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Che Cos’è
La barriera cutanea rappresenta un sistema difensivo dell’organismo contro insulti e minacce esterne (come agenti infettivi, chimici e meccanici, tra cui raggi UV, sostanze irritanti, allergeni ecc.).
Questa barriera difensiva è composta da vari elementi. In particolare, vi partecipano le cellule degli strati più superficiali della pelle (strato corneo dell’epidermide), ma anche varie sostanze chimiche.
In particolare, la superficie più esterna della pelle è ricoperta da un sottile strato composto da grassi e varie altre sostanze. Tale strato è chiamato film idrolipidico.
Alla barriera cutanea partecipano indirettamente anche alcuni microrganismi che albergano sulla cute, capaci ad esempio di sintetizzare composti simili agli antibiotici (batteriocine) o contrastando in altri modi la colonizzazione di potenziali patogeni.
Una barriera cutanea integra è importante per il mantenimento della salute della pelle e in generale dell’intero organismo. Risulta ad esempio fondamentale per:
- mantenere la pelle morbida e idratata;
- proteggere l’organismo dai microrganismi esterni;
- ridurre il rischio di insorgenza di infezioni;
- regolare l’assorbimento e l’escrezione di sostanze attraverso la pelle;
- lubrificare la cute;
- conferire l’odore corporeo.
La barriera cutanea può essere danneggiata o compromessa da varie condizioni e malattie della pelle, come accade ad esempio nella dermatite atopica e nella psoriasi. Lo stesso dicasi per l’esposizione ad agenti irritanti, inclusi lavaggi frequenti con detergenti aggressivi.
A Cosa Serve
La barriera cutanea è fondamentale per la vita umana.
Infatti, protegge fisicamente e chimicamente l’organismo da minacce esterne, come agenti infettivi, sostanze chimiche, tossicità sistemica e allergeni.
Tra i molti compiti della barriera cutanea ricordiamo:
- barriera di permeabilità: regola il contenuto di acqua epidermica opponendosi alla perdita di acqua transcutanea (la cosiddetta TEWL);
- barriera antiossidante: mitiga, attraverso un sistema antiossidante innato, gli ossidanti esogeni che possono danneggiare i componenti della pelle;
- barriera antimicrobica: previene o limita le infezioni cutanee attraverso un pH acido e la presenza di peptidi antimicrobici;
- barriera della risposta immunitaria: risponde attraverso meccanismi immunitari innati a “invasori cutanei” di varia origine, tra cui microbi, allergeni e altri antigeni;
- barriera fotoprotettiva: protegge le cellule epidermiche e le strutture cutanee vicine e sottostanti dagli effetti dannosi delle radiazioni ultraviolette
Oltre a queste proprietà protettive, i componenti della barriera cutanea contribuiscono anche alla segnalazione a valle (ad esempio, avviando una risposta infiammatoria locale o sistemica).
Com’è Fatta
La barriera cutanea è composta da difese di tipo fisico, chimico, microbiologico e immunologico.
Nel dettaglio, i suoi principali componenti includono:
- cellule epidermiche:
- le cellule dello strato più superficiale della pelle (strato corneo) costituiscono un vero e proprio involucro protettivo. Presentano infatti un rivestimento molto duro e resistente, che ha il compito di conferire resistenza a traumi di tipo meccanico e agli insulti chimici.
Inoltre, queste cellule (chiamate corneociti) sono strettamente adese tra loro, cementate da proteine e lipidi intracellulari che prevengono da un lato eccessive perdite di acqua e dall’altro la penetrazione di agenti esogeni; - le cellule del Langerhans, coinvolte nella risposta immunitaria: sorvegliano, rivelano e segnalano all’organismo la presenza di eventuali sostanze estranee. In caso positivo, attivano i globuli bianchi per eliminare il pericolo;
- le cellule dello strato più superficiale della pelle (strato corneo) costituiscono un vero e proprio involucro protettivo. Presentano infatti un rivestimento molto duro e resistente, che ha il compito di conferire resistenza a traumi di tipo meccanico e agli insulti chimici.
- film idrolipidico: conosciuto anche come mantello idrolipidico o mantello acido, contiene varie sostanze che proteggono dalla disidratazione, dagli agenti esterni (microbi, fattori ambientali) e dallo sporco (conferiscono alla pelle un’azione autopulente).
Risulta composto da:- una componente idrosolubile (5%);
- una componente lipidica (95%).
Ii vari componenti della barriera cutanea risultano interconnessi, per cui tendono a influenzarsi a vicenda. Ad esempio, la composizione del film idrolipidico ne influenza l’acidità, che a sua volta influenza l’attività enzimatica, con ripercussioni sul metabolismo delle cellule epidermiche, ma anche sull’infiammazione, lo stresso ossidativo e la composizione del microbiota cutaneo.
Composizione della fase lipidica
La fase oleosa del film idrolipidico è costituita da lipidi:
- in gran parte di origine sebacea (prodotti quindi dalle ghiandole sebacee);
- in misura nettamente inferiore cheratinocitaria (cioè prodotti dalle cellule dell’epidermide, chiamate cheratinociti).
Il sebo umano è una miscela di lipidi, principalmente trigliceridi, esteri cerosi, squalene e acidi grassi, e in minori quantità colesterolo, esteri di colesterolo e digliceridi.
I lipidi prodotti dai cheratinociti rappresentano invece una miscela di proporzioni quasi uguali di acidi grassi liberi, colesterolo e ceramidi. Questi lipidi riempiono gli spazi tra le cellule, proprio come la malta riempie gli spazi tra i mattoni.
In base alla regione del corpo e alla relativa densità delle ghiandole sebacee, la composizione del film idrolipidico può cambiare leggermente. Ad esempio, il sebo prodotto nell’orecchio e più ricco di cere ed esteri a catena lunga (non a caso prende il nome di "cerume").
Composizione della fase acquosa
La fase acquosa del film idrolipidico è costituita essenzialmente dal sudore prodotto dalle ghiandole sudoripare, oltre che da piccoli composti igroscopici prodotti dai cheratinociti.
La fase acquosa del film idrolipidico è nota anche come NMF (natural moisturizing factor o fattore naturale di idratazione) ed è principalmente responsabile del mantenimento della sua caratteristica acidità; inoltre, i suoi soluti hanno funzioni igroscopiche, catturando e trattenendo acqua sulla superficie cutanea.
I componenti dell’NMF comprendono 1, 2:
- acido pirrolidone carbossilico (PCA) (8-10%)
- acido lattico (8-10%)
- urea (8-10%)
- ioni inorganici (inclusi potassio, sodio, magnesio e calcio) (5%)
- aminoacidi liberi (~ 40%), tra cui:
- l-serina (~ 36%)
- glicina (22%)
- l- alanina (13%)
- istidina, ornitina, citrullina e arginina ( 6-8% cad).
- zuccheri semplici (9%)
- ammoniaca, acido urico, glucosamina, creatina (2%)
Va comunque notato che anche la composizione dell’NMF varia nelle differenti regioni corporee.
Barriera Cutanea Danneggiata
L’alterazione della barriera cutanea accomuna molteplici condizioni dermatologiche ;3, 4.
In genere, rappresenta la causa più significativa della perdita di umidità, con conseguente comparsa di pelle secca (xerosi) e segni associati (screpolature, ruvidità, desquamazione ecc.).
Inoltre, la compromissione della barriera cutanea accomuna molte malattie infiammatorie della pelle, tanto che praticamente tutti i disturbi cutanei infiammatori e maligni derivano da difetti cronici della barriera cutanea 5. Esempi includono 6:
- dermatite atopica,
- dermatite da contatto,
- psoriasi,
- acne.
Vari fattori possono perturbare la salute della barriera cutanea; i principali sono:
- di tipo chimico (ad esempio, l’azione solvente e delipidizzante legata all’applicazione ripetuta di detergenti aggressivi o alcalini; esposizioni professionali a irritanti cutanei; peeling frequenti);
- conseguenti ad aggressioni climatiche e ambientali (ad esempio vento, freddo e umidità relativa all’ambiente, eccessiva esposizione solare);
- lesioni, ustioni, malattie della pelle (p. es., dermatite) o procedure mediche invasive;
- immunocompromissione dovuta a cancro o infezione da virus HIV;
- uso di farmaci immunosoppressori, inclusi i corticosteroidi;
- diabete;
- età estrema (molto giovane o molto vecchia);
- fattori genetici individuali: ad esempio, gli individui con pelle atopica non sono in grado di produrre quantità adeguate di alcune ceramidi e molti presentano mutazioni del gene della filaggrina, portando così a un aumento basale della perdita di acqua transcutanea 7, 2.
Sintomi
Se la barriera cutanea risulta danneggiata, si è maggiormente predisposti a sviluppare sintomi come:
- acne;
- infezioni cutanee batteriche, virali o fungine;
- macchie ruvide o scolorite;
- pelle secca e squamosa;
- prurito;
- zone sensibili o infiammate.
Cosa Fare
Cosmetici
Un’adeguata cura della pelle contribuisce a mantenere l’integrità della barriera cutanea.
È importante comprendere che non esiste una soluzione adatta per tutti; pertanto, trovare la cura della pelle più adatta al singolo è una questione di tentativi ed errori.
Detto questo, in genere si consiglia di 2, 8, 9:
- scegliere un detergente delicato (non irritante);
- scegliere una crema idratante/riparatrice della barriera cutanea con una composizione adeguata (vedi in seguito);
- proteggere la pelle dagli insulti chimico-fisici e meccanici che possono danneggiare le funzioni barriera (li abbiamo elencati nei capitoli precedenti); ciò include anche l’applicazione di filtri solari adeguati al proprio fototipo e all’intensità dell’esposizione solare.
Detersione
In merito all’igiene, sono preferibili detergenti leggermente acidi (pH intorno a 5.0). Tuttavia, l’aspetto principale riguarda l’aggressività dei tensioattivi utilizzati.
Ad esempio, quelli anionici come il sodium lauryl sulfate e il sodium laureth sulfate risultano particolarmente aggressivi.
In genere, tanto più il detergente è aggressivo, tanto più ne viene utilizzato e tanto più a lungo permane sulla pelle, tanto maggiore è la riduzione del pH cutaneo e la compromissione della barriera cutanea.
Tale alterazione è chiaramente temporanea e il corretto pH viene ripristinato entro qualche ora. Tuttavia, è chiaro che esagerare con la detersione può spostare verso la neutralità il pH della pelle aumentando il rischio di vari disturbi cutanei.
Prodotti idratanti
Un’idratazione regolare tramite appositi cosmetici può rafforzare la barriera cutanea e aiutare a mantenerne l’integrità.
Ad esempio, prodotti idratanti a pH leggermente acido rafforzano la barriera cutanea chimica, supportando una funzione enzimatica ottimale, aumentando la produzione di ceramidi e favorendo le condizioni ideali per i microrganismi commensali.
Questi prodotti possono contenere ingredienti:
- occlusivi emollienti (ad esempio vaselina, lanolina, olio di paraffina, burro di karité), che occludono la superficie dello strato corneo riducendo la perdita di acqua transcutanea;
- umettanti (ad esempio, glicerina, acido ialuronico, urea), progettati principalmente per aumentare l’idratazione della pelle secca, assorbono l’acqua dal derma e dall’ambiente, trattenendola nello strato corneo 10, 11, 12;
- restitutivi: componenti “fisiologici” della barriera cutanea come ceramidi, squalene, spermaceti, acido miristico e altri acidi grassi che mirano direttamente alla riparazione della barriera cutanea 13.
Altri ingredienti attivi
Poiché la niacinamide migliora la sintesi di ceramide e accelera la differenziazione dei cheratinociti, prevenendone anche la senescenza causata dallo stress ossidativo, è ampiamente utilizzata come attivo per rafforzare la barriera cutanea 13a.
I probitoici topici e i postbiotici (composti sintetizzati dai batteri) sono stati studiati per la capacità di migliorare la composizione del microbioma cutaneo, a sua volta coinvolto nel mantenimento di una barriera cutanea sana.
Integratori
Collagene
Una revisione del 2019 di 11 studi ha concluso che l’assunzione di 2,5-10 grammi di collagene per via orale al giorno per 4-24 settimane ha aumentato l’idratazione della pelle e trattato con successo la pelle secca 14. Inoltre, ha migliorato l’elasticità della pelle, la densità del collagene e la guarigione delle ferite.
Inoltre, l’integrazione orale di collagene ha dimostrato di aumentare il contenuto di ceramidi nella pelle 15, 16, 17.
Ceramidi
A dosaggi giornalieri da 0,4 a 30 mg, gli integratori di ceramidi hanno mostrato notevoli effetti sul miglioramento del contenuto di acqua dello strato corneo rispetto al placebo. Questo effetto è emerso da una meta-analisi di 7 ricerche su 426 soggetti 18.
Ad esempio, in uno studio di 3 mesi su 51 donne con pelle secca, 350 mg/die di un estratto di grano ricco di ceramidi hanno prodotto un aumento significativo dell’idratazione della pelle e un miglioramento dei segni clinici della xerosi (prurito, squame, rugosità e arrossamento), percepito sia dalle volontarie che dal dermatologo che le ha esaminate 19.
Anche l’ingestione di fitoceramidi da konjac ha mostrato effetti positivi nei pazienti con dermatite atopica e nei volontari sani. In particolare, ha ridotto la TEWL in uno studio su 14 pazienti con eczema atopico da lieve a moderato 20.
Inoltre, 1,8 mg/die di ceramidi di konjac per 2 settimane hanno migliorato i sintomi cutanei e ridotto le risposte allergiche cutanee in 50 bambini con dermatite atopica moderata e allergia all’acaro della polvere 21.