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Vitamina C Endovenosa | Cancro e COVID-19 | Funziona?

  • 10 minuti

Che Cos’è

La vitamina C endovenosa è una terapia basata sulla somministrazione di acido ascorbico direttamente nel flusso sanguigno.

A seconda dei casi, la vitamina C può essere somministrata tramite iniezione oppure tramite infusione endovenosa (quella che comunemente viene chiamata "flebo").

La vitamina C endovenosa entra direttamente nel flusso sanguigno. Poiché questa via bypassa lo stomaco e l’intestino, permette di raggiungere livelli di vitamina C nel sangue molto alti e molto rapidamente.

A Cosa Serve

Nei pazienti che soffrono di malnutrizione o malassorbimento, l’acido ascorbico somministrato per via endovenosa può essere utilizzato per trattare la carenza di vitamina C.

L’uso della vitamina C endovenosa è stato anche proposto come terapia alternativa o complementare nel trattamento del cancro. Le prove attuali sull’efficacia di questi interventi sono tuttavia limitate a studi osservazionali, interventi non controllati e case report.

Inoltre, la somministrazione endovenosa di vitamina C ha recentemente acquisito popolarità per i possibili benefici nel trattamento di pazienti in terapia intensiva gravemente malati di COVID-19.

Differenze con la Vitamina C Orale

Le quantità di vitamina C che circolano nel sangue dipendono, oltre che dall’apporto alimentare, da tre fattori principali:

  • assorbimento intestinale,
  • trasporto tissutale,
  • riassorbimento renale.

In giovani adulti sani, apporti di vitamina C tra 200 e 400 mg al giorno fanno sì che le concentrazioni di vitamina C nel sangue raggiungano lo stato stazionario (tra 60 e 80 μmol/l), seppur con un certo grado di variabilità individuale 1, 2.

Di conseguenza, assunzioni di Vitamina C superiori a 400mg al giorno non aumentano ulteriormente le concentrazioni plasmatiche di acido ascorbico, poiché il rene elimina rapidamente gli eccessi.

Una volta che le concentrazioni plasmatiche di vitamina C raggiungono la saturazione, la vitamina C aggiuntiva assunta per bocca viene ampiamente escreta nelle urine.

Sempre in riferimento all’assunzione orale, occorre considerare che la capacità di assorbimento intestinale della vitamina C è pari al 100% della dose assunta soltanto fino a dosi di circa 200 mg alla volta.

Dosi più elevate (> 500 mg) comportano un assorbimento frazionalmente minore della vitamina C eccedente, che diminuisce all’aumentare della dose.

La somministrazione endovenosa di vitamina C bypassa il controllo dell’assorbimento intestinale, permettendo di raggiungere concentrazioni molto elevate di vitamina C nel plasma.

Entro poche ore, comunque, l’escrezione renale ripristinerà le concentrazioni plasmatiche ai valori basali anche in caso di somministrazione endovenosa.

Rispetto alla vitamina C somministrata per via orale, la vitamina C per via endovenosa può portare a concentrazioni plasmatiche di acido ascorbico da 30 a 70 volte più elevate 3.

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Come si Svolge

Una soluzione di vitamina C viene erogata direttamente nel flusso sanguigno attraverso una vena, tipicamente nel braccio.

Per ricevere questo trattamento è necessaria la prescrizione di un medico, che valuterà preventivamente l’assenza di controindicazioni come malattie renali, emocromatosi o anemia emolitica.

È importante che la somministrazione di vitamina C per via endovenosa avvenga soltanto in una clinica o in un altro ambiente medico, sotto il controllo diretto di specialisti.

Come Funziona

Il meccanismo d’azione dell’acido ascorbico somministrato per via endovenosa non è ancora chiaro.

La vitamina C è una parte vitale del sistema immunitario, ma non c’è motivo di pensare che la vitamina C somministrata per via endovenosa possa rafforzare le difese immunitarie oltre il normale stato di salute.

La vitamina C assunta da alimenti o integratori è infatti più che sufficiente per sostenere un’immunità sana.

Un apporto quotidiano di 200-400 mg di vitamina C può essere facilmente soddisfatto attraverso il cibo, a condizione che la dieta includa almeno un paio di porzioni di frutta e verdura ricche di vitamina C (come agrumi, kiwi, peperoni). come parte dell’assunzione giornaliera raccomandata di frutta e verdura. Per approfondire, leggi: alimenti ricchi di vitamina C.

Oggi sappiamo che l’assunzione eccessiva di antiossidanti isolati può avere effetti tossici e può persino promuovere, piuttosto che prevenire, i danni ossidativi, in un fenomeno chiamato “paradosso antiossidante4, 5.

La vitamina C non fa eccezione, anche se tale effetto – dimostrato in vitro – non sembra manifestarsi in vivo 6.

Ad ogni modo, secondo questa teoria, gli altissimi livelli di acido ascorbico nel sangue, raggiunti mediante somministrazione endovenosa, possono creare radicali liberi che distruggono cellule tumorali, virus e batteri.

In particolare, la produzione di alti livelli di perossido di idrogeno potrebbe risultare selettivamente tossica per le cellule tumorali 7, 8, 9, 10. Al contrario, le cellule sane del corpo riuscirebbero a sopravvivere grazie alle migliori difese antiossidanti.

L’elevata concentrazione di vitamina C plasmatica potrebbe anche indurre la la disattivazione del fattore di trascrizione inducibile da ipossia (un fattore di trascrizione che protegge le cellule tumorali da varie forme di stress) 11, 12, 13.

Probabilmente, la vitamina C endovenosa svolge anche un ruolo prezioso nel mantenimento dell’integrità del genoma e nella protezione contro la trasformazione cellulare attraverso la regolazione degli enzimi demetilanti del DNA e degli istoni 14.

Le elevate concentrazioni plasmatiche di vitamina C raggiunte attraverso la somministrazione endovenosa sono paragonabili a quelle tossiche per le cellule tumorali in coltura. Tuttavia, non è ancora chiaro quale sia l’esatto meccanismo d’azione in vivo.

Efficacia contro il Cancro

L’uso dell’acido ascorbico per via endovenosa come trattamento o co-trattamento del cancro è un argomento controverso.

Studi condotti negli anni ’70 e ’80 da Linus Pauling, Ewan Cameron e colleghi hanno suggerito che grandi dosi di vitamina C (10 g/die infuse per via endovenosa per 10 giorni, seguite da almeno 10 g/die per via orale a tempo indefinito) potevano aumentare la sopravvivenza e la qualità della vita dei malati terminali di cancro 15.

Tuttavia, alcuni studi successivi, compreso uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo di Moertel e colleghi della Mayo Clinic, non hanno supportato questi risultati 16.

Gli Autori di una revisione del 2003, che valutava gli effetti della vitamina C nei pazienti con carcinoma avanzato, hanno concluso che la vitamina C non conferisce alcun beneficio significativo sulla mortalità 17.

Bisogna comunque notare che la maggior parte degli studi di intervento, compreso quello condotto da Moertel e colleghi, hanno indagato gli effetti della somministrazione orale di vitamina C, mentre Cameron e Pauling utilizzavano una combinazione di acido ascorbico endovenoso (IV) e orale.

La ricerca sui topi suggerisce che dosi farmacologiche di vitamina C endovenosa potrebbero mostrare risultati promettenti nel trattamento di tumori altrimenti difficili da trattare 18.

Alcuni studi osservazionali su pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia e/o radioterapia hanno riportato che il trattamento complementare con vitamina C per via endovenosa era associato a una riduzione degli effetti collaterali associati al trattamento e a un miglioramento della qualità della vita 19.

L’attuale evidenza dell’efficacia della vitamina C per via endovenosa nei pazienti oncologici rimane tuttavia limitata a studi osservazionali, interventi non controllati e case report 20, 21.

Sono necessari studi clinici di fase II più ampi e di più lunga durata che testino l’efficacia della vitamina C per via endovenosa nella progressione della malattia e nella sopravvivenza globale 22.

Nel 2010, una revisione accademica che dettagliava 33 anni di ricerca sull’acido ascorbico e sul cancro affermava: “Non sappiamo ancora se la vitamina C abbia un’attività antitumorale clinicamente significativa. Né sappiamo quali tipi istologici di cancro, ammesso che ne esistano, siano sensibili a questo agente. Infine, non sappiamo quale sia la dose raccomandata di vitamina C, ammesso che esista, utile a produrre una risposta antitumorale 22.

Efficacia contro la COVID-19

La vitamina C ha fatto notizia nella lotta contro la COVID-19, generando speculazioni e confusione nella popolazione.

Alcuni rapporti preliminari dicono che la vitamina C per via endovenosa potrebbe aiutare le persone che soffrono di questa malattia.

Ad esempio, la vitamina C per via endovenosa appare in alcune linee guida di terapia intensiva COVID-19, come presso la Eastern Virginia Medical School.

Riguardo ai possibili meccanismi d’azione, le ipotesi riguarderebbero 23, 24:

  • la capacità di sopperire alle gravi carenze di vitamina C indotte dalla risposta ipermetabolica guidata dalla reazione infiammatoria sistemica;
  • la capacità di proteggere l’endotelio vasale dal danno ossidativo;
  • l’azione antinfiammatoria;
  • l’aumento dell’espressione dell’interferone alfa.

I dati clinici degli studi sulla vitamina C endovenosa attualmente in corso non saranno disponibili per molti mesi.

Al momento, non possiamo dire se e quanto la vitamina C endovenosa sia efficace o come potrebbe funzionare.

Esistono però alcune prove scientifiche secondo le quali la vitamina C endovenosa può essere utile nel trattamento dei pazienti con sepsi (infezione generalizzata estesa al sangue) e shock settico 23.

Sicurezza ed Effetti Collaterali

Le prove attuali da studi clinici controllati indicano che la vitamina C per via endovenosa è generalmente sicura e ben tollerata nei pazienti affetti da cancro.

Da notare che – poiché la somministrazione endovenosa di 80g di vitamina C ha precipitato l’anemia emolitica in due soggetti con deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi – i pazienti candidati alla terapia vengono sistematicamente sottoposti a screening per questo disturbo genetico 25.

Quattro studi clinici di fase I in pazienti con cancro avanzato hanno rilevato che la somministrazione endovenosa di vitamina C a dosi fino a 1,5 g/kg di peso corporeo (equivalenti a circa 100 g/giorno per una persona di 70 kg) e da 70 a 80 g/m2 era ben tollerata e sicura nei pazienti sottoposti a screening preliminare 26, 27, 28, 29.

Sebbene la somministrazione endovenosa di vitamina C sembri essere sicura e ben tollerata, in questi pazienti critici esiste un rischio non trascurabile di nefropatia da ossalato (una rara causa di insufficienza renale) 30.

Negli individui con emocromatosi (una malattia genetica in cui il corpo assorbe e immagazzina troppo ferro), l’acido ascorbico per via endovenosa è controindicato; può infatti provocare un sovraccarico di ferro che porta a complicazioni potenzialmente letali come malattie cardiache, diabete o danni ai tessuti 31.

Vitamina C Endovenosa vs Integratori

Gli integratori di vitamina C possono aiutare il sistema immunitario, ma agiscono con meccanismi diversi dalla somministrazione endovenosa.

Inoltre, nessun integratore alimentare può sostituirsi alla vitamina C endovenosa perché non è possibile raggiungere livelli così alti di acido ascorbico nel sangue, nemmeno assumendo "megadosi" di questi integratori.

Bisogna inoltre fare attenzione ad assumere dosi molto elevate di integratori di vitamina C (>1-2 g/die); oltre ad essere inutili, possono infatti causare effetti collaterali indesiderati come crampi addominali e diarrea.

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