Ci sono prove che l’effetto dell’integrazione di vitamina C sull’incidenza del raffreddore comune dipende dal contesto.

Questo significa che non dobbiamo aspettarci un effetto uniforme in tutte le popolazioni.

Ad esempio, sebbene la vitamina C non sembri avere alcun effetto preventivo sull’incidenza del raffreddore nella popolazione generale, ne dimezza l’incidenza nei partecipanti sottoposti ad attività fisica intensa e la riduce nei soggetti con basso apporto dietetico di vitamina C.

Inoltre, anche nella popolazione generale, la somministrazione di vitamina C ha ridotto la durata del raffreddore, il che indica che è utile assumere più vitamina C quando è in corso un’infezione.

Le suddette conclusioni derivano da un’importante revisione che ha valutato l’efficacia di dosaggi compresi da 0,25 a 2 g/giorno, assunti in chiave preventiva 9.

Una meta-analisi del 2018 di 9 studi randomizzati controllati con placebo sostiene che la vitamina C assunta all’inizio del raffreddore in dosi di 3-4g al giorno in aggiunta all’integrazione di routine, riduce leggermente i sintomi e la durata del raffreddore 28.

A causa di questo effetto terapeutico, gli Autori consigliano una piccola dose giornaliera di vitamina C (non più di 1,0 g/giorno) per aumentare l’immunità e una dose maggiore di vitamina C durante il comune raffreddore (da 3 a 4g al giorno) per recuperare meglio la salute 28.

Per completezza, segnaliamo come due studi sul raffreddore abbiano confrontato due diverse dosi di vitamina C, riscontrando una dipendenza lineare dalla dose:

  • secondo uno studio, 6 g/giorno erano due volte più efficaci di 3 g/giorno nell’accorciare la durata del comune raffreddore 10;
  • secondo l’altro studio, la somministrazione di 8 g in un solo giorno era due volte più efficace di 4 g 11.

Ciò indica che anche per un’infezione lieve come il comune raffreddore, megadosi di 3-4 g al giorno di vitamina C potrebbero non essere sufficienti per ottenere il massimo beneficio.

Il comune raffreddore induce solo uno stress fisiologico di basso livello, quindi è possibile che condizioni mediche più gravi (come la polmonite) possano beneficiare di dosi ancora più elevate, pari a 6-8 g/die di vitamina C 12.

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Benefici nei pazienti Ospedalizzati

Ci sono prove che il metabolismo della vitamina C cambia in molte condizioni che implicano stress fisiologico, come infezioni, interventi chirurgici, traumi e ustioni; in questi casi i livelli di vitamina C possono diminuire drasticamente 12.

Un’indagine su pazienti scozzesi anziani ricoverati in ospedale a causa di infezioni respiratorie acute, ha riportato che il 35% dei pazienti aveva livelli plasmatici di vitamina C gravemente carenti (inferiori a 11 µmol/l) 13.

Uno studio condotto in un ospedale di Parigi ha riportato che il 44% dei pazienti aveva livelli plasmatici di vitamina C inferiori a 6 µmol/l (estremamente carenti) 14.

In un ospedale universitario canadese, è stato riscontrato che il 19% dei pazienti aveva livelli plasmatici di vitamina C inferiori a 11 µmol/l 15.

Una meta-analisi di 12 studi su 1.766 pazienti in terapia intensiva ha rilevato che la vitamina C ha ridotto la permanenza in terapia intensiva in media del 7,8% 6. Negli studi di somministrazione orale la dose variava da 1 a 3 g/die, mentre negli studi di somministrazione endovenosa la dose variava da 0,5 a 110 g/die.

Un’altra meta-analisi di otto studi ha rilevato che la vitamina C ha ridotto la durata della ventilazione meccanica nei pazienti che richiedevano la ventilazione più lunga 14.

Una precedente meta-analisi di 11 studi su pazienti sottoposti a cardiochirurgia elettiva ha rilevato che la vitamina C ha ridotto la degenza ospedaliera in media del 10% 14.

Un recente studio ha dimostrato che la somministrazione endovenosa di vitamina C (50 mg/kg in acqua al 5% di destrosio, somministrati ogni 6 ore per 96 ore) ha ridotto del 30% il tasso di mortalità dei pazienti settici con sindrome da distress respiratorio acuto 15.

Un’importante meta-analisi ha studiato gli effetti della supplementazione di vitamina C sulla prevenzione (2.335 pazienti) e sul trattamento (197 pazienti) della polmonite 16.

Secondo questo studio, l’integrazione preventiva può ridurre l’incidenza della polmonite dell’80%. Quando usata come trattamento, la vitamina C può ridurre la durata, la gravità e la mortalità della polmonite.

Ciò detto, gli Autori hanno sottolineato la scarsa qualità della maggior parte degli studi inclusi nella meta-analisi 16.

Megadosi Endovenose e Cancro

Rispetto alla vitamina C somministrata per via orale (anche in megadosi), la vitamina C per via endovenosa può portare a concentrazioni plasmatiche di acido ascorbico da 30 a 70 volte più elevate 5.

L’uso dell’acido ascorbico per via endovenosa come trattamento o co-trattamento del cancro è un argomento controverso.

Studi condotti negli anni ’70 e ’80 da Linus Pauling, Ewan Cameron e colleghi hanno suggerito che megadosi di vitamina C (10 g/die infuse per via endovenosa per 10 giorni, seguite da almeno 10 g/die per via orale a tempo indefinito) potevano aumentare la sopravvivenza e la qualità della vita dei malati terminali di cancro 17.

Tuttavia, gli studi successivi non supportarono questi risultati 18.

Gli Autori di una revisione del 2003 hanno concluso che la vitamina C non conferisce alcun beneficio significativo sulla mortalità dei pazienti con carcinoma avanzato 19.

L’attuale evidenza dell’efficacia della vitamina C per via endovenosa nei pazienti oncologici rimane limitata a studi osservazionali, interventi non controllati e case report 20, 21.

Nel 2010, una revisione accademica che dettagliava 33 anni di ricerca sull’acido ascorbico e sul cancro affermava: “Non sappiamo ancora se la vitamina C abbia un’attività antitumorale clinicamente significativa. Né sappiamo quali tipi istologici di cancro, ammesso che ne esistano, siano sensibili a questo agente. Infine, non sappiamo quale sia la dose raccomandata di vitamina C, ammesso che esista, utile a produrre una risposta antitumorale” 22.

Vitamina C e COVID-19

Alcuni rapporti preliminari suggeriscono che la vitamina C per via endovenosa potrebbe aiutare le persone che soffrono di forme gravi di coronavirus COVID-19. Di conseguenza, la vitamina C per via endovenosa appare in alcune linee guida di terapia intensiva COVID-19, come presso la Eastern Virginia Medical School.

Ad esempio, un case report riporta l’esperienza con una donna di 74 anni che presentava febbre, tosse, mancanza di respiro, ridotta ossigenazione del sangue e segni di polmonite all’esame fisico e radiologico.

Dopo 6 giorni dal ricovero, la paziente ha sviluppato ARDS (Sindrome da distress respiratorio acuto) e shock settico, per i quali sono stati avviati la ventilazione meccanica e il supporto pressorio, insieme all’infusione di vitamina C per via endovenosa ad alte dosi. Il paziente è migliorato clinicamente ed è stato possibile interrompere la ventilazione meccanica entro 5 giorni 23.

Sulla base di questi rapporti e degli studi presenti in letteratura, un recente studio pubblicato sulla rivista The Lancet ha elencato l’infusione di vitamina C come potenziale terapia di salvataggio per casi critici di infezione da COVID-19 24.

Per determinare in modo definitivo se la terapia con vitamina C endovenosa è utile per il trattamento della COVID-19, è necessaria una serie di studi in doppio cieco controllati con placebo.

Per maggiori informazioni, leggi il nostro approfondimento su Vitamina C e COVID-19.

Non esistono integratori, né strategie alimentari o modifiche dello stile di vita in grado di offrire una protezione certa dalla COVID-19. Le misure più importanti da adottare con finalità preventive includono il distanziamento fisico, noto anche come distanziamento sociale, e pratiche igieniche adeguate (come il lavaggio frequente delle mani). Maggiori informazioni sul sito del Ministero della Salute.

Dose Massima Sicura

Se si assumono più di 2.000 mg di vitamina C in singola dose è probabile che si verifichino sintomi digestivi, come nausea e diarrea.

Sulla base di questo rischio, è stato stabilito un limite superiore tollerabile (UL) di 2.000 mg al giorno, considerato sicuro per il 97-98% della popolazione sana.

Tale limite, stabilito negli Stati Uniti e in Canada, non è stato fissato in altri Paesi. Ad esempio, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha riesaminato la questione della sicurezza nel 2006, giungendo alla conclusione che non c’erano prove sufficienti per stabilire un UL per la vitamina C 25.

Inoltre, coerentemente con i cambiamenti nel metabolismo della vitamina C, i pazienti con varie malattie sembrano poter assumere megadosi di vitamina C senza soffrire di diarrea 26.

Attualmente, in Italia, la dose massima quotidiana di vitamina C ammessa dal Ministero della salute negli integratori alimentari è di 1 grammo al giorno.

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Avvertenze

  • Gli integratori di vitamina C non vanno intesi come sostituti di una dieta variata e di uno stile di vita sano.
  • In genere, è preferibile aumentare l’apporto di vitamina C attraverso la dieta; un nutrizionista può aiutare a correggere l’alimentazione aumentando l’apporto di cibi ricchi di vitamina C.
  • Non eccedere la dose giornaliera consigliata dal medico, dal farmacista o riportata in etichetta.
  • Raccomandiamo vivamente di non assumere dosi superiori al grammo di vitamina C senza l’espressa raccomandazione e supervisione di un medico.
  • Tenere gli integratori di vitamina C fuori dalla portata dei bambini di età inferiore ai 3 anni.

Controindicazioni

  • Nei pazienti con insufficienza renale cronica o in soggetti sottoposti a dialisi o in terapia digitalica, l’integrazione di vitamina C può risultare controindicata
  • L’assunzione di megadosi di vitamina C è controindicata anche nei soggetti con emocromatosi (malattia da eccesso di ferro), considerata la capacità dell’acido ascorbico di aumentare l’assorbimento intestinale di ferro.
  • Anche nei pazienti oncologici potrebbero esservi controindicazioni per interferenze con la terapia. Consultare il medico.

Effetti Collaterali

  • Soggetti sensibili potrebbero sperimentare reazioni avverse a livello gastro-enterico, quali dolori addominali crampiformi e diarrea, soprattutto in caso di megadosi (> 1-2 grammi in singola dose).
  • È stato anche segnalato che un’assunzione eccessiva di vitamina C porta a reflusso acido, sebbene ciò non sia supportato da prove.
  • Assunzioni supplementari superiori a 500 mg al giorno possono causare calcoli renali in soggetti a loro inclini 27.

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