La carenza di vitamina D può compromettere l’integrità del sistema immunitario e portare a risposte immunitarie inadeguate.
Bassi livelli di vitamina D sono stati associati a una maggiore suscettibilità alle infezioni, alle malattie e ai disturbi immuno-correlati 1.
È stato stimato che dal 20 all’80% delle persone negli Stati Uniti, Canada, Messico, Europa, Medio Oriente e Asia hanno una carenza di vitamina D2, 3, 4. Le cause vanno ricercate soprattutto in un’esposizione solare insufficiente.
Tramite una semplice analisi del sangue, è possibile misurare il livello ematico di calcidiolo [25(OH)D] e determinare in questo modo lo stato della vitamina D 5.
La vitamina C è un’altra vitamina importantissima per la salute del sistema immunitario.
La sua carenza è associata a scarsa immunità e rischio più elevato di infezioni, comprese malattie gravi come la polmonite 6, 7.
I fattori di rischio più comuni per la carenza di vitamina C includono cattiva alimentazione, alcolismo, anoressia, gravi malattie mentali, fumo e dialisi 8, 9.
fino al 22% della popolazione degli Stati Uniti potrebbe avere uno stato di vitamina C insufficiente o leggermente carente (concentrazioni ematiche <28 µmol/l),
circa il 6% della popolazione adulta sarebbe gravemente carente di vitamina C (<11 µmol/L).
Livelli di vitamina C bassi possono precipitare in caso di infezioni, durante le quali il sistema immunitario consuma grandi quantità di questa vitamina.
Concentrazioni plasmatiche di vitamina C e salute11
Il magnesio è necessario per più di 300 diversi processi corporei, inclusa l’attivazione della vitamina D.
Una carenza di magnesio può cagionare danni alla salute, compresa quella del sistema immunitario 12, 13, 14, 15. Alcuni rapporti suggeriscono che la carenza di magnesio può aumentare la suscettibilità alle infezioni virali.
Uno studio stima che il 75% della popolazione statunitense non assume abbastanza magnesio dalla propria dieta16, 17, 18.
Attualmente non esiste un indicatore affidabile dello stato del magnesio. Per una valutazione attendibile, il medico dovrà valutare gli apporti alimentari del minerale insieme ai suoi livelli sierici e urinari 19.
Lo zinco è essenziale per il normale sviluppo e la funzione dei globuli bianchi.
La carenza di zinco, comune nelle persone anziane, riduce le difese immunitarie e aumenta il rischio di polmonite e altre infezioni 20, 21, 22, 23, 24.
Secondo alcune stime, la carenza di zinco contribuisce a circa il 16% delle infezioni delle basse vie respiratorie 25.
Come per il magnesio, attualmente non esiste un esame affidabile (sensibile e specifico) per rilevare la carenza di zinco negli esseri umani.
La carenza di zinco è più comune nelle persone vegetariane/vegane, negli alcolisti e nei pazienti con malattie che compromettono l’assorbimento intestinale (es. celiachia, fibrosi cistica).
Il ferro svolge un ruolo essenziale nel normale sviluppo del sistema immunitario e nella resistenza alle malattie infettive 26, 27.
L’anemia da carenza di ferro è stata collegata a infezioni respiratorie più frequenti nei bambini 28, 29, 30. Inoltre, secondo alcuni studi, la supplementazione di ferro può essere utile per prevenire alcuni tipi di infezioni respiratorie 31, 32.
L’incidenza dell’anemia da carenza di ferro negli Stati Uniti è stata stimata al 19,3%, con quasi 16 milioni di casi di anemia sideropenica nei bambini e negli adolescenti 33.
I biomarcatori dello stato del ferro comunemente usati includono la ferritina sierica (proteina di immagazzinamento del ferro), il ferro sierico, la capacità totale di legare il ferro (TIBC) e la saturazione della transferrina (il principale vettore di ferro nel sangue; TSAT).
Glicemia
Una dieta ricca di zuccheri raffinati e alimenti trasformati, ma povera di frutta e verdura, può influire negativamente sulla salute del sistema immunitario.
Dato che l’obesità, il diabete di tipo 2 e le malattie cardiache possono indebolire il sistema immunitario, la limitazione degli zuccheri aggiunti è una parte importante di una dieta che mira a rafforzare il sistema immunitario34, 35, 36.
Il medico potrebbe quindi decidere di valutare i livelli di glicemia a digiuno ed emoglobina glicata nell’ambito del panel di esami per il sistema immunitario
Globuli Bianchi
I globuli bianchi, detti anche leucociti, aiutano il corpo a combattere le malattie infettive e le cellule tumorali.
Avere un numero di globuli bianchi troppo basso può essere il segno di un sistema immunitario incapace di gestire adeguatamente le infezioni.
La seguente tabella riporta i valori normali di globuli bianchi nel sangue secondo gli standard normalmente adottati.
Fascia d’età
Conta leucocitaria (per µl di sangue)
Neonati
Da 9.000 a 30.000
Bambini sotto i 2 anni
Da 6.200 a 17.000
Bambini sopra i 2 anni e adulti
Da 5.000 a 10.000
I globuli bianchi non sono tutti uguali. Ne esistono cinque tipi principali, rispettivamente chiamati basofili, neutrofili, eosinofili, linfociti e monociti.
Neutrofili: questi globuli bianchi sono tra i primi a intervenire nei siti di infezione e infiammazione; combattono le infezioni fagocitando microbi e rilasciando enzimi che li uccidono;
Monociti: questi globuli bianchi, trasformandosi in macrofagi, uccidono i microbi, ingeriscono particelle estranee, rimuovono le cellule morte e aumentano la risposta immunitaria;
Linfociti: sono cellule immunitarie che producono anticorpi contro i microbi, uccidono le cellule tumorali e quelle infettate da virus, e aiutano a stimolare la risposta immunitaria;
Eosinofili: questi globuli bianchi combattono le infezioni parassitarie e sono coinvolti nella risposta allergica;
Basofili: sono cellule immunitarie coinvolte nelle risposte infiammatorie.
Tipo di Globuli Bianchi
% normale della conta leucocitaria
Valore assoluto (per µl di sangue)
Neutrofili
55 – 73%
2500-7000
Linfociti
20 – 40%
1700-3500
Eosinofili
1 – 4 %
100-300
Monociti
2 – 8 %
200-600
Basofili
0,5 – 1%
40-100
Oltre al valore assoluto, le analisi di laboratorio possono valutare la morfologia dei leucociti, in modo da escludere alcune malattie associate ad anomalie strutturali dei globuli bianchi.
Sono inoltre disponibili test per valutare la funzionalità dei leucociti.
Ad esempio è possibile misurare la capacità dei linfociti T di rispondere a diversi tipi di stimoli, osservando se si dividono e crescono (proliferazione) o se producono adeguatamente sostanze chimiche chiamate citochine (come l’interferone). Altri esami misurano la capacità dei neutrofili di produrre ossigeno reattivo.
La proteina C reattiva (PCR) è un esame che aiuta a capire se il sistema immunitario è impegnato nella lotta contro un’infezione.
Il fegato produce questa proteina in risposta a traumi, infiammazioni e infezioni 37, 38.
Il compito della PCR è di legare i tessuti danneggiati o i microbi invasori ed etichettarli in modo che il sistema immunitario (globuli bianchi) possa riconoscerli e rimuoverli 39, 40.
Le infezioni batteriche possono aumentare notevolmente i valori ematici di PCR (40-200 mg/l o più), mentre le infezioni virali e l’infiammazione lieve di solito innescano un aumento più modesto (10-40 mg/l) 41, 42.
Se necessario, il medico prescriverà test anticorpali approfonditi.
Attraverso le analisi del sangue è possibile misurare i livelli dei quattro principali tipi di anticorpi:
IgM: i loro livelli aumentano durante la fase iniziale di un’infezione e forniscono una protezione generale ma a breve termine. I livelli di IgM diminuiscono quando il corpo inizia a produrre più anticorpi IgG.
IgG: questi sono gli anticorpi più comuni nel sangue. Sono prodotti nella seconda ondata della risposta immunitaria e sono fondamentali per una difesa efficace contro virus e batteri.
IgA: piuttosto che nel sangue, questi anticorpi si trovano nel muco o nell’intestino, nei polmoni e nel tratto urogenitale. Sono la prima linea di difesa contro i microbi dannosi che respiriamo o ingeriamo.
IgE: questi anticorpi proteggono dai parassiti ma sono anche coinvolti nelle reazioni allergiche.
Infine, esistono test che esaminano gli anticorpi specifici contro determinate malattie (ad esempio, test VCA-IgG e VCA-IgM per il virus Epstein-Barr, anticorpi dell’epatite B e C e anticorpi antitiroidei). I medici li usano per confermare o escludere una potenziale malattia o per valutare l’immunità indotta dalle vaccinazioni.
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