INDICE ARTICOLO
Che Cos’è
La medicina ortomolecolare è una forma di medicina alternativa che ha l’obiettivo di mantenere o migliorare la salute umana attraverso l’integrazione nutrizionale.
In particolare, soprattutto agli esordi, la medicina ortomolecolare si basava prevalentemente sull’impiego di vitamine e minerali a dosaggi molte volte superiori all’assunzione alimentare raccomandata. Per questo motivo, è stata anche indicata come terapia megavitaminica.
Secondo i sostenitori della medicina ortomolecolare, molti disturbi e malattie deriverebbero da squilibri biochimici dovuti a uno stato nutrizionale non ottimale.
Tali squilibri potrebbero quindi essere corretti mediante l’uso personalizzato di integratori alimentari come vitamine, minerali, amminoacidi, oligoelementi, probiotici, fibre dietetiche e acidi grassi.
Originariamente definita nell’ambito del trattamento e della prevenzione delle malattie psichiatriche (es. niacina/niacinamide per la schizofrenia), la medicina ortomolecolare non è una terapia standard, ma viene personalizzata in base alle esigenze individuali.
Funziona?
Come tutte le pratiche di medicina alternativa, anche quella ortomolecolare è generalmente considerata priva di efficacia scientifica.
Va comunque precisato che, differenza di altre medicine alternative, esiste una cospicua mole di prove a sostegno dei benefici di un’integrazione nutrizionale personalizzata e "ragionata".
Tuttavia, quando si parla di generalizzare l’uso degli integratori alimentari all’intera popolazione con finalità preventive, nel complesso mancano solide prove mediche per supportare i presunti benefici della medicina ortomolecolare.
Quindi, se a livello generale la medicina ortomolecolare appare poco o per niente efficace, a livello indiivduale, in specifici casi di patologie, polimorfismi genetici o esigenze nutrizionali, può avere un potere curativo vicino, pari o addirittura superiore ai farmaci di sintesi, con in più il vantaggio di avere meno effetti collaterali.
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Storia
Il termine "ortomolecolare" è stato coniato dal due volte premio Nobel Linus Pauling, nel suo articolo seminale, Orthomolecular Psychiatry, pubblicato sulla rivista Science il 19 aprile 1968.
La combinazione del greco "ortho" (che significa dritto, corretto, a destra) con "molecola" ha creato un termine che significa, letteralmente, molecola giusta.
Tuttavia, già a partire dai primi decenni del XX secolo, diversi ricercatori avevano iniziato a impiegare terapeuticamente megadosi di vitamine.
Ad esempio, nel suo libro del 1949 "Common Form of Joint Dysfunction" Kaufman pubblicò i dettagli del suo trattamento per l’artrite a base di megadosi di niacinamide, vitamina C, tiamina e riboflavina.
Obiettivi
Il processo di invecchiamento è tipicamente accelerato dall’esposizione ai radicali liberi, dall’infiammazione frequente o cronica e dall’esposizione a sostanze tossiche (come metalli pesanti o idrocarburi industriali e agricoli).
Invertire questo processo o rallentarlo è uno degli obiettivi della terapia ortomolecolare, insieme al trattamento dei problemi di salute.
L’approccio ortomolecolare ha informato lo sviluppo di diversi trattamenti, compreso l’uso di vitamina C per via endovenosa per il cancro e la sepsi, vitamina B6 per l’autismo, zinco per i disturbi alimentari, omega-3 per l’ADHD e molti altri.
Più che un modello di trattamento per la malattia, la medicina ortomolecolare si occupa essenzialmente di raggiungere e mantenere una salute e un benessere ottimali 1.
Esempi
Secondo i fautori della medicina ortomolecolare, con una conoscenza di base degli integratori, è possibile evitare i farmaci nel trattamento e nella prevenzione di molti problemi di salute.
Inoltre, gli integratori dovrebbero far parte di un programma sanitario completo, che includa dieta, esercizio fisico e gestione dello stress.
Programma di trattamento ortomolecolare dell’ipertensione 2
Integratore | Mattina | Sera |
---|---|---|
Multivitaminico ad alto dosaggio | ½ della dose giornaliera | ½ della dose giornaliera |
Vitamina C | 1.000-2.000 mg | 1.000-2.000 mg |
Vitamina E | 400 UI | (possibilmente altri 400 UI) |
Coenzima Q10 | 100-200 mg | |
Magnesio | 200-300 mg | 200-300 mg |
Aglio, deodorato | 500-1000 mg | 500-1000 mg |
Olio di pesce | 600-1200 mg di Omega 3 | 600-1200 mg di Omega 3 |
Prove di efficacia
Secondo un’analisi di 29 studi sull’uomo, l’assunzione di un integratore di vitamina C (dose media 500mg) riduce la pressione sanguigna nei soggetti ipertesi di 3:
- 4,9 mmHg per la pressione sistolica ("la massima");
- 1,7 mmHg per la diastolica (la "minima").
L’assunzione di integratori di magnesio può consentire riduzioni della pressione sanguigna fino a 12 mmHg 4, 5.
Una meta-analisi di 34 studi controllati randomizzati s un totale di 2.028 partecipanti ha scoperto che il magnesio supplementare, alla dose mediana di 368 mg/giorno (intervallo: 238-960 mg/giorno) per una durata media di 3 mesi (intervallo: 3 settimane-6 mesi), ha ridotto significativamente la pressione sistolica di 2,00 mm Hg e la pressione diastolica di 1,78 mm Hg 6.
In uno studio, 600-1.500 mg di estratto di aglio invecchiato si sono dimostrati efficaci quanto il farmaco atenololo nel ridurre la pressione arteriosa in un periodo di 24 settimane 7.
Il trattamento con coenzima Q10 può aiutare a ripristinare livelli ottimali di produzione di energia, ridurre il danno ossidativo e migliorare la funzione cardiaca 8.
Gli omega-3 possono ridurre i livelli di pressione sanguigna nelle persone con pressione alta 9, 10. Inoltre, possono mitigare il rischio cardiovascolare con un’azione antiaggregante piastrinica, antinfiammatoria e ipolipidemizzante 11, 12, 13, 14, 15.
Gestione dei livelli lipidici elevati con integratori 2
Integratore | Mattina | Sera |
---|---|---|
Multivitaminico ad alto dosaggio | ½ della dose giornaliera | ½ della dose giornaliera |
Vitamina C | 1000-2000 mg | 1000-2000 mg |
Policosanoli | 10 mg | 10 mg |
Cromo | 200 mcg | 200 mcg |
L-Carnitina | 500-1.000 mg | 500-1.000 mg |
Riso rosso fermentato | 500-1.000 mg | 500-1.000 mg |
Prove di efficacia
Secondo una meta-analisi di 13 studi, l’assunzione di almeno 500 mg di vitamina C al giorno (da integratori) riduce significativamente il colesterolo LDL (cattivo) di circa 7,9 mg/dl e i trigliceridi di 20,1 mg/dl 16.
Un’analisi di 9 studi su un totale di 293.172 partecipanti ha rilevato che, dopo 10 anni, le persone che assumevano almeno 700 mg di vitamina C al giorno avevano un rischio di malattie cardiache del 25% inferiore rispetto a quelle che non assumevano un integratore di vitamina C 17.
Il riso rosso fermentato abbassa il colesterolo cattivo (LDL) ei trigliceridi, mentre aumenta il colesterolo buono (HDL) nel sangue 18, 19, 20.
In più studi su un totale di quasi 8.000 partecipanti, le persone che integravano con riso rosso fermentato hanno ridotto il colesterolo LDL e totale, senza danni alla funzionalità epatica o renale 21.
Una meta-analisi del 2013 di 17 studi su un totale di 1.625 partecipanti con insufficienza cardiaca ha rilevato che la L-carnitina orale (da 1,5 a 6 g al giorno) ha migliorato significativamente diverse misure della capacità funzionale cardiaca 22.
Criticità e Considerazioni
L’esempio della Vitamina C e del Raffreddore
La vitamina C ha numerosi potenziali benefici per la salute, tra cui uno dei più noti è il supporto alla normale funzione immunitaria.
Lo stesso Pauling studiò fortemente l’utilità di megadosi di vitamina C nella prevenzione e nel trattamento del raffreddore.
Nonostante i benefici rilevati da Pauling e da alcuni suoi predecessori, due importanti meta-analisi degli anni ’70 spensero l’interesse nei confronti di questa pratica, considerata pressoché inutile 23, 24.
Successive analisi segnalarono degli errori diretti o indiretti in tali studi, ma questo non fu sufficiente a invertire lo scetticismo generatosi verso questa pratica di medicina ortomolecolare 25.
Attualmente, secondo una recente revisione Cochrane, l’integrazione con almeno 200 mg di vitamina C al giorno non riduce il rischio di raffreddore negli adulti sani 25.
Tuttavia, dimezza il rischio di raffreddore (-51%) nelle persone esposte a un intenso stress fisico (ad esempio corridori di maratona, sciatori o soldati in condizioni subartiche).
Limiti della Ricerca Scientifica
I sostenitori della medicina ortomolecolare fanno tuttavia notare che negli studi sperimentali i benefici dell’integrazione di un determinato nutriente possono essere facilmente oscurati (volontariamente o involontariamente) agendo su numerosi elementi, come:
- Errori statistici e di stratificazione: ad esempio, un certo integratore può avere un effetto maggiore sui pazienti più gravemente malati o su soggetti con determinate caratteristiche genetiche o carenze nutrizionali; è quindi necessario che i campioni di popolazione studiata siano omogenei e rappresentativi;
- Accecamento non adeguato: che può influenzare i partecipanti per l’effetto placebo/nocebo e gli esaminatori per interessi o convinzioni personali;
- Protocolli non adeguati: ad esempio:
- un nutriente potrebbe produrre benefici solo a un dosaggio adeguato (magari a una "megadose"), per cui l’utilizzo di dosi troppo basse lo etichetterebbe ingiustamente come inefficace;
- tornando all’esempio della vitamina C per il raffreddore, è fondamentale il timing di assunzione precoce (sin dalle prime avvisaglie della malattia); se si ritarda troppo nella somministrazione è chiaro che l’efficacia risulterà nulla;
- le megadosi di un nutriente possono necessitare la distribuzione in assunzioni multiple durante la giornata, in modo da garantire un assorbimento e un mantenimento di livelli plasmatici adeguati; di conseguenza, concentrare la dose in un’unica assunzione giornaliera potrebbe inficiare i benefici dell’integratore.
Negli studi osservazionali, inoltre, vi è un rischio di errore ancor più elevato. Ad esempio, nelle ricerche retrospettive è improbabile che una persona sia in grado di ricordare con precisione quanto cibo ha consumato durante l’ultima settimana, mese o anno.
Futuri Sviluppi
La scoperta delle numerosissime varianti genetiche, dovute ad esempio a polimorfismi a singolo nucleotide (SNP) nella popolazione, ha aperto le porte alla nutrigenomica.
Questa scienza emergente sta alla base dell’evoluzione della nutrizione personalizzata che ha caratterizzato la medicina ortomolecolare.
In futuro, molto probabilmente, le raccomandazioni personalizzate diverranno sempre più specifiche e personalizzante, basandosi sul genoma e sulla biometria individuali 26.
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