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Magazine X115 X115 Eccesso Vitamina D | Quando è Troppa? Rischi, Dosi Sicure

Eccesso Vitamina D | Quando è Troppa? Rischi, Dosi Sicure

  • 10 minuti

Generalità

Si stima che circa 1 miliardo di persone in tutto il mondo abbia bassi livelli di vitamina D 1.

Nel nostro articolo dedicato alla carenza di vitamina D abbiamo visto tutte le conseguenze negative di questa condizione: fragilità ossea, basse difese immunitarie, debolezza muscolare, depressione e aumentato rischio di mortalità e varie malattie.

Sul fronte opposto, anche l’assunzione di dosi estremamente elevate di vitamina D per lunghi periodi di tempo può portare ad eccessi e problemi di salute.

L’eccesso di vitamina D può produrre sintomi come perdita di peso, scarso appetito, stitichezza e irregolarità cardiache. L’ipervitaminosi D può anche condurre a un aumento esagerato dei livelli di calcio nel sangue, causando gravi danni legati alla calcificazione di organi come i reni.

Eccessi di Vitamine: Quali sono Pericolose?

In generale, l’assunzione eccessiva di una qualsiasi vitamina può causare seri problemi di salute. I medici chiamano questa condizione ipervitaminosi o tossicità vitaminica.

Nel 2018, le vitamine sono state responsabili di 58.862 esposizioni tossiche negli Stati Uniti, 41.581 delle quali hanno coinvolto bambini di età pari o inferiore ai 5 anni 2.

Ricordiamo brevemente che le 13 vitamine conosciute sono divise in 2 categorie: liposolubili e idrosolubili 1.

Le vitamine liposolubili comprendono:

Le vitamine idrosolubili includono:

Poiché gli eccessi di vitamine idrosolubili vengono agevolmente escreti attraverso l’urina, è meno probabile che causino problemi di ipervitaminosi.

Al contrario, le vitamine liposolubili sono facilmente immagazzinate nei tessuti del corpo 2. Pertanto, gli eccessi hanno maggiori probabilità di portare a problemi di salute.

Quando è Troppa

L’eccesso di vitamina D è una condizione rara, mentre le carenze risultano estremamente diffuse, soprattutto negli anziani.

Ad esempio, è stato stimato che il 76% delle donne italiane di età superiore a 70 anni presenta una grave carenza di vitamina D (< 12 ng/ml) alla fine dell’inverno 10.

Più in generale, è stato stimato che dal 20 all’80% delle persone negli Stati Uniti, Canada, Messico, Europa, Medio Oriente e Asia presentano una carenza di vitamina D 2, 3, 4.

L’eccesso di vitamina D deriva generalmente da un’eccessiva assunzione di farmaci o integratori a base di questa vitamina.

Secondo uno studio su 20.000 persone, soltanto 37 mostravano livelli ematici eccessivi di 25(OH)D e soltanto una mostrava una vera intossicazione 1.

Eccessi Alimentari

La tossicità da vitamina D è una condizione estremamente rara, che praticamente non esiste in natura.

Le fonti alimentari di vitamina D sono molto rare e, a parte i pesci grassi, esistono pochi alimenti ricchi di vitamina D.

Pertanto, l’eccesso alimentare di vitamina D è praticamente inesistente; per raggiungere dosaggi pericolosi, una persona dovrebbe ad esempio mangiare più 1kg di salmone ogni giorno per lunghi periodi.

Un caso particolare è l’uso di olio di fegato di merluzzo, che risulta ricchissimo di vitamina A e vitamina D.

Assumerne più di un cucchiaio al giorno può dare problemi di ipervitaminosi A, mentre il rischio di tossicità da eccesso di vitamina D diviene concreto soltanto ad assunzioni superiori a 40 ml/die.

Eccessi da Esposizione Solare

Come sappiamo, la nostra pelle può sintetizzare la vitamina D quando viene esposta a una dose sufficiente di raggi solari UVB.

Tuttavia, l’eccessiva esposizione al sole non sembra provocare tossicità da vitamina D (ma crea sicuramente altri problemi di salute, vedi photoaging).

Il motivo è che un’eccessiva esposizione alla luce del sole dà origine a varie forme non vitaminiche, che limitano la formazione della vitamina D3 5.

Tuttavia, l’uso frequente di lampade solari, che forniscono radiazioni UVB artificiali, ha dimostrato di poter portare a livelli di 25(OH)D ben superiori alla soglia di tossicità 6, 7.

Eccessi da Farmaci e Integratori

L’ipervitaminosi D è quasi sempre causata dall’eccessiva assunzione di farmaci o integratori.

Tale eccesso può derivare da:

  • errori di prescrizione medica;
  • errori del paziente;
  • ingestione involontaria da parte di bambini;
  • contenuto di vitamina D superiore a quello dichiarato in etichetta.

Riguardo all’ultimo punto, diversi casi di intossicazione sono stati causati da integratori che contenevano quantità di vitamina D da 100 a 4.000 volte superiori a quelle indicate sulla confezione 2, 3, 4.

Ciò può essere dovuto a errori di produzione, dato che gli apporti di vitamina D sono molto bassi (nell’ordine dei millesimi di grammo), per cui è necessario eseguire le opportune diluizioni.

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Dosi Sicure

Per la maggior parte delle persone, dosaggi di 1.000-4.000 UI di vitamina D3 al giorno sono considerati sicuri 8.

Nel complesso, la ricerca suggerisce che la tossicità della vitamina D è molto improbabile per livelli di assunzione inferiori a 10.000 UI al giorno nelle persone sane 9, 10.

Tuttavia, il Food and Nutrition Board dell’Istituto di medicina degli stati uniti ha fissato l’UL della vitamina D a 4.000 UI/giorno (100 μg/giorno).

L’UL (tolerable upper intake level) è quel livello massimo di assunzione che si considera presumibilmente sicuro per la maggior parte (97,5%) dei soggetti sani.

Livello di assunzione superiore tollerabile (UL) per la vitamina D
Fascia di età μg/giorno IU/giorno
Neonati 0-6 mesi 25 1.000
Neonati 6-12 mesi 37.5 1.500
Bambini 1-3 anni 62.5 2.500
Bambini 4-8 anni 75 3.000
Bambini 9-13 anni 100 4.000
Adolescenti 14-18 anni 100 4.000
Adulti dai 19 anni in su 100 4.000

Il medico potrebbe prescrivere dosi di vitamina D3 superiori alle 4.000 UI al giorno per brevi periodi, ad esempio per correggere rapidamente i casi più gravi di carenza.

L’Accademia Nazionale di Medicina degli Stati Uniti suggerisce che un’assunzione fino a 4.000 UI di vitamina D al giorno è sicura per la maggior parte delle persone, anche se possono essere temporaneamente necessarie dosi più elevate per aumentare i livelli ematici in alcuni individui 8.

Dosi Tossiche

Problemi legati all’eccesso di vitamina D sono stati documentati a dosaggi tra 40.000 e 100.000 UI al giorno, assunte da uno a diversi mesi.

Simili dosi di vitamina D hanno dimostrato di causare ipercalcemia e tossicità negli esseri umani 11, 2, 3, 12, 13.

È bene sottolineare che i suddetti dosaggi sono dosaggi giornalieri, assunti per diverse settimane.

Il medico potrebbe infatti decidere di sostituire l’assunzione quotidiana con boli settimanali o mensili. Questi boli sono dosi molto elevate di vitamina D somministrate in singola dose per coprire l’intero fabbisogno settimanale o mensile.

Casi studio

Sono stati segnalati casi di persone che hanno assunto dosi molto elevate di vitamina D per mesi senza sintomi; tuttavia gli esami del sangue hanno rivelato una grave ipercalcemia e sintomi di insufficienza renale 17.

In un caso studio, un uomo anziano con demenza che aveva assunto 50.000 UI di vitamina D al giorno per 6 mesi è stato ripetutamente ricoverato in ospedale con sintomi correlati ad alti livelli di calcio 18.

In un caso studio, una donna è stata ricoverata in ospedale dopo aver sperimentato stanchezza, perdita di memoria, nausea, vomito, linguaggio confuso e altri sintomi. Questa donna aveva assunto un integratore che apportava 186.900 UI di vitamina D3 al giorno per due mesi 3.

Una donna ha sperimentato nausea e perdita di peso dopo aver assunto un integratore che si è scoperto contenere 78 volte più vitamina D di quanto indicato sull’etichetta 19.

In un altro caso studio, un bambino di 18 mesi a cui sono state somministrate 50.000 UI di vitamina D3 per 3 mesi ha manifestato diarrea, mal di stomaco e altri sintomi che si sono risolti dopo aver smesso di assumere l’integratore 20.

In uno studio su 62 pazienti che hanno ricevuto iniezioni di vitamina D a dosi eccessivamente alte, ogni soggetto ha sperimentato insufficienza renale, indipendentemente dal fatto che avesse reni sani o malattie renali esistenti 21.

Esami Analisi del Sangue

I livelli di vitamina D nell’organismo possono essere misurati tramite un semplice esame del sangue.

L’intervallo normale per la concentrazione di vitamina D [25(OH)D] nel sangue è compreso tra 30 e 50 nanogrammi per millilitro (ng/ml).

L’intossicazione da vitamina D si verifica quando i livelli ematici di 25(OH)D superano i 150 ng/ml (375 nmol/l).

Interpretazione dei livelli ematici di 25(OH)D
Definizione nmol/L ng/ml
Carenza < 50 < 20
Insufficienza 50-75 20-30
Eccesso >250 >100
Tossicità > 375 >150

Per valutare la tossicità da eccesso di vitamina D, i medici misureranno anche i livelli di calcio e fosforo nel sangue ed eventualmente nelle urine.

Inoltre, potrebbero prescrivere esami radiologici per valutare lo stato di salute di ossa, articolazioni e reni.

Segni e Sintomi

Poiché la vitamina D aumenta l’assorbimento del calcio nel tratto gastrointestinale, la sua tossicità provoca una marcata ipercalcemia.

A sua volta, l’elevata concentrazione di calcio nel sangue può causare disturbi gastrointestinali e calcificazione eccessiva delle ossa, dei tessuti molli, del cuore e dei reni.

I sintomi della tossicità da eccesso di vitamina D possono includere:

  • Disidratazione
  • Vomito
  • Diarrea
  • Diminuzione dell’appetito
  • Irritabilità
  • Stipsi
  • Fatica
  • Debolezza muscolare
  • Calcificazione dei tessuti molli.

La tossicità della vitamina D potrebbe progredire in complicanze a lungo termine, che possono includere:

  • Calcoli renali
  • Danno ai reni
  • Insufficienza renale
  • Calcificazione (indurimento) di arterie e tessuti molli.

Poiché la vitamina D viene immagazzinata nel grasso corporeo e rilasciata lentamente nel flusso sanguigno, gli effetti della tossicità possono durare per diversi mesi 8.

Trattamento

Nei casi di intossicazione da eccesso di vitamina D, il trattamento è basato sulla limitazione del calcio nella dieta.

Naturalmente andrà interrotta anche l’assunzione di quei farmaci o integratori che hanno portato all’eccesso di vitamina D, in accordo con quanto suggerito dal medico.

Nei casi più seri, il medico potrebbe anche prescrivere farmaci come corticosteroidi e bifosfonati, che hanno lo scopo di sopprimere il rilascio di calcio dalle ossa.

Vitamina K come Profilassi

Un’elevata assunzione di vitamina K può ridurre il rischio di malattie cardiache, probabilmente perché le persone che assumono elevate quantità di vitamina K2 dalla loro dieta hanno un rischio ridotto di calcificazione dei vasi sanguigni 22.

Sia la vitamina K1 che la K2 possono prevenire la calcificazione dei vasi sanguigni, ma la K2 è probabilmente più efficace.

Un’elevata assunzione di vitamina D associata alla carenza di vitamina K potrebbe favorire la calcificazione dei vasi sanguigni e le malattie cardiache.

Per questo, in caso di somministrazione di alte dosi di vitamina D, alcuni medici prescrivono una concomitante integrazione di vitamina K come profilassi contro la calcificazione vascolare.

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