La vitamina A è un micronutriente essenziale per il normale funzionamento dell’organismo umano.
Svolge infatti ruoli importanti nello sviluppo embrionale, nella formazione degli organi durante lo sviluppo fetale, nelle normali funzioni immunitarie e nello sviluppo degli occhi e della vista
Non potendo essere sintetizzata internamente, la vitamina A dev’essere assunta in quantità adeguate attraverso la dieta.
La carenza di vitamina A deriva da un’assunzione inadeguata di alimenti che ne sono ricchi, come cibi animali (frattaglie, pesci grassi e latticini) e vegetali di colore giallo-arancio o verde scuro.
Inoltre, è favorita da malattie o condizioni che compromettono la capacità di assorbimento intestinale dei nutrienti.
Gli stati carenziali di vitamina A sono rari nei Paesi industrializzati, mentre sono piuttosto comuni nei Paesi in via di sviluppo, soprattutto tra i bambini e le donne in età fertile.
Per questo motivo, la carenza di vitamina A è ancora oggi una delle principali cause di cecità prevenibile nel mondo. Inoltre, la carenza di questa vitamina è associata a una maggiore suscettibilità alle infezioni e a disturbi della tiroide e della pelle.
La carenza di vitamina A può portare a una serie di sintomi oculari, anemia e una debole resistenza alle infezioni, che può aumentare la gravità delle malattie infettive e il rischio di morte 1.
Fabbisogno e Alimenti
"Vitamina A" è un termine generico che identifica una famiglia di composti liposolubili presenti:
nei prodotti animali come vitamina A preformata (retinolo);
nella frutta e nella verdura come provitamina A (carotenoidi).
Le fonti animali ricche di vitamina A preformata includono fegato, olio di fegato di merluzzo, burro, uova e latticini.
Le fonti più ricche di carotenoidi provitamina A includono invece i frutti e le verdure di colore verde o arancione, come albicocche, mango, patate dolci e spinaci.
L’assunzione dietetica quotidiana raccomandata di vitamina A è di 900 μg di RAE per gli uomini, 700 μg di RAE per le donne e 300-600 μg di RAE per i bambini e gli adolescenti.
Analizzando i dati riportati in tabella, si possono facilmente assumere quantità adeguate di vitamina A attraverso una dieta varia ed equilibrata, che includa alimenti come:
Alcuni tipi di pesce, ad esempio il salmone;
Prodotti lattiero-caseari;
Frattaglie, come fegato di manzo e altre carni di organi (ma questi alimenti sono anche ricchi di colesterolo, quindi è bene limitare le quantità consumate);
Verdure a foglia verde e altre verdure verdi, arancioni e gialle, come broccoli, carote e zucca;
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Cause e Soggetti a Rischio
A livello globale, la carenza di vitamina A è molto più diffusa rispetto alla tossicità da eccesso di vitamina A.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima infatti che 3 milioni di bambini sviluppino una carenza clinica di vitamina A ogni anno, rispetto a circa 200 casi stimati di tossicità da ipervitaminosi A 2.
Nei Paesi in Via di Sviluppo
La carenza di questa vitamina e i disturbi associati colpiscono prevalentemente i bambini e le donne in età riproduttiva che vivono nei Paesi in via di sviluppo. Uno studio del 2019 nell’Etiopia rurale ha ad esempio rivelato una carenza di vitamina A nel 76% delle madri che allattano 3.
Molte popolazioni nei Paesi in via di sviluppo ingeriscono raramente carne, latticini o verdure ricche di carotenoidi, il che porta a difficoltà nell’ottenere quantità sufficienti di vitamina A e zinco (necessario per il corretto funzionamento della vitamina).
Questo ridotto apporto alimentare – associato all’infiammazione cronica dovuta a normali infezioni gastrointestinali – rappresenta la causa più comune di carenza di vitamina A nei Paesi in via di sviluppo 4.
Nei Paesi Industrializzati
Nei Paesi industrializzati, la carenza di vitamina A interessa soprattutto i pazienti con 5:
scarso assorbimento di lipidi per ridotta secrezione pancreatica o biliare (cirrosi epatica, insufficienza pancreatica ecc.) o per chirurgia bariatrica;
malattie infiammatorie intestinali, come il morbo di Crohn e la celiachia.
Anche i neonati prematuri sono maggiormente esposti al rischio di carenza, a causa di un tratto gastrointestinale immaturo, delle ridotte riserve di vitamina A e dell’aumentato fabbisogno legato al periodo di rapido sviluppo 6.
Chi segue una dieta vegana, pur avendo livelli plasmatici inferiori agli onnivori, non è normalmente a rischio di carenze 7.
Analisi del Sangue
I livelli sierici di retinolo sono un buon indicatore dello stato nutrizionale della vitamina A. Nello specifico, la carenza di questa vitamina è definita da concentrazioni plasmatiche di retinolo inferiori a 0,70 μmol/l (20 μg/dl) 8.
Quando c’è una grave carenza di vitamina A, le riserve corporee sono esaurite e le concentrazioni sieriche di retinolo scendono al di sotto di 0,35 μmol/l (10 μg/dl). È stato dimostrato che i sintomi oculari associati alla carenza di vitamina A si sviluppano proprio a concentrazioni inferiori a 10 μg/dl 8.
L’integrazione di vitamina A fa una differenza clinica definitiva nei pazienti con concentrazioni sieriche di retinolo inferiori a 20 μg/dl.
Qualsiasi paziente con una concentrazione superiore a 30 microgrammi/dl non trarrà invece beneficio dall’integrazione e dovrebbe pertanto limitarsi a seguire una dieta varia ed equilibrata 9.
Sintomi e Conseguenze
La vitamina A è un micronutriente essenziale per l’immunità, la differenziazione cellulare, la crescita, la riproduzione, il mantenimento delle superfici epiteliali e la vista.
Le principali manifestazioni cliniche della carenza di vitamina A coinvolgono l’occhio (causando ad esempio cecità notturna e xeroftalmia); inoltre, si verificano diffuse alterazioni immunitarie, anemia e aumento della morbilità e mortalità per malattie infettive.
Una grave carenza di vitamina A può portare a perdita permanente della vista o cecità, maggiore suscettibilità alle infezioni e ridotta funzione immunitaria, con conseguente elevata mortalità 10.
Disturbi della Vista
La vitamina A è necessaria per il normale funzionamento della retina, la visione in penombra e la visione dei colori.
Pertanto, livelli inadeguati di questa vitamina provocano un alterato adattamento al buio noto come cecità notturna o nictalopia.
I casi più gravi di carenza di vitamina A provocano una condizione chiamata xeroftalmia (occhio secco), caratterizzata da cambiamenti nelle cellule della cornea che alla fine provocano ulcere corneali, cicatrici e cecità.
Con una stima di 250.000-500.000 bambini che diventano ciechi ogni anno, la carenza di vitamina A costituisce la principale causa prevenibile di cecità nelle nazioni a basso e medio reddito 11.
Inoltre, si stima che ci siano 19,1 milioni di donne in gravidanza nel mondo (soprattutto nell’Africa subsahariana, nel sud-est asiatico e nell’America centrale) con carenza di vitamina A, delle quali oltre la metà è affetta da cecità notturna 12.
Malattie Infettive
Per la sua importanza nel normale funzionamento del sistema immunitario, la vitamina A è stata inizialmente coniata come “la vitamina antinfettiva” 13.
Brevemente, la vitamina A è importante soprattutto per regolare la differenziazione, migrazione e capacità di presentazione dell’antigene delle cellule dell’immunità innata. Queste cellule si concentrano nelle mucose a contatto con l’ambiente esterno e sono un importante prima linea di difesa contro le infezioni.
Non a caso, le richieste di vitamina A aumentano durante le malattie infettive.
Il morbillo, ad esempio, riduce la sintesi della proteina legante il retinolo (RBP) e aumenta l’escrezione di vitamina A nelle urine. Inoltre, la richiesta fisiologica è maggiore anche a causa del danno ai tessuti epiteliali gastrointestinali 14.
La carenza di vitamina A è riconosciuta come un fattore di rischio per il virus del morbillo, una delle principali cause di morbilità e mortalità infantile.
È stato riscontrato che l’infezione da virus del morbillo precipita il danno congiuntivale e corneale, portando alla cecità nei bambini con scarso stato di vitamina A 15.
Inoltre, anche i bambini che sono solo lievemente carenti di vitamina A hanno una maggiore incidenza di complicanze respiratorie e diarrea, nonché un più alto tasso di mortalità per infezione da morbillo rispetto ai bambini che assumono una quantità sufficiente di questa vitamina 16.
Allo stesso tempo, è stato dimostrato che megadosi (200.000 UI o 60 mg di RAE per due giorni) di vitamina A riducono l’incidenza complessiva di decessi correlati al morbillo 2.
Alterazioni Ormonali
La vitamina A/retinolo è fondamentale per attivare i recettori X dei retinoidi (RXR) e i recettori dell’acido retinoico (RAR).
RXR è anche necessario per attivare il recettore della vitamina D (VDR) e il recettore dell’ormone tiroideo (THR). Di conseguenza, una carenza di vitamina A potrebbe tradursi in un’alterata funzione di questi ormoni.
Non a caso, in diversi studi, l’integrazione di vitamina A ha dimostrato di ridurre il volume della tiroide (gozzo) e le concentrazioni di TSH e tireoglobulina 17, 18.
La vitamina A è importante anche per la sintesi dell’ormone pregnenolone.
Inoltre, uno studio mostra che i ratti carenti di vitamina A avevano un eccesso di cortisolo (l’ormone dello stress). Quando è stata somministrata loro vitamina A, il loro cortisolo si è normalizzato 19.
Infine, la vitamina A è essenziale per la funzione delle cellule beta nel pancreas, responsabile del rilascio di insulina. La sua carenza porta quindi a iperglicemia e in effetti i soggetti diabetici sembrano avere livelli più bassi di vitamina A 20, 21.
Integrazione
Nei Paesi in Via di Sviluppo
L’integrazione di vitamina A è indicata per il trattamento di morbillo, xeroftalmia, grave malnutrizione e per prevenire la carenza nelle donne in gravidanza che vivono in aree endemiche per carenza di vitamina A.
Numerosi studi hanno concluso che l’integrazione di questa vitamina A nelle popolazioni carenti di vitamina A riduce la morbilità e la mortalità infantile 22.
Nei Paesi Sviluppati
Nella popolazione generale degli Stati Uniti (USA), la carenza di vitamina A è rara, stimata allo 0,3% nel 2013. In effetti, la prevalenza della tossicità della vitamina A negli Stati Uniti è molto maggiore della carenza 23.
Per questo motivo, un’integrazione generalizzata di vitamina A nella popolazione non è raccomandata.
Tuttavia, i soggetti ad alto rischio di carenza, come i post-bariatrici, quelli con problemi di malassorbimento e i neonati prematuri, possono richiedere un’integrazione specifica.
Ai pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica, ad esempio, si raccomanda di assumere 10.000 UI di vitamina A al giorno e di adeguarli secondo necessità in base al monitoraggio regolare del livello di retinolo sierico 24.
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